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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: La Stirpe delle Tenebre (Yami no Matsuei)
Titolo Fanfic: IL MIO CUORE RIMARRA` CON TE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: iorichan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/03/2005 15:07:16

ma se sn così scema da postarle ste ks vuol dr ke mi voglio proprio fare male...!!! una fic triste k m è uscita in 1mom no! tsuxhiso! commenti plese!
 
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- Capitolo 1° -

Kst fic, ke nn so neanke cm abbia potuto postarla, m è venuta in mente 1gg ke ero particolarmente triste… ero stata tt il gg in casa a stud, ero nera e m sn messa a scrivere kuasi senza accorgermene. Piano piano sn tornata kll di smpr ma sll skermo del compu c’era kst… così ho deciso di postarla… sn molto tragica, knd voglio, no???
Nn v dk di commentare, xk nn mi aspetto nll da sto skifo, sxo sl ke vi strappi almeno un pensiero positivo… ne dubito, cmq…

IL MIO CUORE RIMARRA’ CON TE

Sono nella mia stanza.
Fuori tutto è grigio, probabilmente rispecchia la condizione della mia anima.
Sta per piovere.
Dense nuvole perlacee si affacciano all’orizzonte, mentre io scruto attraverso il vetro della mia finestra la corsa incessante del vento che scuote le fronde degli alberi.
Odio quest’aria.
Odio tutto quello che mi circonda.
Da quando tu te ne sei andato…
Cos’è che mi rende così irritabile?
Il fatto che tu abbia preferito scappare di fronte ai problemi invece che parlarmene, o che io non sia riuscito a fare aprire il tuo cuore?
Dopotutto io non ho colpa…
Ho fatto tutto quello che potevo, ho cercato di conquistare la tua fiducia, di farmi accettare, ho tentato in tutte le maniere di non essere respinto, come facevi con tutti quelli che si presentavano alla porta della tua anima.
Mi sembrava di avere raggiunto il mio scopo.
Mi sbagliavo.
Illuso, illuso, illuso.
Ecco come mi sento.
Non avrei potuto fare a mano di impicciarmi dei tuoi problemi, eri il mio partner, era quasi un obbligo per me scavare nel passato di ogni mio compagno per capire a fondo chi fosse.
E tu odiavi quel mio comportamento.
Eppure…
Mi sembrava che negli ultimi giorni fossimo diventati più attaccati…
Sinceri…
Intimi…
Credevo di essere riuscito a fare breccia nel tuo cuore straziato dalla troppa sofferenza, mi sembrava di essere riuscito a rimarginare, in parte, alcune sue ferite.
E ancora mi sbagliavo….
Non è contato, per te, il tempo che abbiamo passato insieme?
Non è valso a nulla?
Poggio dolcemente la fronte alla finestra e guardo fuori, una lacrima cade dai miei occhi e scende fino all’incavo del collo.
Perché non ci sei tu ad asciugarmela?
Me lo ricordo bene quel pomeriggio…
Eravamo in ufficio soli, tutto era fermo, il capo ci aveva concesso una pausa per potere mangiare fuori.
Ti avevo chiesto se avessi voglia di uscire.
Mi avevi risposto con indolenza e arroganza.
Come al solito.
Sembrava che non t’importasse nulla di me e dei miei sentimenti.
E, come adesso, una piccola goccia, pregna di tutta la mia tristezza e solitudine, era scesa lungo la mia guancia, rimanendo ferma sulla mia pelle.
E tu te n’eri accorto.
Avvicinandoti a me, mi avevi preso il volto tra le mani e avevi leccato via la lacrima, dandomi poi un bacio sulla bocca.
Le nostre labbra si erano incontrate, così come le nostre lingue, che avevano subito intrapreso una danza di fuoco, un carosello d’amore, una battaglia passionale senza vincitori né vinti.
Mi ero lasciato trasportare dalle mie sensazioni, dal tuo profumo inebriante, dalla tua immagine così dolce e rassicurante al contempo, ma anche tanto fragile.
Mi avevi catturato.
Con il tuo sguardo giada, le tue parole acide, le tue movenze aggraziate.
Ero certo di amarti.
E pensavo che tu contraccambiassi.
Stupido, stupido, stupido.
La vita non è fatta per gli stupidi.
Io che penso che tutto si possa sistemare con il tempo, io che penso che i rapporti con le persone si possano migliorare se solo lo si vuole, io che penso che niente è impossibile se si ha la volontà dalla nostra, io che penso che tutto può diventare come si desidera…
Io penso, ma non agisco mai.
Mi sento fuori da tutto, lo schema stesso della vita mi sfugge davanti agli occhi, non riesco più a capire a cosa serva tutto quello che ci sta intorno.
Ed io a cosa servo?
A soffrire?
Sono stato creato esclusivamente per questo?
Non capisco più nulla…
Osservo il mondo al di fuori della mia stanza, vedo donne e uomini che passeggiano, si sbrigano a tornare alle loro tiepide case per non correre il rischio di bagnarsi.
E penso che tutto questo sia solo uno scherzo crudele.
Chi siamo noi?
Per cosa siamo stati fatti?
Pedine, giocattoli in mano ad una volontà divina più forte di noi, più forte di chiunque altro…
Anche del regno in cui io stesso lavoro.
Niente ha una mente propria.
Si può pensare di essere noi a dire una determinata cosa, a fare una determinata azione, ma non è così, in realtà fa tutto parte di un piano enorme e crudele, che esula dalla competenza dell’uomo.
Uomo…
Una creatura così fragile.
Io sono così.
Fragile.
Mi sento in bilico su un baratro, come se stessi per cadere.
E se questo succedesse, allora io mi spezzerei, infrangendomi in mille pezzi, coma un cristallo dalle mille sfaccettature che si strazia al solo contatto con il freddo marmo del pavimento di un museo.
E tu non sei con me a sorreggermi.
Con un movimento veloce mi stendo sul letto, nascondo la faccia nel cuscino e piango silenziosamente: da quanto non lo facevo?
Mi è capitato qualche volta, lo ammetto.
Ma da quando tu eri entrato a fare parte della mia vita, tutto era cambiato.
Poteva succedere, a volte, che mi capitasse di sentirmi tagliato fuori da tutto, in me affioravano i vecchi ricordi che mi avevano tormentato prima del tuo arrivo.
Ma tu mi consolavi sempre, a dispetto della tua età decisamente inferiore rispetto alla mia.
In quei momenti credevo davvero che ci sarebbe potuto essere qualcosa tra noi.
E, in effetti, c’è stato…
Non mi dimenticherò mai la notte che abbiamo passato.
Proprio qui, sul mio letto.
Abbiamo fatto l’amore insieme, ci siamo donati l’uno all’altro più volte, io ho assaggiato la tua pelle candida e tu hai fatto lo stesso con la mia.
Ci siamo addormentati nello stesso momento, stretti in un dolce abbraccio di tenerezza.
Ma da qual giorno tutto è cambiato.
Tu non sei stato più lo stesso.
Freddo, irascibile, scostante…
Me lo immaginavo.
I sogni non possono durare.
Mi odiavi così tanto?
Mi detestavi a tal punto da non potere più rimanere?
Non riuscivi più a lavorare con me?
Non potrai mai capire come mi sia sentito…
Stamattina.
Il capo mi ha chiamato, ed io sono entrato nella sua stanza.
Mi ha detto che tu non eri a lavoro.
Ho risposto ironicamente che non me n’ero accorto, anche se la tua presenza per me è come un balsamo ristoratore che placa la sofferenza del mio animo.
Mi ha rivelato che eri partito.
E che non saresti più tornato.
Non ho battuto ciglio.
Ma la verità si è intrufolata nel mio cervello, sbattendo sulle pareti della mia testa come un ronzio doloroso e ininterrotto che non mi da pace.
Ancora adesso…
Hai preferito lasciarmi senza una parola, piuttosto che rivelarmi cosa non andava in me.
Ti reputo un vigliacco.
Ma non riesco ad odiarti.
Non potrei mai, più lo voglio e meno ci provo.
Infantile, infantile, infantile.
Ti rivorrei con me, come un bambino che anela al suo giocattolo rotto.
E so che non sarà mai così, tu non ci sarai più.
Non capisco perché tu abbia voluto agire in questo modo, ma rispetto la tua decisione.
Anche se questa mi fa stare male.
Spero solo che adesso tu stia meglio.
Non sono riuscito a darti quello di cui avresti avuto bisogno.
Scusa, scusa, scusa.
Ho deciso di dormire.
Forse nell’oblio del sonno sarò capace di trovare la tanta agognata quiete che cerco ormai da stamattina.
Buonanotte Hisoka.
Desidero solo il meglio per te.
Ti auguro tutto il bene possibile.


