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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: ...TI AMO.
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: desert-island galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/04/2005 21:53:38

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CAPITOLO 3
- Capitolo 1° -

Riprendo coscienza lentamente.
È la sveglia che trilla come una campana e che mi ricorda di alzarmi, ad avermi svegliato.
Segna le 06.20.
Scosto il lenzuolo sgualcito e rabbrividisco per lo sbalzo di temperatura.
Mi siedo a bordo del letto e metto i piedi a terra.
Sbadiglio finemeeeente e alzandomi inciampo nel tappeto evitando per un pelo di prendere una craniata contro il muro..
Attraverso il corridoio barcollando e stropicciandomi gli occhi.
La mia intenzione sarebbe quella di andare nel bagno di fronte, ma non devo avere calcolato bene le misure, perché vado a sbattere violentemente la spalla destra contro lo stipite della porta, il che mi fa sparare quattro madonne già di primo mattino.
Quando esco torno in camera.
Agguanto la canottiera azzurro cielo che ieri ho lasciato sulla sedia in parte al letto e me la infilo con tanta di quella finezza che ho il vago sospetto di avere rotto i fili di tutte le cuciture che si ritrova.
Arraffo un paio di pantaloncini bianchi ed esco dalla stanza saltellando prima su una gamba e poi sull’altra nel tentativo di infilarmeli, non prima di essermi sfasciato un ginocchio contro lo spigolo del comodino.
Ho come la strana sensazione che oggi non sia la mia giornata…
Non so come ma riesco ad arrivare in cucina senza andare a sbatacchiare contro qualcos’altro.
Bevo qualche sorso d’acqua direttamente dal rubinetto e poi esco di casa.

Ammazza, che freddo polare che c’è stamattina! Capisco che siamo a metà autunno, ma un clima del genere mi pare un tantino eccessivo!
Se non mi muovo rischio seriamente il congelamento!

<Hop, hop, hop, somarello…corri, corri… il mondo è bello…>
canticchio mentre corro avvolto nella frescura.
Chissà, magari anche la Kitsune è uscita per farsi un giro.. dovrebbe trovarsi a proprio agio con una temperatura come questa!
Nel cielo si accende una fiamma, una luce, è già l’alba. Vedo le ultime stelle che si spengono, lentamente, una dopo l’altra, nascoste in parte dai miei capelli che mi cadono sugli occhi e mi impediscono di godere appieno lo spettacolo in cielo.
Oh,no!
I capelli!
Ho dimenticato di arruffarli di nuovo!! Cavolo,cavolo,cavolo,cavolo!!!
Beh, chissssenefrega. Vorrà dire che rimedierò quando torno prima di andare a scuola.
<NièNTè è IMPòSCIBILè PèR UN GèNIO CòMè Mèèèèè….>.

<Ehi, Hanamichi!> è Youhei! < Siamo in tremendo anticipo, stamattina, eh?>
Mi parla con un sorriso smagliante, come sempre d’altronde! Sotto la divisa scolastica porta una maglietta morbida azzurro scuro. Sta davvero bene!
Alle sue spalle appaiono da chissà dove Okusu, Takamiya e Noma.
<Già! Ho fatto una corsetta di primo mattino anche oggi! E voi che ci fate in giro così presto?>.
ci stiamo dirigendo verso la scuola.
Mancano 20 minuti all’inizio delle lezioni e di solito parto quando ne mancano dieci.
< Beh, avevamo voglia di prendercela con calma… Ehi, ti sta benissimo! Ti ravviva i capelli!!>, mi dice accennando alla maglia rosso arancio che mi sono infilato (con cauteeeeela stavolta! A ‘sta maglia ci tengo!) prima di uscire.
<Bèèèh, grasciè…non che non riscplèndèscèro già di luce propria, vischto che appartengono a un sciuper gènio còmè mèèèèèèè…>, sottolineo modestamente.
Oggi sono di buon umore.
<Ssssssèèèèh, come no! “SuperImbecille”, vorrai dire!!!>, sogghigna Noma cominciando a mollarmi pacche sulla spalla.
<Che vuoi dire? Osi insinuare che sono uno stupido???>, gli ringhio scherzando.
<No,no.. non lo insinuo…>
<Vischsto? Nesciuno osa mettere in dischcussione la mia immaaansa genialità…>
<…Lo affermo!>.
<Checcccooosa??!?!?! Ma io ti disfo! Ti sfascio! Ti riduco a fettine! Torna qua! Dove diavolo scappi?!> cominciamo a rincorrerci lungo la strada.
< Guarda che poi non ha detto che sei uno stupido…ha detto che sei un super imbecille!>, resta pensare Takamiya, <Bah, che cretino! Ehi! Ma dove…aspettatemi!!!!!> conclude mettendosi a correre. O forse dovrei dire “a rotolare”…? Quant’ è buffo!
<A proposito…che diavolo hai fatto ai capelli, Hanamichi?>.
guardo Okusu che mi ha appena fatto la domanda.
Ommmmerda! I capelli! Mi sono dimenticato di spettinarli di nuovo!non è possibile…gh!
<Beh, ti donano anche quelli, devo ammetterlo!> dice Youhei arrossendo lievemente.
A volte mi domando se non sia Procio come me…
Mah! Devo dire che certe volte si comporta in modo strano! Non ci avevo mai fatto caso! Devo indagare!
<Tu dici? > chiedo poco convinto.
<Ecco…> lo vedo un pochetto nervoso. Si infila le mai in tasca.
