- Capitolo 1° -
And nothing else matters but you
¨D¨D¨D¨D¨D¨D¨D¨D nn dico niente ma commentate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
<< Oh, sweet child o¡¯ mine>> strillava la voce di Axel Rose nel walkman, pensava a lei, solo a lei ¡°J...¡± non riusciva neppure a pronunciare con la mente il suo angelico nome da quanto era teso. << Where do we go now?>> sembrava proprio che quella canzone fosse fatta per loro due, neanche lui sapeva dove sarebbe andato, fatto stava che in quel tenebroso 14 febbraio lui stava passeggiando senza meta fra le strade ingarbugliate di Los Angeles. La conosceva solo da pochi mesi eppure sapeva che era quella giusta, aveva avuto molte ragazze che gli piacevano prima di lei eppure per nessuna aveva mai provato un sentimento tanto intenso quanto con lei. Una presa allo stomaco lo avvolgeva come un fantasma ogni volta che la vedeva a scuola o in giro per la citt¨¤ e non si sapeva spiegare il perch¨¦; bastava uno dei suoi rari sorrisi o anche che solo si fissassero per un istante per addolcire il suo animo, la guardava di nascosto in ogni momento chiedendosi se nel suo cuore c¡¯era gi¨¤ qualcun altro voltandosi di scatto appena lei si girava e, vedendolo tutto rosso in viso scuotesse la testa. Prese il cellulare e riguard¨° ancora il messaggio che non osava mandarle, si scompigli¨° i capelli corvini e rimise in tasca il suo Nokia, forse era meglio dirglielo come gli dicevano i suoi amici, non che gli mancasse il coraggio per farlo, soltanto non credeva fosse il modo giusto e se poi lo avesse respinto? Cosa avrebbe fatto? Lei era tutta la sua vita, se non gli avesse pi¨´ rivolto la parola sarebbe diventato un'altra persona, come ad un mutilato gli sarebbe mancata una parte di se stesso, quella per lui pi¨´ importante. Alta, snella, un piacere per la vista; simpatica o pi¨´ semplicemente fantastica, respir¨° il suo odore, anche se lei di sicuro gli era distante chilometri lui riusciva lo stesso a sentirla, come se fosse presente, ma non era possibile¡ che cosa era quel rumore¡ sembravano le sue scarpe¡impossibile¡era lei e lo salutava con la mano mentre gli correva incontro. Non era possibile pens¨°, non ora non poteva essere cos¨¬ vicino dal diventare il suo fidanzato, non dopo essersi scervellato per due ore sul che cosa dirle e sul che cosa fare; eppure lei continuava nella sua sfrenata corsa, ormai era distante solo una ventina di metri, si gir¨° pensando che magari lei correva incontro a qualcuno dietro di lui ma la strada era deserta, se tralasciava una coppia di fidanzati che si stavano baciando a qualche metro da lui. Ormai era tanto vicina da poter vedere i capelli biondi con riflessi castani che le rimbalzavano allegramente sul petto quasi piatto, gli occhi ambrati esprimevano una felicit¨¤ tale da farla sembrare una bambina che aveva appena ricevuto un dono per Natale. La bocca piccola e sensuale era aperta ora in uno dei suoi rari sorrisi smaglianti che esibiva solo con lui, stava per saltargli al collo, impossibile, tronc¨° un assolo di chitarra dei Guns¡¯n Roses per riporre il walkman nelle ampie tasche posteriori dei suoi ¡°Fred Perry¡±. Inizi¨° a respirare il suo intenso profumo di Hugo che immediatamente lo pervase distogliendolo dalle sue preoccupazioni e riportandolo finalmente al presente; lei gli plan¨° dolcemente fra le braccia e lui la strinse in un abbraccio liberatorio, in cui diede sfogo alla tensione e a tutti i sentimenti repressi in lui; doveva godersi quell¡¯attimo che, ne era sicuro non sarebbe durato a lungo, moll¨° un po¡¯ la presa e¡ la baci¨°.
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