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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: UNA STRANA RAGAZZA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kitsune84 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/09/2002 01:05:54

questo è un sogno che ho fatto oggi pomeriggio (10/09) e che mi è sembrato carino l`ho riadattato ed eccolo a voi; spero che vi piacia
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

UNA STRANA RAGAZZA

oppure


SOGNO DI UN POMERIGGIO DI INIZIO SCUOLA



E’ già da qualche giorno che dormo male, faccio sogni stani ma non so il perché, anzi lo so, ma non voglio ammetterlo, è colpa di quella ragazzina, è arrivata e da allora non posso farne più a meno, ha completamente sconvolto la mia vita: e questo non era mai successo.

Ricordo ancora perfettamente come è iniziata questa storia, stavo giocando a calcio nel cortile coi ragazzi del D.d.Q. della scuola quando lo “Svizzero” ha tirato fuori, io sono corso a prenderla, si era fermata ai piedi di uno degli ippocastani, e dietro alla pianta lei, i suoi capelli biondi, il suo viso da bambina e i suoi occhi; ah i suoi occhi, mi hanno stregato e mi hanno raccontato tutto di lei: LEI E’ SPECIALE.

Speciale, si, perché lei non è certamente una persona normale e il mio corpo lo ha capito prima del mio cervello, infatti ho ancora il livido della caduta o meglio dello svenimento sull’asfalto del cortile, e l’asfalto fa male; mi sono risvegliato in infermeria e Mary mi stava curando come una mamma, come sempre fa da circa tredici anni.

Dopo che mi sono rimesso ho iniziato le indagini, dovevo sapere chi era, e per fortuna che a scuola sono bello immanicato, in neanche mezz’ora avevo un nome e un recapito e se il primo mi ha scioccato il secondo mi ha sconvolto: abitava nel dormitorio della scuola e questo era impossibile, io conosco tutti nell’edificio e non ho mai ne visto ne mai sentito parlare di lei.

Animato da un’inedita curiosità mi sono avvito al dormitorio e come ulteriore sorpresa mi sono diretto alla sua stanza, la 12, quella che nessuno apriva da almeno un decennio, un vero reperto storico, l’arredamento era degli anni ’60 ed era l’unica stanza dell’edificio che non avevo mai visto in tutta la mia carriera scolastica.

Ma anche questa sorpresa non bastò a fermarmi, dovevo conoscerla.

Appena ho bussato ho re-incrociato i suoi occhi e questa volta non mi hanno stregato, ho percepito infatti un che di misterioso che un’ora prima non avevo capito, ora sapevo che fare, dovevo venire a capo di quel mistero; anche se ciò non sarebbe stato facile, o così presumevo.

Non so tuttora come ma so solo che nel giro dieci minuti mi sono ritrovato armato di scopa e stavo pulendo con lei quella stanza in cui si notava perfettamente il passare del tempo, naturalmente senza che neanche lei sapesse il mio nome o io qualcosa di lei che andasse oltre al nome scritto sull’elenco degli alloggiati, però ero lì.

Col passare dei giorni ci siamo frequentati sempre più ed io ho come l’impressione di essere l’unica persona che lei abbia in confidenza e di questo sono fiero ed orgoglioso, diciamocelo pure, è splendida, non solo fisicamente naturalmente, ma non so spiegarlo neanch’io, so solo che lei ha preso il posto del mio ideale di perfezione dell’universo femminile.

Rimango con un dubbio, ed è un dubbio atroce, lei non mi parla di lei o meglio so il suo nome e so che starà qui per un po’, ma non so per quanto, non so quanti anni abbia, né da dove venga, il cognome: sconosciuto; familiari: idem; però con lei sto bene, e questo mi basta.

Anyway stasera devo suonare ad un concerto ed è meglio che mi prepari, poi lei mi ha promesso di venire a vedermi, devo essere al meglio.

***

Strano e da un’ora che suono e non la ho ancora vista, va be’, arriverà, comunque non posso certo lamentarmi, ci sono decine e decine di ragazze che urlano il mio nome e questo mi fa felice, però se ci fosse lei sarei più felice.

Ad un tratto sale la figlia del mio manager; una vera piaga, le piaccio ma lei è meno di zero per me, non che non sia carina, anzi, ma è il suo carattere che si può definire di emme; e cosa fa? Mi bacia, che schifo, e peggio ancora davanti agli SUOI occhi e questo mi infastidisce, ma ancora di più infastidisce lei, mi guarda con degli occhi che palesano odio e ira e ad un certo punto, un’attimo prima di cadere inerme sul pavimento insieme a tutto il pubblico mi è sembrato di vedere dei lampi provenire da quegli occhi così azzurri che sembrano ghiaccio.

Quando mi riprendo mi ritrovo inspiegabilmente nel cortile della scuola, e questo è un altro mistero, ma una cosa è certa devo parlarle.

