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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: WHY DO PEOPLE KISS UNDER MISTLETOES?
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: kimikiumi galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/03/2005 11:27:08

[one-shot yaoi ] il titolo dice tutto. e` un piccolo pensierino per una persona veramente fantastica. r&r
 
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- Capitolo 1° -

Disclaimers – Ovviamente i personaggi di Beyblade non sono miei, ma dei loro rispettivi autori. Io non ci guadagno niente … A dir la verità si … Però ci tengo a specificare che non è a scopo di lucro e che io uso soltanto i personaggi di Beyblade per mio divertimento.

Dediche – Alla super sister per il suo regalo di compleanno anticipato, solo per dirle che è una persona fantastica e che starò sempre al suo fianco in qualsiasi momento.. Ti voglio tantissimo bene! SMACK!

Note dell’autrice – Questa ficcy si colloca subito dopo i mondiali della serie G Revolution appena i ragazzi fanno ritorno nei loro rispettivi paesi. Kai si trova nei paraggi della Cina solo per un semplice motivo che non vi sto neanche a spiegare. Eh si … Avete intuito benissimo … Però attenti alle sorprese! Questa ficcy non è una semplice KaiXRay e lo scoprirete solo leggendo! ^_^ E’ un po’ ironica alla fine, ma niente di ke. One-shot. Ovvero niente capitoli a sorpresa … Xò se volete un seguito scrivetemi!
Beh … Adesso non posso fare altro che augurarvi ….

BUONA LETTURA!!




“Why do people kiss under mistletoes?”

