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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: NON CAPIVA CHE L`AMAVO
Genere: Sentimentale, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: it195 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/03/2005 16:48:57

one shot.. si erano conosciuti e per lei era stato subito amore ma il destino certe volte non può fare a meno di mettere zizzannia...
 
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...ADDIO...
- Capitolo 1° -

Non capiva che l’amavo

Qui seduta sul letto ripenso a noi
a quei giorni che il vento ha portato via
quante sere passate allo stesso pub
con gli amici che adesso non vedo più
il suo sguardo era luce negli occhi miei
la sua voce era un suono dolcissimo
quante volte ho pensato di dirglielo
quante volte ho creduto di farcela.

Tu, il ragazzo sempre tranquillo, un po’ lunatico, il classico tipo che in qualsiasi situazione ne è completamente padrone, che sa sempre quello che è più giusto dire e che sembra volere bene a tutti.
Io, la ragazza taciturna, timida, che quando deve parlare in pubblico si sente sempre ridicola, ma che con il suo gruppo stava bene, era accettata e tutti mi volevano bene.
Tu hai fatto l’entrata nel nostro gruppo tre anni fa e da allora non è stato più lo stesso, ti eri integrato senza problemi, ma dopo tre mesi non ci eravamo quasi mai rivolta la parola, per me tu eri l’invasore che aveva calamitato l’attenzione di tutti escludendomi.
Poi qualcosa si è rotto e hai incominciato a parlarmi, e a me sembrava di essere in paradiso.
Le serate passate a far niente sempre nello stesso pub, il San Blas, te lo ricordi?
L’avevo scoperto io, mia mamma aveva portato dei fiori per l’inaugurazione e io seguendola ne ero rimasta piacevolmente colpita.
Le proprietarie erano due giovani ragazze spagnole e nell’arredamento avevano fatto trasparire un po’ di quello strano calore che si respira nei locali spagnoli.
Muri arancione, al posto di tavolini e sedie c’erano di piccoli puff comodissimi con piccoli tavolini, luce soffusa, musica stupenda… adoravamo passare i nostri sabato sera in quel locale…
Io ero cascata nella tua trappola, senza neanche rendermene conto mi ero ritrovata innamorata di te senza via di scampo.
Ore passate a pensarti, miliardi di domande che mi frullavano in testa
“cosa prova per me?”
“devo dirgli quello che provo?”
“come reagirebbe?”
le solite menate da stupida bambina innamorata.
Tantissime volte ho cercato di fartelo capire ma alla fine per troppa paura, rinunciavo.
Da quando te ne sei andato, da quando sei uscito dalla mia vita non faccio che chiedermi
“che cosa sarebbe successo se te lo avessi detto?!”

Ore in macchina a parlare sotto casa sua
si rideva si scherzava e non capiva che
non capiva che l'amavo
e ogni volta che soffriva io soffrivo
quante notti ho pianto senza dire niente
perché? Perché? Perché? Perché?.
Non capiva che l'amavo
e ogni volta che non c'era io morivo
quante notti ho pianto senza fare niente
e mi nascondevo all'ombra di un sorriso
non capiva che l'amavo.

Eravamo amici, si, ma tu per me eri diventato il mondo, il centro del mio universo.
Si può essere amici obbiettivi di una persona che si ama?
Piano piano non si rischia di stereotiparla perdendo così quell’obbiettività che deve esserci in un’amicizia? Conosciamo veramente le persone che amiamo o il sentimento che ci lega a loro oscura dei lati del suo carattere, non permettendo così di avere una visione completa?
L’amore non rischia, a lungo andare, di far perdere la vera persona a cui rivolgiamo questo nostro sentimento per modellarne una nuova che a noi piace di più?
Piano piano la nostra amicizia si è approfondita, avevo l’impressione che anche a te facesse piacere.
Non stavamo insieme ma avevamo un’amicizia speciale, solo nostra, quando parlavamo escludevamo completamente tutte le persone che avevamo intorno.
Mi riaccompagnavi a casa sempre con la tua macchina, piccola e confortevole.
Ma poi quella maledettissima frase
“mi trasferisco a Milano, là l’università è migliore”
Mi sono sentita crollare tutto addosso, ho incominciato a pensare alla tua nuova vita, le nuove persone che avresti conosciuto, le nuove ragazze che ti avrebbero rapito il cuore, la nuova scuola, la nuova casa, e io naturalmente non ero minimamente compresa in tutto questo programma, cut off.
Quando ero triste non ti accorgevi che era per te, non capivi che ti amavo?
Poi sei partito, ci sono stati abbracci, baci saluti e alla fine una lettera che mi hai messo tra le mani, quasi di nascosto.
E il treno ti ha portato via e dopo quattro mesi non sono ancora riuscita ad aprire la lettera.

