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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: APPUNTAMENTO TRA CHO E HARRY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sarfa galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/04/2005 18:05:00

finalmente un appuntamento tra questi due.. ma.. perchè vengono attaccati dai mangiamorte
 
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1
- Capitolo 1° -

HARRY POTTER
1 di 2

Era un giorno d’estate come tanti in casa Dursley, Petunia stava pulendo per la centesima volta le cornici d’argento sul ripiano sopra il caminetto, Vernon stava vantandosi davanti ai vicini del suo giardino curatissimo e Dudley stava giocando con i video-giochi nella sua camera insieme ai suoi “amici”, un gruppetto di bulletti di strada che prendevano a pugni in sette ad un ragazzino d’undici anni… poi… poi c’era un ragazzo, alto, magro, occhiali tondi e un’insolita cicatrice a forma di saetta sulla fronte che aspettava impaziente alla finestra della sua piccola camera.
“Finalmente !” disse vedendo avvicinarsi un uccello dal candido piumaggio che entrò nella stanza dalla finestra aperta “Temevo che ti fossi persa”
La civetta tubò e sporse la zampa a cui era legata una lettera e un piccolo pacchetto, non appena il ragazzo li ebbe presi, volò nella sua gabbia.
“Grazie Edvige” disse lo strano giovane e guardò la lettera, sul retro c’era scritto: Harry Potter. Aprì la lettera e lesse:

Carissimo Harry,
Innanzi tutto BUON COMPLEANNO
Come va? Spero che tu stia bene da quei babbani dei tuoi zii, da quanto mi hanno detto Hermione Granger e Ron Weasley sono davvero tremendi, e questo è dire poco da quanto ho sentito! Mi dispiace, già a scuola hai Draco Malfoy a romperti le scatole!
Sono in vacanza in Spagna al momento, avevo una paura che la tua civetta venisse intercettata, ma se stai leggendo vuol dire che è andata bene! Era euforica quando le ho legato la lettera alla zampa, forse perché era fiera di dover recapitare qualcosa da uno Stato all’altro? Il pacchetto contiene il tuo regalo, è solo un pensierino ma spero che ti piaccia lo stesso. Ah grazie per il tuo regalo! Mi serviva proprio una borsa nuova, la mia l’ha strappata un toro! Non ridere di questo per favore! Già me ne vergogno da sola!
Tornerò a Londra due settimane prima dell’inizio della scuola per comprare il materiale. Tu riuscirai ad andare a Diagon Alley? Ti lasceranno venire i tuoi zii? Se si spero di riuscire a incontrarti altrimenti ci vedremo direttamente all’Espresso per Hogwarts, il primo settembre! Spero di no, ti voglio vedere prima! Harry tu… mi piaci da impazzire!
Spero di incontrarti presto.
Ti Voglio Bene.
Tua Cho

Harry sospirò non appena terminò di leggere la lettera. Già chissà se sarebbe riuscito ad andare a Diagon Alley quest’anno. Solo dopo aver riletto la lettera si ricordò del regalo di Cho. Lo prese, lo scartò ed esaminò il suo contenuto, era una bottiglietta con l’etichetta scritta in spagnolo, ma fortunatamente notò che nell’interno della carta dell’involucro c’era un piccolo messaggio.

Harry questa bottiglia contiene uno speciale pulente-lucidante per la tua scopa. È fatto appositamente per le scope veloci come le Firebolt che hanno l’unico difetto di impolverarsi e perdere la lucentezza quando le si usa molto. Lo usano persino i Tornados. Spero che ti sia utile.
Sempre Tua Cho

Harry sorrise a quel riferimento ai Tornados, si ricordò, infatti, di un episodio tra Ron e Cho l’anno passato, lei andava in giro con appiccata alla divisa la spilla dei Tornados e Ron la offese chiedendole da quanto fosse tifosa di questa squadra e lei non provò più a parlare con Harry per diverso tempo a causa sua.
All’inizio delle vacanze poi Cho gli aveva mandato una lettera in cui gli aveva dichiarato di piacergli molto e di voler diventare, se lui voleva, la sua ragazza. Harry all’inizio non seppe cosa fare poi le mandò una lettera con risposta affermativa, dopo aver accumulato molto coraggio.
Avevano anche iniziato a sentirsi per telefono ma si chiamavano molto raramente, preferivano scriversi perché ogni volta che si telefonavano non trovavano mai nulla da dire.