<Beh, in effetti Youhei ha ragione!> osserva Noma intrecciando le mani dietro la testa e continuando a camminare a gambe larghe. <Chi hai intenzione di conquistare, stamattina, eh?> mi chiede malizioso.
Divento di un colorito violaceo e non dico niente, pensando a ieri e a come mi sia sentito bene quelle due ore passate in compagnia di Rukawa.
Beh, “compagnia”…era quasi come se fossi da solo, visto che non abbiamo parlato molto, però…
Sorrido.
<Aha!!! Allora i miei sospetti erano fondati!!!> si mette a sbraitare Noma.
<Allora oggi assisteremo al 51° scaricamento del super genio…!> riflette Takamiya lisciandosi il mento con pollice e indice.
< E piantala, brutta scrofa! Mi sono semplicemente scordato di sistemarli, nella fretta!>
<aaaaahhhhhhh……> annuisce la palla. Per fortuna l’ha bevuta. A parte che era vero…!
< …Ecom’ècheteloseidimenticatoancheieeeeeeri??? >.
Ma che stronzo! Lo fa apposta?
<Sembri un angioletto!> mi dice Okusu <Se non ti conoscessi, non direi mai che sei il vice capo di una banda!> ridacchia.
<Seh, vabbè, ma la cosa non mi giova affatto! Non sono riuscito a tenere testa ai professori, ieri! Di solito mi lasciano in pace, se gli lancio un’occhiata torva. Ieri, invece… mi sono beccato un 4 in giapponese e un 5 e mezzo in inglese! Ho provato a intimidirli con 100 tipi di smorfie, ma non è servito a niente…porca paletta! Oggi sarà altrettanto…! Argh!!!non ci avevo pensato..’naggia!!>
<Se non riesci a intimorirli…prova a sedurli…!> suggerisce Okusu. <Magari funziona!>.
Non ci avevo pensato! Ma…
<Per la profe di giapp va anche bene…ma come diavolo faccio a sedurre il profe di inglese? Me lo spieghi?>
Eh, diavolo! Non credo proprio che anche lui sia dell’altra sponda!!!
Oh, kami, ti prego, ti supplico! Fa’ che anche lui sia un bel Procione, così oggi magari la scampo, quell’interrogazione di recupero che voleva farmi…!
<Beh, provaci almeno, no?> mi dice Okusu.
<A proposito… c’è qualche progresso con il ghiacciaio? Ti ho visto sul terrazzo ieri! Quella non è mica la tana della volpe?> mi chiede Noma.
A loro ho detto di Rukawa.
Mi aspettavo ke Youhei fosse quello che mi avrebbe, più di tutti, incitato e sostenuto psicologicamente, invece è stato piuttosto freddino…
Mi viene in mente che non gli ho chiesto spiegazioni neanche di questo. Che sia arrabbiato con me?
Lo sbircio.
Ha ancora le mani in tasca, la schiena ricurva e gli occhi fissi a terra.
Non riesco a decifrare bene la sua espressione: sembra arrabbiato ,triste e nervoso allo stesso tempo.
Mah.
<Ehi, Mito, stai bene? Non hai una gran bella cera… hai mangiato, almeno stamattina?>
Ma non riesco sentire ciò che mi sta per rispondere perchè mi ritrovo con la faccia spalmata per terra e un dolore lancinante lungo tutta la spina dorsale.
Phorcha uacca, chebbbotta!
Scollo un occhio dall’asfalto per vedere che diavolo è successo e mi viene un colpo: l’industria del freddo mi è appena passato sulla schiena e si sta tranquillamente allontanando.
Ma come osa!!!
Balzo in piedi come se fossi di gomma e comincio a corrergli dietro.
Lui non accelera e riesco a raggiungerlo davanti al cancello della scuola.
A quel punto aumenta la velocità lasciandomi indietro.
Ma, si dà il caso, che il supergenio qui presente, grazie al suo immenso talento, sia strasupermegavelocisssimo anche nella corsa…
Perciò lo raggiungo di nuovo.
Gli sono di fianco e continuo a urlargli dietro tutto quello che mi viene in mente di altamente dispregiativo.
È chiaramente infastidito. Ciò vuol dire che è moooooolto incazzato.
Ma cosa vuoi che succeda a un geniaccio come me?
Difatti, grazie alle super doti da supergenio, mi blocco in piena corsa mentre lui non si accorge del muro che gli sta di fronte, intento com’è a fulminare il sottoscritto..
Risultato: si sfascia lui, e si sfascia pure la bici. Povera biciclettiiina…!
Si rialza subito, tutto ammaccato, senza darlo a vedere.
Io me ne accorgo perché ha serrato le mascelle.
Corro verso l’entrata della scuola ma lui mi raggiunge.
Lottiamo, spintonandoci, per chi debba avere il diritto ad entrare per primo, con la conclusione che, alla fine, riusciamo ad entrare contemporaneamente dopo esserci schiacciati come delle pure sardine ed aver distrutto i reciproci zaini nel tentativo di oltrepassare insieme una porta, che in fondo è troppo striminzita per due gnocconi della nostra stazza.
Solo arrivato in classe dopo aver fatto un ultimo sgambetto a Rukawa mi ricordo degli altri che sono rimasti fuori.
Beh, passiensa…

Mi lascio scivolare contro il muro del terrazzo, cercando di non far rovesciare la pila di roba da mangiare che mi sono portato.
Stamattina ho SOLO spiluccato 48 biscotti in una tazzona di the, se continuo così deperirò presto!
Perciò mi sono portato dietro 4 panini, una brioches ,una barretta di cioccolata, una schiacciatina, due pacchetti di patatine, una mela e due lattine di coca, tanto per soddisfare quel certo languorino che ho e per riempire un pochino lo stomaco.
