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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: BATTAGLIA PER LA CONQUISTA DEI SENTIMENTI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: aladia-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/03/2005 21:17:31

a volte esprimere i sentimenti a parole è difficile.ma se hai una persona speciale ad aiutarti,ce la puoi fare!
 
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- Capitolo 1° -

Note (non è necessario leggere!)_ All'inizio questa era una au di Saiyuki (se l'avete letta, è quasi identica), ma ho deciso di modificarla per farla diventare una storia un po' meno da manga, diciamo così. Differenza sostanziale è che mentre "l'altra era uno shonen ai tra Sanzo e Goku, qui è semplicemente un riflesso d'affetto profondo, in cui il sentimento è più quello tra fratelli. E con questo, anche chi non conosce Saiyuki potrà leggere questa storia, che a mio parere è una delle più dolci che io abbia scritto. Naturalmente accetto volentieri sia critiche che complimenti al fermo-posta. Buona lettura.
Aladia-chan

Battaglia per la conquista dei sentimenti

Capitolo 1

Alex e Max stavano come al solito tornando dall'università quando incontrarono Josh.
Josh- Ehilà, come va, biondina e mister amo i libri?
Alex- Taci o giuro che ti ammazzo!
Josh- Vuoi fare a botte?
Alex- Stupido, lo sai che perderesti, non farmi sprecar tempo.
Max- Su, su, per favore.
Max era sempre stato il più calmo fra i tre, e si era sempre dedicato molto allo studio, aveva modi pacati e tranquilli, nessuno lo aveva mai visto perdere la pazienza, Alex invece era sempre stato un tipo solitario, scontroso, accettava la compagnia di Max solo perchè il ragazzo era piuttosto gentile e non si impicciava mai degli affari suoi, mentre Josh aveva sempre preferito stare sulle belle ragazze piuttosto che sui libri, e non faceva che prendere in giro Alex, perchè non sopportava che Max, suo migliore amico da sempre, avesse a che fare con un tipo come quello.
Josh- E va bene. Ma solo perchè sei tu Max. Beh io vado…ci vediamo a casa.
Josh e Max, da quando andavano all'università, avevano preso un piccolo appartamento insieme, in modo da poter dividere le spese, ma Max si sentiva sempre in debito verso l'amico, che praticamente lo aveva preso dalla strada e si era preso cura di lui, che a quel tempo era un fumatore incallito che oltretutto beveva troppo. Alex invece aveva sempre vissuto in una casa niente male, per quanto ne sapessero i suoi amici, benché lui non li avrebbe mai definiti tali, e condivideva questa con un ragazzino che aveva conosciuto qualche anno prima, da dove sbucasse fuori, questo i suoi amici non lo sapevano, una volta che Josh aveva provato a chiederglielo, gli era arrivata un'eloquente occhiataccia equivalente a "fatti i fatti tuoi altrimenti ti ammazzo", e da quando gli era stato rivolto quello sguardo gelido, il ragazzo dai capelli rossi non aveva più osato toccare l'argomento.
Max- Ehi, Puck non esce tra poco da scuola?
Alex- Sì…mi secca andarlo a prendere, ormai è grande, potrebbe anche tornare a casa da solo.
Max- E gliel'hai detto?
Alex- Uh? Non ancora, ma ho intenzione di farlo oggi stesso.

Puck guardava ogni tanto fuori dalla finestra, stava per piovere…certamente Alex non sarebbe stato di buon umore…aveva sempre paura che un giorno Alex lo lasciasse, non venisse più a prenderlo…si sentiva così stupido, ad avere certe paure, eppure da quando era stato abbandonato, non aveva potuto fare a meno che provare paura, paura che sarebbe stato un giorno di nuovo solo.
Prof- Allora Puck Lensiton, cosa c'è di tanto interessante là fuori?
Puck trasalì. Era talmente perso nei suoi pensieri che non si era accorto che il professore di matematica si era avvicinato al suo banco. Arrossì per l'imbarazzo e cercò di scusarsi...non sopportava il modo di fare di quel professore, sempre così cinico e sprezzante.
Puck- Nu…nulla.
Prof- Allora come mai eri disattento?
Puck- Mi spiace. Mi metta pure una nota se serve.
Prof- Io non so proprio…
Ma in quel mentre suonò la campanella che segnava la fine di quella giornata di scuola, e tutti si affrettarono ad alzarsi eccetto Puck, mentre il professore era rimasto immobile ad aspettare che gli altri alunni scendessero. Quando furono soli il professore riprese.
Prof- Io non so proprio che fare con te, Puck Lensiton. Se solo ti impegnassi un po' di più, potresti andare molto meglio…mi piacerebbe parlare con qualcuno della tua famiglia.
Puck- “Famiglia? Io non ce l'ho…ma Alex si arrabbierebbe?” Vedrò che posso fare.
Puck si apprestò ad uscire, stava già piovendo, e non aveva certo intenzione di far arrabbiare Alex anche per essersi fatto aspettare. Per il corridoi però incontro il professore di scienze, un tipo alto, con i capelli scuri, che gli sorrideva sempre, di solito un tipo calmo, anche se ogni tanto pure la sua pazienza veniva meno. Con lui era sempre stato gentile, mai troppo invadente, e Puck si sentiva abbastanza a suo agio con lui.
Lucas- Ah, Puck Lensiton.
Puck- Sì, professore?
Lucas- Vai a casa? Sappi che se avessi bisogno di qualcuno che ti aiuti a studiare io dò volentieri una mano agli studenti.
Puck- No, non ho bisogno di nulla, grazie comunque. Ora devo andare. “Tutti sanno che non vado troppo bene a scuola?”
Lucas- Certo, ci vediamo domani allora.
Lucas sospirò. Quel ragazzo lo inteneriva, ricordava come era stato lui da giovane, e si sentiva molto simile a Puck, anche se in confronto il suo alunno era molto più riservato, molto più chiuso, quasi spaventato perennemente da qualcosa, e lui sentiva il bisogno di parlargli, ma sapeva che se fosse stato troppo invadente, Puck non gli avrebbe più parlato in modo naturale, lo avrebbe allontanato, benché non gli avesse permesso di avvicinarsi troppo, piano piano lui stava cercando di far breccia nelle sue difese per poter essere partecipe in qualche modo della sua sofferenza.

