torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SENZA MASCHERE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: aladia-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/05/2005 12:16:48

shonen ai a cui tengo moltissimo. per favore se potete leggetela e fatemi sapere. consigli, critiche,ecc...^__^
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
LA SCOMMESSA
- Capitolo 1° -

Allora, cominciamo a scrivere...

Data inizio: 11/04/2005
Premessa: questo lavoro, opera o comunque lo si voglia chiamare è molto importante per me. Infatti, ho riflettuto lungamente per molti mesi sulle varie psicologie dei personaggi, limandoli e perfezionandoli nella forma più adatta allo scopo che mi sono prefissa. Sto scrivendo semplicemente perchè questi personaggi sono una parte di me, si potrebbe dire dei figli quasi. In loro si rispecchiano spesso, seppur ovviamente non in modo uguale, desideri e paure, esperienze e tormenti...quest'idea mi ronza in testa da...uhm...vediamo, all'incirca da gennaio se non erro. Praticamente da quando ho memoria, ci sono sempre dei momenti del giorno in cui sto ferma, e non faccio altro che fantasticare, immaginare altri mondi o anche solo altre situazioni, spesso perdendo ogni cognizione della realtà. E così io divento ora un personaggio e ora l'altro, perchè in fondo li ho creati con diverse facce della mia personalità. E' inevitabile che ci sia uno scivolamento di me stessa dentro la storia, perchè alla fine anche essa viene da me. Non ritengo che sia troppo originale come storia base, ma quello che voglio cercare di fare attraverso questa storia, è far emergere dei personaggi che, non dico proprio di certo, ma potrebbero forse esistere. Ragazzi con dei problemi, oppure semplici adolescenti, tutti hanno a che fare con le proprie realtà e hanno le proprie battaglie da affrontare. Spiegherò anche altre cose alla fine. Spero che qualcuno, qualche anima pia almeno, mi segue durante quest'arduo compito di scrivere. Dopo, dovrò rileggere e rivedere, aggiustare, tagliare o aggiungere, a seconda delle necessità. Un'altro problema è il fatto che inserisco probabilmente troppi dialoghi. Trovo che così la lettura possa risultare meno scorrevole forse, ma in questo modo, a mio parere, coloro che leggono possono realmente sentire le voci dei personaggi. E magari, potrebbe sembrare loro di essere lì con i protagonisti. Un altro dilemma è come narrare: in prima persona, prendendo il punto di vista di uno dei personaggi, oppure in modo esterno, in terza persona, potendo in tal modo esaminare entrambi i personaggi, seppur non in modo troppo approfondito? Avevo cominciato a scrivere in terza persona, ma alla fine, rileggendo le prime righe, ho provato a renderlo in prima persona. E' molto meglio. In questo modo, si comprende almeno un po' un personaggio, mentre l'altro viene fuori a mano a mano che i due si conoscono, rendendoci partecipi. Ovviamente ho preso il punto di vista del ragazzo più chiuso, visto che l'altro le cose poi le racconterà, credo che sia stata la cosa più adatta. Inoltre seppur mi ritrovi in entrambi i personaggi, si può dire che sono più simile a quello di cui farò la portavoce, che è come me, mentre l'altro è la faccia che sono ma che non manifesto. Non oso immaginare quando finirò di scrivere. Spero almeno che a qualcuno, non dico a tutti, con il passare dei capitoli possa piacere. Vi chiedo sostegno, come ben sapete è difficile continuare senza una spinta. Ma sono anche indecisa se farvi leggere oppure scrivere e basta, e invece permettervi di leggere solo in seguito, quando la storia sarà più avanti. Ma questo lo saprete appena ve lo farò sapere. E dopo questa lunga premessa, che credo vi abbia potuto annoiare, ma del resto serviva più che altro a me, vi lascio leggere in pace la sfida che mi sono proposta.
Angel Aladiah - Ovvero l'autrice con seri problemi mentali, ma chi è sano di mente a questo mondo?