Sto per addentare uno dei miei strafarciti paninazzi quando mi blocco, le fauci spalancate, pronte a mordere.
Di fianco a me sono apparsi due piedi.
Alzo lo sguardo e vedo una mano diafana.

Kami Sama, ti prego, fa’ che non sia lui.
Risalgo ancora con lo sguardo e mi altero mentalmente: a quanto pare, oggi, quello stronzo di un Kami non ha la minima voglia di assecondare le piccole richieste di una mente più intelligente di lui (che sarebbe la mia, poi).
Ho di fianco Rukawa.
Dio, è magnifico! Come sempre, d’altronde.
Rimango a contemplarlo per qualche manciata di secondi.
Vorrei assumere un’aria da duro, ma sono troppo ammaliato da lui per riuscirci e con ‘sti capelli del cavolo non riuscirei nell’intento comunque.
Ci provo lo stesso, ma quella che riesco a ottenere è una mongolissima espressione tra il corrucciato e l’incuriosito.
Kami, che vergogna!
Cosa diavolo continua a guardarmi!?
Scommetto che anche lui si sia accorto dello stato dei miei capelli!
Alza un sopracciglio (che sia riuscito a stupirlo…?) poi si mette a fissare il mio MISERO spuntino di oggi.
<Si può sapere che diavolo hai da guardare?> gli ringhio digrignando i denti.
Non risponde, si limita a fissarmi.
Oddiiiiioo……
Finalmente distoglie lo sguardo scrollando le spalle come risposta.
Fissa il cielo di fronte a noi. O almeno credo.
Si scosta un po’ i capelli dalla frangia con un rapido movimento del capo (ma vuole farmi morire…?Urgh…).
E adesso crepo davvero. Di nuovo. Come ieri.
Si avvicina, mi oltrepassa e si siede di fianco a me, stavolta più distante.
Ci separeranno si e no due metri.
Faccio l’indifferente e comincio a mangiare.
Mi domando come possa avere i movimenti posati e furtivi come un animale selvaggio anche quando cammina semplicemente.
Il vento d’ottobre, soffiando a raffiche, trasporta il chiasso degli altri studenti in scoppi di suono e di silenzio attraverso il cortile.
Non resisto a non sbirciare Rukawa da sotto la frangia.
Per una volta sono contento di essermi dimenticato di conciare i capelli come al solito.
Mi accorgo che mi lancia occhiate furtive, ma faccio finta di non accorgermene.
Quant’ècccccccariiiiiiino…..
Il mio volpacchiotto….
Ad un tratto il silenzio è rotto da uno strano suono grottesco: è lo stomaco di Kaede che brontola.
Lo fisso e mi accorgo che è piuttosto imbarazzato, nonostante ostenti a mantenere la sua maschera di freddezza sul viso.
Sta guardando come ipnotizzato uno dei miei due panini rimasti.
Sì, due, perché ora sono già al secondo.
Poi si riprende e sposta a scatti lo sguardo dal panino a me, cercando di non darlo a vedere.
Sono incerto sul da farsi.
Alla fine sbuffo e gli tiro un panino.
Lo afferra senza nemmeno voltarsi,come se gli avessi lanciato una palla.
Acci…è il nostro primo passaggio…all’infuori del basket, ovviamente.
È già successo che mi passasse la palla.
Oltre che tutte le notti nei miei sogni, l’ha fatto durante quell’amichevole di mesi fa contro il Ryonan.
E in quello stesso incontro, se non ricordo male, gliel’avevo passata anche io.
Per sbaglio, ovviamente, visto che a quei tempi credevo ancora di odiarlo.
Per non parlare di quel passaggio durante gli allenamenti… quand’era? Beh, mi aveva passato la palla sperando che io gliela tirassi di nuovo –manco morto- col risultato che ci eravamo ritrovati entrambi appesi al canestro a malmenarci di santa ragione!
Mentre mangia lo guardo osservare interdetto la mia merenda complessiva mentre inarca le sopracciglia senza proferire parola, come per dire “Riesci-davvero-a-mangiare-tutta-quella-roba?”.
<Youhei dice che la mia dieta è una schifezza pura, ma io ritengo che un essere intelligente come me, date le calorie che brucia, abbia bisogno di una dose abbondante di carburante giornaliera!> gli spiego come se mi avesse fatto una domanda.
Rukawa non aggiunge nulla, ma vedo la sua espressione ritornare glaciale.
Si mette a fissare la ringhiera di fronte a noi e, lentamente, i suoi occhi cominciano a chiudersi.
Mi domando come diavolo faccia a mangiare dormendo…
La brezza gli scompiglia silenziosa i capelli che gli ricadono sul viso, liberandogli la fronte.
Ancora più arcano e ancora più bello…
Fisso inebetito la sua bocca mentre mastica un boccone con calma assoluta .
Mi sembra quasi che il tempo si fermi, mentre me ne sto qui a contemplarlo senza dire niente.
Hm…mi sta contagiando…eppure…

Perché mi stento sempre così bene quando sono con te?
Il lento movimento delle tue labbra chiuse mi ipnotizza non poco.
Mi sorprendo incantato a guardarle e mi domando, come al solito, come sarebbe baciarle.
Guardo le tue mani e vorrei sentirle su di me.
Vorrei sentirle spingermi contro di te.
Vorrei sentirle salde mentre mi abbracci.
Vorrei sentirle mentre sfiori con le dita le mie labbra, i miei capelli, la mia pelle, centimetro dopo centimetro.