Alex- Tsk…si può sapere perchè ci mette tanto, quel moccioso?
Max lo aveva lasciato appena aveva iniziato a piovere, scusandosi e dicendogli che sarebbe stato meglio per lui tornare subito a casa, anche per sapere se Josh stava bene, conoscendolo…Alex gli aveva risposto che non doveva dargli alcuna spiegazione e che se voleva andare, non doveva certo chiederglielo. Max gli aveva fatto uno dei suoi soliti sorrisi, contento della schiettezza dell'amico, anche per questo gli piaceva come persona, anche se fuori poteva sembrare antipatico, inavvicinabile o quasi di ghiaccio bastava sapere come prenderlo.
Puck- Alex!
Alex- Stupido idiota, si può sapere cosa stavi combinando? Sono cinque minuti che ti aspetto qua sotto la pioggia, e sei fortunato che avessi l'ombrello altrimenti non sarei venuto a prenderti!
Puck sentì un nodo in gola a quelle parole…chissà se Alex avrebbe capito quello che provava…
Puck- Mi…mi spiace. E' solo che…
Alex- Qualsiasi cosa sia non ho intenzione di starne a parlare qui sotto la pioggia, su andiamo a casa.
Puck era contento che piovesse, così almeno poteva stare vicino ad Alex, sotto l'ombrello, poteva tenere il viso basso, in questo modo Alex non si sarebbe accorto che i suoi occhi luccicavano…Puck si morse le labbra per scacciare le lacrime e fortunatamente ci riuscì. Da quando Alex lo aveva preso con sé, non aveva mai pianto, o meglio l'aveva fatto, ma mai di fronte a lui, non osava immaginare neanche lontanamente che faccia avrebbe fatto Alex, infatti aveva paura che lo guardasse con indifferenza, ancora adesso si chiedeva che cosa lo avesse spinto a prenderlo…in fondo era strano. Puck non aveva certo un bell'aspetto quando Alex lo aveva trovato, in pratica faceva una grande pena a guardarlo, ma Alex non era il tipo, non era il tipo di persona che si accolla il peso di un altro solo per pietà. In realtà, Puck cercava un qualsiasi motivo diverso da quello, perchè pensare che lo tenesse perchè gli faceva pena, lo faceva stare ancora peggio.

Arrivati a casa Alex andò dritto filato a fare un bagno rilassante, mentre Puck andò nel bagno accanto e si infilò sotto la doccia senza neanche togliersi i vestiti: ora che finalmente era solo si mise a piangere, in silenzio, le sue lacrime si mescolavano con l'acqua quasi bollente che aveva aperto…sicuramente Alex si sarebbe arrabbiato per i vestiti, ma non gli importava adesso, si sentiva così triste, così solo…
Alex intanto aveva deciso di fare un bel bagno bollente, insomma qualcosa che gli facesse dimenticare quello che stava provando…che stupido, pensò, come se dell'acqua bastasse a scacciar via i ricordi...nonostante tutto rimase immerso nel profumo del bagno più a lungo che potè, finché non si sentì stordito per via dell'acqua troppo calda. Che strano, Puck non aveva detto più nulla, certo lui era andato subito in bagno, ma in fondo avrebbe potuto fermarlo, in fondo era pur sempre un moccioso, in fondo…Alex si asciugò in fretta e si vestì, i suoi soliti pantaloni e la maglietta neri che usava per dormire, poi legò i capelli biondi ancora umidi in un piccolo codino e si accorse che Puck non era ancora uscito dal bagno, altrimenti la porta della sua stanza non sarebbe stata chiusa, Puck non chiudeva mai la porta. Per sicurezza aprì la porta della stanza ma come aveva immaginato Puck non c'era, accidenti che stava combinando…Alex decise di sedersi e aspettare che Puck uscisse dal bagno, di solito non ci metteva così tanto, poi per una semplice doccia, e quando pioveva di solito diventava triste anche lui, quasi contagiato dal malumore di Alex. Dopo un tempo che gli parve interminabile vide finalmente Puck che usciva con il suo pigiama color cioccolato, il viso e i capelli ancora umidi per la doccia, un'espressione molto triste sul suo volto che si tramutò in stupore quando si accorse di Alex sul divano.
Puck- A…Alex sei ancora qui? “Non stai studiando?”
Alex- Si può sapere perchè ci hai messo tanto? Cominciavo a pensare che ti…
Puck- Cosa? Che pensavi?
Alex distolse lo sguardo, non riusciva a credere a quello che stava per dire…cominciava a pensare che gli fosse successo qualcosa, cominciava a preoccuparsi! Poi cercò in tutti i modi qualcosa di cui parlare, qualsiasi cosa per far svanire quella sensazione…
Alex- Allora, mi vuoi dire come mai prima ci hai messo tanto a uscire da scuola?
Puck- Beh…prima il professore di matematica mi ha parlato, poi ho incontrato il professor Lucas…
Alex- E di cosa avete parlato? “Io ho sempre odiato quei professori…va beh che li odiavo tutti, però…”
Stavolta fu Puck a evitare lo sguardo indagatore di Alex, si sentiva a disagio, lì, in mezzo alla stanza, mentre Alex se ne stava comodamente seduto, quindi decise di sedersi vicino a lui, ma non troppo, sapendo che non era proprio il caso.
Puck- Il professore di matematica mi ha detto…
Alex- Che ti ha detto?
Puck- Alex, però non ti arrabbiare!
Alex- Non mi arrabbio moccioso, ma tu dimmi.
Puck- Va bene. ha detto che se stessi più attento potrei andare meglio.
Alex- E come mai?
Puck- Te l'ho detto…p…perchè sono disattento…
Alex- Intendevo dire perchè sei disattento? A che cosa pensi?
Puck- “Alex come posso dirti questi pensieri? Ho troppa paura, ho troppa paura che tu mi guardi con freddezza, o peggio con disprezzo…che mi consideri un debole” …
Alex- E allora? Lucas invece che ha detto?
Puck- Dice che lui dà sempre una mano agli studenti che hanno bisogno…
Alex- E allora? Tu non hai bisogno di aiuto…o forse ce l'hai?
Puck- Uhm...veramente io...penso di sì… “Ti ho deluso Alex?”
Alex- Tsk, guarda che anch'io ho fatto il liceo, se hai bisogno di qualcosa ti potrei aiutare benissimo io…
Puck- Ma…e l'università…?
Alex- Sono benissimo capace di fare queste due cose insieme, non sono certo un moccioso come te.
Puck- Ma potresti…ma lo vuoi?
Alex- Tsk…non ho niente di meglio da fare, quindi non discutere…
Puck- Grazie, grazie Alexuccio!
Alex- “Alexuccio?!?!” Eh? Non provare mai più a chiamarmi così stupido idiota!
Allora Alex prese la prima cosa che gli capitò tra le mani, ovvero un libro di scuola non troppo pesante, e prese a sventagliate Puck, che comunque era contentissimo, non gli importava che Alex lo colpisse, non gli importava nulla; pur di non sentirsi solo avrebbe sopportato anche questo, qualsiasi cosa pur di non essere di nuovo solo.