***********************************************************************************************

Senza maschere

Capitolo 1 - La scommessa

Ero seduto svogliatamente sul mio banco di scuola, durante la ricreazione di solito andavo in bagno a fumare, ma quel giorno stranamente non lo feci. Rimasi invece in classe ad aiutare una mia compagna che mi aveva chiesto chiarimenti riguardo a un esercizio di matematica, anche se non molto volentieri. Proprio quando finii di spiegarglielo, mi ritrovai davanti al banco un ragazzo, proveniente dalla classe accanto. Lo conoscevo, anche se non personalmente, e pareva fosse un tipo piuttosto allegro e spigliato. Come si chiamava...ah sì, Spike. A quanto pare non era italiano, con la famiglia si era trasferito in Italia qualche tempo fa...due anni forse? Era appena un ragazzino, anche se aveva sedici anni ne dimostrava di meno, il volto infantile pallido e delicato, tempestato da qualche lentiggine qua e là, i capelli rossi già troppo lunghi per come io li avrebbe sopportati...il filo dei miei pensieri fu interrotto dalla voce del ragazzo dall'accento straniero.
Spike- Ciao, Sandro.-
Sandro- Ciao, ci conosciamo?-
Spike- Beh, ecco, no...-
Il ragazzo sembrava timido e impacciato.
Sandro- E allora che vuoi?-
Spike- Ecco, io volevo chiederti una cosa.-
Sandro- Chiedi pure...-
Spike- Ti va di uscire con me?-
Rimasi per un attimo attonito dalle parole del ragazzo...va bene che ero abituato a questi tipi di domande, ma da un ragazzo non me lo sarei mai aspettato...
Sandro- No, scordatelo.-
Spike- Ma dai! Almeno una volta! Per conoscerci...-
Sandro- Forse non ci capiamo molto bene...non sono gay, a me i ragazzi non piacciono.-
Spike- E allora...? Ti prego, Sandro, solo una volta, una.-
Il modo in cui diceva il mio nome con il suo accento era strano, seppur non spiacevole. Questo non significava niente, ma qualcosa, non saprei dire cosa, mi fece rispondere in un modo che non avrei mai pensato.
Sandro- E dovremmo uscire sabato, cioè domani? Allora domani ti farò sapere.-
Lo vidi che sorrideva, poi se ne andò, così, come se nulla fosse, sempre continuando a sorridere, mi fece anche un saluto con la mano prima di andarsene. Ma come mi era venuto in mente di dirgli così?! Di certo non gli avrei mai detto di sì, e allora perchè non avevo detto di no? Eppure mi era facile farlo con tutte le ragazze che non mi interessavano, ovvero tutte...anche se piaccio alle ragazze, fino ad allora non ero mai stato con nessuna di loro. Naturalmente avevo provato ad uscire con qualcuna di loro, ma non avevo mai trovato nessuno che volesse conoscermi sul serio.
Luca- Ehi Sandro...sei perso in altri mondi o sei con noi?-
Sandro- Ci sono, che vuoi?
Luca- Senti...ho visto che quel tipo è venuto da te...-
Sandro- E allora?-
Luca- Io ti consiglio di togliertelo di torno prima possibile...finora non ha fatto che perseguitare i ragazzi di tutte le classi, e pare che ora la sua prossima vittima sia proprio tu.-
Sandro- Puah...figuriamoci.-
Luca- Sono serio, il mio poi è solo un consiglio, ma fidati.-
Sandro- Me lo toglierò di dosso...-
Il modo in cui Luca aveva parlato mi aveva un po' stupito. Insomma, se davvero era come diceva lui, significava che se io il giorno dopo avessi per caso detto di sì a Spike, me lo sarei ritrovato appiccicato come una sanguisuga? Questo pensiero naturalmente però non mi turbò più di tanto, e seguii con tranquillità le ore di lezione rimaste, nonostante ogni tanto il mio pensiero tornasse a quello strano ragazzo, e al modo in cui aveva pronunciato il mio nome. "Per conoscerci...": questa era la frase che probabilmente mi aveva colpito. Ed eccomi arrivato al motivo per cui avevo esitato. Non per nulla, ho sempre avuto delle buone capacità di analisi e riflessione. Uscii da scuola, e inaspettatamente trovai che lui era lì ad aspettarmi. Non proprio all'uscita, dov'erano tutti, ma un po' più avanti. Quando mi vide mi venne incontro, senza fretta.
Sandro- Che vuoi?-
Spike- Vorrei accompagnarti a casa, Sandro.-
Sandro- ...va bene.-
Avevo giusto voglia di porgli qualche domanda...cosa che il tragitto mi avrebbe consentito di fare. Lo scrutai, camminava di fianco a me, e mi sembrava piuttosto tranquillo, i capelli rossi ondeggiavano lievemente ad ogni passo, notai solo allora gli occhi verdissimi sotto le ciglia, svegli e vivaci. Molto probabilmente lui non aveva compreso, a causa delle mie parole non proprio chiare, che in realtà non volevo avere nulla a che fare con lui. Decisi così che avrei sistemato le cose in quel momento. Quando stavamo per arrivare cominciai a parlare.
Sandro- Allora...stai cercando forse di corteggiarmi?-
Ma come mi era uscita una cosa simile? Prima che potessi rimediare mi rispose, non senza avermi prima rivolto uno sguardo un po' stupito.
Spike- Beh...in verità sì.-
La cosa mi diede fastidio. Certo, l'avevo capito anche da solo, ma il sentirglielo dire mi faceva uno strano effetto, provai una sensazione spiacevole. Dovevo chiarire tutto e subito.
Sandro- Ti ho detto che...-
Spike- Aspetta-, mi interruppe, -so cosa stai per dire. Ma lasciami almeno provare, Sandro.-
Riflettei. Com'era possibile che ci stessi anche riflettendo? Parlai senza pensarci troppo.
Sandro- Facciamo una scommessa. Se entro un mese non mi avrai...ehm...diciamo conquistato, mi lascerai in pace.-
Spike- Affare fatto.-
Mi tese la mano sorridente, io la strinsi, ero certo che non ci sarebbe riuscito. Ne ero convinto.
Sandro- Dimmi, ti senti tanto sicuro di te?-
Spike- No. Ma mi piace mettermi alla prova.-
Sandro- E' una sfida per te?-
Spike- Sì, anche. Ma tu mi piaci sul serio. E sono certo che mi piacerai ancora di più...-
Sandro- Beh, ora io vado.-
Spike- Aspetta, posso venire da te questo pomeriggio?-
Sandro- No...e poi perchè?-
Spike- Solo per studiare.-
Sandro- Siamo in classi diverse...-
Spike- Dai...-
Sandro- Uffa, se insisti...però la scommessa è valida da domani.-
Spike- Bene, ci vediamo dopo pranzo. Verso le due e mezza va bene o è presto?-
Sandro- Va bene.-
Lo vidi andarsene via contento, salutandolo senza entusiasmo mi decisi a entrare a casa. Stavo per poggiare la borsa a terra quando mi accorsi che non ero solo. Ovviamente ero piuttosto sorpreso.
Sandro- Papà...-
Mio padre era tornato da uno dei suoi tanti viaggi di lavoro senza avvisarmi, io rimasi lì a fissarlo senza parole: non ci vedevamo da circa cinque mesi. Ovviamente sarebbe stato solo qualche giorno. Mi raccontò degli affari, anche se in realtà non è che mi importasse molto di quello che faceva. Diciamo pure che non siamo mai stati molto legati, neanche quando la mamma era viva...già, lei è morta. Loro, i miei genitori, avevano divorziato da poco, io avevo dodici anni, lei aveva trovato un nuovo compagno, per questo loro non facevano altro che litigare...alla fine, mia madre decise di andare via, lasciandomi con mio padre. Si voleva risposare con l'uomo che amava ora. Purtroppo non poteva sapere quello che sarebbe successo: lo Tsunami. Già, era stata proprio quella incredibile catastrofe a portarsela via, e non mi ero mai pardonato il fatto che fossi stato proprio io a consigliarle quei posti meravigliosi, devastati dal maremoto. Mio padre non lo sapeva. Mi sentivo già abbastanza in colpa da me, mi ero chiuso in me stesso per non fare mai più danni alle persone a cui volevo bene. Non avendo persone a cui si vuole bene, non si può fare loro del male, e quindi soffrire: ecco cosa pensavo. Non stavo neanche prestando attenzione a ciò che mio padre mi stava dicendo, ero troppo impegnato a colpevolizzarmi per l'ennesima volta; preferivo non dover vedere mio padre, di fronte a lui, mi vergognavo, perchè lui non sapeva. Colsi solo le sue ultime parole, mi disse che sarebbe partito a pomeriggio presto, sospirai sollevato, cosa che lui scambiò probabilmente per rassegnazione, non facendoci caso più di tanto. Quando finimmo di mangiare si sedette di fronte alla televisione decretando che aveva bisogno di un minimo di relax, e che conduceva una vita alquanto stressante. Non gli badai minimamente, e lavai i piatti. Lasciar vivere da solo un ragazzo della mia età...la vita non era forse stressante per me? Certo, si possono avere sia vantaggi che svantaggi da questo...guardai l'orologio senza realmente vederlo tant'ero immerso nei miei pensieri; ritornai su Spike: di certo stava per arrivare. Quello che mi dava fastidio ora era mio padre...ma se ne sarebbe andato talmente in fretta che forse quel ragazzo non ci avrebbe neanche prestato attenzione. Mentre pensavo a queste cose, sentii suonare alla porta.
Sandro- Vado io...-
Come previsto, era lui: mi sorrise e mi salutò; notando che ero ancora sovrappensiero mi chiamò, ma ci misi comunque un po' a realizzare la situazione.
Spike- Sandro? Allora, posso entrare?-
Sandro- Sì, scusa...seguimi...-
Notai che si era cambiato rispetto alla mattina, questo mi lasciò un po' perplesso, ma non dissi nulla mentre mio padre mi chiese chi fosse. Gli risposi che era solo un mio compagno di classe venuto a studiare da me. Non che fosse una bugia, ma Spike non era propriamente nella mia stessa classe...
Spike- Dove ci mettiamo?-
Sandro- Laggiù, a quel tavolo...-
Come previsto, mio padre se ne andò dopo appena mezz'ora che io e Spike stavamo studiando. Mi accorsi che era seriamente concentrato nei suoi compiti, aveva avuto anche la premura di informarmi su cosa dovesse fare, benchè a me non potesse interessare più di tanto, e ora stava parafrasando un canto dell'inferno della Divina Commedia di Dante, anche se non riuscivo a ricordare quale fosse. Io invece avevo da fare solo matematica. Gli altri compiti li avevo già anticipati il giorno prima; del resto, sono sempre stato piuttosto diligente. Mentre scriveva mi accorsi che lo fissavo...per fortuna non se ne rese conto, e io ripresi quello che stavo facendo. Sarebbe stata una sfida interessante, e io non avevo intenzione di cedere.

Continua...

***********************************************************************************************


Non sapendo che titolo dare, ho optato per uno temporaneo, e accetterò anche suggerimenti per il futuro. Per cortesia mandatemi almeno qualche commentino altrimenti mi scoraggio e mi passa la voglia di scrivere. Conto su di voi per un titolo più originale. Oh cavoli, sembro troppo seria vero? Ma forse devo. Beh, però sono anche allegra eh! Questo primo capitolo in realtà doveva essere più lungo, ma alla fine ho deciso di lasciarlo così. Magari poi le cose cambieranno, questo è solo un primo abbozzo. E ora la smetto di riflettere scrivendo! Smile ^__^
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: