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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: God Child
Titolo Fanfic: ANGELO
Genere: Sentimentale, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: sanzina galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/04/2005 01:31:40

come una candela nel vento che mai sa a chi aggrapparsi quando cade la pioggia
 
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ONE SHOT
- Capitolo 1° -

Le 1.15 del mattino, ho gli occhi fuori dalle orbite e un attacco acuto d’insonnia, chissà che in questo modo non mi passi. Allora visto che ultimamente sento spesso la canzone Angelo, di Renga, e visto che quest’ultimo ha girato il suo video nella mia zona, rendo omaggio prendendo ispirazione dal testo della sua canzone per improvvisare sta mini ficcy. È un po’ stile Kate Bush , nel senso che quella ha scritto la canzone wuthering heighst, leggendo solo quattro pagine del libro della Bronte (appunto Cime tempestose) e io faccio più o meno la medesima cosa, visto che non ho letto l’ultimo volume di Goddy. Non x’ non voglia (anzi, sono qua che bramo di averlo tra le mani) ma perchè..eh, non è ancora arrivato ç_ç. Quindi improvviso qualche boiata per non struggermi l’anima (????) sapendo che nell’ultimo numero di Goddy (ho ceduto alla tentazione da spoiler e Rannu lo sa) c’è una strage collettiva..Jez..il mio Jez ç_ç..
Cmq il protagonista è Cashian (vista l’ora e la mia insanità mentale portata all’eccesso, sarà probabilmente una schifezza, ma io ho voglia di usare la tastiera, perciò chiudete un occhio..anzi a ste ore è probabile che li abbiate chiusi tutti e due..come vi invidio!!)