Capitolo 2

Puck- Ehi Alex, cos'hai?
Alex- Nulla…”Già avevo deciso di dirglielo!”
Puck- Scusa…
Alex- Eh? Di che cosa?
Puck- So…sono tanto curioso.
Alex- Tsk…dimmi che vuoi sapere moccioso, ma non sperare che risponda.
Puck- Questa casa è proprio tua?
Alex- Tsk, che domanda, certo che è mia!
Puck- E come l'hai avuta?
Alex- Mi è stata lasciata.
Puck- E da chi?
Alex- Questi non sono fatti tuoi!
Puck- Sì, scu…scusa.
Alex del resto un po' lo capiva. In fondo lui si era ritrovato lì, con un tipo non proprio socievole, e non aveva mai fatto domande, anche se più volte era stato sul punto di farlo.
Puck- E…”No, no, no, non posso chiederglielo!”
Alex- Che c'è?
Puck- Nulla…nulla.
Alex- Guarda che non ti mangio mica se parli.
Puck- “In fondo me l'ha detto lui…” I tuoi genitori...?
Alex- Non ne ho. Sono orfano.
Puck rimase a dir poco allibito. Alex, il suo Alex…certo finora non aveva mai sentito Alex parlare di questo, ma aveva creduto che non lo facesse semplicemente perchè era nel suo carattere…e invece era solo…come lui…
Alex- Cos'è quella faccia? Ti sembra tanto strano?
Puck- N…no, scusa, scusami…
Alex- (Ma che mi passa per la testa a dire queste cose al moccioso?) Tsk…
Puck- (Sei arrabbiato Alex?) …
Alex- Su, è ora di andare a dormire.
Puck- Uhm…sì.
Alex- Ma insomma perchè ti comporti sempre come un moccioso? Lo vuoi capire che hai quasi diciassette anni ormai? Dovresti cominciare a tornare a casa da solo, non posso sempre venirti a prendere…
Puck- Eh? No, Alex, per favore, no, starò buono, ma tu non farmi stare solo.
Alex notò una leggera punta di disperazione nel suo tono…il modo in cui diceva quel termine…solo…Alex si alzò e andò nella sua stanza senza più guardare Puck, mise le spalle alla porta, ma presto il ragazzo poggiò le mani dall'altro lato e Alex lo sentì sospirare.
Puck- Alex, ti prego farò qualsiasi cosa, ma non lasciarmi solo, ti prego, ti prego!
Alex- Va bene, basta che tu stia zitto, stupido moccioso, e ora fila a dormire se non vuoi che cambi idea.
Sentì Puck andare piano nella sua stanza, poi si buttò nel letto e non pensò più a nulla finché non udì di nuovo la pioggia…e dire che il suo solo stesso nome lo faceva stare male…la pioggia, lì a ricordargli il giorno della sua morte…

******************************************Flashback di Alex***********************************************
Alex- Mick, vieni un momento qui.
Mick- Cosa c'è?
Alex Lensiton non si era pentito di avergli dato quel nome, non gli dispiaceva affatto, ma aveva visto come gli altri ragazzini trattavano il suo Mick, non sopportava che lo prendessero in giro, anche se il ragazzo non aveva mai risposto poteva ben immaginare che per lui non fosse certo piacevole sentirsi schernire ogni giorno.
Alex- Cosa ne dici se d'ora in poi ti chiamassi come me?
Mick- Non dovreste preoccuparvi per questo…insomma, proprio come voi?
Alex- Allora, per piacere, fallo per me.
Mick- Eh? S…sì, se insistete…

*******************************************************************************************************

Era stato felice allora, di poter avere lo stesso nome di suo padre…sì, padre, perché oltre ad averlo cresciuto, senza accorgersene gli aveva insegnato tante cose, lo aveva scelto fra tanti senza un motivo preciso…almeno così sembrava.

