torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: God Child
Titolo Fanfic: JUST A DREAM
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: erialgreenleaf galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/03/2005 16:23:35

già.il tempo era tornato indietro.quell`episodio,non era mai avvenuto.era stato solo un sogno..!nulla era successo.non davvero.
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
``...A BEAUTIFUL DREAM..``
- Capitolo 1° -

Be', gente, che dire..?In origine, questa one-shot era una consolazione per la mia chupy, Trashu, dopo una disastrosa interrogazione di matematica...considerato che, a seguire, sono stata interrogata io...be'...non è che questa fic sia 'sta gran cosa. L'ho riveduta e corretta, per renderla leggibile...
allora,enjoy it!^-^

† Alla mia chupy: sei e rimarrai sempre la mia best-friend..! † Alla vecchiaccia. Perchè è una cainXriff,ed è una one-shot,così la puoi leggere anche se "non hai tempo" >v< son tenace,eh? † Alla Mon Amour, come ogni gesto della mia vita. †



† J U S T A D R E A M †


Ah…stava girando…o forse no, forse no: era solo il mondo, magari, a girare attorno a lui..?!

Ahahaha…!

Sì, era così, certo che era così!!! Mhh…il mondo si muoveva, ma neppure lui stava fermo…

Qualcuno…

Camminava…

C’era qualcuno a sorreggerlo…

Cain, con lo sguardo annebbiato dall’alcool, non riusciva a distinguere il volto della persona che lo stava tenendo, ma sentiva come lo faceva: era Riff, poteva starne certo.

Nessun altro…in quel modo…anf.

Un qualsiasi osservatore esterno, si sarebbe trovato di fronte una scenetta tanto singolare quanto irripetibile: un uomo alto, sui venti trent’ anni, di bell’ aspetto, vestito in modo impeccabile e con espressione severa, che teneva fra le braccia, come fosse una donna, un giovane…cui solo dall’abbigliamento lo si poteva riconoscere maschio.
Quest’ ultimo, con risatine isteriche si aggrappava al collo del primo, che pareva…un suo servitore..?
Sì, sembrava così: anche perché il ragazzino ubriaco (stavano giustappunto uscendo da un pub, i cui avventori si voltavano –dall’ interno del locale- a guardare la scena ridendo) aveva un che di inequivocabilmente nobile nelle movenze, e solo un nobile poteva permettersi della servitù, per di più così attenta.

Riff sospirò, scuotendo il capo, non appena lui ed il suo datore di lavoro furono fuori dalla portata degli sguardi avvoltoi di tutti. Ma non si poteva mai stare tranquilli,con quel diciassettenne..?!?

Sorrise.

No:non si poteva.

Nel mentre di quei pensieri, era giunto a destinazione, senza neppure accorgersene: Villa Hargreaves.
Il peso del suo padrone era veramente irrisorio: gli era parso di non aver nessuno in braccio. Difatti, erano arrivati a casa come se Riff non tenesse che una piuma.
L’aria era ghiacciata e pungente: nonostante ciò, la notte era sgombra da fastidiose nubi, e si vedeva il cielo..!
Un cielo senza stelle. Una grande macchia di blu scuro uniforme come tetto perenne sulle loro teste, unica particolarità la luna.

La luna..!

Un falce, sottile e scintillante: bianca,bianca come non mai.
Appariva netta, definita e letale, come uno squarcio nel cielo. Faceva quasi paura: sembrava l’arma della morte, che questa aveva con noncuranza abbandonata nel firmamento, come per prendersi un giorno di riposo. O per lanciare un avvertimento..?

Riff non lo sapeva,non poteva saperlo.

Era un presagio..?

No, non poteva proprio saperlo.

La villa era fortunatamente deserta: si era così evitato di intimare a servitori vari di fare silenzio: già, perché il Signor Cain si era finalmente addormentato.

O –almeno- così sembrava.

Il maggiordomo poggiò con delicatezza il conte sul materasso morbido del letto a baldacchino, e si dispiacque un po’ di privarsi del tocco –sebbene lieve- di quel fragile corpo.
(Non ti preoccupare, non è per molto…NdCain)(Tu! Non spoilerare nulla è_é NdEry) (non per dirvi signorina…ma se è segnalata come VM18, PWP, ed i personaggi sono quelli che sono…spoilerare mi pare un poco difficoltoso ^__^ NdRiff) (in effetti…9.9 NdEry)
Cain si era abbandonato immediatamente a quell’abbraccio di stoffa, come fosse caduto in un sonno profondo.

Ma non era così.