Vorrei guardare a lungo i tuoi occhi chiusi…
Vorrei guardarli socchiudersi piano per poi fissarsi nei miei…
Vorrei guardarli mentre mi osservano caldi e colmi di amore, non glaciali e freddi come le più gelide acque dei più profondi abissi…
Guardo le tue guance e vorrei poterle sfiorare con il dorso della mia mano, con la punta delle dita, con la bocca…piano, per non svegliarti da quel torpore in cui sei immerso e ke mi fa sentire in pace con me stesso mentre ti ammiro estasiato.
Hai tre piccoli graffietti vicini all’altezza dello zigomo.
Non mi dire che hai un gatto…
Ma tu guarda… il gatto… e la volpe…
Vorrei avvicinarmi e cancellare quei graffi con un bacio sfuggente che ti sfiori le guance…
Un semplice bacio…
Un bacio…
Un bacio dolce e delicato…
È questo che riecheggia silenzioso nella mia mente…
Un bacio leggero come un alito di vento…
Non lo sentirai neanche…
Non ti accorgerai di niente…
Solo un bacio…
Un bacio…
Bacio…

ODDIO!
Ma che sto facendo?!!
Sono a un centimetro dalla guancia di Kaede!!!
Kami sama!
Ma che mi è preso?
Sto impazzendo!
Ho completamente perso il controllo delle mie azioni!

Ho una mano che preme contro il muro, di fianco al tuo viso, l’altra accanto al tuo fianco destro.
Un ginocchio tra le tue gambe, l’altro che sfiora il polso della mano che tengo per terra.
Comincio ad agitarmi nervoso, senza saper prendere una decisione.
Hai ancora gli occhi chiusi.
Devo essermi mosso senza farmi sentire. Nemmeno da me.
Il cuore comincia a martellarmi rumorosamente nel petto e il suono rimbomba insopportabile nelle orecchie.
Trattengo il fiato, temendo che tu lo senta sfiorarti il viso e che ti possa svegliare.
Perché ti sei addormentato, vero?
Il panino l’hai finito…
Sento il tuo respiro soffiarmi contro il labbro superiore e mi sento impazzire mentre le mie narici si inebriano del profumo della tua pelle.
Vorrei urlare per la frustrazione che avverto quando mi rendo conto di non essere in grado di farti capire quello che provo per te neanche con un semplice bacio…
Ma mi limito a serrare le palpebre mentre tremo per paura che tu possa percepire con quanta furia riesca a battere il mio cuore.
E in questi miei istanti di crisi non mi accorgo di te che apri gli occhi.
Di te che mi guardi.
Ti te che ti perdi a fissarmi le palpebre che celano degli occhi in cui potresti trovare tutte le risposte alla domande che ti assillano.
Di te che cominci a tremare a tua volta.
Di te che stringi le mani a pugno mentre ti mordi un labbro per resistere alla tentazione di baciarmi perché temi che io mi sia avvicinato per insultarti.
Di te che mi fissi ammaliato i capelli, le labbra, il collo, mentre cerchi di tornare a controllare il respiro.
Di te che richiudi gli occhi mentre smetto di stringere i miei socchiudendoli lentamente.

Il suono della campanella scuote finalmente i miei nervi e lo spavento del trillo potente e inaspettato mi aiuta a compiere quel balzo che mi riporta lontano da te, a distanza di sicurezza.
Mi rialzo veloce mentre tu sopprimi malamente un ringhio di disappunto per l’esserti svegliato così bruscamente.
Afferro distrattamente quel che resta del mio pranzo interrotto e mi scaglio all’interno della scuola, abbandonando il terrazzo, fiondandomi giù per le scale, reagendo all’adrenalina che mi ha invaso il corpo fino a qualche istante fa.
Ed è solo adesso che ricomincio a respirare.


POV. Akira sendoh.
Sto gironzolando per il centro senza una meta precisa.
Uffa…
Mi sto davvero annoiando a morte!
Non posso allenarmi al campetto dietro casa mia perché mia cugina Atsuko mi ha bucato la palla.
E non so come ci sia riuscita!
Cos’ha? 6 anni? 7?
E l’ha bucata semplicemente giocandoci! E che le palle da basket sono alquanto resistenti!
Mi sorge il dubbio che Atsuko abbia dei poteri paranormali…
Non posso vedermi con Koshino perché è ad aiutare i suo padre per lavoro tutto il giorno, e, come se non bastasse, mio zio Hogai mi ha sfasciato la mia canna da pesca preferita!!!
Ma sì! Cerrto! Sfiga, prendimi! Sono tutto tuo!!
Ma per favore… che giornata di mentos!!!
Ok..mi devo rilassssare… ehi, ma…
Toh! Non mi dire quello seduto a quel tavolo nel bar è Hanamichi…!!
Attraverso la strada e mi avvicino: è proprio lui!
Davvero caruccio, con i capelli conciati in quel modo…ma che diavolo vado a pensare..il mio Hiroaki è mille volte meglio, ovviamente!!!
Mi fermo a osservarlo.
Un momento! Ma che ha? Sembra alquanto disperato… quasi come se avesse appena ricevuto un calcio nello stomaco.
Ma che dico…
Quello lui non lo sentirebbe neanche, figuriamoci!
È strano vederlo giù a tal punto. Mah…
Sospinge indietro la sedia e allunga il collo per guardare fuori delle grandi vetrate del pub.
E allora si accorge di un gran bel pezzo di gnaro (che sarei io, poi…) che lo sta osservando da due minuti buoni.
