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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: THE SOUTH TOUR
Genere: Azione, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Autore: jinne galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/03/2002 02:59:19 (ultimo inserimento: 16/12/07)

Un nuovo personaggio e la mia peronale versione dell'ultima saga in corso che mi ha ispirato la sua creazione (e altre cose); leggete e giudicate
 
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START!
- Capitolo 1° -

-ROTTA MAGGIORE, DATA E LUOGO IMPRECISATI-



Nei pressi di un'isola di primavera, una fregata della marina militare stava affrontando un insolito maltempo e un clima di agitazione ancor peggiore fra i soldati imbarcati per la missione. I marinai correvano avanti e indietro per il ponte, precipitandosi sottocoperta, dispiegando le vele. Il capitano, urlava a squarciagola gli ordini che venivano coperti dal rumore dei passi dei suoi sottoposti indaffarati e dal frastuono causato dal vento. Nella sala delle comunicazioni, uno stanzino in mezzo agli alloggi situati a poppa, l'addetto al lumacofono, un caporale al suo primo imbarco dopo la breve licenza per motivi familiari, ripeteva da almeno mezz'ora il messaggio che gli era stato ordinato di trasmettere. : <A TUTTE LE NAVI DEL TRATTO DI MARE FOURSEASONS-ALABASTA, RISPONDETE, COMUNICAZIONE UFFICIALE, RISPONDETE, QUI FREGATA DA ESPLORAZIONE NUMERO 43, RISPONDETE PASSSO....A TUTTE LE NAVI....>

Il tono della comunicazione presagiva un grosso pericolo imminente. La mano sinistra del marinaio, stringeva una penna con la punta intrisa d'inchiostro, velocissima a correre sulla prima pagina di un blocco riposto accano al lumacofono.

Tracciava, senza un senso apparente, un miscuglio di coordinate geografiche e calcoli di vario genere.

Era teso.

Tanto, da bastare da solo per riassumere la paura di tutti gli altri suoi commilitoni.

Sentiva che il cervello andava per conto suo. Una miriade di pensieri si accavallavano nella sua mente in modo caotico. : "Mi serve una pausa!" Pensò mentre un marinaio irrompeva nella sua postazione. Sulle spalle della divisa, recava i galloni da sergente maggiore e sembrava piuttosto nervoso. : <Ancora niente?!> chiese all'addetto alle comunicazioni. : <Nossignore!> Rispose meccanicamente. Superato il clima formale, aggiunse velocemente: <Interferenze su tutte le bande, ho tentato tutto il possibile, a mio avviso dovremmo tentare con il modulo di comunicazione sperimentale!>.

Un attimo dopo si voltò per aggiungere qualcos'altro; il sottufficiale era andato via.

Forse non l'aveva nemmeno ascoltato.

Sbuffò, infastidito e sopraffatto dallo sconforto, dondolandosi sulla sedia. : "Se era venuto solo a interrompermi -pensò con amarezza- poteva anche non venire affatto!". Quindi, sbuffando per la seconda volta, tornò a trafficare con il lumacofono. : <ATTENZIONE, A TUTTE LE NAVI IN ASCOLTO COMUNICATO URGENTE, TRATTO DI MARE FOURSEASONS-ALABASTA A RISCHIO, RIPETO, TRATTO DI MARE FOURSEASONS-ALABASTA A RISCHIO!>.



Il sergente Wide non era una persona ansiosa di fare carriera. Si era arruolato per vedere il mondo, non per senso della giustizia, al massimo con qualche ambizione di carriera, ma nulla di ben definito nella testa.

Per qualche caso miracoloso, era riuscito ad ottenere il grado di sergente, ma si era reso subito conto, che per un motivo o per l'altro, non era la persona più adatta a fare il marinaio.

Grazie ad un amico ufficiale, si era almeno specializzato in qualcosa: tecniche di comunicazione con specializzazione in cura e allevamento dei lumacofoni.

Forse, si sarebbe congedato, diventando un allevatore di queste noiose creature, mettendo su famiglia con qualche ragazza del suo paese.

Non gli sembrava così male, tanto più che ormai, la sua massima aspirazione era di trascorrere la sua vita da marinaio ignorato e felice di esserlo.

Trovarsi in una situazione come quella attuale...decisamente non era nei suoi piani.

Ma sentiva di dover comunque far buon viso a cattivo gioco. Sorrise amaramente scrollando il capo; a che serviva cambiare messaggio, cambiare frequenza di trasmissione, urlare più forte?

Nessuno sentiva con un tempo simile, c'erano troppe interferenze.

E se anche qualcuno lo stava ascoltando, ormai aveva sentito quanto serviva...per fare cosa, poi, non si sa.