************************************************Passato**************************************************

Alex Lensiton aveva sempre vissuto solo fino a quel momento, ma aveva improvvisamente sentito il bisogno di qualcuno, un qualcuno con cui condividere la sua vita, purtroppo però non amava la compagnia degli adulti, erano così finti con lui…
Appena arrivato aveva subito notato un bambino biondo, che doveva avere non più di sette anni, che se ne stava appoggiato al muro senza dire una parola, con un'espressione del tutto indifferente, che non mutò quando alzò leggermente il viso per vedere chi stesse arrivando; contemporaneamente al momento in cui gli occhi di Alex incontrarono le ametiste del fanciullo, si udì una voce provenire dall'interno.
Donna- Quel bambino è strano, scontroso e solitario, non l'ho mai visto ridere né tantomeno piangere, non so perchè ma riesce sempre a farmi innervosire anche se non fa nulla di male, io proprio non so che fare…
Alex entrò interrompendo la donna.
Alex- Scusate, vorrei prendere con me il ragazzino di cui parlate.
Le donne lo guardarono un istante sorprese, poi lo riconobbero, tutti conoscevano quell'uomo…
Donna- Ma, ma…siete sicuro della vostra scelta?
Intanto il fanciullo era entrato attirato da quella che per lui era una frase che non avrebbe mai pensato di sentire. Alex si accorse di lui e nel parlare fissò quei meravigliosi occhi viola.
Alex- Certo, sono sicurissimo.
Il biondino non aveva minimamente cambiato l'espressione indifferente che aveva sul viso, ma dentro era sorpreso e curioso di sapere il motivo di quella scelta.
Donna- Signor Lensiton, vi prego, ripensateci…
Alex - Spiacente, ma io non cambio mai idea.
Donna- Come desiderate. Tu, potresti almeno mostrare un po' di riconoscenza, non credi?
Ma il fanciullo per tutta risposta uscì e tornò a poggiarsi sul muro nella stessa posizione di prima. Perchè mai un uomo come Alex Lensiton…cosa aveva spinto un uomo come lui a quella scelta? Ci stava ancora riflettendo quando l'uomo in questione uscì dall'edificio sorridendogli per la prima volta, facendogli sentire una strana sensazione…una sorta di dolcezza, quello che finora gli era mancato.
Alex- Allora, vogliamo andare?
La sua voce era così dolce, tranquilla, serena...senza una parola gli si avvicinò guardandolo negli occhi senza timore.
Alex- Come ti chiami?
Ragazzo- Veramente io…non ho un nome.
Alex rimase sorpreso, non credeva che si potesse fare una cosa del genere…lasciare un bambino senza un nome con il quale sentire la propria identità, decise subito che gliene avrebbe dato uno al più presto. Intanto lo prese per mano, una mano piccola che nonostante la freddezza del ragazzino trasmetteva paura, Alex questo sentì attraverso quel contatto. Quando furono a casa, ebbe una strana reazione, guardava tutto con indifferenza, o meglio ci provava inutilmente, infatti lo capì guardando Alex che sorrideva dolcemente, in modo comprensivo, senza mai distogliere gli occhi dai suoi, allora il biondino gli si avvicinò e lo fissò.
Alex- Mick…ti piace questo nome?
Ma Mick non rispose…non avrebbe mai detto di no, era sempre più sorpreso e si sentiva anche confuso, non aveva alcuna intenzione di contraddire quell'uomo.
Piano piano Alex Lensiton riuscì a fare breccia nell'indifferenza di Mick, e capiva che il fanciullo gli voleva bene, questo lo sapeva, così come pure sapeva che mai avrebbe espresso a parole i suoi sentimenti. Aveva anche pensato di mandarlo a scuola, in fondo sarebbe stato normale, ma già non sopportava che gli altri ragazzi lo schernissero, e in più non voleva separarsene per nessun motivo. Perciò gli insegnò lui tutto ciò che sapeva, questo era anche un altro modo per passare del tempo insieme, Alex non si sentiva più solo, e neanche Mick. Poi un giorno era arrivata la domanda che da tanto tempo attendeva, ma che fino ad allora il ragazzo non aveva osato fare.
Mick- Padre -ormai aveva preso l'abitudine di chiamarlo così- perchè quel giorno mi avete scelto?
Alex sorrise e gli rispose con il suo solito tono dolce e pacato.
Alex- Mick, quel giorno, quando i nostri sguardi si sono incrociati, mi è sembrato che tu stessi aspettando proprio me. Mi hai colpito, e ho capito subito che non avrei più potuto fare a meno di te.
Poi Mick era cresciuto e Alex aveva pensato di cambiare il suo nome, per Mick andava bene, era contento di avere lo stesso nome di suo padre, era stato veramente felice, ma come al solito non era riuscito ad esprimere a parole ciò che sentiva nel cuore. E alla fine, poco tempo dopo quell'evento, quando Mick aveva appena tredici anni, suo padre se ne era andato, portandosi via con sè il suo cuore e la sua anima, lasciandogli tutti i suoi beni. Alex aveva desiderato andare a scuola, si era iscritto a un liceo, in questo modo credeva di riuscire a dimenticare, a distrarsi dai suoi ricordi dolorosi…ma si era sbagliato. Tutti lo guardavano da lontano, nessuno si avvicinava a lui, e per questo si sentiva ancora Mick il ragazzino senza genitori, come lo schernivano quand'era ancora molto piccolo. Ma poi un ragazzo gli aveva rivolto la parola in modo gentile, avevano cominciato a studiare insieme, forse erano persino diventati amici, nel frattempo Alex aveva trovato e preso con sè Puck. Un giorno, quando frequentava ancora il liceo, mentre tornava a casa, aveva preso una strada diversa; non sapeva dove stava andando, ma poi aveva visto quel ragazzino, tutto raggomitolato su se stesso, aveva subito pensato a lui come ad un moccioso…quando senza rendersene neanche conto gli aveva detto di seguirlo Puck lo aveva guardato con un'espressione impaurita e confusa, allora gli aveva teso una mano e allora il ragazzo non se l'era fatto ripetere ancora, gli si era aggrappato con tutta la sua forza…la forza della disperazione, non aveva detto una parola, i due erano tornati a casa mano nella mano e da allora nessuno dei due era più stato solo…

*******************************************************************************************************

Capitolo 3

Puck chiuse la porta della sua stanza, un attimo dopo si ritrovò di nuovo a piangere, non capiva, non capiva bene perchè si sentiva così, ma sentiva solo paura che unita a una gran confusione lo faceva stare malissimo, si sentiva inutile, non sopportava se stesso. Continuava a farsi domande a cui solo Alex avrebbe potuto rispondere, ma naturalmente lui non aveva il coraggio di fargliele, troppo timoroso delle risposte che avrebbe potuto sentire. Si ricordava bene quando Alex l'aveva preso con sè, lui stava lì seduto tutto solo, era stato lasciato solo, e ormai aveva esaurito le sue forze, non piangeva neanche, poi una voce…
Alex- Vieni con me, seguimi.
All'inizio non ci aveva creduto, lo aveva guardato incredulo, chiedendogli silenziosamente se era un frutto della sua immaginazione o se era davvero la realtà, il biondo per risposta gli aveva teso una mano e lui l'aveva presa in silenzio, troppo incantato dal colore dei suoi capelli splendenti, un oro che splendeva come il sole in mezzo al buio di quella giornata, mentre i suoi occhi erano delle meravigliose pietre viola che coloravano la sua anima facendogli dimenticare la sua solitudine. Poi l'aveva condotto nella sua casa, un posto non troppo grande, ma ben arredato con oggetti di buona fattura. Sorpreso Puck aveva fatto di tutto per non essere maleducato, quel ragazzo lo intimoriva un po', ma poi il suo spirito allegro aveva preso il sopravvento e aveva sorriso, aveva rivolto un sorriso dolcissimo a quel bel ragazzo biondo che gli aveva subito affibbiato il suo soprannome.
Alex- Ehi, moccioso, come ti chiami?
Puck- Mo…moccioso io?
Alex- Sì, dico proprio a te moccioso.
Puck- Mi chiamo Puck.
Alex- Tsk, comunque sei proprio un moccio…
Ma Puck felice gli si era appiccicato ripetendo in continuazione "grazie".
Alex- Moccioso appiccicoso, staccati.
Puck- Sono felice, sono felicissimo!
Alex- E ora va' a lavarti che hai proprio bisogno di un lavaggio…quello lì è il bagno, su sbrigati se vuoi la cena.
Puck non se l'era fatto ripetere, aveva molta fame, era corso a fare la doccia e poi si era accorto che non aveva vestiti di ricambio.
Puck- (Non so neanche come si chiama, che stupido non gliel'ho chiesto!!!) Ehi!!!
Alex- Che c'è?
Puck- Non ho vestiti di ricambio.
Alex- Prendi quelli che ci sono lì.
Puck li prese, erano così strani, ma avevano un buon odore...lo stesso che aveva sentito abbracciando il biondo…poi era uscito e aveva trovato la cena, aveva veramente una gran fame…Alex lo aveva guardato con un'espressione del tutto indifferente al suo vorace mangiare, l'unico commento l'aveva fatto alla fine.
Alex- Sei proprio un moccioso.
Puck- Tu…come ti chiami?
Alex- Mi chiamo Alex.
Intanto che Puck mangiava Alex aveva pensato a dove farlo dormire…finora lui non aveva mai usato la stanza di suo padre, e non aveva certo intenzione di farla usare a un moccioso, perciò diede la sua stanza a Puck e andò a dormire in quella del suo tutore. Puck era felicissimo…aveva capito che quella era la stanza di Alex, era tutta piena del suo profumo, si chiedeva come mai gliela avesse data, ma prima di finire in ragionamenti complicati aveva sentito una grande paura di essere nuovamente abbandonato, avrebbe voluto andare da Alex a dirglielo, a parlargli, a fargli promettere che non lo avrebbe lasciato, ma nulla, non poteva, non poteva dare fastidio fin da allora, fin dal primo momento. Poi il giorno dopo quando Alex se ne stava andando era rimasto molto dispiaciuto.
Puck- Aspetta Alex dove vai?
Alex- Vado a scuola. Tu intanto leggi…sai leggere?
Puck- Sì, non sono mica un moccioso.
Alex- Certo che lo sei…comunque leggi uno di quei libri che ti ho preparato sul tavolo, dopo voglio che mi racconti quello che hai letto, quindi vedi di leggere seriamente, se hai fame la casa è ben rifornita, ci vediamo stasera.

