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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Berserk
CrossOver: saghe fantasy
Titolo Fanfic: LA SPADA DI KREUZ
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: CrossOver
Autore: sigfrido75 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/05/2005 00:24:22 (ultimo inserimento: 24/07/05)

un amore impossibile, una maledizione da contrastare, una guerra da vincere, creature mostruose da combattere! si deve lottare fino alla fine!
 
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PROLOGO:IL CAVALIERE
- Capitolo 1° -

PROLOGO: IL CAVALIERE

“Cosa sei disposto a sacrificare per lei, cavaliere?”
<AFFOGO>
Era questa la sensazione che provava. L’armatura, benché quasi completamente distrutta ed accartocciata, gli pesava come non mai. Le ferite che si sentiva su tutto il corpo lo rendevano debole e totalmente vulnerabile. L’odore del sangue e dei cadaveri veniva amplificato dal chiuso della grotta a tal punto che gli si torcevano le viscere. Ma ciò che gli stringeva la gola e che gli bruciava il petto erano i vapori pestilenziali che uscivano da quella specie di bocca.
“Cosa farai per salvarla, cavaliere?”
<MI SENTO SOFFOCARE>
Era stato su tanti campi di battaglia e guidato le truppe del reame di Bannidan in diversi regni. Aveva studiato sotto il grande erudito Tamos di Valfuria ed analizzato ogni cultura dei paesi in cui era stato. Aveva appreso le scienze. Aveva sentito degli animali più incredibili. Ma nulla l’aveva preparato a quel momento.
“Come la salverai da me, cavaliere?”
<NON RIESCO A RESPIRARE>
Un demone? Quello era un demone? Con la schiena poggiata sulle ruvide pareti dell’antro di pietra, l’elmo ammaccato tenuto sulle gambe che ormai non sentiva più, i corpi senza vita della sua intera squadriglia devastati e sparsi tutt’intorno, il suo destriero letteralmente masticato davanti ai suoi occhi, non riusciva quasi più a pensare. Ma le frasi di quell’abominio risvegliarono l’ardore del suo io.
“Non l’avrai mai! Scordatelo!”
Con le ultime forze rimastegli sollevò il braccio destro e puntò la sua spada verso l’essere che gli si ergeva davanti. Da quelle fauci erano usciti mostri venuti da chissà quale inferno, dalle fattezze inenarrabili, che avevano sterminato i suoi uomini e mangiato i loro cavalli. Eppure non erano niente al confronto con quell’ombra che gli sorrideva in quel momento. Al vederlo non riusciva a trattenere un brivido.
“Cos’è quello, un ultimo gesto di ribellione verso il tuo destino di morte? Oppure………..è così che volete proteggerla?”
Avanzava verso di lui? Gli sorrideva con quelle labbra di tenebra? Non vedeva più bene. La luce già flebile della grotta sembrava diminuire, a poco a poco, sempre più, ed ora non riusciva quasi a distinguere tra il nemico e le ombre sulle pareti. O forse era la sua mente a tradirlo. Ma poi vide quegli occhi, due fessure che galleggiavano in un mare di nera melma, fissarlo da così vicino! Strinse la spada ancor più forte, cercando di ridurne al minimo il tremolio che era il segno più evidente della sua debolezza. Ma il demone urlò:
“Stolto!”
Il suo braccio sinistro, scuro e maleodorante, fendette l’aria, passò accanto alla sua spada senza esitare e gli arpionò il collo inevitabilmente scoperto. E strinse.
“Misero umano, tu sei la mia preda! Ti ho visto passare mille volte davanti alla mia tana. Ti ho desiderato da subito, tronfio ed altero sul tuo destriero bardato. Pensavi che non saresti mai stato battuto? Sei il mio pasto, oramai!”
Stavolta soffocava davvero. Non si trattava più delle esalazioni di quell’essere che fino a poco prima gli bruciavano i polmoni ed il petto. Sentiva il collo che si comprimeva senza scampo, il sangue ristagnargli sul viso ormai paonazzo.
“Sai come mi chiamano quelli della tua razza? Brama! Perché io mi nutro dei vostri desideri. E più sono puri, più li trovo gustosi. Tu ne sei pieno, cavaliere! Ogni volta che ti guardavo da questo mio nascondiglio, li contavo. Le tue aspirazioni, i tuoi sogni, il tuo amore impossibile! Si, quello soprattutto! L’ho assaporato da subito. Sai bene che non puoi averla, che ti è proibito anche solo desiderarla, eppure non puoi smettere d’amarla. È quello il tuo desiderio più grande! E io lo voglio per me! Ora! Ho fame!!”
