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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: LA LEGGENDA DELL`ANGELO DALLE ALI NERE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: isabelblack galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/03/2005 17:33:52 (ultimo inserimento: 28/02/06)

in un mondo in cui nulla è come sembra, bene e male si confondono, ed un angelo dalle ali nere fa la sua comparsa. seguito di ``vicini``. commentate!!
 
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COLEI CHE CON SE PORTA LE NEBBIE
- Capitolo 1° -




:- è quello mia signora?-
:- si, il nostro viaggio giunge al termine-

nubi cariche di neve ricoprivano il cielo sopra il grande lago, mentre una piccola imbarcazione si muoveva lentamente trasportando a riva due figure incappucciate.
Una spessa coltre di nebbie le avvolgeva, quasi innaturalmente, come se fosse qualcuno a comandarle.
Una delle due figure, se ne stava in piedi, rivolta verso la prua della piccola barca, lo sguardo volto alla sua destra: la piccola cittadina giaceva addormenta tra le braccia di Morfeo, spruzzi leggeri di neve avevano dipinto di bianco i tetti delle case ed i prati circostanti.
:- scusatemi, voi, siete cresciuta qui?-
la figura davanti a lui fece cenno di si con la testa, continuando a guardarsi in torno.
Quel paesaggio aveva risvegliato vecchi ricordi. Vecchi ricordi di una vita che ormai sembrava essere sempre più lontana. Memorie lontane, che per quattro lunghi anni aveva cercato inutilmente di soffocare nella parte più lontana della sua memoria; eccoli tornare ancora una volta all’attacco, aiutati da quel paesaggio che tanto aveva desiderato rivedere.
:- c’è qualcosa che vi turba?-
scosse le testa
:- no, solo vecchie ferite che si riaprono-

la piccola imbarcazione toccò terra poco dopo. Una figura incappucciata scese a terra, ed aiutò la figura che era sempre stata in piedi a scendere, profondendosi in grandi inchini.
:- fermati, Dieu, puoi evitare di compiere tutto il cerimoniale……sei lontano da casa adesso, niente ti obbliga a venerarmi……-
:- solo la mia coscienza………- rispose il ragazzo
la figura più alta sorrise
:- fa come credi, hai il mio benestare, qualunque sia la scelta che farai………-
senza più guardarsi in dietro, si avviò verso quella che sembrava essere l’entrata di un castello. Come nel villaggio poco distante, la neve aveva coperto il giardino di quel vecchio maniero, tuttavia, ella non lasciava impronte. Il suo passo era lieve e delicato, ma, allo stesso tempo, estremamente deciso.
Con il solo gesto di una mano, spalancò il grande portone di legno ed entrò, lasciando dietro di se il giovane Dieu che faticava a seguirla.
Il giovane osservava rapito il passo con il quale la sua padrona si muoveva; il lungo mantello blu scuro la copriva completamente, formando un piccolo strascico che fregava per terra. Un dolce profumo l’accompagnava, il profumo di una ragazza immersa ancora nei sogni; anche se, tutto di lei si poteva dire, tranne che fosse una ragazza dei sogni. Lei era reale. Reale come la pioggia e le giornate di sole che illuminavano la sua casa. Era stato affidato ai suoi ordini che aveva soltanto sedici anni. Lei era la sua padrona. Lui le apparteneva; apparteneva a quella donna dal portamento severo e lo sguardo triste.
Improvvisamente la sua padrona si fermò davanti ad un enorme statua raffigurante un gargoyle, si voltò verso di lui e impartì degli ordini ben precisi, dopodiché, sparì lungo la rampa di scale che era apparsa dove prima c’era il gargoyle.