D'improvviso, si mise a giocherellare con il bordo dei guanti che gli aveva regalato sua madre, come faceva di solito quando non aveva da fare nulla, ma era in servizio e non poteva andare a bersi un'aranciata.

Con tutta calma, fece un po' di autoanalisi; inutile negarlo a se stesso, si sentiva già con un piede nella fossa. : "Non era destino che trovassi moglie -si disse guardando il soffitto- beh, ormai posso solo scegliere come morire!". Si fermò a riflettere sulla sua vita, guardando il lumacofono che, fino a qualche secondo prima faceva lavorare a pieno regime ed ora era muto. All'improvviso, non capì bene come, cadde in avanti con la sedia e rotolò contro il tavolo, finendo a terra con tutta la sua attrezzatura.

Si riprese quasi subito, seppure stordito e con la divisa in disordine. Aveva le gambe appoggiate contro il muro e piegate all'altezza delle ginocchi (le piante dei piedi praticamente stavano per toccargli la schiena), la pancia a terra e la braccia spalancate.

Alzò la faccia ammaccata e spiaccicata contro il pavimento. Aveva di fronte la sua sedia, il tavolo da lavoro ribaltati e il lumacofono, tutti finiti a gambe all'aria, esattamente come lui.

Li fissò con espressione ebete. Voltò la testa a sinistra: nel corridoio, fuori dal suo bugigattolo, molti marinai correvano all'impazzata. Improvvisamente si sentì parecchio strano. I suoi pensieri disfattisti continuavano senza sosta a tormentarlo: "Sei un sottufficiale della marina addetto alle comunicazioni, senza possibilità di carriera, condannato a passare la tua esistenza fra noiose operazioni di ispezioni delle rotte e scartoffie, non sei particolarmente bello, non hai nessuna dote tranne far funzionare i lumacofoni come altri 300 marinai sanno fare, non hai un hobby e cosa più importante, non hai una fidanzata dai tempi dell'asilo e ti ritrovi solo con una vecchia madre a carico che ti da il tormento perché ti sistemi e le faccia vedere la faccia di un suo nipotino prima che muoia.......". All'improvviso, senza nemmeno rendersene conto, urlò: <MA COL CAVOLO CHE RESTO QUI A CREPARE!>. Saltò in piedi e si precipitò fuori. : "L'antenna gigante!" pensò issando la prua della nave. Le interferenze erano troppo forti, serviva un segnale più potente e mirato, possibilmente su banda protetta. L'antenna parabolica per le comunicazioni a lunga distanza era poco più che un prototipo e per giunta richiedeva molto tempo montarla, ma era l'unica occasione per comunicare con le altre navi. Aprì la porta e afferrò uno dei marinai che passavano pensando: "Ormai o la va o la spacca!". : <EHI TU, MARINAIO - urlò superando il frastuono prodotto dal vento- RADUNA ALTRI CINQUEO O SEI UOMINI, DOBBIAMO TIRARE SU LA TORRETTA PER L'ANTENNA SPERIMENTALE, MUOVITI PRESTO!>.

Mentre urlava i suoi ordini, indicava il traliccio metallico a prua della nave. Il marinaio provò a rispondere, ma la parole gli morirono in gola, e rimase con lo sguardo fisso alle spalle dell'addetto alle comunicazioni. Altri marinai urlarono e si storsero dal parapetto guardando il mare. Infine, anche il sergente Wide si voltò, rimanendo come tutti, paralizzato, a fissare l'orizzonte.



-QUALCHE TEMPO DOPO, A MOLTE MIGLIA MARITTIME DI DISTANZA DALL'ISOLA DI JAYA-



La Going Merry aveva ormai lasciato dietro di se l'isola del cielo e i suoi abitanti. La ciurma stava decidendo come spartirsi l'oro ricavato da quella dura trasferta nel mare bianco. Il clima a bordo della Merry era tranquillo, come il mare tutt'intorno: Zoro si allenava, Nami seguiva il Log Pose per l'isola successiva, Chopper aveva marcato visita e si era messo a studiare i suoi libri di medicina, Sanji aveva trascinato Usop a fare l'inventario dei viveri e del carico, Rufy perdeva tempo appollaiato sulla polena a testa d'ariete. Robin si era seduta sulla scaletta per il ponte posteriore a fissare il mare e la ciurma con aria divertita.