Il ricordo è una lama nell'anima
un dolore che brucia senza pietà
Il suo nome vivrà nell'eternità
come un segno profondo e indelebile
ore e ore a soffocare tutto dentro me
mi parlava mi guardava e non capiva che.
Non capiva che l'amavo
e ogni volta che soffriva io soffrivo
quante notti ho pianto senza dire niente, fare niente
perché perché perché
non capiva che l'amavo
e ogni volta che non c'era io impazzivo
quante volte ho fatto finta inutilmente
e mi nascondevo all'ombra di un sorriso
non capiva che l'amavo.
..non capiva che... l'amavo.

In camera mia piano piano mi ritornano in mente tutti i momenti passati insieme.
Tutti i giochi, gli scherzi, i tuoi sorrisi, il tuo profumo.
Il tuo profumo… che mi manca tantissimo, spesso sull’autobus mi sembra di sentirlo e mi ritrovo a cercati tra la folla.
Ho questa lettera davanti e non ce la faccio ad aprirla.
In questi quattro mesi ci siamo a malapena sentiti, tutte le volte al telefono avevi la voce scocciata e non facevi altro che ripetermi “MI SENTO SOLO”, ma non sei più venuto a Pisa, ritornerai fra qualche giorno per le vacanze di Natale, me l’ha detti tua mamma.
Perché non mi hai detto niente?

Non capiva che l'amavo
e ogni volta che non c'era io impazzivo
quante volte ho fatto finta inutilmente
non capiva che l'amavo
non capiva che l'amavo
non capiva che l'amavo...

Sono venuta a trovarti e mi hai trattata con freddezza.
Ti sei già dimenticato del tuo passato?
Durante tutto il periodo che sei stato a Pisa non hai fatto che evitarmi e il momento della tua partenza è arrivato in un baleno.
Mi è sembrato di tornare in dietro nel tempo, soltanto che questa volta non mi hai salutata con tutto il calore di quattro mesi fa…
Sulla tua bocca un semplice “ciao” e sei salito sul treno, dal vagone poi ti sei sporto e solo a me hai quasi sussurrato
“ma hai letto la lettera?”
Non faccio in tempo a risponderti, il treno incomincia a partire e ormai non mi senti più.
Corro a casa e mi fiondo in camera mia e mi ritrovo la lettera fra le mani scorro un dito sulla semplice scritta “per te” mi decido finalmente ad aprirla.
Scopro che dentro ci sono due fogli piegati su uno è scritto “se TI sentissi sola” e aprendolo trovo una bellissima foto di noi due abbracciati.
Nel secondo è scritto invece “se MI sentissi solo” e mentre lo apro scivola un biglietto del treno “Milano - Pisa”.
Di nuovo una corsa pazzesca fino alla stazione.
Prendo il primo treno diretto a Milano.
E mi ritrovo a pensare.
La foto è stata scattata al mare, nelle tue ultime vacanze a Pisa.
Non ricordavo nemmeno che tu l’avessi.
Mi ritrovo a fissarla almeno per una mezz’ora.
La metto da parte e passo a leggere il secondo foglio, c’è semplicemente scritto un indirizzo di Milano, bene così saprò dove trovarti.
Rimettendo il tutto dentro la busta mi accorgo di una scritta dietro la foto.
Rimango sbalordita.
Per tutto questo tempo credevo di essere stata io a no essere capita invece…
Ma non faccio in tempo a pensarci molto perché la voce metallica di una signora avverte che il treno è arrivato alla stazione di Milano.
Scendo e appena uscita dalla stazione prendo un taxi.
Arrivata davanti ad un alto palazzo, pago il tassista e il mio cuore incomincia a battere furiosamente.
Entro e mi ritrovo davanti ad un portone suono e mi apre un ragazzo…
“forse ho sbagliato… stavo cercando Francesco..”
e lui mi risponde “tu dei essere la famosa Lisa, no non hai sbagliato, però adesso è sotto la doccia… vieni, entra”
Mi porta in una stanza “aspetta qui, fra poco dovrebbe arrivare..”
Mi metto a sedere sul letto e osservo la camera, è sicuramente quella di Francesco, riconosco le foto sulla scrivania..
D’improvviso la porta si apre ed entri con il tuo solito sorriso che mi fa sciogliere.
Prima che tu corra ad abbracciarmi faccio solo in tempo a dire “guarda, scemo che anch’io ti amo…”

Lo so che non è un gran che, ma non si può fare di meglio durante una conferenza sulla lettura greca…
la canzone è di paolo meneguzzi, e sebbene a me non piaccia molto come cantante le parole di questa canzone mi hanno ispirata...
dedicata a erikuccia, mi grande amica di sito, che deve riprendersi da una "piccola" delusione, e ad Alice mia grande amica di vita.
baci
baci
lisa
ps...chi può commenti^^
 
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