Harry ricevette anche: un telescopio da Hermione e Ron, un libro intitolato “Diventare Auror” dal prof Lupin, un Detector Oscuro da tutto “l’Ordine della fenice”, un maglione dalla sig.ra Weasley e moltissimi dolci, fra cui una torta e una confezione extra large di gelatine Tuttigusti +1.
DRIIN! DRIIN! Il telefono che suonò, Zia Petunia andò a rispondere poi urlò il nome di Harry che scese le scale di corsa, afferrò la cornetta dalle mani della Zia la cui faccia era molto contrariata e chiese: “Pronto?”
“Ciao Harry! Sono Cho!”
“Ah ciao! Come stai?”
“Bene grazie. E a te?”
“Io sto benissimo grazie”.
“Hai ricevuto la lettera?”
“Sì grazie del regalo!”
“Prego, grazie a te della borsa, mi piace molto!”
“Meno male, io non sono molto bravo a fare regali. Com’è la Spagna?”
“Vorrai dire com’è stata. In ogni caso bellissima! Mi sono divertita un sacco e poi lì giocano benissimo a Quidditch! Tu invece? Hai fatto qualcosa o sei andato da qualche parte?”
“Come? Sei già tornata? No, non sono andato altre le mura del mio quartiere!”
“Si sono tornata prima. Mi dispiace sei sempre rimasto a casa !”
“Non ti preoccupare! E comunque tu che ci puoi fare?”
“…”
“Eddai non ti preoccupare che dopo mi fai sentire in colpa”
“D’accordo! Ah senti ti va di incontrarci per andare a Diagon Alley?”
“Fosse per me andrebbe pure bene ma…”
“Dai! Tu provaci. Poi mi fai sapere, ok?”
“Va bene, io ci provo ma non assicuro nulla!”
“Benissimo, allora ci risentiamo!”
“Bene, ciao Cho”
“Ciao… Ah … Harry?”
“Si dimmi, cosa c’è?”
“…”
“Cho? Ehi ci sei ancora?”
“… Io … TI AMO HARRY” urlò e attaccò
Tu-Tu Tu-Tu. Harry rimase di sasso, attaccò ma rimase con la mano sulla cornetta, indeciso. Alla fine si decise, rialzò la cornetta, compose il suo numero e attese…
“Pronto?” disse una voce dall’altra parte della cornetta, non la sua.
“Buongiorno mi può passare Cho Chang per favore”
“Si attendi un attimo. CHO! AL TELEFONO”
“ARRIVO” la sentì urlare “P-Pronto chi è?”
“Cho sono io, ti devo dire una cosa…”
Dall’altra parte lei trattenne il respiro.
“Anch’io ti amo Cho, da sempre, mi sei sempre piaciuta, dalla prima volta che ci siamo visti! Ecco l’ho detto”
“Harry, grazie. Davvero grazie. Tu non puoi immaginare cosa significa questo per me!”
“Oddio, due anni fa non speravo nemmeno di riuscire a dirtelo. Senti Cho io ci provo a venire, caso mai se ci riesco te lo faccio sapere ok?”
“D’accordo, ma tu dove abiti?”
“Al quartiere dei ricconi, a Privet Drive. E tu?”
“Anche io a Privet Drive :-o, al numero dieci! Tu a che numero stai?”
“Al 4°, il 10° ma allora stai proprio a due passi da me! :-0”
“A quanto pare si. Ehi c’incontriamo?”
“D’accordo, fatti trovare sotto casa!”
“Bene. Ci vediamo tra poco. Ciao”
“Ciao ”
Harry attaccò, salì in camera sua si sistemò un po’ ed uscì.
“Ehi ragazzo dove vai?” gli chiese Zio Vernon.
“Da una mia amica! È qui vicino non farò tardi, non ti preoccupare!”
“…”
Harry corse come una scheggia fino al numero dieci, si sistemò i capelli e suonò il campanello.
DLIN DLON!
“Arrivo” disse una voce, si aprì la porta e apparve Cho.
“Ciao Harry! Hai fatto subito! Vieni entra”
“Come mai sei già tornata dalla Spagna? Non dovevi arrivare due settimane prima dell’inizio della scuola?”
“Si avrei dovuto. Ma mia madre è voluta tornare dopo l’incidente con il toro!”
“Ancora non ho capito. Mi spieghi cosa è successo?”
Intanto che parlavano erano arrivati ad una porta, Cho la aprì e si ritrovarono in una biblioteca con dei tavolini da tè, dove si sedettero.
“Io te lo dico ma tu non ridere.”
“Ok”
“Allora, eravamo alla Corrida, ai posti più vicini all’arena, è iniziata e dopo dieci minuti il toro s’imbizzarrisce. Lo stadio si stava svuotando e anche io stavo uscendo correndo, ma dentro il toro aveva rotto le transenne e si era precipitato in strada, correndo a destra e a sinistra. Io intanto, seppur paralizzata dalla paura ero riuscita ad allontanarmi un pò dallo stadio. Ma sono dovuta tornare indietro per cercare i miei, allora il toro mi ha vista sulla sua traiettoria mentre correva e mi ha dato una… cornata”