All'improvviso, poi, mentre controllava la carta, Nami ebbe un sussulto, come quando aveva un'intuizioni delle sue e fissò il cielo. : "Possibile che.....". Non terminò il pensiero e andò a rinchiudersi nella sua cabina. : <ZORO, SMETTILA DI PERDERE TEMPO E VAI AL TIMONE!>. Urlò all'improvviso da dietro la porta del suo alloggio. Lo spadaccino obbedì, ma mentre si dirigeva alla postazione del timoniere, il suono di una cannonata risuonò nell'aria. La Going Merry fu sfiorata dal proiettile sparato da una nave che da poppa la stava raggiungendo a velocità sostenuta. L'onda sollevata dal colpo a vuoto scosse l'imbarcazione, rischiando di far ruzzolare Rufy in mare; furioso, il capitano si fiondò sul ponte mentre Sanji e Usop uscivano di corsa dalla stiva diretti alle vele. : <WAAAH! CHE SUCCEDE?!> urlò Chopper rotolando dal ponte di poppa con il libro che stava leggendo ancora in mano. Zoro, si diresse al timone come stava per fare prima di perdere l'equilibrio a causa delle oscillazioni della nave. : <La marina ci saluta!> rispose con aria seccata.

Sulla nave della marina, il capitano di vascello, un anziano ufficiale con il volto pieno di cicatrici, dava ordini per l'attacco con voce potente e decisa. : <BENE, IL COLPO DI PROVA E' ANDATO QUASI A SEGNO CORREGGERE IL TIRO E RIPETERE L'ATTACCO CON TUTTI I PEZZI.....PASSARE LA COMUNICAZIONE ALLE ALTRE NAVI IN ARRIVO, POSIZIONARSI SUI FIANCHI, STRINGEREMO IL NEMICO CON UNA MANOVRA A TENAGLIA E LO ATTACCHEREMO DA TUTTI I LATI!>. La ciurma rispose con un grido d'esultanza più che con un assenso formale. L'atmosfera era di vivo fermento, quando arrivò il dispaccio via lumacofono-fax. Il capitano lo lesse con estrema attenzione,quindi sbiancò in volto e urlò di colpo: <CONTRORDINE, MANOVRA D'ATTACCO SOSPESA.....TIMONIERE, INVERTIRE LA ROTTA, CI APPRESTIAMO AD UNA RITIRATA D'URGENZA SULLA TERRAFERMA!>. La ciurma rimase un po' confusa dal repentino cambio di direttive, ma sospesero comunque il fuoco sulla nave pirata. : <ma che ha il capitano?> commentò qualcuno. Altri mugugnarono e parlottarono, poi il primo ufficiale di bordo urlò: <LAVATIVI, MUOVETEVI, AVETE SENTITO GLI ORDINI?!>. : <SISSIGNORE!> risposero in coro i marinai. Mentre la ciurma approntava le manovre, il capitano prese da parte l'addetto alle comunicazioni per comunicargli nuovi ordini. : <Trasmettete il dispaccio alle altre navi, anche la flotta del Capitano Hina si trova a largo di Alabasta!>. Il marinaio obbedì e si precipitò al lumacofono. Il capitano non lo degnò di uno sguardo, ma corrucciò gli occhi e digrignò i denti, fissando la Going Merry che si allontanava, quindi, esplose tirando un pugno sul parapetto del ponte di poppa.: <AAARGH! DANNATO CAPPELLO DI PAGLIA!>. Il dolore servì a calmarlo, ma non a fargli ingoiare il rospo. : <Vorrei darti il fatto tuo, maledetto pirata e invece.......ora il mare non è più sicuro, devo pensare alla mia ciurma e rientrare in porto, ma forse, forse nella disgrazia ci liberemo di te una volta per tutte!>. L'espressione del capitano mutò per un attimo in un sorriso amaro ma soddisfatto, per poi tornare seria e compunta mentre la nave invertiva la sua rotta.

Usop osservò la scena usando il cannocchiale e riferì l'accaduto. : <E ora perché si ritirano?!>, domandò Sanji. In quel mentre, quasi a voler dare risposta alla domanda del cuoco, Nami fece la sua comparsa da dietro la porta della cabina dove di solito dormiva. : <"Non è chiaro ancora ai meteorologi di tutto il mondo come si verifichi un simile fenomeno -diceva con voce tremante leggendo il libro che stringeva tra le mani- ma ogni 50 anni in una zona imprecisata (e comunque mai la stessa) della Rotta Maggiore, le principali correnti ventose e magnetiche convergono in un fronte unico, dando origine a quella che è considerata la tempesta invincibile, un gigantesco banco di nubi temporalesche, venti ostili alla navigazione, causa di terribili correnti anomale, trombe d'aria e cicloni tropicali che cozzano tra loro facendo da contorno ad un gigantesco ciclone di proporzioni mai documentate, ma empiricamente dimostrato, in grado di scardinare una piccola isola dalla sua base rocciosa in meno di un'ora!">. Fece una pausa per voltare pagina quindi proseguì l'inquietante lettura: <"Capace di cancellare tutto ciò che si trova sul suo cammino, tale cataclisma, descritto fin dall'antichità da studiosi e navigatori esperti, per la sua casualità e imprevedibilità prese il nome di......">. : <Rebelot!> concluse Robin. Poi, la ciurma si zittì, mentre un tuono squarciava la relativa quiete del mare. Coloro che già non osservavano l'orizzonte si voltarono e lo videro: un immenso nuvolose nero carico di pioggia e illuminato dai lampi si avvicinava a loro velocemente ingrandendosi sempre più, dando l'impressione che ingoiasse il cielo. Nonostante la distanza, già si potevano vedere cicloni di piccole e grandi dimensioni che turbinavano ai sui margini, mentre il mare si increspava in sbuffi e cavalloni. Gli occhi di Usop e Chopper furono lì lì dallo schizare dalle orbite per un istante, poi idue gridarono all'unisono: <WAAARGH MA CHE COS'E' QUELLA ROBA?!>.
: <CALMA E GESSO STUPIDI, COSA VI HO APPENA DETTO?!>, urlò Nami tramortendoli con un pugno.
: <Possiamo evitarlo?!>, domandò Zoro con la sua solita aria impassibile.
: <No, se ci proviamo verremmo comunque inghiottiti, il fronte della tempesta è troppo esteso!>
: <Cosa facciamo allora?!> chiese Rufy mentre guardava la tempesta appollaiato sulla polena a testa d'ariete della Merry.
: <Gli andremo incontro -rispose Nami con aria decisa- prenderemo il toro per le corna e lo cavalcheremo!>.