Puck aveva paura ogni giorno che Alex non tornasse, ma sapeva che era una sciocchezza, perchè mai Alex non avrebbe dovuto tornare a casa sua? Puck aveva fatto del suo meglio, quando Alex era tornato era in compagnia di un ragazzo dagli occhi verdi, i capelli castani corti e un sorriso sul viso.
Puck- Alex…
Alex- Che c'è?
Max- Ciao! Alex scusa ma credevo avessi visite…
Alex- Infatti non ne ho. Questo moccioso vive con me.
Puck- Moccioso a chi, Alex?
Alex- Stupido moccioso a te, hai capito?
E Alex si mise a prendere a sventagliate Puck con un libro che aveva ancora in mano, mentre il ragazzo cercava inutilmente di ripararsi la testa con le mani.
Max- Su, su.
Alex- Tsk…”Dannazione perchè mi agito tanto? Max non avrà certo nulla da dire…”
Puck- Alex, io ho fame!!!
Alex- Moccioso , tu hai sempre fame!
E si diede di nuovo da fare con il suo libro, finché Max non li fermò di nuovo.
Max- Come ti chiami?
Puck- Mi chiamo Puck, e tu?
Max- Io sono Max, lieto di conoscerti Puck.
Dopo Max non aveva più conosciuto nessuno, immaginava che Alex non avesse altri amici a causa del suo comportamento chiuso e distante, ma in fondo se a lui stava bene così, perchè Puck si sarebbe dovuto impicciare? Ripensandoci capì che magari era stato proprio Alex a scegliere di vivere così, perciò non si era immischiato.

Puck sentì di doversi alzare, qualcuno lo stava chiamando, una voce al di là della porta…poi la porta si aprì di colpo ed entrò Alex.
Alex- Si può sapere che ci fai ancora a letto a quest'ora? Guarda che non ti accompagno a scuola oggi!
Puck si alzò di scatto, era stanco, perchè pensando non aveva dormito molto, in più aveva avuto un sonno inquieto e pieno di incubi…
Puck- Eccomi.
Alex uscì sbattendo la porta e Puck si vestì a velocità incredibile, prese i suoi libri e andò a fare colazione.
Alex- Io non posso fare tardi a lezione!
Puck (mangiando)- Ti prego aspettami!
Alex- No, sono stufo di aspettarti moccioso! ”E' ora che tu cresca!”
Alex uscì proprio quando Puck aveva quasi finito di mangiare, e il ragazzo fece più in fretta che potè ma quando uscì Alex non c'era più. Allora corse a scuola, nonostante tutto non voleva disobbedire ad Alex, quindi si mise a correre velocemente fino a quando si scontrò con qualcuno.
Puck- Ahi che botta!
Ragazza- Ehi, tu, mi sei venuto addosso, sta' più attento.
Puck- Scu…scusa, ma vado di fretta, sto andando a scuola.
Ragazza- Anch'io, ma non corro come una forsennata! Per caso stai andando al liceo?
Puck- Sì, non ci starai andando anche tu per caso?
Ragazza- Sì, su facciamo la strada insieme, vediamo chi arriva prima.
La ragazza si mise a correre ma Puck la riprese dopo un attimo e mentre correvano lui le chiese come si chiamava.
Ragazza- Io mi chiamo Sarah Mayfair e sono al terzo anno e tu?
Puck- Mi chiamo Puck Lensiton, anch'io sono al terzo anno, molto piacere Sarah!
I due arrivarono a scuola appena in tempo, e anche nella stessa classe, il professor Lucas per fortuna perdonò loro quel piccolo ritardo e attese come al solito la fine delle lezioni per parlare con Puck.
Lucas- Puck Lensiton.
Puck- Eh? Cosa c'è professor Lucas?
Lucas- Hai conosciuto Sarah ho visto, bene, mi fa piacere.
Puck- “Ma che dice?” Eh? S...sì.
Lucas- Allora hai pensato a quello che ti ho detto Puck?
Puck- Ah…sì, solo che io…
Lucas- Parla pure.
Puck- “Alex…” Ho trovato qualcun altro...
Lucas- Ah, tutto qui? Non c'è niente di male, se a te sta bene così sono contento per te.
Puck- Sì, grazie, professore, buona giornata.
Puck stava andando fuori quando il professore di matematica lo chiamò.
Prof- Puck Lensiton.
Puck non lo sopportava proprio. Se non altro il professor Lucas era gentile con lui, invece il professore di matematica...
Prof- Allora? Ti ricordi quello che ti ho detto?
Puck- “Già, me ne ero dimenticato!” Ah...sì, mi spiace, ma ora proprio devo andare.
Prof- Allora a domani.
Puck- Buona giornata!
Finalmente era riuscito a raggiungere la porta ma Sarah si mise sulla sua strada.
Puck- Ehi, Sarah, per favore, devo andare…
Sarah- Bene, andiamo a casa insieme?
Puck- Eh? Uhm…
Sarah- Mi accompagni vero? A che pensi?
Puck- “Alex non è venuto…lo so già, eppure me l'aveva promesso!” Solo se mi inviti a mangiare qualcosa!
Sarah- Eh? Va bene! Senti…
Puck- Dimmi…
Puck mentre uscivano si accorse che i suoi sospetti erano fondati…Alex non era venuto, ma come aveva potuto continuare a sperare nonostante tutto? Si diede dello stupido ma poi Sarah gli sorrise e si sentì un po' meglio. Arrivarono a casa della ragazza, una casetta ben fatta anche se non al livello di quella di Alex, tenuta comunque con molta cura.
Sarah- Sono tornata, fratellino!!!
Morgan- Ah, ciao Sarah.
Isabel- Ciao Sarah!!!
Sarah- Morgan, Isabel, questo è Puck, un mio amico e compagno di scuola.
Puck- Pia…piacere…
Anche Morgan e Isabel si presentarono, poi Sarah si rivolse a Puck.
Sarah- Senti Puck, ti va se dopo mangiato studiamo insieme?
Puck- Eh? S…sì!
Sarah- “Che carino, è arrossito!” Ok, su vieni!
Così passarono tutto il pomeriggio insieme, Puck si divertì ma il pensiero di Alex non lo abbandonava mai, e aveva una tremenda paura che una volta tornato a casa non l'avrebbe fatto entrare, l'avrebbe cacciato via. Puck salutò Sarah, suo fratello e Isabel e prese la via di casa, qualche gocciolina di pioggia gli bagnò il viso, perciò cercò di affrettarsi, ma quando arrivò a casa era lo stesso zuppo da capo a piedi. Quindi suonò il campanello. Come aveva previsto Alex era nero dalla rabbia quando venne ad aprire, e senza dirgli di entrare gli parlò con un tono che a Puck fece gelare il sangue.
Alex- Si può sapere dove sei stato fino ad adesso?
Puck- Mi spiace Alex…io…
Alex- Vattene, non voglio più vederti, stupido moccioso!!!
Alex gli sbattè la porta in faccia e Puck si sentì sprofondare, la pioggia cominciò a diventare sempre più forte mentre il ragazzo correva, fuggiva, scappava sotto l'acqua, le lacrime si mischiavano alla pioggia, andava dritto senza una meta, poi si scontrò con qualcuno.
Persona- Ehi, sta' attento!
Puck- Ah…mi spiace, per favore, mi scusi…
Ma la persona con la quale si era scontrato non gli lasciava il braccio.
Puck- Per favore, mi lasci, per favore…
Persona- Puck Lensiton!

