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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Anita Blake - Cacciatrice di vampiri (Anita Blake: Vampire Hunter)
Titolo Fanfic: VENDETTA
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: shanna-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/03/2005 14:38:55

questa ff è ispirata ad una seri di libri sui vampiri... se volete saperne di più... leggete!!
 
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INCONTRO
- Capitolo 1° -

Eccomi qui!!^^ A seguire la continuazione, da me interpretata, del terzo libro della saga della Hamilton. Leggete tutti (anche quelli che non la conoscono:alla fine ci sono le precisazioni ecc...) Commentate please!!!



L’indagine si era quasi conclusa.
Avevo scoperto che lo sceriffo Titus e Aikensen non erano i responsabili della morte di tutti e sette i licantropi scomparsi, esclusa Peggy Smitz.
Jean-Claude, mi aveva ammonito: nelle ultime settimane aveva avvertito un nuovo potere aggirarsi in città. Sospettavo che chi lo emanava fosse l’ultimo degli assassini implicati in quel caso.
Spalleggiata da Edward, la Morte incarnata con il suo lanciafiamme, ero giunta ad una chiesa sconsacrata, fuori città. In quel luogo aleggiava un tale potere da opprimermi il petto. Scesi dalla mia jeep, ci trovammo nei pressi di una struttura scalcinata e pericolante, di mattoni pietrosi ormai consumati dal tempo. Come poteva, un luogo di Dio, diventare un covo di mostri? E poi di che tipo di mostri si trattava?
Mentre mi guardavo intorno, all’erta, in attesa, Edward ostentava la sua solita indifferenza. I suoi occhi non lasciavano trapelare nulla. Come diavolo faceva?!
La chiesa era precariamente aggrappata ad un pendio roccioso che io e Edward avevamo impiegato almeno venti minuti a risalire. Veramente troppo per i miei gusti. Quando si tratta di correre in piano, anche per lunghe distanze, tutto bene ma, come sa chi ha avuto un trauma al ginocchio, andare in salita è terribilmente doloroso. La gamba, che aveva cominciato a pulsare, stava per cedere, quando finalmente raggiungemmo l’edificio. Imprecai quando vidi una lunga rampa di scale salire verso l’alto. Maledizione! La lotta con i cattivi non era ancora iniziata, e io già ero sensibilmente alterata. Tutto l’armamentario che c’eravamo portati sarebbe bastato ad uccidere un branco di lupi mannari ma ci avrebbe fatti arrivare stremati. Almeno per quanto riguardava me. Inoltre le varie fondine m’impacciavano i movimenti. Quella mattina ero più armata del solito: a far compagnia alla Browning e ai due pugnali d’argento, c’erano un terzo pugnale (il quarto l’aveva tenuto Gretchen), la Firestar, un fucile a canna mozza fornitomi da Edward, munizioni di riserva placcate in argento (alle quali speravo di non dover attingere) e il mio crocifisso. Edward, comunque non era da meno: il lanciafiamme, con cui una volta aveva bruciato un intero covo di vampiri, era accompagnato da due Uzi, altre munizioni e acqua santa sufficiente a riempire una piscina. In più aveva un pugnale, abbastanza lungo da sembrare una spada corta.
Dopo la lunga risalita delle scale, arrivammo all’unica entrata a noi visibile, che consisteva in un portone di legno logoro, ammuffito, che lasciava filtrare il sole. A quanto pareva, il resto della struttura era a picco su un vasto bosco di sempreverdi e in lontananza non si riusciva nemmeno a scorgere la strada. Varcai la soglia seguita da Edward, e devo ammettere che, sebbene fossi contenta che mi stesse aiutando, non ero proprio sicura di volerlo avere alle spalle. Cambiai idea, pensando che non era un vigliacco, ma soprattutto che voleva catturare gli ultimi assassini e che per chiudere la faccenda in fretta aveva bisogno di me. Patto di non belligeranza, è così che funziona con lui. Comunque ero convinta che un giorno o l’altro avremo finito per ammazzarci. La chiesa era divisa in tre navate ad archi a sesto acuto, in perfetto stile gotico. Bizzarro in quella zona. La struttura era meno decadente di quanto mi aspettassi, anche se qualche mattone era scomparso dai muri, che avevano una strana inclinazione, e al tetto mancavano alcune tegole. Tra i