“Ma ti ha presa?” chiese Harry preoccupato
“No ma ha preso la borsa che avevo e la ha lacerata. Ti prego non ti mettere a ridere!”
“Guarda capisco ciò che provi. Anche io ho avuto brutte esperienze con gli animali”
“Ti riferisci al serpente al primo anno?”
“Anche ma non solo. Ho avuto a che fare con unicorni, lupi, ragni, cervi…cani” l’ultimo lo disse tristemente “E altre cose strane” le avrebbe voluto dire anche topi, mangiamorte e cervelli ma si trattenne.
“Ragni? E quando?”
“Al secondo anno” rispose “Era nella foresta proibita ma penso che ci sia ancora”
“Cosa? Sei andato nella foresta proibita?!”
“Sì almeno una decina volte credo”
“Davvero? E come è?”
“Non è niente di che. Ma se trovi strane creature sei nei guai. È per questo che ci viene proibito di entrare!”
“Che genere di creature ci sono?”
“Unicorni, centauri, Thestral…”
“Che cosa sono i Thestral?”
“I Thestral sono quelli che guidano le carrozze a Hogwarts. Sono cavalli neri e ossuti, invisibili a chiunque non abbia visto la morte in faccia.”
“E sarebbero questi Thestral a guidare le carrozze dal villaggio alla scuola?”
“E già. Ma dovresti conoscerli. Non ve li ha fatti vedere Hagrid?”
“No. Chissà perché?”
“Non lo so. Anche perché credo che sarebbe stato inutile. Solo in pochi possono vederli e non sono un bello spettacolo”.
“Se me lo dici così convinto devono proprio essere spaventosi!”
“Manco tanto! Solo che si dice portino sfortuna. Ma non è vero, sono solo superstizioni” aggiunse perché Cho si era portato la mani alla bocca. “Senti Cho” disse imbarazzato “Quello che ti ho detto al telefono era la pura verità: è vero che mi piaci dal primo momento che ti ho vista. E poi quella volta, nella sala delle necessità, io…mi sono sentito euforico.” La guardò e vide che aveva cominciato a piangere. “Cho”
“Scusa è che, stavo pensando che anche Cedric mi aveva detto le stesse identiche parole……… Scusami. Tu ti stavi dichiarando e io vado a pensare a Cedric. Davvero perdonami”
Harry non ce la fece più, vedendo Cho in quello stato, si alzò e andò ad abbracciarla, quando la strinse tra le braccia le sussurrò
“Non piangere Cho, ti prego non piangere. Ora ascoltami, la morte è come la fine per qualcosa di bello che deve ancora realmente cominciare, così tutto rimane sospeso nel vuoto e i sentimenti rimangono intrappolati dentro il cuore, il tempo non li può degenerare e nemmeno gli uomini, rimangono puri e per questo veri. I tuoi sentimenti per Cedric, come i miei per te, sono veri. Non pensare che la morte sia una punizione perché non lo è, è solo un’attesa, un’attesa che durerà finché Cedric non ti vedrà di nuovo felice. Dopo lui diverrà polvere e potrà riposare in pace. Ma questo avverrà solo quando tu sarai felice, perché è a te che Cedric pensò prima di morire”
Cho rimase colpita da quelle parole: Harry non le aveva mai parlato così! Si appoggiò alla sua spalla e tentò di calmarsi.
Quando Harry sentì che il respiro di Cho era tornato regolare lasciò un po’, ma solo un po’, la presa dell’abbraccio, la guardò e si specchiò nei suoi occhi, esitò, forse troppo, ma si riprese: la baciò, era la prima volta che baciava di sua iniziativa ma non la prima che baciava. Alzò lo sguardo e si baciarono di nuovo, ma questo bacio era diverso, era la pura essenza dei loro sentimenti, puri e bianchi, forse gli unici sentimenti così in tutta l’Inghilterra.
Quando si divisero da quel bacio si sorrisero
“Ti amo” disse Harry
“Anch’io ti amo Harry”
TOC TOC “Cho vi ho portato un po’ di the!”
I due fecero appena in tempo ad allontanarsi che la porta si aprì.
“Grazie mamma”
“Grazie”
“Prego” e la madre di Cho riesce dalla biblioteca. Quando la porta si chiuse i due sospirarono sollevati.