Capitolo 4

Stava di nuovo piovendo. Era normale che fosse di malumore in fondo, ma non riusciva ad accettare il profondo senso di vuoto che aveva cominciato a sentire quando non aveva visto Puck tornare a casa. Avrebbe voluto andare a cercarlo, ma sapeva che prima o poi sarebbe tornato e allora gliene avrebbe dette quattro, ma poi l'aveva visto, tutto bagnato, impaurito, e si era arrabbiato ancora di più, perchè non gli aveva detto niente, certo stava cercando di scusarsi, ma lui non aveva voluto sentirlo, l'aveva cacciato senza dargli neanche il tempo di spiegarsi. Quello stupido, non era altro che un moccioso, uno stupido moccioso, non poteva immaginare quanto si era preoccupato…o arrabbiato perchè non era tornato a casa dopo la scuola, in realtà avrebbe voluto abbracciarlo e dirgli di non farlo mai più, dirgli di non farlo mai più preoccupare tanto…e invece ora si ritrovava solo, solo ancora una volta, ma stavolta se l'era scelta la solitudine, era lui che aveva scelto di cacciare via Puck, ma ora non sapeva che fare, se non…aspettare, e sperare che il ragazzo tornasse ancora una volta da lui.

Puck aprì gli occhi. Sentiva la pioggia contro i vetri, piano piano riuscì a distinguere quello che aveva davanti…era seduto di fronte al fuoco di un caldo camino, intorno a lui c'erano due braccia che gli tenevano sopra una coperta di lana…Puck si mosse di scatto allontanandosi quando si ricordò cosa gli era successo, si voltò e guardò l'uomo che lo aveva aiutato.
Puck- Pro…professor Lucas!
Lucas- Ti sei svegliato Puck. Qui c'è da mangiare se hai fame.
Dicendo queste ultime parole si era alzato dirigendosi verso il tavolo. Era una piccola stanza dall'aria molto accogliente sebbene non fosse tenuta troppo in ordine, Puck si alzò e si sedette alla sedia di fronte a Lucas, si sentiva leggermente a disagio, inoltre i suoi vestiti non erano ancora del tutto asciutti.
Lucas- Non hai fame?
Puck mangiò in silenzio, tenendo lo sguardo basso, sentiva gli occhi di Lucas su di sè, non faceva altro che pensare ad Alex cercando in tutti i modi di non piangere, per fortuna quando ebbe finito di mangiare Lucas lo distrasse un po' da quei pensieri chiedendogli se gli era piaciuta la cena.
Puck- Sì, grazie professor Lucas.
Lucas- Visto che non siamo a scuola puoi chiamarmi semplicemente Lucas e darmi del tu, Puck.
Puck- Va…va bene, Lucas.
Lucas- Non vorrei essere indiscreto ma…cosa ci facevi in giro sotto la pioggia?
Puck- “Era logico che me lo avrebbe chiesto! E ora che gli dico?” …
Lucas- Se non vuoi dirmelo non fa niente. Almeno dimmi, ora devi tornare a casa?
Puck- “Alex mi ha cacciato...ho ancora una casa?” N…non so, io…
Lucas- “Che gli sarà successo?” Se hai problemi posso ospitarti qui da me.
Puck- Ah…sì, per favore…
Lucas- Purtroppo però io ho una sola stanza da letto, ti sentiresti a disagio a dormire con me Puck?
Puck- Eh…no, va bene.
Lucas- Intanto vado a cambiarmi tu resta vicino al fuoco a finire di asciugarti i vestiti poi comunque te ne dò alcuni miei ok?