fasci di luce polverosa riuscii a scorgere diversi banchi disposti nella navata centrale come quando la chiesa era stata utilizzata, probabilmente. Le colonne portanti erano sottili e slanciate e terminavano con statue di uomini accovacciati a sorreggere il peso dell’arcata, con espressione sofferente. Accidenti Anita! Se c’è qualcosa che potrebbe divorarti viva non è il momento di ammirare le decorazioni! Evidentemente lo pensava anche Edward, perchè cercava di attirare la mia attenzione impugnando saldamente il lanciafiamme. Secondo le sue indicazioni ci spostammo nell’arcata di sinistra nascondendoci, per quanto possibile, dietro due colonne. Ero tanto presa dall’osservare l’ambiente che non mi ero accorta che il flusso di potere si era interrotto. Com’era possibile!? I mannari non potevano nascondere del tutto un’energia tale! In effetti, era forse più probabile che si trattasse di mannari. O no? Cominciavo a sentirmi stupida e il lanciafiamme di Edward mi appariva eccessivo. In effetti, lo sarebbe stato comunque.
Mentre procedevamo furtivi un particolare odore mi colpì. Era come... ma no, era impossibile! Che fosse...?! Fermai Edward, che ora mi precedeva, e mi feci capire a gesti.Lui fiutò l’aria e sgranò gli occhi per lo stupore, poi annuì. In quella antica chiesa c’era odore di...frutta fresca, fiori e...sapone! Se Edward non l’avesse sentito mi sarei creduta pazza: impossibile che fossimo in due! Rimasi interdetta, cercando di capire dove l’avessi già sentito. Era come cercare di trattenere l’acqua con le mani. C’ero vicina... Ora ricordavo! Era il profumo che avevo sentito durante il rituale del marchio! Ma certo, il marchio che, pochi mesi fa mi aveva impresso Alejandro, il vampiro azteco! Il secondo marchio nel processo che avrebbe fatto di me la sua serva umana. Per fortuna avevo fermato quel processo, infilzando Alejandro con un paletto! Era una fragranza inconfondibile ma...com’era possibile?! Dannazione, che stava succedendo?! Comunque, dato che io e Edward non eravamo telepatici e, quindi, non c’era modo di comunicargli i miei pensieri decisi di ignorare quel profumo per il momento. La chiesa non era enorme perciò ormai eravamo vicini all’altare. Sempre rimanendo con la schiena contro la colonna, Browning in pugno, cercai di udire il minimo rumore. Un’onda di energia m’investì, tanto forte da togliermi il respiro. Rimasi senza fiato. Era stata come una detonazione. Merda! Era energia vampirica! Improvvisamente i fasci di luce mi sembrarono radi abbastanza, da permettere ad un vampiro potente di aggirarsi nella chiesa. Avevo visto fare una cosa del genere solamente a Mr Oliver che era una specie di Master-australopiteco! Un suono d’archi mi fece trasalire. Un violino suonava nella penombra in modo alquanto inquietante. Il cuore mi batteva all’impazzata! Edward, tuttavia, una volta ripreso dallo spavento, non sembrava agitato. Non sono la persona più acculturata in fatto di musica, ma ne sapevo abbastanza da capire che si trattava di un brano che richiedeva capacità tecniche straordinarie. I virtuosismi erano tali da nausearmi. Decisi che era ora di vedere con chi avevamo a che fare. Lentamente, imitata da Edward, mi sporsi da dietro la colonna ad osservare la scena. Appena feci capolino la musica cessò. Ebbi un tuffo al cuore peggiore del precedente! Questi sbalzi tra silenzio e musica erano snervanti! Cominciavo ad arrabbiarmi e non vedere nessuno sull’altare aumentò la mia convinzione di essere ridicola! Mi voltai con impeto verso Edward che pareva perplesso e ricambiò lo sguardo interrogativo. Il profumo di frutta era sempre più forte e non riuscivo ad ignorare che apparteneva ad un vampiro morto. La mia mente proiettò un flash-back: io che conficcavo un paletto candido nel cuore di Oliver e poi di Alejandro;il suo viso dagli zigomi alti con occhi scuri e profondi, i capelli neri che lo incorniciavano... Avevo il cuore a mille. Mi scrollai, per cancellare quel pensiero. L’aroma era sempre più forte, più stucchevole. Il violino riattaccò più deciso che mai, alle mie spalle. Feci un balzo, esponendomi. Anche Edward era impreparato. Cazzo, stava per venirmi un infarto! Mi voltai e la