“C’è mancato poco!” esclamò lei
“Già. Ah! Ti volevo dire: non glielo ho ancora detto ma ci vado a Diagon Alley”
“Ci vai senza chiederglielo?”
“Tanto per loro meno sto in casa e meglio è!” rispose Harry alzando le spalle.
“Ah! D’accordo. Perciò ci possiamo andare insieme. I miei non mi accompagnano, vado sempre da sola”
“Ok. Per me va più che bene”
“Allora, che ne dici di andarci domani?”
“Benissimo. A che ora ti passo a prendere?”
“Ma di mattina o di pomeriggio?”
“Andiamoci di mattina, così mangiamo lì e poi ci facciamo un giro”
“Ma non sarà pericoloso andare in giro ora che Tu-sai-chi è tornato?”
“Noo. Voldemort non si azzarderebbe mai a recarsi in un luogo pieno di maghi di giorno!”
Cho aveva lanciato un piccolo urlo alla parola –Voldemort-.
“Dovrai abituarti a sentirlo adesso che è tornato Cho”
“Lo so ma…”
“D’accordo” disse Harry sospirando “Vabbè a che ora passo?”
“Alle 10? Oppure è troppo presto…”
“No. Può andare bene, conta anche il tempo di arrivare lì! A proposito quanto ci metteremmo da qui a lì?”
“Uhm io di solito ci metto un’oretta. Perché non lo sai?”
“Io non ci sono mai andato direttamente da qui a lì, tranne una volta che ho preso il
–Nottetempo-”
“Il che…”
“Oh… ehm l’autobus magico. È stato al terzo anno. Vabbene allora vengo alle 10”
“Si”
“Bene” guarda l’orologio “Io vado, altrimenti quelli mi linciano” si alza
“Perché?” lo guarda
“Perché ho ritardato allora dello –spuntino- del già piccolo Dudley, santo figlio intoccabile della famiglia dei rompiscatole”
Cho rise. Harry la guardò affascinato.
“Harry grazie per prima”
“Figurati. Quando ti serve aiuto chiama pure”
Andarono alla porta ma prima di farlo uscire Cho lo baciò e Harry ricambiò.
Rientrato in casa tutti lo guardarono allucinati e sorpresi, seduti a mangiare biscotti presi da un gran vassoio e a bere del the, che non si erano preoccupati di tenere al caldo per lui, e Vernon chiese:
“Chi sarebbe questa tua amica qui vicino?”
“Affari miei. Ah io domani sto via”
“Uhm. E dove andresti?”
“A comprare materiale per la scuola”
“Ti avverto, noi non sganciamo nulla.”
“Non ci speravo, in ogni modo non vi preoccupate, pago di mio”
Dudley: “E con quali soldi, li fai apparire?”
“No, ho un conto alla Grin… cioè alla Banca.”
Dudley: “E chi ce li avrebbe messi dei soldi in banca per te?”
“I miei genitori prima di morire e il mio padrino, Dudley”
“Quando esci?” chiese Vernon
“Alle 10 ma non chiedermi quando torno perché non lo so. Dipende quanto ci mettiamo a trovare le varie cose”
Allora squillò il telefono.
“Pronto? Qui casa Dursley!”
Dall’altra parte una voce femminile chiese: “Salve. C’è Harry Potter per favore?”
Zia petunia tese la cornetta a Harry che la prese.
“Pronto?”
“Ciao Harry sono Hermione. Come stai? Ricevuto il regalo?”
“Ciao Hermione. Sto bene grazie. Il telescopio è bellissimo lo volevo proprio ricomprare che mi si era rotto”
“Bene. Senti io e Ron dopodomani volevamo andare a Diagon Alley. Tu sei libero?”
“Scusa Hermione, ma ci vado già domani”
“Ah ho capito. Ci vai con Cho!”
“Si”
“D’accordo allora ci vediamo il giorno della partenza. Oppure vai anche alla stazione con lei”
“Non lo so”
“Va bene allora ci risentiamo”
“ok ciao.”
“Ciao ciao e divertitevi”
Attacca il telefono
“Bene... scusate io salgo in camera mia” disse Harry
“Ehi aspetta un attimo” esclamò Vernon “Come ci andate?”
“Credo con l’autobus. Perché?”
Vernon cercò in tasca e gli porse 20$
“Fatteli bastare per l’andata e il ritorno”
Petunia e Dudley lo guardarono stralunati
“D’accordo. Grazie”e salì in camera.
Quella sera, quando scese in cucina per la cena, Harry trovò i suoi parenti occupati a rincorrere un gufo, appena questi vide Harry gli volò contro e gli diede una lettera, aprì la busta e vi trovò la lista dei libri, la lettera del preside, la solita roba insomma, ma scorrendo i titoli dei libri vide dei libri familiari. Quelli che usava il prof. Lupin!!!