Ci fu un nuovo silenzio generale; Usop prese un grosso Zaino a fece per scavalcare il parapetto
: <Bene, è stato un piacere conoscervi, saluti e buona morte!>.
Nami ovviamente non gli fece fare più di due passi e lo tramortì di nuovo con una bastonata e per sicurezza stese anche Chopper che in un rantolo disse: <P...perchéééé?!>.
La navigatrice della ciurma tossì cerco di assumere un certo contegno e disse: <Parlando seriamente, non credo sia un suicidio tentare di attraversare il Rebelot; dall'esterno è impossibile, ma all'interno, sfruttando la mia abilità credo di potermi districare in mezzo a quella giungla di cicloni e onde anomale, sempre ammesso che non si venga trascinati troppo all'interno della perturbazione>.
: <E se succede?> chiese di nuovo Zoro.
: <Sarebbe un guaio, dobbiamo evitarlo e basta; non oso nemmeno immaginare cosa ci sia nell'occhio del ciclone, probabilmente se ci facciamo trascinare troppo all'interno........>. : <Moriremmo!> concluse Robin togliendole di nuovo le parole di bocca.

Seguì un silenzio spettrale lungo qualche secondo. Nami, facendo un notevole sforzo per nascondere la propria paura, cercò di fare coraggio alla ciurma. : <Beh non è detto, insomma, in quel caso cercherei di inventarmi qualcosa!>.
Non fu convincente. Robin (per motivi non chiari) e Rufy (che non capiva bene i discorsi complicati e non si rendeva conto a pieno del pericolo) a parte, tutti stavano seguendo l'esempio di Usop.
La navigatrice tramortì di nuovo gli aspiranti fuggiaschi. : <FATELA FNITA E METTETEVI AL LAVORO> Urlò furibonda.
: <SISSIGNORA> risposero tutti i coro.
Rufy, che ancora cercava di far mente locale , la chiamò all'improvviso facendola sobbalzare: <Ehi Nami!>
: <CHE C'E' ORA?!> Tuonò lei ancora arabbiata.
: <La tempesta!> Disse il capitano tutto tranquillo indicando il mare a prua.

Ormai il fronte della mostruosa perturbazione era vicinissimo, occupava quasi del tutto l'orizzonte. : <CI SIAMO GENTE, LA TEMPESTA HA DECISO DA SOLA -urlò la navigatrice- LEGATEVI TUTTI ALLE CIME DI SICUREZZA...ZORO ASSICURALE UNA PER UNA... SANJI E CHOPPER FATE RINVENIRE USOP E ANDATE A CONTROLALRE IL CARICO UN'ULTIMA VOLTA, POI VENITE A LEGARVI ANCHE VOI.......RUFY ASSICURA GLI ALBERI DI MANDARINO E ROBIN, TU AMMAINA LE VELE, POI VIENI CON ME AL TIMONE HO BISOGNO DEL TUO AIUTO!>. Nessuno obbiettò e si eseguire il suo compito. Nami dette un'ultima occhiata al Rebelot prima di andare al timone e disse: <Tsk, non c'è al mondo una tempesta tanto grande da farmi paura!>. Pareva molto sicura di se, ma prima di chiudere la porta della postazione del timoniere, guardò di nuovo i vortici d'aria neri e violacei che turbinavano sul mare, risucchiando tutto ciò che incontravano e pensò: "Però, devo ammette che questa...è bella grossa!".
 
Continua nel capitolo:


 
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