Gli sorrido ma lui continua a guardarmi come se non ci fossi. Come se riuscisse a vedere oltre di me, trapassandomi senza alcuna difficoltà.
Mi sento strano…
Allora lo saluto ficcandomi una mano in tasca e accecando col mio strafantastico sorriso 4 ragazze che mi stanno fissando al di là dei vetri.
Solo adesso lo vedo riprendersi e accennare un saluto sorridendo triste.
Mi preoccupa, il ragazzo…
Spingo la porta del bar con i polpastrelli ed entro.
Le 4 befane emettono gridolini estasiati.
<Ehi,ciao!>, gli dico mentre mi sto ancora avvicinando al suo tavolo.
Abbozza un sorriso tirato e non mi risponde.
Continua a fissare un boccale di birra praticamente vuoto che gira e rigira tra le mani.
<E’ una mia impressione o sei un po’ giù di corda? Non è da te sai?>.
Ancora nessuna risposta. Solo un sospiro.
Mi sto seriamente preoccupando.
<Il Grande Genio è stressato dalla routine quotidiana?>, domando cercando invano di imitare la sua voce.
<Hm…mettila così…> mi risponde.
Un cameriere gli porta un’altra birra e ritira il boccale vuoto.
<Ehi, ma tu non dovresti essere agli allenamenti oggi? Da quello che mi ha detto Hisashi cominciavano mezz’ora fa!>, ricordo pensando a quando l’avevo visto, mentre giravo per il paese con Koshino, rimirare uno stupendo paio di scarpe da basket in un negozio di articoli sportivi.
Ma la mia domanda non riesce a spronarlo. Anzi, sembra avere il risultato opposto.
Vedo il suo sguardo rabbuiarsi, le dita delle sue mani che si stringono convulsamente attorno al bicchiere.
Forse ho capito qual è il problema…
Non sapendo come introdurre l’argomento mi limito semplicemente a nominare...
<Rukawa…?> .
Forse ho fatto male…
A Sakuragi va di traverso la birra e comincia tossire, incapace di respirare.
Mi guardo intorno preoccupato.
Il barista ci sta guardando in modo strano.
Hanamichi sembra riprendersi bevendo altra birra a piccoli sorsi.
<Direi che c’ho azzeccato.>, commento tornando a sorridere.
<Che diavolo vuoi?>.
Mi è ostile. La sua voce è molto tesa.
<Parlare! Che altro?> rispondo accennando una risata.
L’ atteggiamento difensivo che ho percepito nella sua voce è ora chiaramente visibile sul suo volto.
Si dimena nervoso sulla sedia mentre si passa le dita di una mano tra i capelli tirandoseli indietro.
<Sta’ tranquillo!…>, lo rassicuro.
Il suo sguardo si fissa su di me.
Non si sposta di un millimetro.
Sta cercando di capire quello che intendo dirgli, dove voglio arrivare.
<…Non te lo rubo!>
I suoi occhi si spalancano un poco.
<Ma che cazzo dici?>, mi ringhia.
<Che lui non fa per me. E poi ho già il mio Hiroaki e , credimi, lui è 100 volte meglio di Rukawa!>,gli spiego ridendo.
Sembra incredulo.
Però è chiaramente sollevato. Mi fa piacere. Ha riacquistato un po’ del suo colorito normale, almeno!
<Non ti seguo.>, diffidente, il ragazzo.
<Ah. Allora ho già capito qual è il problema!>, dico.
Non riesco a decifrare l’espressione con cui mi fissa.
Ma è attento, questo lo capisco lontano un miglio.
Sto zitto convinto che lui mi chieda di andare avanti col discorso, ma, al contrario delle mie aspettative, non aggiunge niente.
Si limita solo a continuare a fissarmi. Sta aspettando. La sua è una muta richiesta.
<Dunque, fammi indovinare… che ti piace Rukawa l’ho già capito da tempo. Basta vedere quanto diventi geloso durante le partite che giochiamo.>, comincio. E lo vedo sussultare. Visto? Non ci sei solo tu, di genio! <Ma non è questo il vero problema, o sbaglio?> ,continuo.
Lo vedo stringersi nelle spalle accennando un assenso dopo qualche istante di esitazione.
<E qui sono incerto su come concludere la mia deduzione…o non sai come dirglielo perché hai paura di esporti o che lui non ti ricambi…e qui, credimi, ci sono passato anch’io per un anno intero e posso assicurarti che ti capisco benissimo… oppure…oltre a tutto questo hai capito anche di Youhei …>.
<Cosa? Youhei?! Che c’entra lui!??>
<Tombola! Non hai capito niente…! Certo che Hisashi ha proprio ragione! Tu le cose più evidenti non le vedi neanche con la più potente lente d’ingrandimento…> dico scuotendo la testa rassegnato e tenendolo sulle spine.
<Ma che stai dicendo?>, sbotta alterato, <cos’è che non riuscirebbe a capire un geniaccio come me??? Perché diavolo hai nominato Youhei? Che c’entra lui!? Ma vuoi deciderti a parlare? Arriva al dunque, maledizione!>.
<Perché non partiamo dall’inizio?> gli chiedo con calma.
Segue qualche istante di silenzio, in cui sorseggia lunghi sorsi di birra cercando di prendere una decisione.
<Tu e Hiroaki…>, comincia.
Non termina la frase.
È chiaro che però vuole sapere di noi.
<E’ strano vederti così serio, sai? Hiroaki è il mio ragazzo, sì. E se non fosse per quel dannatissimo lavoro di suo padre, in questo momento sarei in sua dolce compagnia e non qui a cercare di capire che diavolo hai…>.
<A quanto pare l’ hai già capito…puoi anche andartene, se vuoi. Non te l’ ho chiesto io di entrare qui dentro.>.
<Dunque, è per Rukawa, giusto?>
< “Per Rukawa” cosa?!?>.
<Che sei così depresso.>.
Ma lui non risponde.
Si limita a fare un cenno con la mano come per invitarmi a lasciar perdere.
Scordatelo.
Adoro fare il cupido!
<Ci ho azzeccato, vero? Sul fatto che non riesci a dirglielo, intendo.>, comincio.
Dalla nostra destra proviene un fioco rumore di risate e applausi, tra vecchi amici.
Guardo alla mia sinistra e sorrido alla mia immagine riflessa.
Nell’attesa attiro l’attenzione del barista con un cenno e ordino altre due birre.
Torno a guardarlo negli occhi.
Ha una strana espressione sul volto. Forse di supplica. Forse di sconforto, o di disperazione.
Rimane a lungo in silenzio, gli occhi chiusi. La mani sulle labbra.
Poi abbassa a fatica 1 mano e abbozza un sorriso tremolante.
Annuisce.
<Perché non glielo dici? Se continui così, ti rovinerai da solo e starai sempre più male.
Credimi,ci sono passato anch’io, te l’ ho detto. E non fare come ha fatto io. Ci ho messo un anno intero per riuscire a confessarmi a Koshino. E per tutto quel tempo ho sofferto come un cane nella paura che non mi corrispondesse. Diglielo. Solo allora potrai riconoscere di avere tentato il tutto per tutto.>.
Scuote il capo sorridendo malinconico.
Beve altra birra alla stessa velocità con cui il cameriere riesce a riempirci il bicchiere.
Sorride di nuovo.
Sorride e chiude gli occhi.
<Lui mi odia.>, è l’unica cosa che riesce a dire. L’ha detto in tono rassegnato,<Non sai …quante volte sono tentato di rivelargli tutto. Non sai come mi sento quando me lo ritrovo di fronte o troppo vicino senza avere il coraggio di fare qualcosa. Quante volte mi ritrovo in situazioni imbarazzanti quando siamo da soli. Ma ho troppa paura che lui, come risposta, mi spiattelli in faccia tutto il suo odio, ricordandomi quanto sono stupido, idiota e incapace. Quanto io sia un essere insignificante per lui. È impossibile che io possa piacergli.>, conclude parlando lentamente e con voce tremante.
<Questo non è vero!> mi altero io.
Non sopporto il modo in cui si svaluta e auto commisera.
È completamente fuori strada.
<Impossibile non è un dato di fatto, è soltanto un'opinione! Non è una regola, è una sfida! Niente è impossibile! E non sei né stupido, né idiota, né incapace!! Per lui non sei affatto un essere insignificante! Possibile che tu non riesca ad accorgertene?> sbotto.
Non risponde, ma inarca un sopracciglio.
Lo sguardo attento.
Gli occhi fissi nei miei.
<Secondo me lui è innamorato di te…>, dico arrivando subito al dunque, come sua richiesta.
Rimane in silenzio, poi lo vedo abbozzare un sorriso.
Infine scoppia a ridere. Un ghigno forte, una sorta di sfogo.
<Ma per favore! Piantala con queste cazzate.>.
Si alza di scatto, rischiando di far cadere la sedia che sbatte contro quella del tavolo dietro di lui.
Fa per andarsene, ma riesco a incuriosirlo di nuovo.
<Sicuro che queste siano solo “cazzate” come dici? Io non direi proprio.>.
Si blocca e fa un impercettibile passo all’indietro, per tornare più vicino a me e sentire meglio ciò che ho da dire.
<Hai detto che a volte te lo ritrovi di fronte. E troppo vicino. Non sei tu a cercarlo in questi momenti, giusto? perché lui è TROPPO vicino… secondo il tuo parere…>.
Resta in silenzio. Sta riflettendo.
<E per lui non sei affatto insignificante. Davvero non ti accorgi di quanto si incazza quando fai il cretino con la Akagi? So che non è un tipo che non esterna molto le sue sensazioni, ma stringere le mani a pugno mi sembra già un notevole dato di fatto! E, credimi, tutte le volte che lo fa, ho il serio presentimento che si trapassi i palmi delle mani!>.
Hanamichi torna sui suoi passi.
Rifà il giro del tavolo e si rimette a sedere.
<In più, Mitzui mi ha fatto notare che tutte le sue fantastiche azioni da manuale le fa solo per te…>.
Mi fermo.
Sta per dire qualcosa , ma prima che possa intervenire, arriva la cameriera con un vassoio di latta e due bicchieri alti.
Decido di rispondere alla sua probabile domanda.
<Siamo molto amici io e lui. E ogni tanto spettegoliamo, sai com’è… almeno, di lui e Kogure te ne sei accorto?> chiedo speranzoso.
Ma da come strabuzza gli occhi mi accorgo che…
<Ah. Non ti sei accorto neanche di questo… non è che tu gli occhi ce li hai sotto i piedi?>…
<Beh, comunque è stato Hisashi a farmi notare di come tutte le volte che conclude un’azione Rukawa non fa che cercare il tuo sguardo con la coda dell’occhio…>.
<Stai scherzando…mi stai prendendo in giro…?>.
<Affatto! E poi lui non fa che spronarti! Il suo non è odio! Almeno secondo Kogure. E lui è un ragazzo molto intuitivo! Secondo Kiminobu, Kaede, con i suoi insulti, cerca semplicemente di darti la giusta carica per tutta la durata delle partite.