Rimase stupito
“Che è successo? Ti hanno espulso?”
“Eh? No No. È che forse è tornato un mio vecchio professore”
“E che c’è di cosi strano?”
“Il fatto è che era stato sollevato dall’incarico perché un lupo mannaro”
Tutta la famiglia Dursley sussultò a quel nome magico.
“Quante volte ti ho detto di non parlarne qui?”
“Me lo hai chiesto tu. Ti ho solo ris…”
Ma fu interrotto dal suono del telefono di cucina
“Pronto?” rispose Harry
“Ciao Harry? Come stai?”
A quella voce così familiare Harry rimase ammutolito.
“Ehi che hai? Ti sei perso la lingua”
“S-Sirius?”
“E già sono proprio io. Come ti butta laggiù dai babbani?”
“M-ma tu non eri…? Lupin aveva detto…”
“Oh non ti preoccupare di lui. È stato Silente che mi ha tirato fuori da quel coso”
“…”
“Allora? Nulla da dire?”
“Ecco io… è troppo improvviso non so che dire…”
“umf…non ti preoccupare non mi caccerò nei guai questa volta”
“Accidenti a te Sirius. Mi hai fatto venire un colpo quando non ti ho visto più uscire da quel coso e il professor Lupin mi ha detto che…”
“Ho capito perdonami Harry. In effetti, ero molto vicino a ricongiungermi con i miei familiari ma fortunatamente Silente era lì. Ah ho sentito una cosa interessante. È vero che hai mandato una Maledizione Senza Perdono a mia cugina?”
“Si è vero. Non ragionavo più. Ma non ha funzionato, lei stessa mi ha detto che per uccidere qualcuno devi volerlo davvero. Poi è apparso Voldemort e, dopo, Silente che mi salvato e portato a scuola tramite una passaporta”
“…”
“Senti Sirius. Forse a te non importa nulla ma io domani vado a Diagon Alley…”
“Ah-Ah… e con chi se è lecito saperlo?”
“Con Cho Chang”
“Ah. Allora c’è una donna di mezzo. Buono a sapersi. Pensavo che saresti rimasto scapolo fino alla fine dei tuoi giorni!”
“Ehi bada a come parli Sirius! Frena la lingua”
“Perché sei così nervoso? Avete fatto qualcosa d’interessante?”
Harry arrossì a quella domanda: “Ma che ti salta in mente? Non è successo nulla”
“Siamo maliziosetti stasera, eh? Io intendevo sapere se era successo qualcosa ma non intendevo certo QUEL qualcosa!”
“AH.”
“Perché siete già arrivati a quel punto? Dai racconta!”
“Ma certo che no” rispose Harry paonazzo
“Non è successo proprio nulla?”
“Bè…*_*”
“Allora é_è?”
“E vabbene si. Qualcosa è successo >_<”
“E cioè? ?_?”
“Oh ma insomma fatti gli affari tuoi tu è_é”
“Non ci pensare nemmeno. Sei arrivato fin qui e ora continui a raccontare! Allora? Baci, abbracci, spupazzamenti vari… che è successo :-?”
“Ci siamo baciati e oggi, se non arrivava sua madre, forse…”
“Ok ho capito il concetto”
“…”
“E domani che vuoi fare?”
“Niente voglio fare! Andiamo a fare spese per la scuola. Nient’altro”
“Ah guarda per me dovresti sbatterla al muro e farle ***(CENSURA)”
“Basta Sirius! Mi credi davvero capace di farle cose del genere?”
“E che ti frega? Ti piace?”
“… da morire”
“E tu le piaci?”
“Si”
“E allora che aspetti buttatici a capofitto. Io lo avrei già fatto!”
“Si può darsi ma io non sono te Sirius. Non sarei mai capace di…”
“Ah Harry Harry… che dovrò fare con te. Spero che quest’anno almeno righerai dritto. L’anno prossimo hai gli esami!”
“Lo so. A proposito sai per caso se il professor Lupin torna ad insegnare?”
“Si, e vi farà ancora Difesa contro le arti oscure non che tu ne abbia bisogno ma… ah senti un po’, che vorresti fare dopo la scuola?”
“Ecco… vorrei fare l’Auror”
“Ahia. Ti sei cercato un lavoro impegnativo. Diventare Auror è difficile!”
“Lo so ma a me piacerebbe”
“Se è così tutto ok. È questo che conta”
“Ehm senti Sirius temo di dover attaccare. Mio zio mi sta guardando in modo famelico”
“Sì solo un’altra cosa”
“Che cosa?”
“Domani stai attento. È difficile che Voldemort si mostri ma non impossibile e non voglio che ti succeda nulla”
“Non ti preoccupare, starò attento. Vabbè ciao Sirius”
“Ciao Harry, e mi raccomando, occhi vigili”
“Va bene ciao” e attaccò

