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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Captain Tsubasa (Holly e Benji)
Titolo Fanfic: J.B.G. (JAMES BOND GIRL): AGENTE SOTTOZEROZEROSETTE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: cretien galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/09/2002 16:57:42 (ultimo inserimento: 05/09/02)

compito ingrato per eva, ragazza antisportiva figlia di un agente segreto, costretta a fingersi un calciatore per smascherare un probabile assassino
 
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ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA...
- Capitolo 1° -

Era una notte buoia e tempestosa quella. Il susseguirsi di lampi e tuoni non turbava però, la quiete del vecchio che sceglieva il libro da leggere in poltrona. Amava leggere su quella poltrona rossa cupa... come il sangue. Gli piacevano i temporali. Si ricordò di quando da bambino aveva terrore dei tuoni, ma ancor più di quelle saette che squarciavano il cielo. Appoggiò il bicchiere di porto sul tavolino accanto alla poltrona e cominciò a sfigliare il libro giallo di Carter Dickson intitolato "Il Fantasma e il dottor Fell". Sembrava adatto per quella sera.
La figura misteriosa si mosse silenziosa nell'ombra, esattamente come un fantasma.
L'uomo seduto in poltrona nemmeno si accorse di ciò che accadeva alle sue spalle.
Le mani guantate, sistemarono il silenziatore sulla pistola.
Sarebbe stato un lavoro perfetto.
L'uomo sentì un leggero rumore di passi. Si girò e ricomobbe subito chi gli stava davanti, immobile, silenzioso.
"Ah sei tu. Vuoi se hai intenzione di insistere puoi anche..." le parole del vecchio gli morirono in gola.
Si portò le mani al pettò. Lì per lì non sentì alcun dolore. Udì un botto, come lo stappare di una bottiglia di champagne... e molto scadente anche.
Poi ne udì un altro questa volta sentì il proiettile perforargli il cuore.
Il vecchio si accasciò al suolo senza più sentire nulla.
"Buon Riposo, Vecchio." disse la voce, risistemando la pistola all'interno della giacca e togliendosi i guanti per rimetterli in tasca.
Si avvicinò al tavolino e senza pensarci prese in mano il bicchiere di porto e lo alzò
"Alla tua, Vecchio!" trangugiò d'un fiato il liquore e riappoggiò il bicchiere sul tavolino.
Uscì dalla villa, ma non fece in tempo ad arrivare al cancello che un urlo bloccò i suoi intenti.
"Alt! Fermo o sparo!" esclamò Carson Dyle.
"Bene bene, guarda chi c'è. Dyle, ma perchè diavolo è venuto fin qua?" fece con calma la figura ancora nascosta dall'oscurità circostante.
"Dov'è Bencolin?! Che gli hai fatto?!" continuò Dyle con la pistola puntata verso la sagoma scura.
"E' inutile chi si agiti Dyle... il Vecchio è già morto..."
"L'hai ucciso tu! Alla fine ci sei riuscito, eh?!"
Dyle continuava a puntargli addosso la pistola, rimanendo fermo, impassibile al silenzio di chi gli stava davanti.
Carson nemmeno si accorse del rapido movimento della sagoma, che tirò di nuovo fuori la pistola e che senza nessun preavviso gli sparò addosso.
Il detective rimase in quella posizione per qualche secondo, ancora incredulo perciò che gli era appena capitato.
Le mani cominciarono a sudare e a tremare prima di lasciar cadere a terra la pistola. La sagoma lo guardò immobile.
Dyle sentì le ginocchia piagarsi fino a toccare il terreno polverso.
Appoggiò le mani in avanti per evitare di cadere di peso, ma ormai per lui c'era poco da fare. L'aveva colpito al petto.
"Ci vediamo all'inferno agente Dyle..." gli sussurrò la figura chinandosi accanto a lui e dandogli una pacca sulla spalla prima che si lasciasse cadere al suolo.
"Va bastardo... scappa pure... non ti libererai mai di me..." riuscì a pensare prima di perdere i sensi.
Quando riaprì gli occhi nella semi oscurità della camera dell'ospedale vide ai piedi del letto Adam Candfield, "Il Grande Capo" come lo chiamavano scherzosamente lui e gli altri agenti, insieme al suo inseparabile compagno d'avventure, il grasso e simpatico Hank Frost.
"Dyle stai bene?" gli chiese Candfield.
Si limitò ad annuire appena. Non riusciva a muoversi.
I due uomini guardarono il medico accanto al letto dell'uomo che scosse la testa.
"Vi lascio soli per un po'." disse serio. Tutti capirono che voleva dire. Quel per un po' significava "per quel poco che gli resta".
Carson sorrise "L'ho quasi preso..." sospirò.
"E' scappato, ma lo prenderemo noi non ti preoccupare Dyle." lo rincuorò Hank.
Carson sorrise ancora e scosse la testa "E' troppo furbo... si nasconderà..."
Ci fu qualche attimo di silenzio poi Dyle prese fiato e parlò ancora.
"Eva..."
"Eva?" chiese Candfield.
"Eva è sua figlia." informò Frost.
"Eva... dovete chiamarla..."
"Ma non c'è bisogno, tra qualche giorno starai meglio e..."
Carson scosse la testa "Cala il sipario Hank... chiamate Eva... lo prenderà lei..."
Il Grande Capo rimase in silenzio, mentre Frost entrò in agitazione.
"Vuoi scherzare?! Eva è troppo giovane e poi non è addestrata per..."
Carson lo bloccò "Sarà... sarà capace... conosco la mia bambina..."
"Carson è una follia..." Hank fu bloccato dalla mano di Candfield che avanzò di qualche passò e serio guardò Carson che ormai tirava gli ultimi.
"Dove la troviamo?"
 
Continua nel capitolo:


 
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