Toccandosi la nuca dove le mani del suo padrone l’avevano stresso, Riff rimase ad osservare per un po’, con flebili sospiri.
Sembrava davvero un Dio: adagiato su quelle stoffe pregiate, i capelli scuri sul volto e le labbra rosse dischiuse.
Ancora un sospiro, voltandosi, ma…

“Riff!”

La voce, vagamente impastata di vino, ma sempre la stessa: infantile e demoniaca. Con quella perenne inflessione capricciosa. Richiamava il suo servitore, che non mancò all’apello, prendendo tra le proprie la mano tesa che il suo signore gli porgeva.

“Cosa c’è, Signor Cain..?” il ventottenne abbozzò un sorriso, per accompagnare la frase.
Anche se era vagamente inquietato da questo risveglio: era ben strano che non dormisse ancora, con tutto quello che aveva bevuto..!
Non aveva mai avuto molta resistenza all’alcool, il Signor Cain, col fisico gracile che si ritrovava…tanto che Riff aveva dovuto intervenire, per portarlo in salvo da audaci ragazze approfittanti della sbornia del giovane nobile. E non solo…l’incolumità del diciassettenne era messa in pericolo anche da vecchi nobili baffuti frequentanti spesso certi ambienti…ai quali non doveva parer vero trovarsi davanti un bocconcino del genere. Il signor Oscar –che era col Signor Cain- per quanto avesse forza notevole ed altrettanta volontà di proteggere il Signor Cain, nulla valeva contro l’acool che gli aveva stordito i sensi: tutte le sue qualità annichilite in un istante.
Quindi, da bravo maggiordomo, Riff aveva preso in mano le redini della situazione, tenendo a bada quei mostri affamati del suo Signore.
Fortunatamente era arrivato in tempo..!
Rabbrividiva nel pensare ciò che sarebbe accaduto se…
Ma non era accaduto nulla.
Quindi, perché pensarci..?
Perché tormentarsi senza motivo..?
Perché essere gelosi..?

Il giovane dagli occhi felini era disteso sul suo ‘ modestissimo ’ giaciglio, bene accoccolato sotto le coperte rimboccategli da Riff, e quel braccio, da Riff afferrato, era bollente: anche per i postumi della gran bevuta.

Nonostante ciò, non appena Riff gli ebbe preso la mano, Cain ebbe il coraggio di mugolare, con occhini imploranti…anzi, no, ipnotici più che imploranti: troppo demoniaco per uno sguardo così innocente.

“Riff…ho freddo…”

Il sorriso che gli si era dipinto sulle labbra si fece temerariamente malizioso -non era riuscito a trattenersi..!- mentre aggiungeva:

“Mi scaldi,un pochino..?”

Ok.

Ok, Riff.

Lui è ubriaco.

Ubriaco.

E poi,perché arrossisci..?!? Ti ha soltanto chiesto di…di…!!!
Scaldarlo!!!…Non nel modo che pensi!!!
Calmati!

“Vado…vado subito a prenderle un’altra coperta, Signor Cain..!”

“Ma no, no Riff ! Non intendo così…vieni qui…” scostò un poco le lenzuola, indicando eloquentemente l’angolo di letto che gli era accanto, a Riff, senza smettere di osservarlo con occhi magnetici.

Dorati.

L’ex-studente di medicina deglutì, totalmente, totalmente in crisi.
In tilt.

“M-ma no,Signor Cain..!N-non mi pare il caso…Non mi pare proprio…Io…” tentò il maggiordomo per salvarsi in extremis, retrocedendo appena mentre cominciava a sudar freddo.
Temeva seriamente per il freno dei suoi impulsi.
Cain ridacchiò, rovesciando la testa lateralmente.

“Ma cosa fai, Riff, non adempi più ai tuoi doveri..? Ora non mi obbedisci, cercando di eludere il mio ordine…e per di più mi hai messo a letto vestito?! Sai quanto mi dia fastidio dormire con questa moltitudine di strati addosso…Se continui così,mi vedi costretto a prendere seri provvedimenti, nei tuoi confronti..!”

Non vedendo altra reazione, in Riff, che un’immobilità pressoché totale, il diciassettenne continuò nel suo discorso (che si stava quasi tramutando in monologo), scrutandosi con nonchalanche le unghie. Quasi si stesse dando da fare per sedurre la ragazzetta nobile di turno: si dava arie in questo modo, solitamente, quand’era impegnato in simili attività.

Anche se –decisamente- non era la solita nobildonna svenevole, la persona di cui doveva catturare le attenzioni.
No di certo.

“Ma se rimedierai, immediatamente, ti perdonerò…Avanti!”