Pensò che poteva allentare la morsa del mostro sul suo collo col braccio sinistro, ma solo allora si accorse che non si muoveva. Forse non era nemmeno più attaccato al suo corpo. Raccolse le ultime forze e usò tutto il fiato rimastogli:
“Tu che ti cibi dei desideri degli altri, tu….cosa sei? Nulla? Tu non hai desideri? Dunque non esisti?”
Il mostro sembrò rabbuiarsi ed allentò la presa sul collo. Il cavaliere respirò e quell’aria nauseabonda lo fece quantomeno sentire di nuovo vivo. L’essere stette immobile per un tempo che gli sembrò infinito e poi sorrise di nuovo!
“Si, cavaliere. Devo ammettere che mi avete colpito con questa domanda. Ho forse vacillato. Ma so cosa fare per darvi una risposta degna del vostro interrogativo”
AH!AH!AH!AH!AH!AH!AH!AH!
Una risata raggelante gli trafisse la testa e rimbombò in tutte le direzioni, rimbalzando sulle pareti attorno a loro. E fu allora che il cavaliere vide l’altro braccio del demone. Al confronto col sinistro questo era…..indistinto. Appariva sfuocato, come fatto di nebbia o di un qualche vapore pestilenziale. Mutava, pur continuando ad avere le sembianze di un arto semi-umano. Le dita a volte erano talmente vaghe da sembrare una sola cosa. Fu un attimo! Il sinistro si ritrasse tornando disteso lungo lo scuro corpo del mostro, il destro scattò verso l’uomo. Il cavaliere gli contrappose la spada, con tutta la determinazione che gli era rimasta, ma questa venne attraversata come se nulla fosse ed iniziò a liquefarsi. Ma lo stupore per questo fatto durò una frazione di secondo. La pseudo-mano del demone si ramificò a pochi centimetri dal suo petto, trafiggendogli fronte, cuore e addome! La prima lama oscura gli annebbiò i pensieri senza peraltro fargli mai perdere conoscenza. La seconda gli frugava dentro, come alla ricerca di qualcosa. La terza sembrava mutare il suo corpo, sciogliendolo e trasmutandolo.
Il demone spostò lo sguardo dal suo viso alla sua spada, ormai irriconoscibile. Il suo sorriso si fece più largo, come una ferita che, anziché cicatrizzarsi, si espanda. Il suo alito si fece più denso. La sua parlata prese un tono quasi melenso.
“Si dice che spada e cavaliere siano una cosa sola. Non trovi anche tu che si somiglino? La lama, la guardia, l’elsa. I visceri, la mente e il cuore di un uomo. Tutto ciò è ironico.”
Il dolore che partiva dal basso ventre si estese al corpo intero. Non riusciva più a muoversi, il suo unico pensiero era per la sua principessa.
“Il tuo desiderio di proteggere lei è encomiabile cavaliere! Vorresti stare al suo fianco per sempre, difenderla dai nemici……da me!”
HI!HI!HI!HI!HI!HI!HI!HI!
Un’altra risata abominevole gli fece vibrare persino le ossa.
“Io accontenterò questo tuo desiderio, cavaliere! Perché quel che io bramo con tutto il cuore è il divertimento che ne ricaverò. Ora non potrai più sfuggirmi, ormai sei mio.”
Nel momento in cui i suoi occhi iniziarono ad essere velati di rosso, l’uomo capì che era il suo sangue a coprirli. Cadde verso l’incoscienza attaccandosi alle parole senza senso di quell’essere che gli prometteva una vita accanto alla sua amata. Questo fu il suo ultimo pensiero.
“Ti pentirai amaramente di non essere morto qui, oggi, cavaliere. Ci rivedremo molto presto.”
Il demone raccolse da terra ciò che ora era diventato l’umano che fino a poco prima gli era davanti.
“Alla tua nuova vita!”, disse e lo scaravento attraverso l’antro fino all’uscita della grotta. Dei riflessi argentati ne riempirono le pareti di pietra. Un tonfo sordo, poi il silenzio. In attesa che lei venisse a reclamarne l’anima e i servigi. Ma tutto a questo mondo ha un prezzo, soprattutto quando un demone ti risparmia dalla morte. Il suo destinò mutò.

 
Continua nel capitolo:


 
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