“Chi era?” chiese Vernon
“Il mio padrino! Ora scusate ma io vado in camera mia”
E salì le scale con un groppo sullo stomaco
-sembra facile a lui “guarda per me dovresti sbatterla al muro e farle ***” e quando troverei il coraggio? Già oggi per dirle quella cosa di Cedric stavo morendo di paura! Pensa se dovessi anche solo baciarla in pubblico- pensò Harry arrivando in camera sua. Chiuse la porta e si stese sul letto, addormentandosi.

L’indomani mattina si svegliò di soprassalto. Guardò l’orologio, le 8:30. Meglio cominciare a prepararsi.
Si alzò, andò in bagno e si fece una doccia. Finita quella scese in cucina con l’intenzione di farsi un panino, o qualcos’altro di veloce e si stupì vedendo Zia Petunia ai fornelli, i Dursley in tavola con un posto anche per lui, ma non disse nulla.
Si sedette e mangiò ciò che gli veniva proposto: bacon, uova e un bicchiere di succo di frutta, forse all’arancia. Mangiò senza fiatare poi tornò su a lavarsi i denti e a sistemarsi.
Quando ridiscese mancavano cinque minuti alle dieci, perciò decise di uscire per andarla a chiamare, ma prima controllò di avere la lista dei libri. Ok tutto apposto. Uscì di casa, raggiunse quella di Cho e con il cuore in gola suonò alla porta…


Bene! Questa è la mia prima fanfiction su Harry Potter… per la seconda dovrete aspettare ancora un po’!! ciao ciao alla prossima!!!
Sarfa

 
Continua nel capitolo:


 
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