Va bene, Riff, è ubriaco…ciò non toglie che tu debba obbedirgli, in ogni caso…

Su.
(E non pensate male, circa questo ‘ su ’ !!! NdEry) (Waaaaah! NdTutte*ç*) (>.< NdEry) (Ma se sei tu ad avercelo fatto pensare..! NdTutte*-*)

L’uomo si mosse meccanicamente, senza proferir parola, nel cominciare ad eseguire l’ordine –non senza mordersi un labbro, prima (come a farsi coraggio)- .

Nello svestirlo, non trovò particolari difficoltà, o –almeno- non più del solito…

Difatti, anche in normali circostanze…

Tutte le volte.

Tutte le volte, che vedeva quella pelle bianca rivelarsi dal suo nascondiglio fatto di nera stoffa…
Adocchiandolo.
Invitandolo a sfiorarla.
Tutte le volte in cui la liscia superficie si svelava, liberandosi da quella guaina scura..!
Ad un suo piccolo gesto: uno scostamento d’abiti.

Tutte le volte..!
Che..!

Lui, si ritrovava spiazzato, di fronte a…tanta bellezza…perfezione peccaminosa, e maligna.

Peccato.

Sembrava davvero una donna, per la conformazione così esile e le gambe affusolate.

La donna, è lei, l’artefice del peccato, secondo le rispettabilissime autorità clericali.
Ma sbagliavano.
Si sbagliavano tutti.

Il peccato, la personificazione di esso, non era una donna –per quanto potesse sembrarlo-…

Era lui. Era Cain..!

Era l’assassino..!

Quanto era difficile, sforzarsi di non toccare…neppure un solo centimetro di pelle..!
Ma era inevitabile.

Era spaventato dall’effetto che un solo, minuscolo contatto avrebbe potuto sortire in lui.
Ergo, la soluzione era una, ed una sola.
Non potendo sapere ciò che uno sfiorarsi avrebbe scatenato, lo sfiorarsi non sarebbe affatto avvenuto.
Nessun
Contatto.
Nessuno.

Per di più, Cain, ora, lo stava malignamente mettendo alla prova…emettendo piccoli sospiri e chiudendo gli occhi con forza, come se…!
…Mentre Riff procedeva nella sua celere opera di vestizione.

Terminata l’operazione, cominciava la parte più difficile.
Come, come, come poteva stare nello stesso letto del suo padrone, se quest’ ultimo persisteva nel mantenere questa condotta..?
Cos’era, un’ attentato al suo auto-controllo?!?

“Be’, Riff..?Cosa aspetti?”
Ma come diavolo poteva essere così sveglio, quando fino a poco prima pareva caduto in un sonno irremovibile?
Forse, troppo alcool stimolava in lui una sorta di effetto-risveglio..?

Il maggiordomo deglutì ancora.

“Ehi, Riff, mi tocca di alzarmi per portarti qui..?”

La voce era ormai chiara: ma era davvero ubriaco?
Oh, sì, lo era: Riff lo conosceva abbastanza per poterlo sapere, data la sua lunga esperienza in campo Cain. Bastava un’ occhiata.

Cain sospirò come a dire ‘ devo sempre fare tutto io ’, prima di scendere dal letto.
Non dovette fare poi molti passi, che era già giunto a destinazione.
Al conte bastò fare leva sulle spalle larghe del suo servitore, alzarsi sulle punte, e passare lentamente la lingua –bollente (Freddo, eh?)- sullo zigomo del suo, suo, suo Riff.

“Allora, cosa devo fare ancora, Riff, per convincerti ad obbedire?”
Sembrava che ogni sua domanda fosse destinata a non avere risposta.

E quale risposta avrebbe mai potuto dare, quel servitore pietrificato?
Anzi,più che altro…

Infuriato?!?

Non appena il diciassettenne tornò a distendersi sul suo letto, mantenendo il ghigno –tipico di lui- sulle labbra, Riff si voltò a guardarlo, distogliendo lo sguardo dal vuoto.

Fissò gli occhi di bistro del suo padrone per molto
Molto
Molto
Molto
Tempo. Infiniti secondi.

Sentiva sulla guancia il caldo umido portato dal gesto di quel giovane demone.

Infiniti secondi.

Prima di sbottare.

“Signor CAIN!! È MAI POSSIBILE..?! Io fatico, ogni singolo istante, della MIA vita…per trattenermi, E LEI..!!! Lei si comporta in QUESTO modo, istigandomi a cedere!!! Mi dica, le pare GIUSTO?!? LE PARE GIUSTO?!?”

Cain lo guardò, dall’ alto in basso, quasi compiaciuto dello sfogo da parte del suo solitamente computo dipendente, dicendo con aria ovvia:

“A te pare che io farei mai qualcosa di giusto, per gli altri..? Penso a ciò che è giusto per me, non ti sembra?”

