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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Holly e Benji (Captain Tsubasa)
Titolo Fanfic: DAL DIARIO DI PHILIP CALLAGHAN
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: pikkolina91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/04/2005 14:26:09

parla di philip e della sua sfigata vita finchè non incontra la sua amata jenny
 
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DAL DIARIO DI PHILIP CALLAGHAN
- Capitolo 1° -

È passato orami un anno da quello stramaledetto incidente, se solo potessi tornare indietro.
Un anno, a me sembrano 100 anni da quando mia sorella è morta per colpa dell’incidente stradale, poi mia mamma si è suicidata dalla disperazione e papà, dalla vergogna, è scappato come un vigliacco, lasciandomi solo: che rabbia!
Io me la sono cavata bene, solo qualche livido, un paio di cerotti qua e la e due settimane di gesso al braccio destro.
Ero in macchina con Miki, mia sorella quando quel Tir c’è venuto contro. Fu un macello, quella sera avevo bevuto troppo e mia sorella non si reggeva in piedi. Guidavo io e distrattamente ho superato un auto senza badare conto al camion che ci stava per investire. Non so mi ha trattenuto dal tenermi in vita quella sera.
Due mesi dopo l’accaduto mi sono trasferito a Tokyo, prima abitavo a Dusseldorf, in Germania,; avevo bisogno di dimenticare.
Il Giappone mi è subito piaciuto! Mi trovavo bene lì. Tre settimane più tardi l’ho conosciuta: Jessica.
Era al dir poco perfetta.
Non era “miss mondo”, ma era molto carina.
Era binda con riflessi sul rossiccio, aveva gli occhi verdi azzurri e delle piccole ma graziose lentiggini sul viso. Era una ragazza dolcissima!
Passarono nove mesi grazie ai quali conobbi di più Jessica , mi misi anche assieme e volevo sposarmela, e l’amai fino all’ultimo.
Voi ora vi chiederete -e dopo quei nove mesi, cosa successe?-
Dopo quei nove mesi accade che l’ex marito della madre di Jessica, tornò dalla Francia con l’intenzione di portare Jessica in Brasile. L’uomo al dir poco furioso e inca**ato dal no della ragazza, violentò Jessica lasciando il corpo di lei privo di sensi sul divano.
Andai a casa sua per portarle i compiti, dato che non era venuta a scuola, e la trovai lì, sul divano, nuda, piena di lividi…in fin di vita!
Non mi diedi per vinto e, presa tra le braccia, dopo aver chiamato un’ambulanza, piangendo, cominciai a chiamarla, Jessica non rispondeva, giaceva tra le mie braccia senza vita.
L’ultima volta che la vidi fu al suo funerale.
Oggi, a distanza di quattro giorni dalla sua morte, ho capito che la vita è come un film horror, inizia bene (non sempre) e finisce sempre male.
Ha soli 24 anni ho conosciuto la morte più di una volta e in un solo anno sono rimasto solo, ho perso la mia famiglia e l’amore della mia vita: la mia dolce Jessica.
Tornato a casa ho deciso di mettere in affitto una delle stanze che ci sono libere a casa mia, cosicché in casa non ci fossi solo io, ma anche qualcun altro, magari qualcuno che frequenta la mia stessa università: medicina.
Si sono presentate più di una persona, ma solo una ha avuto “la fortuna” di essere scelta.
È una ragazza mora con gli occhi verdi, 10cm più bassa di me, ha la mia stessa età e frequenta anche lei l’indirizzo di medicina. Si chiama Jennifer Owen.
Ho accettato il suo arrivo in casa mia con molta serenità anche perché è una ragazza molto ordinata ed educata, socievole e simpatica…assomiglia alla mia Jessica!
Sono passati quattro anni prima di capire che quella ragazza mi piace: mi sono nuovamente innamorato.
Un giorno la prendo da parte (a scuola) e le dico che mi piace, lei come risposta mi sorride e mi bacia come per dire –anch’io provo i tuoi stessi sentimenti-.
Faccio anche l’amore con lei. Dopo tre mesi di fidanzamento prendo una decisione: prima che anche lei mi scappi io me la sposo.
Compro un anello che è al dir poco favoloso, di sicuro le piacerà. Due giorni dopo mi decido e, dopo una giornata di duro tirocinio, arrivo a casa con l’anello in tasca pronto a dichiarami.
La trovo, molto stranamente, sul divano, tranquilla, che mi sta aspettando.
Mi avvicino a lei e le sorrido lei mi sorride a sua volta. Poi insieme ci diciamo –ti devo parlare- ed imbarazzati arrossiamo entrambi. Allora lei dice –parla prima te- io mi inginocchio davanti a lei ed estraggo la scatolina con l’anello dalla tasca e aprendolo proprio davanti al suo viso pronuncio le classiche parole –mi vuoi sposare?-. lei appoggiando la scatolina sul tavolino posto a fianco a lei, indossando però il gioiello, mi fa sedere al suo fianco. Prendendomi la mano e appoggiandomela sulla sua pancia mi risponde –possiamo invitare anche lui al nostro matrimonio?-. io l’abbraccio e piangendo rispondo –ma certo-.
A distanza di un anno dal mio matrimonio mi ritrovo sposato con la donna che amo e, con un bambino di quasi un anno, ed un’altra bambina in arrivo!
Il mio mondo ha finalmente trovato pace su questa terra!
Dal diario di Philip Callaghan

 
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