musica s’interruppe di colpo, lasciando un vuoto di silenzio. Una risata argentina sfumò nella chiesa. Una voce di ragazza. Avevo i nervi a fior di pelle. Stava giocando con noi...okay ero incazzata! Un’altra risata, meno infantile, come velluto, diversa dalla prima. Erano in due?! Mi guardavo intorno e forse anche Edward stava perdendo la calma. Comunque non potevo saperlo perché eravamo spalle contro spalle. Di nuovo il violino attaccò, sopra di noi. Alzai gli occhi e questa volta vidi una figura femminile, un’ombra, un profilo armonioso, che suonava il suo strumento, seguendone l’intensità. I virtuosismi erano sempre più contorti. Puntai la pistola e feci fuoco. Mirare è più difficile quando si ha la nausea ma senza dubbio avevo sparato in condizioni peggiori. Evidentemente l’avevo mancata perché non si mosse di un centimetro e continuò a suonare. Rimasi sorpresa:io non sbaglio così facilmente! Edward impugnò più saldamente il lanciafiamme e si staccò da me. Stavo per sparare di nuovo, quando una voce di ragazzina intervenne. Il violino smise di suonare. Mi voltai di scatto verso l’altare. –Suvvia si calmi Miss Blake!- Una sagoma femminile era distesa bellamente sull’altare. Un’altra detonazione mi colpì, forte. Era un vampiro di almeno duecento anni. Avevo avuto a che fare con minacce peggiori. Puntai la pistola su di lei-Non ti muovere o t’imbottisco d’argento!- Non finse nemmeno di curarsi delle mie parole e si alzò con movimento liquido. Era più alta di me (e chi non lo è?!), circa un metro e settantacinque. –Non essere scortese Anita!-esclamò, quasi scherzosamente. Come cazzo sapeva come mi chiamavo?! Tra i vampiri sono nota come la Sterminatrice non con il mio nome di battesimo!-Chi diavolo sei?!-tentai di essere minacciosa ma evidentemente non ebbi gran successo. Una seconda figura, meno imponente, scaturì dalla penombra con un violino in mano. Era quella puttana che mi aveva già spaventato! Detesto ammetterlo, ma un altro flusso di energia mi fece pensare che fosse potente almeno quanto la prima -Vuole dire chi siamo!- Era senza dubbio lei la risata vellutata.
-Saremo cortesi se lei lo sarà!- precisò poi. -Ci presentiamo!- riprese la prima. Improvvisamente le lanterne fissate alle colonne si accesero, una dopo l’altra con un effetto molto coreografico. La vampira più bassa puntava le mani su di esse, seguendone l’accensione. Che cavolo pensava di fare?! Ora la chiesa era più illuminata e potevo distinguere i tratti somatici delle mie avversarie. La prima cosa cui pensai fu che erano l’esatto opposto.
La vampira più alta aveva capelli castano chiaro dal taglio sfoltito appena sotto le orecchie. Il pallore della pelle era tale da farla praticamente risplendere ed evidenziava le lentiggini sugli zigomi e sul naso. Aveva gli occhi di un azzurro-grigio sorprendente, come il cielo autunnale, con lo sguardo un po’ perso che feci appena in tempo a notare perché non volevo lasciarmi ipnotizzare. Un nasino appuntito, le labbra sottili truccate con un rossetto ciliegia che faceva a pugni con il colorito ma s’intonava perfettamente all’abbigliamento: blu jeans accompagnati da una cintura rossa e verde acido, come la T-shirt scollata, più scarpe da ginnastica azzurre. A decorare aveva una striscia di cuoio nero al collo. La seconda era il suo antipode. Aveva il viso ovale con la pelle abbronzata, olivastra (come quella di Alejandro, ricordai), i capelli scuri, lunghi fino alle spalle, che glielo incorniciavano. Gli occhi dal particolare taglio, erano color nocciola chiaro, meno impressionanti di quelli della prima, ma molto più intensi che mi catturarono quasi, pericolosamente. Aveva il naso a patata che riusciva ad essere grazioso, e la bocca morbida e sensuale. Il vestito era certamente etnico: una tunica color crema con un ampio rimbocco che lasciava fuori le spalle; maniche a sbuffo che si chiudevano ai polsi, una larga cintura in vita e la gonna tagliata di sbieco, tutto decorato con fantasie bordeaux, rosse e arancione. Entrambe erano state vampirizzate a meno di diciassette anni! Con la coda dell’occhio notai che anche Edward le aveva studiate silenziosamente. Forse per un attimo di troppo perché la prima chiese con ironia -Vi piace la mia maglietta?!- l’altra ci fissò. Mi sentì a disagio quando i miei occhi incontrarono i suoi, sebbene li distolsi immediatamente. Lei parlò con voce divertita- Al biondino sì!- Edward rimase impassibile. Okay, forse l’avevano intuito, ma comunque mi ero sbagliata: avevano almeno trecento anni.