Arrivato davanti alla porta della sua stanza mi accorgo che filtra acqua da sotto la porta, cerco di aprire la porta e faccio fatica, sembra che ci sia qualcosa che la blocchi e questo mi preoccupa, non vorrei che le fosse successo qualcosa.

Appena entro vedo qualcosa di veramente strano, sul pavimento della stanza ci saranno cinque centrimetri di palline di polistirolo immerse nell’acqua che fuoriesce copiosa dal lavandino:

“Cosa stai facendo?”
-Mi hanno trovato-
“Chi ti ha trovato?”
-Non puoi capire-
“Se tu mi spieghi posso sicuramente farlo”
-E’ tardi ormai-
“Per cosa?”
-Mi stanno venendo a prendere-
“Mi vuoi spiegare”
-NO, NO MI ROMPERE, MI STAI FACENDO PERDERE TEMPO-

Quell’ultima frase detta urlando mi aveva azzittito, ero lì inerme davanti ad una cosa che non capivo, mi sentivo così stupido, non capivo di che stesse parlando e non capivo che stesse facendo, immergeva le palline che erano a galla, aspettava un secondo e lo faceva in un altro punto della stanza, allora decisi di darle una mano, avrei fatto come lei e mi misi dall’altra parte della stanza e senza dire iniziai a fare esattamente come lei.

Non so se per fortuna o per cos’altro ma so solo che ad un certo punto sotto le mie mani sentii come una esplosioncina, come se fosse scoppiata una miccetta, ma so che dopo due secondi lei era li di fianco a me che controllava nell’acqua e diceva con le lacrime agli occhi per la gioia: “Per ora è finita”

Lascia passare pochi minuti e dopo che l’acqua sparì nel nulla la vidi tremante per il freddo che impugnava la scopa per pulire il pavimento ma la ferma e la feci sedere di forza su una sedia con sulle spalle una coperta per scaldarla, e solo allora mi decidetti a parlare:

“Non hai niente da dirmi?”
-Vuoi proprio saperlo?-
“Si”
-Come vuoi, be’, partendo dall’inizio devi sapere che io non sono una persona normale, io sono una persona che ha dei poteri strani e speciali-
“Che tipo di poteri”
-Dei poteri mentali che mi permettono di dominare le altre persone-
“Ecco il perché degli svenimenti, dei lampi dagli occhi e del fatto che sei entrata nel dormitorio avendo solo…”
-Diciotto anni, come te-
“E perché sei venuta qua”
-Stavo scappando, scappando da quelli che volevano sfruttarmi per i loro scopi e volevano farmi fare delle brutte cose-
“E’ per questo che stavi sempre lontana da tutto e da tutti, avevi paura che ti trovassero”
-Si-
“E allora perché ti sei avvicinata a me, o meglio perché mi hai permesso di avvicinarti?”
-Perché avevo sentito i tuoi pensieri, tu sei una persona buona-
“Comunque ormai non c’è più da preoccuparsi, abbiamo distrutto la sonda”
-Invece mi preoccupo, il fatto che hanno mandato la sonda significa che lo scherzetto di stasera lo hanno sentito e sanno che sono qui-
“Quindi??”
-Q_qu_quindi dovrò scappare ancora-
“Shh, non piangere ci sono qua io, non permetterò che ti prendano né tanto meno che tu te ne vada”
-Non dire scemenze verranno a cercarmi, e prima o poi mi troveranno-
“E allora verrò via con te”
-E’ da escuderlo, saresti in pericolo-
“Ma sarei in pericolo con te, io non ti voglio più lasciare”
-Ma perché-
“Non lo riesci a leggerlo nella mia mente?”
-Si che riesco e non ti capisco-
“Beh, l’amore fa fare cose stupide”
-Ad esempio?-
“Quello che hai fatto stasera al concerto o quello che ho appena deciso di fare”
-Cioè?-

Senza che io le rispondessi mi sono avvicinato a lei e la ho baciata, un bacio dolce, senza foga o passione ma solo amore, quell’amore che ho capito di provare quando l’ho vista spaventata che immergeva le palline nell’acqua per scovare la sonda; un bacio dal sapore strano, dal sapore dell’acqua, quell’acqua che l’aveva completamente bagnata e che scendeva dai capelli, un bacio che riscaldava le sue labbra ormai livide dal freddo, un bacio che ci aveva unito.

FINE




IO: Ore 00.40 ho finito questa fic, la mia fic più breve e veloce, solo due orette, e anche strana; l’ho scritta perché sono rimasto colpito dallo strano sogno che ho fatto oggi pomeriggio nella mia pennichella e ho deciso di pubblicarlo, e devo ammettere che mi piace.
Ammetto che all’inizio al posto dei poteri speciali c’era un’aliena e al posto del bacio della figlia del manager c’era una lemon con una ragazza del pubblico (GIURO CHE CORRISPONDE AL SOGNO) ma ho preferito cambiare un pochino.

 
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