By Kimikiumi




I loro occhi si incontrarono. Si cercarono e finalmente quel bacio tanto atteso venne scoccato. Era leggero, come una piuma, ma talmente dolce che veniva paragonato allo zucchero. L’avevano provato a contatto con le loro labbra tante volte, ma non riuscivano mai a soddisfacersene. Volevano di più da quel bacio, che ogni volta dopo che se l’erano dati ricominciavano daccapo. Era una tra le senzazioni più gradevoli di tutto il mondo. Immenso. Era talmente forte che tutti riuscivano a percepirlo. Era quel bacio che riusciva a tenerli uniti. Legati per la vita. L’avevano provato una volta sola e dopo di quella, non sono più riusciti a farne a meno. Ogni volta che stavano insieme, ogni volta che si tenevano per mano avevano bisogno di farlo. Di scoccarsi quel bacio perché non riuscivano a farne a meno. Se c’era qualcun altro al loro posto, non l’avrebberò mai fatto, ma se invece c’erano loro due e soltanto loro due avevano bisogno di darselo e di ridarselo finchè non ne erano completamente sazi. Vivevano di quei baci zuccherosi. Vivevano toccandosi sulle labbra e scambiandosi il loro sapore. Ne avevano bisogno per continuare a vivere perché senza l’altro sapevano che mai sarebberò riusciti ad andare avanti. Ne avevano troppo bisogno. Erano la loro ossessione. Come si poteva chiamare quella voglia di baciarsi? Come la si poteva definire? Come nasceva quella voglia? Era una senzazione talmente forte che prendeva possesso dei loro corpi e come degli autonomi si ritrovavano a baciarsi. Perché lo facevano? Perché si davano quei baci? Perché non riuscivano a schiodarsi da quei baci fantastici che si donavano ogni volta? Erano veramente belli che dopo non saresti riuscito a farne a meno? La cosa che però non si capiva era il perché si baciavano solo tra di loro. C’era qualcosa che andava oltre quel semplice gesto fatto instintivamente? Non si riusciva a capire. Quando si nascondevano nella loro camera se ne davano più di uno e sembravano bramosi di riceverli, ma non erano più quei baci soffici che si davano in presenza degli altri. Erano più feroci. Sembrava come se volesserò divorare la bocca dell’altro. Metteva paura se li si guardava, ma comunque nessuno li avrebbe mai guardati mentre si baciavano in quel modo. Era troppo intimo quel gesto per essere guardato. Violava la privacy di quei due giovani che cercavo disperati la presenza dell’altro. Non si poteva guardarli. Non si poteva toccarli. Appartenevano l’uno all’altro e nessuno sarebbe mai riuscito a dividerli. Per sempre.
Eppure lui conosceva benissimo ogni loro singolo gesto. Li guardava mentre si scambiavano anche i baci più famelici, senza preoccuparsi delle conseguenze. Non lo faceva per dispetto, ma per curiosità. Era sempre vissuto da solo. Nessuno gli aveva mai insegnato il valore di un bacio ne tantomeno quel sentimento che sprigionava all’interno dei corpi di quei due ragazzi. Li guardava da lontano cercando di capire il perché dovevano baciarsi così tanto.
Mystel era appollaiato sul ramo di un’albero con le gambe a penzoloni nel vuoto e cercava di scorgere le due figure di Kai e Ray nella fitta boscaglia. Li vedeva mentre si baciavano e si chiedevano di più. La maggior parte delle volte quando si spingevano oltre quei baci famelici preferiva andarsene perché gli sembrava di violare qualcosa di sacro. Non lo sapeva perché lo faceva, ma l’istinto gli diceva di farlo. Di allontanarsi dal luogo in cui stavano manifestando i loro sentimenti. Non capiva perché si baciavano così tanto quando erano da soli. Eppure anche lui quando a volte rimaneva da solo con Ray non succedeva. Perché invece quando loro due stavano da soli si baciavano e basta? Che cosa voleva dire quel gesto?
Crescendo da solo e senza una vera famiglia non aveva capito il valore di quel gesto. Eppure guardandoli, gli sembrava qualcosa di bello e speciale. Qualcosa che andava oltre ogni limite, ma non ne capive il motivo. A volte desiderava sapere tutto, ma quando doveva andare a chiedere a qualcuno si vergognava. Eppure perchè doveva? Non si capiva nemmeno lui. Si chiedeva delle domande della quale non riusciva a dare nemmeno una risposta e la cosa lo infastidiva parecchio. Che cosa c’era che non poteva fare? Perché anche lui non poteva manifestare dei sentimenti così aperti? Oppure bisognava fare qualcosa per poterlo provare? Non riusciva a capire più niente. Era troppo confuso.
Scosse la testa come a cacciarsi quei pensieri, ma con quei due nei paraggi non ci sarebbe mai riuscito. Lo facevano pensare troppo. Inoltre stavano andando oltre e come faceva normalmente se ne andava per lasciargli quegli attimi intimi tra di loro.
Come un gatto si alzò dalla sua postazione con un unico balzo e si accertò come ogni volta che nessuno dei due lo aveva visto. Il suo sguardo atterò dapprima sugli occhi semi chiusi di Kai che stava leccando il collo di Ray e poi sul suo amico felino. Perché compieva un gesto simile non lo sapeva. La pelle era sporca e non sempre pulita. Bisognava stare attenti a non prendersi malattie virali da tutta la sporcizia che li circondava. Ma era ancora immaturo per capire certe cose. Non le avrebbe capite immediatamente. Aveva bisogno di tempo per capire il perché lo facevano.
Gli diede un’ultima occhiata prima di partire di filata verso il villaggio. Era da un po’ che osservava quei due mentre si baciavano e ogni volta che lo faceva provava una certa geosia verso il russo. Era una cosa stupida. Perché doveva essere geloso? Non ce n’era motivo. Se Ray stava bene con Kai poteva fare quello che voleva eppure ogni volta che li spiava provava quel sentimento che non voleva sentire. Ray era uno dei suoi migliori amici e non capiva perché non avrebbe dovuto stare tranquillo e lasciare che Kai lo baciasse. Non riusciva a capire se stesso. Non riusciva più a comprendersi come faceva quando viaggiava da solo. Eppure le cose fondamentali le avrebbe dovute già sapere, giusto? Cosa c’era ancora che doveva imparare dal mondo? C’era ancora qualcosa che doveva apprendere e che non avrebbe mai imparato stando da solo? Scosse la testa mentre si muoveva tra gli alberi. No. Non capiva. Non capiva perché Kai doveva baciare il suo amico felino ogni volta che se ne stavano assieme. Non capiva perché provava un moto di gelosia nel guardarli. Non capiva perché si sentiva strano. Non capiva più niente. Cosa voleva dire tutto ciò? Cosa voleva significare? Più ci pensava e più gli rodevano quei sentimenti. Maledizione! Se n’era andato proprio per pensare a tutt’altro, non per continuare ad immaginarsi quei due che si baciavano. Stava diventando ossessivo. Che cosa aveva? Almeno una volta al giorno doveva pensare a quei due sennò non sarebbe stato felice. Ma che pensieri erano quelli che si faceva? Scosse nuovamente la testa mentre saltava da un braccio all’altro degli alberi. Era assurdo. Non aveva un senso. Perché doveva rodersi ancora?
Travolto dai suoi pensieri non si accorse che aveva appoggiato male il piede su un ramo e di conseguenza dopo un secondo si ritrovò sul terreno erboso della foresta a massaggiarsi il sedere per la botta presa. Ci mancava solo che si distrasse! Non ce la faceva più. Voleva trovare una spiegazione a tutto quello, ma aveva troppa vergogna da chiedere agli altri. Garland avrebbe annuito per poi tirare fuori mille e altre passa ragioni, ma mai arrivando alla giusta conclusione. Se lo avrebbe chiesto a Ming Ming l’unica cosa che avrebbe ottenuto era un concertino privato tutto per se. Lai non avrebbe nemmeno capito la domanda. Insomma … A chi avrebbe potuto chiedere? La sua mente ritornò alla visuale dei suoi due amici che si baciavano.
Ancora? Quando avrebbe finito di pensare a quei due? Dopo un po’ gli dava anche sui nervi! Eppure la soluzione era proprio davanti ai suoi occhi. Chiedere ai diretti interessati. L’unico problema era che andando da loro avrebbe dovuto ammettere che ogni giorno li spiava mentre si baciavano nella boscaglia e lui non voleva essere scoperto. Il punto era proprio quello. O chiedeva a loro due o a nessun altro. Chi altro aveva il cosidetto “fidanzato”? Rimase a pensare, seduto sul terreno erboso sul da farsi, fissando una bella foglia situata di fronte a se. Ogni volta giungeva alla stessa conclusione. L’avrebbe scoperto da solo. Il punto era che voleva sapere la verità subito, immediatamente. Voleva capire da dove venivano tutte quelle effusioni. Cosa gli costava chiederlo a quei due? No. Non l’avrebbe mai fatto. Non avrebbe mai ammesso a quei due che li fissava ogni santo giorno. Voleva che fosse un segreto.
Riprese a fare le sue ipotesi sperando che sarebbe arrivato a una conclusione. Erano due maschi. Nel mondo degli animali le femmine stavano insieme al maschio per accoppiarsi, ma in quel caso non si combinava un bel niente Cosa ci avrebberò ricavato? Aveva notato che gli animali si seguivano per procreare, ma tra di loro non ci poteva essere procreazione. Era assurdo. Due maschi non avrebberò mai potuto fare dei figli! Ma allora perché stavano insieme? Perché non riusciva ad arrivare mai ad una risposta? Alzò la testa al cielo come a cercare una risposta a tutte le sue domande, ma quello l’unica cosa che gli diede era una foglia che stava cadendo proprio in quel momento da un albero. Maledizione. Maledizione! Perché non trovava una risposta?
Dalla rabbia cominciò a staccare a maciate l’erba dal terreno per poi buttarla tutta intorno. Stava diventando pazzo. Se lo sentiva. Chiunque fosse passato di li avrebbe certamente chiesto se fosse stato pazzo o meno. Lo era. Era pazzo dalla curiosità. Perché non finirla li? Perché non chiuderla li con tutte le sue seghe mentali? Non aveva pensato già troppo quel pomeriggio?
Decise di ritornare sui suoi passi e ritornare al villagio, ma mentre stava per alzarsi sentì un urlo provenire da Kai e Ray. Era di dolore e sembrava come se qualcuno stesse aggrendendo uno dei due. Improvvisamente tutte le sue preoccupazioni sparirono e si fiondò istintivamente verso di loro. Cosa gli era successo? Chi era che li aveva aggrediti? Se fosse stato un qualsiasi lupo solitario Kai sarebbe bastato a farlo fuori, ma se in tal caso la bestia fosse stata più grande, non ce l’avrebberò mai fatta da soli. Corse. Corse come un disperato. Era preoccupato: Preoccupato per la sorte di Ray … Aspetta un attimo … Era preoccupato solo per Ray? E Kai no? No? No! Non era preoccupato per Kai. Forse perché sapeva che era forte e se la poteva benissimo cavare da solo, ma anche Ray lo era. Ma allora perché? Perché si preoccupava di più per Ray che per il suo “fidanzato”? Maledizione! Altri pensieri per la testa! Basta con tutte quelle cretinate. Erano in pericolo tutti e due e non c’era bisogno da fare preferenze su chi salvare. Era assurdo. Lui era assurdo. Avrebbe dovuto salvare tutti e due. Questo era il suo obiettivo. Eppure c’era una vocina in fondo alla sua mente che diceva di salvare solo il suo amico felino. Solo e soltanto lui. Maledetta alla sua mente che cominciava a funzionare da sola! Non c’era da pensare ad altro. Erano in pericolo. Tutti e due e doveva fare in fretta.
Corse. Corse come un pazzo. La paura cominciò a farsi evidente. Aveva paura che uno dei suoi amici venisse ferito e la cosa che non voleva di più al mondo era proprio questa. Voleva troppo bene a Ray e … Pensava solo a Ray? Maledizione al suo cervello! Non poteva funzionare come al solito invece di fidarsi tutti quei problemi proprio in quel momento. Le urla si fecerò più forti. Cosa gli stava capitando? Si slanciò su un albero e come una furia e cominciò a volare. Volare veloce. Doveva raggiungerli e in fretta prima che gli fosserò successo qualcosa.
Finalmente le urla si fecerò più vicine e con uno scatto felino si aggrappò ad un ramo per sistemarsi il più in fretta possibile, ma appena vide che nessuno dei due veniva attaccato da una qualsiasi bestia si gelò all’istante. Kai era disteso sopra il suo amico felino e come se non bastasse spingeva su e giù il suo corpo da quello di Ray procurandogli delle fitte di dolore. Mystel si raggelò. Il cuore cominciò a battergli forte per la paura e non riuscì più a muovere un muscolo da quanto fosse impaurito da quella situazione. Cosa stava facendo quel maledetto russo al suo migliore amico? Cosa gli stava facendo? Come poteva permetersi di fargli del male? Non era il suo cosiddetto “fidanzato” quello che stava subendo il dolore? Come poteva permettersi di fargli del male? Come poteva farlo soffrire? Non poteva fare altro che rimanere li a guardare senza muovere un muscolo. Lacrime cominciarono a rigargli le guance per la paura e il dolore nel dover guardare il suo migliore amico soffrire come una bestia. Aveva una paura folle che Kai l’avesse sempre fatto. Aveva paura che aveva sempre provato a fare una cosa simile al suo milgiore amico, ma Ray si era sempre opposto al suo dominio e proprio oggi era riuscito a fargli quello che stava facendo in quel momento. Il suo cuore si strinse forte nel petto per quello che stava subendo in quel momento e quello che sentì dopo provenire dal suo cuore fu un vuoto incredibile, che mai era riuscito a provare in tutta la sua vita. La paura e la sofferenza lo stavano lacerando completamente. Come poteva permettersi quel lurido e sporco russo di essere il suo “fidanzato”? Come poteva permettersi di fargli male dopo tutto quello che aveva sentito sul loro conto? Come poteva? Come aveva potuto fare una cosa simile? Ray non si meritava tutto quello. No. Quel ragazzo dolce e premuroso non se lo meritava per niente. Cominciò a pensare che avrebbe voluto essere lui quello che veniva torturto da Kai. Cominciò a darsi del cretino per non essersi accorto prima. Cominciò a maledirsi. Cominciò a darsi dello stupido. Cominciò a piangere come un pazzo … E dopo un po’ il ramo dove era appollaiato si ruppe.
Cadde a terra pesantemente cercando di ammortizzare la caduta con le ginocchia, ma al contrario si slogò un piede. Cercò di muoverlo, ma faceva male, eppure quello che aveva fatto Kai al suo Ray era più doloroso di qualsiasi altra botta. Gli faceva ancora male il cuore e cominciò a piangere ancor più forte dimenticandosi che proprio a due metri da lui c’erano i due ragazzi che lo stavano fissando di sbieco.
Mystel alzò un attimo la testa per guardare negli occhi il suo amico felino, ma appena incrociò il suo volto sconvolto ritirò immediatamente lo sguardo. Gli faceva male il petto per poterlo guardare direttamente negli occhi. Era troppo doloroso. Troppo tutto. Come faceva a rimanere così impassibile dopo quello che Kai gli aveva fatto? Come poteva non battere nemmeno ciglio? Non provava dolore ad essere calpestato dal suo cosidetto “fidanzato”? Come aveva potuto quel bastardo di un russo far male al suo unico e migliore amico? Come aveva potuto? Come diavolo … ? Cercò di alzarsi servendosi solo del suo piede sinistro mentre nascondeva il suo volto intriso dalle lacrime al suo amico felino. Col piede sano si catapultò sull’albero per poi cominciare a volare mentre faceva scorreve le sue lacrime lontano dal suo volto ferito.
In lontananza poteva sentire il richiamo del suo amico.
-MYSTEL! Aspetta!-
No! Non voleva affrontarlo. Non voleva ammettere che li stava spiando ne tantomeno che si vergognava di quello che aveva fatto. Eppure la sua mente gli diceva di fermarsi e di parlare con lui. Eppure lui non voleva. Non avrebbe mai voluto. No! Sentiva il fruscio alle sue spalle del suo amico che stava correndo come un fulmine verso di lui. Probabilmente c’era anche Kai e affrontare tutti e due insieme era troppo per lui. Ammettere non solo a Ray, ma anche a Kai, che lo stava spiando sarebbe stato troppo per se stesso. Sarebbe crollato. Non li avrebbe più guardati negli occhi. Non avrebbe più giocato insieme a Ray. Perché la sua mente si fissava su di lui? Perché c’era solo e soltanto lui nei suoi pensieri? Perché? Non riusciva a trovare una risposta a tutto quello. Non ci riusciva. Non riusciva minimamente a capire. Il suo cuore aveva cominciato ad accellerare il battito man mano che si allontanava dalla voce del suo amico disperato che lo raggiungeva. L’avrebbe raggiunto prima lui. Lo sapeva bene. Con quel piede non sarebbe andato molto lontano, ma ci sperava ugualmente mentre le sue lacrime venivano trasportate dal vento.

-MYSTEL! Aspetta!- L’aveva chiamato Ray. Eppure anche con un piede slogato era riuscito ugualmente a spiccare il volo da quell’albero. Come diavolo aveva fatto? Quel ragazzo non avrebbe finito per stupirlo facilmente. Era come il vento. Come sarebbe riuscito ad acciuffarlo? Dopo il primo stupore decise di seguirlo per spiegargli la situazione. Sconvolto si girò per cercare i suoi vestiti con l’intento di raggiungerlo immediatamente.
-Ray … Che cosa fai?- Chiese il suo ragazzo verso la cosa più ovvia del mondo. Ray per un’attimo pensò che lo stava prendendo in giro, ma poi si ricredette.
-Come “che cosa faccio”?. Vado ad acciuffare Mystel- Rispose stupito, cercando di mettersi il meglio possibile la sua casacca, ma inutilmente. Alla fine lasciò perdere, decidendo che l’avrebbe aggiustata dopo. In fondo non è che l’avesse messa proprio male.
-Perché? Non hai visto che sguardo che aveva?- Chiese seccato Kai.
Ray scosse la testa. Come poteva essere così insensibile in certi momenti?
-Certo che l’ho visto! E dove vuoi che arrivi conciato in quel modo?- Rispose secco il cinese al suo ragazzo, come per rimproveralo di qualcosa che non aveva fatto. Non capiva come Kai poteva essere così freddo in certi momenti. Non riusciva a darsi una spiegazione. Perché? Eppure lui sapeva benissimo che non era così, però non riusciva a capirlo ugualmente.
Kai incrociò le braccia, mettendosi seduto per poi guardarlo storto.
-Sono sicuro che con quell’espressione non vorrebbe essere trovato da nessuno … - Ammonì schietto il ragazzo come se fosse una lastra di ghiaccio. Per la seconda volta Ray si stupì di quanto potesse essere glaciale e sciocco quel ragazzo. Sapeva benissimo che avrebbe preferito rimanere solo, ma lui non glielo avrebbe permesso. Gli voleva troppo bene per lasciarlo piangere e Kai lo sapeva benissimo. Come poteva dire così?
-Lo so benissimo Kai … Ma io non lascio un’amico piangersi addosso senza sapere il perchè- E con quell’ultima affermazione si rimise a posto la sua fascia –Scusami … Raggiungimi al villagio- Esclamò preoccupato prima di lanciarsi verso il suo inseguimento senza salutare Kai.
Corse. Corse il più veloce possibile. Era preoccupato e non riusciva a tenerlo nascosto.
Sapeva che non si era comportato benissimo con Kai, ma anche lui non era stato comprensivo. Un giorno avrebbe capito il pèrchè a volte quel russo si comportava in quella maniera da so-tutto-io e lasciatemi-stare-sono-il-padrone-del-mondo, ma ora non era il momento. Non il quel momento. Adesso aveva altre cose per la testa e quella era proprio il suo migliore amico.
Perché Mystel si trovava nei pressi del loro posto segreto? Nessuno l’aveva mai saputo. Forse stava semplicemente facendo un giro e per caso si era inbattuto nel luogo in cui lui e Kai si appartavano per fare l’amore. Eppure perché aveva notato delle lacrime scorrere lungo il suo volto? Perché era corso via? Non riusciva a capire il motivo per la quale Mystel doveva avercela con lui. Insomma … Sapeva che lui e Kai stavano insieme. Non capiva perché doveva piangere per averli visti insieme. Non capiva. Mystel era ancora piccolo per capire certe cose. Anzi … Non le capiva proprio. Sapeva benissimo che quel ragazzo era cresciuto tra gli animali della foresta. Di conseguenza non sapeva cosa voleva veramente dire l’amore omosessuale. Non lo capiva e tantomeno non sapeva nemmeno l’esistenza dell’amore. Aveva un suo modo di vedere le cose. Eppure quel modo gli pareva tanto sbagliato e incorreto. Un giorno avrebbe dovuto fargli capire quello che voleva dire veramente amore. Insomma … Non sapeva nemmeno il perché si trovava nei loro paraggi. Forse li stava spiando e se così fosse non avrebbe mai capito quello che provava lui mentre faceva l’amore con Kai. Non l’avrebbe mai capito se non fosse stato qualcuno a dirglielo. Doveva raggiungerlo e spiegarsi e trovare spiegazioni. Quello era l’unico modo. L’unico modo per sapere qualcosa e doveva farlo proprio oggi prima che anche lui ci rimanesse male. Lo sapeva fin troppo bene.
Corse più veloce. Sapeva che con quel piede Mystel non sarebbe andato tanto lontano, per fortuna … O forse doveva dire per sfortuna? Adesso che ci pensava, non sapeva nemmeno lui se aveva fatto bene a rincorrerlo. Forse voleva stare da solo. Forse voleva trrovare un posto tranquillo e riflettere su quello che aveva appena visto ma dopo aver ricordato delle sue lacrime che gli rigavano il viso e quel volto triste, si decise che l’avrebbe raggiunto per cercare una risposta. Doveva farlo e in fretta adesso che ci pensava. Era giusto così e adesso lo sapeva.
Corse. Corse ancor più forte che potè.Intravide Mystel tra gli alberi che cercava di sorreggersi innutilmente. Infatti, dopo un po’ precipitò. Ray scattò in avanti e lo prese al volo prima che si schiantasse al suolo. Con uno slanciò si rimise in piedi e si accorse che il ragazzo che si trovava tra le sue braccia era svenuto. Forse era dovuto alla fatica immensa che aveva fatto per arrivare fin li. Si accorse che aveva la fronte imperlata di sudore e appena la tastò si accorse che scottava. Quel ragazzo aveva preso la febbre e a giudicare dalla temperatuta doveva essere piuttosto alta. Si fece immediatamente preoccupato e lo strinse a se come ad infondergli calore col proprio corpo. Sciocco. Era uno sciocco. Andava in giro con la febbre e non si preoccuava nemmeno della sua salute. Sciocco. Sciocco. Scosse la testa e gli pose un lieve bacio sulla fronte come a ringraziarlo di essere li con lui. Non l’aveva mai visto così vulnerabile. Non si era mai ammalato e in quel momento sembrava la creatura più indifesa del mondo.
Non ci pensò molto. Si mise a correre in direzione del villagio il più veloce possibile. Quel ragazzo aveva un piede ferito e stava male. Il suo corpo era leggero e emaneva un caldo bruciante. Non si ricordava di quanto fosse leggero quel ragazzo. Era una piuma. In effetti era come il vento. Gli tastò un’ultima volta la fronte prima di scorgere con gli occhi il villagio. L’aveva finalmente intravisto.

Erano le due di notte quando si svegliò. Si accorse che si trovava nel suo letto, con addosso mille e passa coperte e una fascia bagnata che gli ricopriva la fronte. Che cosa era successo quel pomeriggio? Non si ricordava tutto. In un lampo le immagini gli apparverò nella mente e si accorse del volto stupito e incerto di Ray. Era vero. Era stato scoperto! Cosa avrebbe detto a Ray? Cosa gli avrebbe raccontato? Che lo stava spiando? O al contrario gli avrebbe mentito? Cosa gli avrebbe detto il giorno dopo? Aveva una paura folle di quello che gli avrebbe potuto dire il giorno dopo quel ragazzo. La testa cominciò a pulsargli e si tolse la fascia dalla testa. Se la tastò. Aveva la febbre e anche alta a giudicare dal calore del suo corpo. Comincò a pensare nuovamente al giorno passato. Kai che baciava Ray. Kai gli faceva male. Ray che sembrava gli piacesse. E si ritrovò per l’ennesima volta a piangere. Come aveva pouto quel bastardo mettere le sue mani addosso a Ray? Come aveva potuto? Lui era sempre gentile e altruista con tutti e lui lo ringraziava in quel modo? Colpendolo a morte sul bacino. Se lui non fosse caduto giù dall’albero cosa sarebbe successo? L’avrebbe ucciso? L’avrebbe fatto a pezzi? E se poi si fosse accorto di lui avrebbe fatto lo stesso anche con lui? L’avrebbe ammazzato? Si tirò su a sedere raggomintolandosi in una palla come per difendersi da qualcosa che non c’era. I suoi occhi si fecerò immediatamente tristi e una lacrime scorse lungo le sue guance candide. I suoi bellissimi capelli biondi generalmente racchiusi in una treccia erano sparsi sul cuscino. Erano lunghi e belli. Gli piacevano tanto i suoi capelli. Come quelli di Ray. Sotterrò la sua faccia nelle sue ginocchia prima di singhiozzare ininterrottamente. I capelli di Ray erano così belli e setosi. Li aveva toccati tante volte e mai avrebbe smesso di toccarli. Erano così belli i suoi capelli. Anzi … Tutto di lui era bello. Tutto di lui era magnifico. Tutto. Tutto. Serrò gli occhi per non far uscire più una lacrima dai suoi occhi oramai stanchi e brucianti, ma al contrario continuarono a scendere sempre più copiosamente. Con uno scatto buttò la testa indietro e reggendosi con le sue mani contro le ginocchia e aprì la bocca cercando di gridare. L’unica cosa che ne uscìì fu solo un singhiozzo strozzato. Era al limite. Non ce l’avrebbe fatta. Gli occhi oramai serrati, sgorgavano lacrime in continuazione e il suo cuore martellava come un orologio a bomba. Non smetteva. Non ci riusciva. Lo sentiva ogni secondo che passava all’interno del suo petto. Una fitta in tutto il suo petto prese a farsi sentire. Gli faceva male tutto il petto. Era troppo doloroso. Lo prendeva di continuo fino a farlo esplodere. Non ci riusciva. Non sarebbe resistito. Dalla sua bocca uscivano solo dei lamenti sussurrati e le sue mani erano serrate sulle sue ginocchia. Non ce la faceva. Ray. Cosa sarebbe successo se non fosse caduto dall’albero quel pomeriggio? Se non ci fosse stato lui cosa sarebbe successo? Ray sarebbe … Morto? No. No. Ray era il suo migliore amico. Come avrebbe vissuto senza di lui? Come avrebbe reagito sapendo che sarebbe morto? La stretta sulle sue ginocchia si fece più forte e insistete e per un attimo gli parve che si stesse lacerando la pelle. Come avrebbe fatto senza il suo Ray? Come avrebbe fatto? Il suo Ray … Strinse la fascia che aveva tra le mani forte a se, come a lacerarla. Non ce la faceva più. Se non fosse mai ritornato indietro non avrebbe mai visto niente.Ma se invece fosse andato avanti avrebbe lasciato quel ragazzo morire tra le braccia del suo cosidetto “fidanzato”. Per quanto ancora si sarebbe distrutto? Per quando ancora si sarebbe dato la colpa? Aprì un attimo gli occhi per calmarsi un po’, ma quando vide che la fascia che teneva stretta tra le mani era uella di Ray, scoppiò nuovamente in un pianto senza fine e questa volta non riuscì a trattenere un singhiozzo.
Il suo Ray gli aveva lasciato la sua fascia. L’aveva inzuppata d’acqua per raffreddare la sua fronte dalla febbre. Lo aveva protetto. Gli aveva dato la cosa a lui più importante. La sua fascia. La strinse forte a se come per non mollarla mai e la avvicinò al suo volto. Cosa avrebbe fatto non gli importava. Sfiorò con le sue labbra la fascia del suo amico e con esitazione gli posò un bacio casto, puro, quanto la sua amicizia. Una lacrima la bagnò, ma non gliene importò. La ribaciò ancora. Quella era la fascia di Ray. Del suo Ray. Un altro bacio. Poteva sentire attraverso quella fascia il sapore inebriante del suo amico felino. Era buono. Era bello. Pianse. La stringeva. La baciava. Piangeva. Singhiozzava. Piangeva. Pensava e ripensava al suo migliore amico, ma non capiva perché pensando a ciò il suo cuore sussultava e piangeva all’interno del suo petto per la mancanza di quel ragazzo dagli occhi dorati al suo fianco.Gli mancava. Lo voleva al suo fianco.
Si spaventò ai pensieri che faceva verso il suo migliore amico. Lui lo voleva … Baciare. Lo voleva baciare con la stessa passione con la quale lo baciava Kai. Lo voleva toccare con la stessa gentilezza con la quale lo faceva Kai. Lo voleva al suo fianco come voleva Kai. Lui voleva baciare … Ray. Lui lo voleva baciare. Voleva baciarlo. Voleva sentire la sua bocca a contatto con la sua. Voleva sentire quel contatto che mai aveva sperimentato in tutta la sua vita. Voleva poter baciare lui. Solo e soltanto lui. Il suo cuore perse un battito pensando a ciò. Chissà com’era baciare Ray. Chissà com’era ricevere un bacio da lui. Era quello il bisogno della quale aveva bisogno Ray ogni volta che baciava Kai? Era quello? Lo sentiva all’interno del suo cuore. Lo sentiva come una necessità. Lo sentiva come l’unica cosa che l’avrebbe potuto salvare da quei pensieri assurdi.
Voleva baciarlo per sempre. Chissà com’era bello baciare quel ragazzo. Chissà come era bello. L’avrebbe voluto fare in quel preciso momento. L’avrebbe voluto baciare li immediatamente. L’avrebbe fatto e avrebbe fatto di più. L’avrebbe accarezzato. L’avrebbe … Baciato per sempre fino a fargli imprimere nella sua mente il sapore delle sue labbra e l’avrebbe fatto fino a che non sarebbe morto. Lo voleva veramente tanto … Fino al punto che sarebbe morto per lui … Fino al punto di proteggerlo … E finalmente si addormentò.

Mystel era placidamente addormentato sul letto. Nessuno avrebbe dovuto svegliarlo. Nessuno avrebbe dovuto disturbare il suo sonno. Nessuno al mondo. I suoi occhi preoccupati si posarono sulla figura addormentata sul letto. Il petto s’alzava e si abbassava a ritmo regolare e poteva percepire chiaramente nella stanza il suo respiro.
Che spavento che gli aveva preso quel pomeriggio. Che infarto.Se non l’avesse preso in braccio si sarebbe schiantato al terreno. Per fortuna che era li. Non con Kai dove aveva sempre pensato fosse il suo posto, ma li insieme al suo migliore amico. A quell’angelo di ragazzo. Gli era parso un angelo caduto dal cielo. Gli aveva salvato la vita due volte. Due volte lo aveva portato in salvo. Sorrise dolcemente a pensar a ciò perché sapeva che nessun’altro lo avrebbe salvato da quel precipizio. Solo e soltanto lui. Che tenero che era quel ragazzino!
Si mise a sedere sul bordo del letto e cominciò a contemplare quel corpo indifeso. Mystel pur non essendo muscoloso era molto carino. Fin troppo carino per i ragazzi della sua età. Come aveva fatto ad accorgersene solo in quel momento non lo sapeva, ma più lo guardava più lo paragonava ad un angelo bellissimo. Che carino che era con i capelli tutti spettinati! Anche quando dormiva era tenero. Ti veniva la voglia di abbracciarlo e stritolarlo come un peluche. Che bel peluche che era Mystel … L’avrebbe tenuto stretto per sempre … Come il suo migliore amico.
Il suo sguardo vagò per il letto finche trovò la mano del suo giovane amico che stritolava la sua fascia come se fosse l’unico appiglio per salvarlo da quel precipizio. Era dolcissimo mentre dormiva e quel gesto, fatto con innocenza, era ancora più bello e tenero. Era stupendo.
Un sorriso sornione comparve sul suo volto. Le sue soppracciglia generalmente aggrotate si erano rilassate e i suoi occhi dorati erano dolci come non mai a guardare quell’angioletto di ragazzo steso sul letto. Si addormentò anche lui accanto ad esso ignaro di quello che nel sonno il ragazzino stava dicendo.
-Voglio baciarti … -

Si alzò nuovamente nel bel mezzo della notte. Da quanto dormiva? Da quanto era disteso in quel letto? Alzò un attimo lo sguardo impastato dal sonno cercando di abituarsi alla luce lunare che filtrava attraverso le finestre della cameretta. Non gli piaceva il buio. Preferiva di gran lunga il giorno, dove si poteva giocare e ridere all’aperto, senza nascondersi nell’oscurità. Eppure non riusciva a uscirne da quelle tenebre. Aveva paura di tutto quello che sarebbe potuto succedere. Aveva troppa paura. Paura che Ray lo avrebbe allontanato da se per averlo spiato mente Kai lo stava per ammazzare. Aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere. Tanto. I suoi occhi semi chiusi ritornarono a richiudersi appena sentì una lacrima uscire da uno di loro. Non voleva piangere. Non ce n’era bisogno. Doveva essere forte. Eppure crolava ogni volta che pensava a Ray.
Voleva baciarlo e per quanto si sforzasse di non farlo sapeva che stando a contatto con lui non sarebbe mai riuscito a resistere. L’ansia si fece di colpo insistente e per poco pensò di star per morire per soffocamento. Non ce la faceva. Si aggrappò ai suoi capelli tirandoli da una parte e dall’altra cercando invano di trattenere le lacrime. Non ci riuscì. Le lacrime sgorgarono sulle sue guance fino a bagnarlo sul collo, mentre l’ansia si faceva sempre più pressante. Gli faceva troppo male il petto. Gli sembrava di morire. Perché quando pensava a Ray succedeva così? Perché sentiva una stretta al petto? E perché quando pensava a lui e Kai gli faceva ancora più male? Cosa gli stava succedendo? Era da ieri che si comportava così. Era troppo non ce la faceva più. Si sentiva a pezzi mentalmente e fisicamente.
Si aggrappò disperato alle coperte dal letto toccando anche qualcosa che assomigliava vagamente ad una mano umana. Spaventato a morte dal cotatto, la ritrasse immediatamente, come se l’avesse appoggiata su una stufa rovente. La guardò come per accertarsi che non ci fosserò scottature, sconvolto e stupito, e quando fece per voltarsi in direzione di quella mano lo vide. Ray era addormentato ai bordi del letto e dormiva alla grande. I suoi capelli era scompigliati sul letto e la sua casacca bianca era un po’ sporca di fango. Non riusciva a scorgere gli occhi, ma immaginava che fosserò chiusi. Era sorpreso. Stupito. Non riusciva a descrivere quella senzazione che lo avvolse quando lo vide. Si accorse soltanto del suo cuore che cominciò a martellare forte nel petto come un tamburo senza dargli pace. Quasi non ci credeva per lo stupore. Ray era placiamente addormntato ai bordi del letto senza muovere neanche un muscolo.
I suoi occhi s’intiserò di felicità, ma allo stesso tempo di lacrime di gioia. Lui era li. Poteva baciarlo. Poteva toccarlo. Poteva non fare più a meno di lui. Si avvicinò quel poco da lui per sentire il suo respiro sulla bocca. Cosa stava facendo? Era impazzito? C’era qualcosa in fondo al suo cuore che diceva “Fallo”, eppure non riusciva a resistergli pur cercando di lottare contro quella senzazione di totale abbandono. Non riusciva a connettere il cervello. Era bellissimo quando dormiva e i capelli sembravano ancor più belli sotto la luce lunare. Chissà quante volte Kai l’aveva visto in quello stato, ma a lui non gli importò. Kai non era li, lui invece si. Dopo quel pensiero non si ricordò più niente. Con un’ultimo sospiro, sigillò la sua bocca con la sua e vissè di quel bacio fino a che non sentì qualcosa inumidire le sue labbra. Si staccò di colpo come impaurito da ciò che era successo. Ray stava ancora dormendo ma la sua lingua era più sveglia che mai. Sembrava stesse cercando qualcosa che non riuscisse a cercare. Mystel provò un vuoto al cuore in quel momento. Brividi percorserò la sua schiena. Cosa gli stava succedendo? Senza neanche darsi una risposta lo baciò un’altra volta e questa volta acconsentì l’invito della lingua dell’altro. La sfiorò con la sua per una frazione di secondo e non riuscì più a farne a meno. Lo baciò con una tale foga che sembrava non fosse capace di dimostrare, ma che lo fece sentire in paradiso. Stava baciando Ray. Stava assaggiando il suo sapore inebriante. Quant’era bello. Era una tra le senzazione più intense che aveva mai provato. Era troppo. Troppo per se stesso. Era bellissimo. Lo baciò ancora. E ancora. E ancora. E quando sembrava che non gli bastasse lo accarezzò sulle spalle e in quel momento due occhioni dorati si fissarono nei suoi sorridenti.

-Ciao … - Lo salutò Ray impastato dalla stanchezza.
Mystel lo guardò impaurito negli occhi. Che cosa aveva visto e soprattuto cosa aveva sentito? Mystel cercò di dare una risposta a quello che stava facendo più impacciato che mai.
-Io … Io … Non volevo … - Balbettò impaurito il ragazzo ritraendosi in un bozzo per poi nascondere i suoi occhi bramosi di altri baci tra le sue ginocchia. Proprio adesso che era addormantato doveva svegliarsi? O forse … Era già sveglio? Quello non l’avrebbe mai sopportato. Non sarebe riuscito a spiegargli il perché lo stava baciando. Non lo sapeva nemmeno lui. Come avrebbe spiegato una cosa simile al suo migliore amico? Aveva voglia di baciarlo e l’aveva fatto? No. Non era una tra le cose più sagge che gli fosserò venute in mente.
Ray gli accarezzò il volto prima di rispondere a tutte quelle domande.
-Non ti devi scusare Mystel … Non dovrai mai farlo … - Scosse la testa gentilmente come per rassicurarlo che il gesto appena compiuto non era un crimine alcuno. Eppure il ragazzino tremava ancora dalla puara di quello che sarebbe potuto accadere.
-Ma io ti ho baciato … - Rispose flebilmente. Sembrava che non volesse dirgli che l’aveva fatto. Semnrava come se si stese nascondendo dietro a qualcosa. Un appiglio per non guardarlo negli occhi e dirgli la verità, peccato che qualunque cosa avesse fatto lui non sarebbe riuscito a resistergli. Era troppo per lui quella situazione.
Ray si avvicinò al suo volto appoggiando tre dita sotto il mento facendoglielo alzare con gentilezza. Il suo volto era arrossato dal troppo piangere e il suo cuore batteva all’impazzata. Gli occhioni azzurri emanevano tristezza da tutte le parti e poteva sentire il suo corpo tremare. A quella vista Ray non riusci a trattenersi dall’abbracciarlo. Gli faceva troppa tenerezza. Instintivamente lo abbracciò fino a farlo sbilanciare sul letto. Il corpo del ragazzino era caldo e piccolo, che era quasi tentato di schiacciarlo per sentire quanto morbido era, ma sapeva che non era una buona idea, sopprattuto per il ragazzino che giaceva sotto quell’abbraccio.
Il cuore di Mystel cominciò a battere forte. All’impazzata. Sembrava volesse uscire dal petto.
Ray lo stava abbracciando e con una tale foga della quale non avrebbe mai creduto fosse capace!
Si sentiva troppo bene contro di lui, stretto tra le sue braccia che si rilasso completamente, dimenticandosi che Ray aveva il cosidetto “fidanzato”.
Ray strofinò una guancia contro la sua.
-Non scusarti Mystel … Non l’hai fatto apposta … - Sussurrò al suo orecchio facendolo rabbrividire. Adorava il suono della sua voce. Era così bello. Tutto di lui era bello. Lo voleva baciare ancora, ma sapeva che non avrebbe pouto. Il ragazzino abbassò lo sguardo per non doverlo fissare negli occhi, ma due dita lo sollevarono ancora facendolo guardare direttamente in quei pozzi dorati che il suo migliore amico si ritrovava. La sua stretta si fece più dolce e anche i suoi occhi. Gli sembrava di essere rinato dal solo guardarlo.
-Ma tu puoi solo baciare Kai … - Sussurrò intimorito il ragazzino contro il suo petto.
Il ragazzo più grande scosse la testa. Come faceva ad essere così ingenuo il ragazzo? Era troppo piccolo per poter capire certe cose e dopo aver visto quello che lui e Kai stavano facendo l’altro ieri non era facile. Il suo volto triste reclamava il vero. Voleva sentire la verità.
-Ma Mystel … Non è vero quello che dici- Sospirò vicino al suo orecchio –Io e Kai ci baciamo perché ci vogliamo bene. Noi ci amiamo ed è logico che ci baciamo. Perché vogliamo manifestare il nostro amore. Perché è bello. Perché ci unisce-
Il ragazzino sotto si se allargò gli occhi come ad aver appena scoperto l’America. Ray si addolcì alla vista di quegli occhioni enormi ingrandirsi ebbe ancora l’impulso di abbracciarselo a se come un peluche, ma riuscì a trattenersi ugualmente seppure a fatica. Mystel al contrario di lui era sbalordito. Stupito. Ma ancora una cosa non capiva. Una cosa che lo tormentava da due giorni e voleva capire che cosa era.
-Cosa vuol dire che vi amate?- Chiese innocentemente.
- … Noi vorremo stare insieme per sempre … - Rispose flebilmente.
E finalmente capì. Capì il motivo per la quale voleva baciarlo. Capì il motivo per la quale voleva accarezzarlo. Capì perché voleva avercelo vicino. I suoi occhi s’illuminarono e come un fulmine a ciel sereno capì. Capì quello che da tanto tempo avrebbe dovuto capire. Capì perché si sentiva così quando c’era lui al suo fianco. Perché lo amava. Lo amava tanto. Eppure lui sapeva che Ray non l’avrebbe mai amato. Perché c’era Kai al suo fianco che lo amava più di lui e lo baciava più di lui. E a quel pensiero lo stomaco si strinse. Lui amava Kai più di lui. Lui voleva stare insieme a Kai, mentre lui no. Lui non avrebbe più potuto fare niente. In quel momento. Solo in quel momento capì il perché Ray voleva stare con lui. Capì il motivo per la quale avesse scelto un uomo invece di una donna. Capì tante cose che prima non avrebbe mai capito e finalmente comprese.
Ray gli accarezzò la nuca come per proteggerlo, ma il ragazzo si scansò.
-Perché mi abbracci?- Chiese infastidito il ragazzino.
Ray strabuzzò gli occhi. Ma che domande erano da fare quelle? Eppure rispose senza ritegno.
-Perché sei tenero … - Sussurrò ritornando ad abracciarlo dolcemente sorridendo felice.
Mystel diventò rosso fuoco per le parole che gli erano state appena dette. S’irrigidì improvvisamente nel suo abbraccio e cominciò a sudare freddo. Ma cosa diceva quel ragazzo? Era per caso impazzito? Lui era tenero … Veramente? Strabuzzò gli occhi. Cosa?
-Cosa?- Richiese senza credere alle sue parole.
Ray gli sorrise divertito facendolo arrossire ancor di più.
-Sei carino … - Sussurrò teneramente.
Mystel non riuscì a resistere ad una simile affermazione. Diventò ancor più rosso dall’imbarazzo, ma questa volta si lasciò andare. Si sentiva inerme. Piccolo. Indifeso. Quelle parole dette da lui erano le più belle in assoluto. Se le avesse detto qualcun altro non gli avrebbe importato. Invece dette da lui erano le più belle in assoluto. Quelle che contavano di più in quei momenti.
Si strinse di più a quel ragazzo facendolo quasi sussultare, ma senza soffocarlo. Si lasciarono andare tutti e due come dei bambini coccolandosi a vicenda. Era bellissimo. Ray lo strigeva dolcemente e Mystel non riuciva a farne a meno.
Improvvisamente disse delle parole che forse non avrebbe mai dovuto dire.
- … Ray … Io ti amo … - Sussurrò impaurito da quello che aveva detto.
Ray sussultò spalancando gli occhi. Si staccò per guardarlo negli occhi. Piangevano calde lacrime. Qielle lacrime erano per lui. Il cuore si strinse. Lui non sarebbe mai riuscito a dare quell’amore a quel ragazzo. Non lo amava abbastanza. Gli voleva bene, ma non fino a quel punto. Non come un vero amore. Il ragazzo che amava era un altro. Quello che amava non era così dolce come Mystel. Non era dolce come un cicoccolatino. Eppure lui lo amava. Il cuore si strinse.
Mystel abbassò lo sguardo come ad aver detto qualcosa di sbagliato.
Altre parole uscirono dalla sua bocca inconsciamente.
- … Io voglio … Baciarti … - Pronunciarono le sue labbra.
I suoi occhi azzurri s’intinsero di lacrime. Sapeva che pur dicendo quelle cose niente sarebbe mai cambiato, eppure ci sperava. Ci sperava dal profondo del suo cuore. Ci sperava da morire. Voleva che ray gli concedesse almeno un bacio. Un’ultimo lungo e passionale. Talmente passionale da non riuscir a farne a meno. Il suo cuore cominciò a battere forte pensando a certe cose e per immaginarselo chiuse gli occhi per un nano secondo. Diamine … Voleva baciarlo da morire!
Ray rimase paralizzato. Non sapeva che Mystel provava un sentimento così puro per lui, eppure lui non glielo poteva dare. Alzò la testa di colpocome per trovare una risposta o una soluzione dal cielo e li lo vide. Vischio. Sorrise. Sorrise tantissimo. Non sapeva quanto avesse sorriso. Il suo cuore cominciò a scoppiare dalla felicità, a battere forte e pensò che quello era stato proprio un colpo di fortuna.
L’improvviso sbalzo d’umore del ragazzo fece preoccupare Mystel, tanto che pensava stesse pensando ad un modo per sbarazzarsi di lui. Aveva paura di quello che il ragazzo potesse pensare in quel momento che cominciò a tremare come una foglia.
Il viso del custode della Tigre Bianca si fece vicino al suo volto sorridendo felice.
-Guarda in alto … - Gli fece felicemente.
In che senso? Rimase li a fissarlo come un ebete per un po’ ma poi si convinse ad obbidirgli. Incuriosito il ragazzino alzò la testa intravedendo nella folta capanna un rametto di vischio attaccato ad altro che filtrava dentro nell’abitazione. Corruggiò la fronte. Che cosa voleva dire?
Per trovare una risposta alle sue domande ray gli rispose.
-In Europa il vischio è un segno d’augurio, ma se ci si trova sotto ad uno dei suoi rami la tradizione vuole che le due persone si bacino- Spiegò il ragazzo più grande.
Improvvisamente il volto del ragazzino s’illuminò totalmente. Non perse un secondo di quell’opportunità. Lo baciò con una tale foga della quale non ne fosse capace, che però fece vibrare il suo cuore di felicità. Le loro lingue se incontrarono. Si intreciarono e si sfiorarono. Non smettevano di farne a meno. Volevano sempre di più. I baci da dolci diventarono più passionali e in Mystel era cresciuta la voglia di amarlo sempre di più. Gli accarezzò le spalle. Le schiena e qualunque altra cosa che potesse trovare lungo il suo cammino. Però non smise di amarlo.

Ogni volta che i due si trovavano sotto un rametto di vischio Mystel non perdeva l’occasione di baciarlo. Ovviamente Kai non ci doveva essere nei paraggi altrimenti questi avrebbe fatti a pezzi il giovane ragazzo, ma non gli importava finchè avrebbe trovato una scusa per baciarlo.







“Why do people kiss under Mistletoes?”




THE END



Hope you liked it!!

 
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