Hai presente l’ultima partita contro la mia squadra?
Ci avete battuto,ricordi? sei riuscito a bloccare Fukuda, me e anche Uozumi. E tutto dopo che Rukawa ti aveva parlato, e a lungo direi, riguardo qualcosa di te e Fukuda… quando è lui a spronarti, riesci sempre a concentrarti e a dare il meglio di te stesso! E poi tu fai parte della sua vita! La sua vita è il basket, anche se adesso non sono più tanto sicuro che sia solo quello, e tu fai parte di esso. E, inoltre,tu sei l’unico con cui parla abbastanza a lungo. Sbaglio?può sembrare che ti detesti ma per me non è affatto così.>.
Lo vedo pensare. Si è ripreso.
Emette un borbottio d’assenso, come per farmi capire che segue il mio ragionamento.
Le ruote dei meccanismi contorti della sua mente hanno già cominciato a girare.
Credo che il mio discorso sia stato sufficiente.
<E’ più o meno quello che avevano sospettato i miei amici. Ah, cos’è che stavi dicendo di Youhei?> mi chiedi.
<Beh…metti lui al posto di Rukawa e Rukawa al posto di Haruko.> dico brevemente. Non ho voglia di rispiegarti tutto. È tardi e fra un po’ devo andare.
Hanamichi impallidisce visibilmente come se si sentisse colpevole di qualcosa.
Impreca e si prende la testa fra le mani.
Appoggia la fronte sul tavolo e sospira.
Beh, adesso sono affari suoi. Io ho già fatto abbastanza.
Al di là del vetro della cucina del bar-ristorante, vedo una cameriera caricare un’enorme lavastoviglie.
<Ami Rukawa?> chiedo.
Annuisce con un lieve e cauto movimento del capo.
<E allora diglielo…> dico.
<Ami Youhei?>.
nessuna risposta.
Dopo un po’ scrolla piano le spalle.
<E allora diglielo.>, concludo mentre solleva la testa e mi guarda inespressivo.
Punto le mani sul tavolo e mi alzo spostando indietro la sedia con le gambe.
<Ci si vede, Sakuragi.>, saluto sfoderando un dei miei abbaglianti sorrisi. In bocca al lupo.
Mi volto, faccio un mezzo gesto di saluto ed esco lentamente dall’edificio.


POV. HANA
Allora è per questo che Youhei è incazzato con me…
Gli ho spiattellato in faccia il mio amore per Rukawa così, di punto in bianco.
Chissà come dev’essersi sentito in quel momento…
Sentirsi dire dalla persona che ami… che è innamorata di colui che ha sempre proclamato a squarciagola essere il rivale numero uno, più odiato, detestato al mondo fino a un istante prima…
Al posto suo mi sarei sentito morire…
Ora capisco cosa deve avere provato…
Come si sentiva tutte le volte che parlavo di lui…
Ora capisco perché era così abbattuto in questi ultimi giorni.
Continuo a camminare in silenzio.
Ascolto il suono della ghiaia sul cemento che scricchiola sotto i miei piedi.
Il sole è calato da un pezzo e nuvole grigie si stendono all’orizzonte.
È tardi, sono quasi le nove di sera e, se non fosse per questi pochi lampioni, ci sarebbe buio pesto.
Ho trascorso altre due ore al bar più altre tre in giro per il paese senza avere la più pallida idea di cosa fare.
Sono troppo shockato…
Rukawa innamorato di me?
Non è possibile…
Eppure non l’ha detto solo Sendoh, ma anche Hisashi e Kogure…
Quei due insieme… chi l’avrebbe mai detto?
In effetti Akira ha ragione…
Non sono molto bravo ad accorgermi di queste cose….
Come diavolo faccio a piacere a Rukawa…!?
Ammesso che sia così, poi.
È evidente che è stato lui ad accorgersi di me sulla spiaggia ieri.
È lui che si è avvicinato…
E ha scelto di stare in mia compagnia.
Poi ripenso a quando mi ha squadrato dopo le docce a fine allenamenti…
Era rosso come un peperone.
Credevo fosse arrabbiato con me per qualcosa, ma forse…
Che quei tre befani abbiano davvero ragione?
Ma perché proprio io dovrei piacergli?
Perché, allora, mi deve sempre insultare?
Che sia l’unico modo che conosca per parlare con ME?
Che il suo stuzzicarmi continuamente sia il suo metodo per avvicinarsi a ME?
Che sia per quello che ama fare a botte solo con ME?
Perché quando ci picchiamo…siamo vicini…
Mooolto vicini…
Perso nei miei pensieri, mi accorgo solo all’ultimo momento di un ragazzo su una panchina davanti a me, sul marciapiede.
È seduto sullo schienale.
È Youhei.
Il viso pallido illuminato dalla fioca luce irreale dei lampioni.
Ha gli occhi arrossati. Non so se per il freddo che comincia a farsi sentire o se per il pianto.
È una pugnalata alla gola, vederlo in questo stato.
<Ciao…>, mormoro.
Non risponde.
Mi sta ancora guardando come se fossi l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in questo momento. O forse la prima…
Non riesco a capire.
<Ehi…che hai?>, il mio è un sussurro, una domanda lieve e dolce.
Il suo volto si rattrista e abbassa lo sguardo.
Non mi risponde.
L’intensità della notte imminente ci avvolge.
Non c’è nessuno per strada.
Emette un sospiro.
<S…sto male…>, riesce a dire.
Quello che esce dalla sua bocca è un suono strozzato.
<Mi dispiace…> dico. E mi diventano gli occhi lucidi. <Vuoi parlarne?>, ma so benissimo quello che ha.
Mi avvicino a lui e gli poso una mano sulla spalla.
Mito sussulta poi si scosta con un lamento.
<A te?> mi chiede. È amareggiato.
<Proprio a TE!?>.
si alza dalla panchina e si sposta contro il muro.
Ha alzato il tono di voce. Una voce rotta.
Mi accorgo che sta tremando.
Vorrei abbracciarlo, ma lui mi respinge.
<DOVREI DIRE PROPRIO A TE CHE…IO…TUTTO…CHE QUELLO CHE…KAMI!!!> urla.
Cerca invano di reprimere un singulto, ma, anzi, quello che ottiene è un altro suono strozzato, che si blocca nella sua gola.
Comincia a piangere in silenzio e mi si forma un nodo allo stomaco. È tutta colpa mia se è ridotto così…
Il suo corpo è scosso dai singhiozzi che non riesce a reprimere nonostante tutti gli sforzi.
Cerca di asciugarsi gli occhi alla bell’e meglio.
Mi ama davvero così tanto?
<Non capiresti…> geme. E di nuovo le lacrime si riversano lungo le sue guance irritate dal sale.
<Invece ho capito…> mormoro a bassa voce. <E mi dispiace…>.
Mi avvicino e gli asciugo una lacrima con il pollice.
Youhei si appoggia con la guancia contro il palmo della mia mano.
Mi avvicino ancora di più e gli circondo la schiena con le braccia appoggiandomi al muro.
<Mi dispiace davvero tanto… credimi… sono uno stupido…non ti ho mai capito…>.
Lo sento singhiozzare silenziosamente, mentre il mio collo si bagna delle sue calde lacrime.
<Hana, perché…>.
Lo abbraccio ancora di più.
Scotta.
<Perdonami….non sono molto bravo ad accorgermi di queste cose…>, dico dando voce ai miei pensieri di poco fa.
Si sfoga a lungo stringendosi contro di me.
I minuti scorrono lenti, intorno a noi.
Avverto qualcosa di umido contro il mio collo.
Ma non sono le sue lacrime…
Sono i suoi baci che dal collo scendono all’incavo della gola.
Lo lascio fare, e intanto lo cullo.
Si sta calmando, lentamente.
Ad un tratto solleva lo sguardo.
Ha ancora gli occhi velati di lacrime.
Le nostre labbra a pochi centimetri di distanza.
Si allunga piano verso di me e alla fine si sfiorano.
Socchiude la bocca e la sovrappone alla mia.
Preme piano contro le mie labbra, che lentamente scivolano dalle sue quando le chiude allontanandosi impercettibilmente.
Poi torna a premere contro la mia bocca e, stavolta, in modo più deciso.
Sento il suo respiro, ancora affannato, soffiarmi contro la guancia.
Le sue mani si stringono attorno ai miei fianchi, mentre si spinge contro di me per un contatto ancora maggiore.
Vorrei fermarlo, ma non me la sento.
È già stato abbastanza male, ultimamente.
Mi ritrovo a pensare che, se non avessi mai incontrato Kaede, se non mi fossi innamorato di lui… forse sarei anche stato felice con Youhei…
Anzi, sicuramente! Mito è un ragazzo fantastico.
Ma adesso… so che non è con lui che mi sentirei davvero completo.
Ora che ho conosciuto Kaede… so che non è più Youhei, l’altra metà della mela.
O forse dovrei dire “l’altra metà del mio cuore”…?
Sento il suo alito fresco fondersi con il sapore salato delle sue lacrime, creando un curioso miscuglio.
Continua a ricoprirmi la bocca di baci, dapprima cautamente, delicatamente, poi più appassionatamente.
Sento le sue labbra morbide, nuove a contatto cn le mie…percepisco un sapore, un odore, una sensazione sconosciuti.
Poi smette di baciarmi ma non si scosta da me.
Avverto la sua lingua percorrermi lenta le labbra, con un tocco talmente impercettibile che penso più volte di essermelo immaginato.
Mi morde il labbro inferiore un’ultima volta, imprigionandomi la bocca in un altro bacio.
Poi si allontana di qualche millimetro da me, i nostri respiri che si fondono ancora l’uno nell’altro.
Non sa cosa dire. Io neppure.
Cerca di fissare per terra, ma è talmente contro di me che riesce solo a guardare il mio collo arrossato dai suoi baci.
Gli scivola una lacrima ribelle lungo una guancia e gliela asciugo con la mia bocca.
Mi dispiace, Youhei….
Non avrei mai voluto vederti soffrire così tanto a causa mia…
Alla fine gli poso un bacio dolce, leggero ma allo stesso tempo deciso, sulla fronte, per confortarlo.
Per fargli capire le cose, tra me e lui, non cambieranno.
Che continueremo ad essere amici perché gli voglio un bene infinito.
Che forse sarò sempre più di un amico, per lui, che forse riuscirò a donargli un po’ del mio amore e a renderlo un ragazzo più felice di quello che è adesso.
<Ti voglio bene, Youhei…>, gli dico abbracciandolo più forte.
<Ti amo Hana…>, mi risponde lui stringendosi di più a me, per crogiolarsi nel mio abbraccio.
Rimaniamo così a scaldarci a vicenda, facendoci compagnia e coccolandoci l’un l’altro per un tempo che mi pare infinito, mentre la luce del lampione ci isola dall’oscurità che vibra sinistra nell’aria, sotto un cielo, senza luna e senza stelle, coperto da uno strato basso e denso di nuvole che porta odore di pioggia…


 
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