Lucas si chiuse nella sua stanza e si mise velocemente i caldi pantaloni bianchi e la sua maglia di lana dello stesso colore, poi cercò qualcosa di adatto al ragazzo che era nell'altra stanza, prese un maglione blu e un paio di pantaloni neri, sperando che gli andassero comodi. Quando tornò da Puck lo trovò in piedi di fronte al camino, sentendo la porta si era voltato, il viso sofferente e bagnato dalle lacrime che scendevano copiose dai suoi occhi d’oro per tutto il bel volto; quello sguardo implorava, gridava aiuto e Lucas non potè fare a meno di lasciar cadere i vestiti che aveva preso e di abbracciare Puck piano.
Lucas- Sfogati Puck, se ne hai bisogno devi piangere, non lo sai?
Puck- Alex, Alex...
Puck lo strinse forte aggrappandosi a lui, si sentiva morire, si sentiva solo e inutile, avrebbe voluto morire, non trovava più altra scelta, perchè l'idea di star lontano da Alex, di non vederlo più, gli faceva male al cuore e all'anima, e sfogò tutta la sua pena con Lucas. Quando si quietò Lucas gli parlò dolcemente.
Lucas- Vai a fare un bagno rilassante, vedrai che dopo ti sentirai meglio, ecco -e prese i vestiti che aveva lasciato cadere- ti ho preparato questi vestiti, spero ti vadano bene…
Puck entrò nel bagno…era bellissimo, era meraviglioso poter fare un vero bagno, star immerso nell'acqua…Alex non gli aveva mai permesso di farne uno, diceva che i mocciosi si lavano sotto la doccia, ma in fondo Puck era l'ospite, quindi non avrebbe certo protestato. Il calore dell'acqua lo fece stare meglio, gli sembrava che lavasse via un po' di dolore, un po' di solitudine e gli donava un po' di pace. Un po'. Le cose che Lucas gli aveva dato gli andavano un po' larghe, ma tutto sommato erano comode e calde, quando uscì vide che Lucas lo stava aspettando.
Lucas- Eccoti Puck, stai meglio?
Puck- Sì…grazie davvero Lucas.
Lucas sorrise. Puck era così dolce…era troppo dolce e buono, Alex, il suo ex-alunno, era stato certamente lui a ferire il ragazzo, chi altri mai avrebbe potuto ferire una creatura così pura…i due si coricarono nel letto di Lucas, un letto matrimoniale, infatti lui ci aveva vissuto con la sua amata Sandy, fino alla sua morte, ed era la prima volta che aveva compagnia da quando lei l'aveva lasciato. Puck si sentiva un po' in colpa ad approfittare così dell'ospitalità di Lucas, ma in fondo lui era stato gentile con lui, era stato l'unico a trattarlo come una persona degna di rispetto.
Lucas- Se avessi bisogno anche domani…
Puck- No, per favore Lucas…”Non so neanche io che fare ma se domani non sistemo le cose con Alex, cosa molto probabile visto che non vuole più vedermi, resterò di nuovo solo!”
Lucas- Va bene, come vuoi Puck.
Puck- Uhm…allora buonanotte…grazie comunque…
Lucas lo guardò intensamente negli occhi.
Lucas- Buonanotte Puck…non vuoi proprio dirmi che ti è successo?
Puck- …ecco, io…preferisco di no…
Lucas- D’accordo…
Puck si girò dall’altra parte e cercò di dormire.

Lucas- Puck, Puck, sveglia!
Puck- Uhn…che c'è?
Lucas- Non vuoi venire a scuola oggi?
Puck si ricordò tutto quello che era successo…non poteva certo stare ancora a casa di Lucas, si alzò seppur di malavoglia e quando fu solo mise i suoi vestiti…i vestiti che gli aveva comprato Alex…trattenendo le lacrime che gli stavano salendo uscì dalla stanza e mangiò quello che Lucas gli aveva offerto, senza dire una parola. Quando ebbe finito Lucas gli parlò.
Lucas- Allora, andiamo a scuola insieme?
Quanto aveva voluto, quanto aveva desiderato che Alex gli rivolgesse quella semplice frase…
Puck- Sì, va bene.
Arrivarono a scuola e Puck fu contento di rivedere Sarah, era una ragazza così allegra e solare, la invidiava un po', lei aveva una famiglia, aveva qualcuno che la amava, ma sapeva che pensare queste cose non serviva ad altro che a farlo sentire peggio, quindi scacciò quei pensieri e si sedette accanto a lei sorridendole. Le ore trascorsero lente e noiose tra la filosofia e le scienze, Puck era terribilmente nervoso, conscio che sarebbe stato di nuovo solo, l'idea lo faceva morire…poi suonò la campanella, Sarah gli chiese se voleva studiare anche oggi con lei, ma lui rifiutò tristemente dicendo che oggi non poteva. Puck pensò di dare un ultimo sguardo ai suoi professori, un ultimo sguardo a Lucas…Ma mentre pensava a questo si accorse di una figura che lo fissava, occhi viola di ghiaccio, capelli d'oro e un'espressione da far gelare il sangue, un misto di sorpresa e rabbia, Puck non poteva credere ai suoi occhi, aveva davanti a sè il suo angelo! Improvvisamente si fermò, non aveva il coraggio di andargli incontro, si sentiva troppo in colpa, Alex quando vide che si era fermato si avvicinò a lui senza cambiare espressione.
Puck- “Non posso dirgli nulla, mi odia…io, io non voglio, non voglio!” …
Alex- Allora? Cosa aspetti, andiamo moccioso.
Alex era…era deciso, il suo solito tono freddo e autoritario, Puck non potè fare a meno di seguirlo, mentre si avviavano verso l'uscita incontrarono il professore di matematica.
Prof- Ah, Alex Lensiton, cosa ti riporta qui? Come stai?
Alex- “E che ti importa? Tsk…” Sto benissimo.
Puck- “Uno più acido dell'altro, qui la cosa si fa pericolosa…” Ehm…
Prof- Allora, hai adottato Puck?
Alex- Esatto. Sono il suo tutore.
Puck- “Tutore, tutore...uffa, per me Alex è più di un tutore” …
Prof- Ah, bene, volevo giusto parlare con qualcuno della sua famiglia.

Alex e il professore entrarono a parlare, Puck rimase solo in corridoio, almeno finché non vide Lucas, che stava giusto passando di lì.
Lucas- Puck!
Puck- …
Puck fece finta di non averlo sentito anche quando si avvicinò di più a lui e parlò a bassa voce.
Lucas- Cosa c’è che non va?
Puck- Tu…hai detto ad Alex…vero?
Lucas- Credevo che… “Insomma l’ho fatto perchè era la cosa più giusta, per aiutarti…”
Alex intanto aveva finito di parlare con il professore e si accorse che Puck aveva l'aria imbronciata mentre il professor Lucas lo guardava, uscì e si fermò ad aspettare che il moccioso desse segno di voler andare.
Puck- Uffa…
Lucas rimase sorpreso…possibile che Puck dovesse essere così? Lui voleva solo aiutarlo, mentre pensava a questo Alex aveva preso il suo alunno per mano e lo conduceva via. Pochi minuti dopo i due ragazzi arrivarono a casa, Alex gli disse di sedersi e lui obbedì.
Alex- Ora noi due dobbiamo fare un bel discorso.