La figura incappucciata giunse indisturbata all’ufficio del preside di Hogwarts. Niente era cambiato, sembrava che il tempo fosse passato soltanto per lei.
:- che cosa ci fa un emissario della dama del lago nel mio ufficio?, non sapete che non siamo in buoni rapporti con la vostra padrona?- disse con il suo solito tono pacato ma severo- le porte di Hogwarts sono chiuse per la sacra isola……- continuò poi
una risata cristallina si sentì provenire da quella figura, nello stesso istante in cui la professoressa McGrannit fece il suo ingresso
:- che cosa sta accadendo qui?……chi siete?- decretò con il piglio severo che le apparteneva
:- davvero non mi avete riconosciuto?, professore, non foste forse voi a dirmi che le porte di Hogwarts sarebbero state sempre aperte per me?, volete infrangere quella promessa?-
la professoressa McGrannit le si avvicinò, allungando una mano adesso tremante verso il cappuccio che nascondeva alla loro vista il volto di quello strano visitatore.
I suoi occhi si spalancarono alla vista del volto di quella ragazza, Silente si alzò in piedi, esterrefatto dalla sorpresa
:- sono così cambiata in quattro anni?- disse la ragazza
:- tu!……non è possibile!, tu eri……- balbettò la McGrannit portandosi una mano alla bocca
la ragazza sorrise, contenta di aver suscitato una simile reazione nell’arcinga donna.
:- si, sono io………-
il preside si avvicinò alla ragazza, con aria più che contenta
:- signorina Halliwell, piacere di rivederla………-
Isabel sorrise, ed un velo di stupore misto a rimpianto gli incupì lo sguardo
:- da molto non udivo quel nome, fa uno strano effetto sentirlo dopo tanto tempo-
la McGrannit trattenne a stento la gioia, quando la ragazza la salutò poco prima di sedersi davanti alla scrivania del preside
:- mi scuso per l’orario indecente, ma,come potete immaginare, non potevo certo giungere con la luce del sole……-
Minerva McGrannit scosse la testa
:- non scusarti!, sei la benvenuta, che tu arrivi con il sole o con la luna alta nel cielo, l’importante è che tu sia tornata-
Isabel chinò leggermente la testa in segno di assenso, mentre tentava di slacciare il pesante mantello che l’avvolgeva. Una volta tolto, rivelò tutto lo splendore dei suoi ventun ’anni. Indossava un abito celeste, tendente all’acqua marina. Uno scollo abbastanza ampio, lasciava intravedere la tenera carne delle spalle, le maniche, strette poco sopra il gomito da nastri di raso azzurri, ricadevano ampie, formando un elegante campana. In vita, una fascia argentata, ricadeva dolcemente fino ai piedi.
I capelli di seta corvina, erano acconciati elegantemente in una crocchia non molto stretta, ed adornati da fili d’argento. Su tutto, troneggiavano il simbolo di coloro che sono consacrati alla dea, tatuato sulla sua fronte, e, quello che Silente riconobbe essere il sacro cuore di Avalon: una pietra azzurra a forma di cuore, che la ragazza portava al collo. Allora, sarebbe stata lei la prossima dama del lago, infine Dafne aveva vinto.
:- sono lieta di sentirvi dire queste parole, professoressa, tuttavia, ho da dirvi che la mia, non è una visita di cortesia-
il preside sospirò udendo quelle parole. Si aspettava un affermazione del genere ed era convinto più che mai di conoscerne il motivo; tuttavia, in cuor suo si augurava di sbagliarsi.
:- temevo che dicessi quelle parole, mia giovane amica, ma, prima di crucciarci con più che legittime preoccupazioni, ti andrebbe di raccontarci che cosa ti è accaduto in questi quattro anni?- disse indicando il cuore al suo collo
Isabel annuì, quando………
:- Mi perdoni, mia signora!!!- la voce di Dieu
la ragazza si alzò di scatto e si diresse a grandi passi verso la porta, seguita dalla professoressa McGrannit e dal Preside.
Sapeva che cosa era successo, ed avrebbe preferito che la McGrannit ed il preside non la seguissero. Nel racconto che avrebbe fatto di li a poco, avrebbe casualmente evitato di parlare di quel piccolo particolare, ma, come ormai sapeva bene, il destino aveva davvero un macabro senso dell’umorismo.
Scesero velocemente le scale, ascoltando gli strepiti del giovane
:- mi perdoni mia signora!, avrei dovuto far maggiore attenzione! Sono mortificato, ho disubbidito ai vostri ordini, mi punisca se crede!!, ma, mi perdoni per favore!-
Isabel, in un moto d’ira si ritrovò ad imprecare
:- dannazione Dieu!, è inutile che tu pianga! se continui a scusarti in questo modo giuro che ti spedisco ad Avalon a furia di maledizioni!, taci!, oppure vuoi svegliare tutta Hogwarts?!-
la voce del ragazzo non si udì più.
Isabel comparve da dietro la statua, accompagnata dai due professori, proprio mentre Dieu si trovava impegnato in quella che doveva essere il suo compito, o per lo meno ci stava provando. Silente e la McGrannit restarono senza parole: che cosa significava? Chi erano quei due?
Isabel si parò davanti a loro, le mani sui fianchi
:- Arthea! Morgana! Che cosa vi avevo detto?!- disse con voce severa
:- Madre!- esclamarono all’unisono i due gemelli
Madre?
Ma come madre? E così, anche lei……sperava che almeno quello avesse potuto evitarlo.
La voce di Silente interruppe la conversazione tra Isabel ed i bambini
:- Isabel, potresti……-
la ragazza si voltò, appena in tempo per vedere la McGrannit sbiancare.
:- spiegarmi?, si……-
:- torniamo nel mio ufficio- disse il preside- venga Minerva-
il gruppo tornò nell’ufficio del preside, Isabel teneva in braccio il piccolo Arthea, intento a giocherellare con una ciocca dei capelli della ragazza, Dieu teneva Morgana, impegnata a storcergli come meglio poteva i lineamenti del giovane volto.

Minerva McGrannit osservava in disparte la scena. Non riusciva a credere a quello che vedeva: quei due bambini, Arthea, dai capelli corvini e Morgana, dai capelli color del miele……no, non era possibile. Ma quanto doveva soffrire quella ragazza?.
:- stavamo dicendo?- disse il preside sedendosi
Isabel prese in braccio i due bambini, un respiro profondo e poi, prese a parlare
:- Professoressa McGrannit, Prof Silente, questi sono Arthea Alexander- ed indicò il maschietto che sorrise- e Morgana Ouriel Brianna- un altro respiro- sono i miei figli-
come temeva.
:- quando, quando sono nati?- disse l’anziano preside con una nota di sconforto nella voce
:- più o meno un anno e mezzo fa……- fece una pausa fermandosi ad osservare i bambini- ma, forse sarà meglio iniziare dal principio……non intendevo farvelo sapere così-
Arthea e Morgana sorrisero alla madre che prese a cullarli dolcemente
:- piccoli, la mamma adesso vi racconta una storia……se farete i bravi-
:- Scì!- dissero in coro i due piccoli
L’erede della sacra isola chiuse gli occhi, tentando di fare più vividi i ricordi del suo arrivo ad Avalon. Ecco, stavano tornando tutti. Nitidi e chiari nella sua memoria, i ricordi di quel periodo tornarono come un uragano, la sua tristezza, il suo dolore. Tutte quelle emozioni che aveva rinchiuso in un angolino del suo cuore, adesso tornavano in superficie.
:- quattro anni fa, vidi per la prima volta la sacra isola…………-

 
Continua nel capitolo:


 
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