-Stavamo dicendo..ah sì! Io sono Kirie!- esclamò la prima. -Io sono Sahèlen- continuò la seconda.
-E tu sei Anita Blake, la Sterminatrice- concluse Kirie. Mi si avvicinò sinuosamente, scendendo gli scalini con la leggerezza...dell’aria. Mi fissò. Cazzo! La situazione non mi piaceva. Non vedevo l’ora di essere a casa sotto le coperte, con il mio pinguino e di non dover cercare di fare la dura se potevo fissare solo il pavimento! Con voce sorpresa, Kirie esclamò- Davvero dormi con un pinguino di peluche?! Allora non sei così dura!- Rimasi a bocca aperta mentre le vampire ridevano. Ridevano di me! Alzai la pistola e la appoggiai al petto di lei, al cuore. La risata si troncò e i suoi occhi divennero gelati. Sahèlen si affiancò alla compagna. Era davanti ad Edward e io non l’avevo vista muoversi.-Metti giù la pistola Anita!-. Nei suoi occhi splendevano fiamme rosse. Sapevo di non dover guardare... Distolsi lo sguardo con enorme fatica. –Non ho intenzione di farmi insultare da voi!-. Continuai a tenere salda la pistola ma..all’improvviso né Kirie né Sahèlen erano più davanti a noi! Mi sentii avvolgere da dietro. –Ma non ti stiamo insultando!- trillò Kirie. –Già..è la verità... Così semplice che possiamo leggerla nei tuoi occhi.- la voce di Sahèlen mi accarezzò. Mi voltai ma, per la quarta volta in quella notte, non trovai nessuno. Erano entrambe di nuovo sull’altare! Anche l’indifferente Edward era spiazzato. Avevano più di quattrocento anni!
–Comunque non siete qui per i convenevoli, giusto?!-Kirie era seduta a gambe incrociate sul tavolo e si limava le unghie. Samara aveva ripreso il violino precedentemente abbandonato sul pavimento. Si apprestava ad accordarlo quando dissi risolutamente -Siamo qui per uccidervi- Sì, probabilmente era una mossa stupida ma avevo perso la pazienza. Mi guardarono insieme e un’esplosione di energia mi soffocò istantaneamente. Sahèlen si era irrigidita. Lasciò il violino a Kirie che lo accolse delicatamente. Ero concentrata su Sahèlen, molto minacciosa ma...guardai nuovamente Kirie, sbalordita perché...stava facendo fluttuare il violino! –Cristo...-mi lasciai sfuggire. –Merda!- fu l’esclamazione di Edward. Lo strumento galleggiava nell’aria e Kirie lo controllava! Sul viso di Sahèlen spuntò un sorriso perfido. –Sei sicura di riuscire a ucciderci?!- gli occhi le brillavano ancora. Le fiamme delle lanterne dardeggiarono.–Ho ucciso vampiri più antichi! Non avete più di quattrocento anni!- esclamai d’impeto. –Ma quanto conosci i nostri poteri piccola Sterminatrice?!- insinuò Kirie. –Abbastanza da potervi impalettare!- Le fiamme balzarono più alte. Cercavo di difendermi con le parole. Ero arrabbiata ma non riuscivo a muovermi. –Piccola, ingenua,.. assassina... – Sahèlen cominciò ad avanzare. Kirie si alzò. Il violino cominciò a suonare, veloce,...da solo. -..tu sottovaluti la nostra potenza...-continuò Kirie. -..tu uccidesti il nostro maestro..- L’odore di frutta e fiori ricomparve improvvisamente:l’odore di Alejandro. Rimasi shockata. Erano le apprendiste del vampiro che avevo ucciso qualche mese prima! – tu...- ricominciò Sahèlen- ...sottovaluti...- il violino cresceva d’intensità -...il valore...- il violino aumentò i virtuosismi, era frenetico. -..della VENDETTA!!!- Il potere esplose dalle loro bocche in quell’unica parola pronunciata all’unisono. Il violino prese fuoco e continuò a suonare, più esasperato, più nauseante. L’odore di frutta e fiori divenne un turbine. Mi sentii malissimo. Urlai. –Ora conosci il nostro potere Anita?!- Le loro voci tuonarono insieme, con una tonalità metallica. Non vedevo nulla. Ero soggiogata, assieme ad Edward. –Non capisci sciocca?! Noi siamo state create insieme, gli opposti! Siamo Yin e Yang, alba e tramonto, aria e fuoco che si compensano!- avevano una voce alterata spaventosa. Non potevo difendermi.