Sembrava…
Un
Vero
Demone.

Lo era.

Riff non poteva far altro che guardarlo, spiazzato, col fiatone portato da quelle urla improvvise.

Non è cosciente, vero..?

Si distese sul letto, sopra al suo giovane signore che –mormorato un ‘ sì…’- gli allacciò le braccia al collo, e le labbra si divoravano a vicenda, e, e, e…!

Vero?

Cain sbottonò frenetico la giacca rigorosa di quell’angelo, che non aveva saputo resistere, infine, alla Tentazione degli Inferi e del Peccato.
Dei demoni del suo cuore.

Vero?

Labbra, sì. Lingua. Pelle. Mani..! Unica, unica identità. Mentre la luce diventa il buio, ed il buio la luce, Cain, aggrappato alla schiena di Riff: come volesse lasciargli cicatrici come le sue..!
Le unghie, le unghie feline.
I denti, i denti stretti attorno al collo.

Vero?

Era impossibile. Era di certo un sogno, sì, era solo una visione onirica, di quelle che tante volte, nella testa di entrambi, si era ripetuta a non finire.
Non potevano certo stare aderendo sul serio, i loro corpi.
Unica, unica identità.
Non erano vere, quelle pallide mani demoniache, a sfregarsi sul suo petto.
Era solo spirito.
Era…fuori del tempo. Atemporale.

Vero?

Loro stessi, erano fuori dai loro corpi. Eppure, al contempo, non erano mai stati così in loro, e nell’ altro, e i sensi..! Inesistenti, e presenti come non mai. Tutto.
Eppure, niente.
Oh, Dio..!
Anzi no. Forse, era meglio invocarsi l’ un l’ altro, come venerarsi,
Come, come..!
Ed era, era odore, era sapore, era contatto: vita!
Era mescolarsi di iridi.

Oh,Dio..! (ed era sangue)
[L’uno la divinità dell’ altro]

Oh,Dio..!
[ Vita!
Era nascere,
era morire!!!]

Era, era…
E non era.

“…è…questa…la morte…Riff…?”

Era la morte, perché era la fine.
Perché un’ inizio, non poteva essere.
Un’ inizio, non poteva mai esserci…

…non per loro.
Non per loro due.

“…sì…Si--…r…!_

!!!!!!!!!!!!!!!!
ERA!!!

_ Cain..!!”


Vero..?


_†††_

Uhr…che sole!!
Che bella giornata…

“Buongiorno, Signor Cain!”

Riff rivolse al suo Signore, appena svegliatosi, un sorriso smagliante per augurargli buon giorno.
Quel sorriso, meraviglioso, solo per il suo personalissimo Dio.
Come tutte le mattine.

Cain stava nel suo letto, dalle bianche lenzuola pulite, e già di questo era piuttosto sorpreso…
…visto il contrasto che aveva con l’ energia che si sentiva addosso, e le zone doloranti del suo corpo.

Evidentemente, la sbornia della sera prima aveva prodotto una realtà particolare nel suo sogno. Sogno ricorrente da parecchio…ma diverso, questa volta.

Il suo Riff, vestito di tutto punto, come ogni mattina, stava porgendogli il vassoio della colazione. The nero con latte, fette biscottate e marmellata di arance amare, il tutto in un elegantissimo servizio di porcellana.

La notte prima, non appena il Signor Cain si era addormentato (E –stavolta- definitivamente), Riff aveva dovuto cambiare lenzuola e coperte. Sapeva che, tanto, Lui non avrebbe ricordato nulla, e non doveva lasciare traccia d’ indizi di sorta, che avrebbero potuto fargli ricordare.

“Sai, Riff, ho fatto un sogno…stupendo.” Sorrise malizioso il gatto dagli occhi d’ Oro.

“Di certo, sarebbe piaciuto anche a te…”

“Se lei lo afferma, Signor Cain, è sicuramente così.”

Col suo sorriso affabile, il maggiordomo si permise di scostare una ciocca bruna dagli occhi scintillanti.

Il giovane conte lo fissò, con sguardo quasi ingenuo: sembrava ancora un bambino, con le labbra dischiuse e la luce che gli donava una sorta d’ aureola.

“Ma era solo un sogno..!”
Lo diceva piagnucolando, tornando imbronciato.
Che bimbo capriccioso.

Il tempo sembrava tornato indietro.

Già. Il tempo era tornato indietro.

Quell’ episodio, non era mai avvenuto.

Quella notte, mai stata.

Era stato solo un sogno..!

Nulla era successo. Non davvero.

Riff sorrise con dolcezza, socchiudendo gli occhi.

“…un bellissimo sogno…”


† F I N E †

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: