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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IL SORRISO DI TOM
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: megami galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/02/2005 14:54:55

tom non sorrideva... non lo aveva mai fatto...
 
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CAP. UNICO
- Capitolo 1° -

Tom era un ragazzo triste, molto triste.

Viveva in un giardino, Tom.

Fuori da esso vi era il mondo, ma dentro vi era un intero universo.

Non conosceva nessuno, Tom, nessuno, nemmeno i genitori.

Già, non aveva genitori, lui. Era nato dalla terra. Non da un fiore, no, solo dalla terra.

In questa solitudine crebbe Tom, in questa solitudine tuttora Tom vive.

Non sapeva nulla della vita, ignorava cosa fosse la morte, lui trascorreva un giorno e basta, attendendo che arrivasse quello seguente, senza capirne il reale motivo.

Tom si guardava intorno, scrutava, imparava con lo sguardo. Tom non sorrideva, voltava il capo e basta.

Tom si alzava, camminava, posava delicate carezze alle piante, ma non sorrideva.

Così trascorreva una giornata Tom, tra sguardi e carezze, nel suo silenzio e nel silenzio che tutt'intorno regna perpetuo.

Tom non parlava, non l'aveva mai fatto.

Non sorrideva...

Tom, però, ascoltava.

Ascoltava il cinguettio degli uccellini, ascoltava il fruscio del vento e il lamento delle fitte fronde degli alberi, ascoltava lo scrosciare dell'acqua, ascoltava la pioggia, ascoltava la terra.

Ma non voleva rispondere, Tom.

Si limitava a voltare il capo... e non sorrideva.

Come amico aveva il vento e il sole e le piante e gli uccelli. Ogni tanto qualche animale lo andava a trovare.

Ma nonostante tutto si capivamo, perché nessuno aveva mai parlato. Comunicavano con gli sguardi.

Ma Tom voleva vivere, non gli importava di trovare un senso, non gli interessava.

Lui voleva sempre sentire il vento tra i capelli e il Sole sulla pelle e il canto dei uccellini.

Ma non rideva, non lo aveva mai fatto.

Un giorno Tom guardava il cielo.

Era vecchio, malato, ma mai stanco di vivere.

Il Sole stava calando, fu più forte di lui.

Da tanto lo guardava andare e venire e spesso si chiedeva dove andasse.

Tom morì quel giorno, guardando il cielo, ascoltando il cinguettio degli uccellini, ascoltando il fruscio del vento e il lamento delle fitte fronde degli alberi, ascoltando lo scrosciare dell'acqua, ascoltando la pioggia, ascoltando la terra...

Di piangente, c'era solo un vecchio salice e anche il canto degli uccellini pareva un canto triste e malinconico.

Non si sa se Tom abbia riso almeno una volta prima di salutare questo mondo, il suo mondo.

Nessuno lo sa, nessuno lo saprà mai.

Forse, solo gli alberi, la pioggia, gli uccellini, la terra, lo sanno, ma nessuno di loro parlerà, porteranno il segreto di Tom in silenzio, come lui ha portato il loro fino alla fine.

Mai parlò, Tom.

Mai pianse.

Mai, nemmeno un solo istante, agognò la morte.

Mai volle uscire dal giardino.

Lì visse, lì morì e ancora Tom è lì, con gli uccellini che cantano il loro canto funebre e l'erba che a modo sua mostra la sua gratitudine, avvolgendoti con le sue innumerevoli braccia.

Tom...

Tom...

Tom...

Hai sofferto, Tom?

Hai sorriso?

Non lo so.

Nessuno lo sa.

Nessuno lo saprà mai...



NOTE DELL'AUTRICE:

Le ripetizioni sono volute. La dedico a tutti quelli che hanno sempre commentato le mie storie e ad una mia amica che non sta passando un bel momento.



 
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