Improvvisamente il turbine cessò. Ero a terra, ansimante, confusa. Mi misi a carponi. Tutto il mondo girava. Vomitai sul pavimento. Edward era al mio fianco, svenuto. Le lanterne erano di nuovo spente. Non c’era luce. Ormai fuori era notte. –Sterminatricee...- la voce di Kirie tintinnò nel buio. –Abbiamo voglia di giocare!- La voce di Sahèlen mi avvolse nel silenzio della chiesa.
Avevo paura.



Personaggi in sintesi

Anita Blake = esercita la professione di risvegliante per l’Animastor inc. Tra i vampiri è conosciuta come la Sterminatrice. Ha ucciso più di una dozzina di vampiri, anche illegalmente, (a mio parere non solo per auto-difesa...)Ha un fisico atletico sebbene sia alta solo un metro e sessantacinque scarsi, capelli e occhi neri. In lei risiede quel tipo di magia che le permette di resuscitare i morti ed essere desiderata e pericolosa per i vampiri.

Edward (il cognome è sconosciuto)= è ricercato praticamente in tutta America per la violazione dei diritti dei vampiri e dei licantropi. Come dice Anita è La Morte incarnata (basta pensare che si è portato un lanciafiamme...) Capelli biondi, occhi azzurri, abbastanza virile, uno dei pochi a non essere attratto da Anita. In poche parole, un concentrato di ipocrisia e competitività non comune.

Jean-Claude (the best!!^^)= È il Master della città. Ha circa quattrocento anni ed è riuscito ad acquistare la supremazia grazie all’aiuto involontario di Anita. Inoltre è attratto da lei e dal suo potere(che sfiga!), anche se lei continua a respingerlo(stronza!)Ha il controllo sui lupi mannari, e gestisce un locale di spogliarello per vampiri, il Guilty Pleasures. Nonostante questo è un tipo che veste all’ottocentesca, con finezza e gusto(si vede che sono di parte?!) Ha capelli di un nero ramato e occhi blu zaffiro, con un corpo mozza fiato! La stessa Anita, anche se non vuole ammetterlo, l’ ha definito”una fantasia erotica in tre dimensioni”

Sceriffo Titus = è lo sceriffo della contea adiacente alla città. Un grosso, stupido, idiota con barbetta e occhi porcini. Era il responsabile del rapimento e della scomparsa di quattro degli otto licantropi uccisi. Organizzava battute di caccia con loro, assieme all’agente Aikensen.

Agente Aikensen = Un idiota dal grilletto facile, complice dello sceriffo: non c’è molto da dire!

Signorina Drew = Anche se in questo brano non è inserita è la responsabile della morte di altri due licantropi. È una strega oscura che voleva utilizzarne le pelli per acquisirne la forza.

Quindi all’appello manca un licantropo...questo è ciò che ha spinto Anita a ricercare la fonte del nuovo potere avvertito da Jean-Claude!


Riassunto spiccio dei tre libri =
1 Nodo di sangue-Durante il primo libro Anita si trova ad affrontare il vecchio master della città: Nikolaos, una vampira di più di mille anni( vampirizzata a dieci...). Tra lotte sanguinose ecc, uccide lei, e i vampiri Valentine e Aubery, lasciando così Jean-Claude come Master( vampiro più antico della città )

2 Il circo dei dannati- Nel secondo libro Anita deve lottare per la sopravvivenza sua e di Jean-Claude, contro due nuovi arrivati: Alejandro, un vampiro azteco e Mr Oliver un master australopiteco( immaginate quanti anni aveva!!) e ovviamente tutti i loro seguaci. In una sfida all’ultimo sangue sta per uccidere Jean-Claude( stronzissima! ) quando, per priorità, uccide Alejandro( poverino! ) e Oliver.

3 Luna nera - Nell’ultimo libro uscito Anita intraprende una relazione con Richard, un lupo mannaro. Contemporaneamente collabora con la polizia e con il branco in un’indagine di licantropi scomparsi. Ovviamente risolve il caso e scopre che due licantropi erano stati squoiati da una strega per acquisirne la forza, e altri quattro usati per battute di caccia dallo sceriffo Titus & Co. L’ultima rimasta era stata assassinata dal marito, George Smitz. Tra i personaggi emergenti vi sono Raina, lupa mannara alquanto sadica, e Gabriel, suo compagno di nefandezze.

 
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