Capitolo 5

Puck- “Scusa, scusa, scusa…” …
Alex- “Dannazione perchè mi devo sentire così in colpa? Non mi importa più niente, non m'importa!” …mi…beh io…
Puck- “Cosa mi vuoi dire Alex?” …
Alex- “Al diavolo tutto!” …mi sono preoccupato stupido moccioso!
Puck- Pre…preoccupato…per me?
Alex- Esatto, hai capito bene, e non farmelo ripetere.
Puck- No, no, Alex dillo ancora, altrimenti non ci credo!
Alex prese come al solito a sventagliate Puck che protestava mentre gli diceva quello che voleva sentire.
Alex- Mi sono preoccupato va bene, stupido moccioso!!!
Puck- Sì, sì, Alex!
Alex smise di colpirlo e si calmò, ora non era più solo, come aveva fatto a non capirlo, per lui Puck era l'unica ragione di vita…come faceva a farglielo capire, lui non aveva mai espresso i suoi sentimenti a parole, ma mentre suo padre aveva saputo capirlo, il moccioso non l'avrebbe compreso altrettanto facilmente.
Puck- Alex, ti posso dire una cosa?
Alex- Parla moccioso.
Puck- Però…potresti anche arrabbiarti…
Alex- Tsk…se non me lo dici non lo saprai mai!
Puck- Beh…stanotte mi ha ospitato Lucas…
Alex- Che…che cosa? “Ecco perchè mi ha detto che sapeva dov’era…”
Puck- Non sei arrabbiato vero?
Alex- E per cosa?
Puck- Insomma, abbiamo dormito insieme…
Alex- “Cosa?!?!” ...
Puck- A…Alex…
Alex- “E che avrebbero fatto?!” Taci! Tsk, cosa vuoi che mi importi?
Puck- E…mi ha fatto fare un bagno…intendo un bagno vero, come quello che fai tu…
Alex- “Ma…ma non insieme no?” Che vorresti dire con questo?
Puck- Beh...anche io voglio fare il bagno nella vasca!
Alex- “Tsk…” Stupido moccioso…e va bene ma lo faccio prima io il bagno.
Puck- No, aspetta Alex!!!
Alex- Insomma si può sapere che c'è ancora?
Puck- Io veramente volevo fare il bagno con te.
Alex- Cosa?!?! E da quando sei diventato così sfacciato da dirmelo?
Puck- Ah ah, Alex sei arrossito!!!
Alex- Tsk, stupido…io non faccio il bagno con i mocciosi.
Puck- Eddai Alex che ti costa, poi mica ti vergognerai di me no?
Alex- N…no, ma cosa dici!
Puck- Allora dì di sì, ti prego Alex, ti prego ti prego ti prego ti prego…
Alex- Va bene ma smettila di fare tutto questo baccano!!!

Alex era comunque entrato per primo nell'acqua calda, intanto Puck si stava spogliando "come un moccioso" completamente senza pudore, si girò perchè non voleva guardarlo mentre si immergeva nella vasca con lui, in fondo alla fine pensandoci non riusciva a capire perchè si sentiva tanto nervoso…
Puck- Eccomi, Alex sono qui.
Puck era entrato nell’acqua anche lui, Alex ripensò a un po’ di cose, l'idea di fare il bagno con qualcuno lo faceva sentire strano, lui era stato felice a fare il bagno con suo padre…Alex Lensiton, l'unico che era riuscito a fargli provare sentimenti puri e sinceri, almeno finché non aveva incontrato Puck, ora il moccioso era steso accanto a lui nell'acqua, fuori teneva solo la testa e aveva gli occhi chiusi tanto che dopo un po' Alex cominciò a chiedersi se non si fosse addormentato, ma poi Puck parlò, quasi a rispondere alla sua domanda silenziosa.
Puck- Sai...avevo paura di restare solo…
Alex- Tsk…questo perché sei uno stupido moccioso…
Puck- Non abbandonarmi Alex!
Alex- Uhn…non lo farò…
Puck- Promettimelo! Promettimi che non mi lascerai mai solo!
Alex- Ca…calmati, sta' steso e non agitarti, moccioso!
Puck- Ok, ma tu dimmelo!
Alex- Ti prometto che non ti lascerò mai solo…sei contento adesso?
Puck- Sì, sì, Alex sono felicissimo, ti voglio bene!
Puck si era gettato su Alex cingendogli il collo con le braccia, facendolo così scivolare che per poco non si ritrovò in acqua.
Alex- Stu…stupido moccioso, staccati!

Finito il bagno Alex fece per andare nella sua stanza, perchè ora non aveva certo intenzione di rivestirsi di fronte a Puck. Il ragazzo però, da parte sua, lo stava seguendo in camera.
Alex- Che…che vuoi ancora?
Puck- Dormire con te è ovvio!
Alex- Tsk! Io non dormo…
Puck- Sì, lo so non dormi con I mocciosi, ma hai detto che non mi avresti lasciato solo, e io mi sento solo in quella stanza, senza di te...
Alex- Tsk…hai la testa dura.
Puck- Allora questo è un sì vero?
Alex- “Chi tace acconsente no?” …
Alex mise le sue solite cose, maglia e pantaloni neri che usava sempre, Puck invece portava il pigiama di Alex, quello che aveva indossato la prima volta che aveva dormito da lui. I due si coricarono, l'unica luce che c'era era quella della luna piena in una notte finalmente limpida e serena, Puck però non aveva alcuna voglia di dormire, proprio ora che era riuscito ad entrare nel mondo di Alex.
Puck- Alex.
Alex- Non hai intenzione di farmi dormire oggi vero? Che c'è?
Puck- Ti voglio tanto bene!
Alex- “Ma perchè dev'essere sempre così diretto?” E lo dici in questo modo?
Puck- Certo, mica mi vergogno a dirtelo!
Alex- …
Puck- Ah!!! Quanto sei carino quando arrossisci, Alexuccio!
Alex- “Carino io?” Cosa? Ti avevo detto di non chiamarmi in quel modo...
Puck- No, dai Alex, calma, per favore!!!
Alex- Tsk…
Puck si avvicinò a Alex e gli diede un leggero bacio sulla guancia, un bacio "da moccioso", un bacetto dolce e innocente, Alex però divenne tutto rosso e non riuscì a trattenere un sorriso.
Alex- Tsk…beh ora dormi, buonanotte.
Puck- Ma Alex tu non me lo dai il bacio della buonanotte?
Alex- Tsk…che bacio vorresti? Come Lucas?
Puck- Eh…ma che cosa dici! Non mi ha dato nessun bacio!
Alex avvicinò il volto a quello di Puck che divenne ancora più rosso.
Alex- Guarda che tu sei il mio moccioso…
Alex gli diede un piccolo bacio sulla guancia, dopodichè lo abbraccio forte, non voleva più nascondere ciò che provava, dopo rimase per molto tempo a guardarlo in viso senza allontanarsi da quel viso da sedicenne, rapito dai suoi profondi occhi dorati.
Puck- Sei così bello Alex…i tuoi capelli, i tuoi occhi…a me sembri un angelo splendente!
Alex- Ma cosa dici Puck…sei tu l’angelo, sono i tuoi occhi ad essere più belli del sole…
Puck- Dici davvero…?
Alex- Sì…io…non ti lascerò più solo, io…
Puck- Alex…
Alex- …ti voglio un bene dell’anima Puck, tu sei il mio angelo!
Puck- Alex, io…
Ma Alex lo strinse forte non facendogli finire la frase, finalmente ci era riuscito, finalmente era riuscito ad esprimere i suoi sentimenti a parole, aveva superato la sua paura, la paura di essere ferito per aver dato il proprio amore. I due rimasero a dormire abbracciati in una dolcezza infinita, addormentandosi con la certezza di non essere mai più soli.

Fine.

 
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