È notte fonda, il cielo è privo di luna, di stelle, un buio totale che inghiotte, vuole portare via la mia anima, così come mi ha portato via te.Il silenzio, incombe in queste stanze vuote, mi consuma, mi conduce a una ricerca inconscia, che non mi porterà a nulla, se non a rendermi conto maggiormente che, non c’è niente che posso fare, sta volta..non posso fare niente.
Il tempo passa, e trascina via tutto, è normale..E’ l’artefice di grandi cambiamenti, eppure, seppur la sua corrente mi travolga, non mi strappa questo dolore..
Credevo di essere incapace di provare una cosa simile, e scoprirmi fragile, debole..è devastante.
Fa paura. E questa paura non passerà mai.. resterà qui, davanti a una lapide senza fiori, senza nome..davanti alla quale, solo io piango.
Questo è ingiusto. Perché solo io devo piangere?
Perché solo io devo soffrire nella certezza che al mondo siamo soli, che questa è la sola realtà che esista, la sola che conosco..?
C’è un immagine nella mia mente, è quella di un bambino che giocava davanti a una finestra, sorrideva, spalancava le braccia al cielo, si faceva accogliere nel sole, un piccolo angelo circondato da colombe bianche. Troppo puro per comprendere le sconcezze degli uomini, e troppo fragile per ribellarsi al destino.
Che il mio ricordo di te, sia giusto o sbagliato, fondamentalmente ha poco importanza.
Già, davanti alla morte, ha ben poca importanza!
Morire?
È questa l’unica soluzione? Tu veramente credevi che, non ci fosse nessun’altra via, meno semplice e codarda?!?
E’ così! Sei un codardo!
Anch’io dunque dovrei smettere ad un tratto di respirare, di vedere, di muovermi, di soffrire?
Dovrei fare come gli altri?
Come te?
Tutti gli uomini muoiono. Tante grazie: ma questa ti sembra veramente una buona ragione?
La desideravi? L’hai avuta!
Muoia pure chi vuol morire: io sono io e non sono gli altri, non sono te!
Diventare un corpo diaccio, una carogna puzzolente, una verminaia, un pugno di polvere, una manciata di mota?
Non posso immaginare di me una cosa simile, così come non posso immaginare il tuo corpo ridotto in quello stato.
Troppo bello, troppo elegante, troppo puro per ridursi a marciume, a concime per questa dannata terra! Mi senti?
Ti odio! Odio te, odio Dio, e se mai dovessi incontrarlo gli sputerei in faccia!
Ti odio perché non sei mai stato mio, io ero tuo, ma tu..non mi sei mai appartenuto
Ti odio perché hai ottenuto ciò che volevi, egoisticamente, l’hai ottenuto, senza pensare a me
Ti odio perché mi fai versare queste lacrime amare, il sangue della mia anima, che non smetterà mai, mai di sanguinare.
E ti odio perché non posso raggiungerti!
Perché se lo facessi, sarebbe giusto rinunciare a tutto quel che porto nel mio cervello e nel mio cuore, tutto questo infinito fiume di pensieri e di ricordi, di immagini, di dolore, ogni cosa legata a te, sarebbe giusto farla finire, farla fermarsi, per sempre?
No!
Ma credi che io tenga alla vita? Neppure per sogno!
Sono il più disgraziato e miserabile uomo del mondo:
non ho amore
non ho ricchezze
Non ho amici, ho conosciuto poche gioie, e di rado le ho godute;
ho pianto spesso; ho sofferto quasi sempre..
Eppure non voglio morire. No, assolutamente: voglio vivere
Voglio vivere ancora, voglio vivere sempre!
È inutile che i preti, mi promettano altre vite, altri mondi
Una vita più calda, più bella, più luminosa..non ci credo.
Non so niente dei loro mondi; non voglio saperne della loro decantata felicità
Io conosco questo mondo, questa terra, questa vita brutta, agitata e tenebrosa
e questa voglio, questa desidero, questa chiedo sempre.
Io voglio proprio questa vita, disgraziata ed affannosa, straziante, nel tuo ricordo, nel tuo nome..che solo io pronuncerò ancora, che solo io potrò testimoniare!
Sono un povero imbecille? Faccio l’eroe osannando la vita, come la più tragica e faticosa delle avventure, i codardi muoiono, gli eroi vivono, e te lo dico con tutta la rabbia che sento!
Trovi stupide le mie parole? È forse la prima volta che un coglione s’immagina d’essere un eroe?
No non è la prima, e non sarà neanche l’ultima. Giudica tu.
Intanto io sono qui, davanti al tuo crepuscolo e al mio eterno tormento.
Tu riposi nella terra ed io sto qui ad affannarmi, a crogiolarmi in questo amore solo mio, ossessionato quanto lo eri tu..ma non per me.
Mi sono torturato le mani, per portarti queste, banalissime rose bianche..forse avresti preferito i gigli, i delphinium..Ma le rose ti si addicono. Ti somigliano, e guarda..ho lasciato loro tutte le spine, ho lasciato che affondassero nella mia carne, si sporcassero del mio sangue..
Troppo teatrale..forse. Ma simbolico.
Le poso qui, su questa lastra fredda, che mi piacerebbe rimuovere, per permettermi di scavare nella terra, e raggiungerti, stringerti, baciarti..
Un corpo privo d’anima..nemmeno in quel caso mi apparterresti.
Lo senti il mio dolore? È solo tuo.
È un rumore che grida, scava attraverso le mie viscere e mi lascerà senza lacrime.
Va bene così. Questa rabbia passerà. Ci vuole tempo, no? Il tempo aggiusta tutto, è un luogo comune, può darsi sia una verità..ma non ci credo. Con te non è successo, non succederà nemmeno con me.
Che poi, pensandoci ora, Jezebel..tra noi due, quello veramente solo, ero e rimarrò io.
Ti ho amato, e ti amo tutt’ora
ma..chi mai ha amato e chi mai amerà il sottoscritto?
Sono bravo a deprimermi, non c’è che dire, e pensare che fra noi due il moccioso dovresti essere tu!
Adesso, tutto quello che mi chiedo è..chi si occuperà di te?
Trasformandomi improvvisamente in un buon cristiano, potrei rivolgermi a un angelo. Da un piccolo demone a un angelo, dovresti fare un salto di qualità, non trovi?
Lui potrebbe prendersi cura di te, ricevendo in cambio tutta la mia gelosia, eppure potrebbe guidarti, farti vedere al di là di quello che sai dare e…magari potrebbe amarti.
No, quello è un privilegio solo mio!
Ti affido a lui, solo momentaneamente, mettendolo al corrente della tua fanciullesca ingenuità, che troppo spesso ti ha fatto soffrire. Perciò angelo, vedi di non farlo più piangere, di non prenderti gioco di lui…sorreggi la mia piccola candela nel vento, che mai sa a chi aggrapparsi, quando cade la pioggia.
Io intanto starò qui, accanto a questa lapide, a vegliare sul tuo corpo, a portare avanti il tuo ricordo, …un piccolo vivo, innamorato di un piccolo morto.

“Fermate gli orologi, tagliate i fili del telefono e regalate un osso al cane affinché non abbai..
..Faccia silenzio il pianoforte, tacciano i risonanti tamburi, che avanzi la bara, lasciate che gli uccelli volteggino annunciando l’odioso messaggio –Lui è morto-
Guarnite di grespo il collo dei piccioni
Fate che il vigile urbano indossi lunghi guanti bianchi..
Lui era il mio nord, era il mio sud, era l’oriente e l’occidente
i miei giorni di pioggia, i miei giorni di festa
era il mezzodì e la mezzanotte
la mia musica, le miei parole;
credevo che l’amore potesse durare per sempre ma era un’illusione
Offuscate tutte le stelle, perché non le vuole più nessuno
buttate via la luna
tirate giù il sole
svuotate gli oceani e abbattete gli alberi
perché da questo momento, niente servirà più a niente.”

L’unica cosa decente è la poesia, anche se al momento non mi ricordo di chi è..quando sorge il sole farò mente locale.



 
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