Intanto, a qualche chilometro di distanza, un ragazzino dagli splendidi occhi verdi e dolci capelli chiari stava seduto di fronte ad un immenso tavolo intagliato in legno.
Di fronte a lui stava il maestoso Re, colui che giudicava i rimpianti dei defunti così da scegliere il più adatto per divenire uno dei tanti Shinigami al suo servizio.
-Tu sei Hisoka Kurosaki?-
-Si…-
-Sai perché sei stato convocato?-
-Si…-
-Abbiamo deciso che non sei adatto per rimanere uno Shinigami. Hai raggiunto il tuo scopo, scoprendo chi ti aveva ucciso. Adesso puoi tornare. Sarai privato del tuo corpo umano, e della possibilità di fare la spola tra cielo e terra. Sarai giudicato come ogni anima che deve morire.
Penso che tu non abbia fatto parola con nessuno di questo.-
Il fanciullo abbassò gli occhi, mentre un’espressione triste gli si dipingeva sul volto.
-No…-
-Bene, allora…-
-Aspetti, per favore! Un ultima cosa…-
-…-
-Cosa succederà a Tsuzuki?-
-Gli sarà affidato un nuovo partner, com’è sempre stato…-
Il ragazzino sorrise amaramente, mentre alcune persone lo facevano alzare e lo conducevano in una stanza in cui riposarsi, in attesa del giudizio finale.
Non appena fu solo, il sedicenne si stese sul letto, rivolgendo il proprio pensiero al moro che aveva lasciato, senza neanche una parola d’addio.
“Non te la prendere.
Il nostro rapporto non era fatto per durare.
Spero solo che tu trovi il modo di essere ancora felice senza di me…
Ti amo Tsuzuki“.

In camera del moro…
Il ventiseienne si girò nel sonno, mugolando qualcosa.
-Ti amo anche io…-

*OWARI*
Nn dk nll, sl… sxo ke nn sia una stronzata totale! Decidete voi!
Baci…
PS: Naturalmente tt inventato di sana pianta… dopotutto è 1opera di fantasia!

 
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