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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: HARRY POTTER
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: ayakary galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/02/2005 18:48:51

harry james potter, riaprì in un religioso silenzio, il piccolo diario di velluto che si trovava davanti a lui. timoroso, quasi.... yaoi, slash hpxtm
 
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E VORREI POTERTI AMARE
- Capitolo 1° -

~*~*~

« […] e vorrei poterti amare, fino a quando tu ci sarai…

Sono nato per regalarti, quel che ancora tu non hai…

Così se vuoi portarmi dentro al cuore tuo con te…
Io ti prego e sai perché…

Vorrei.. vorrei… esaudire tutti i sogni tuoi.

Vorrei… vorrei… cancellare ciò che tu non vuoi…
Però lo sai, che io vivo attraverso gli occhi tuoi, gli occhi tuoi, gli occhi tuoi…

Gli occhi tuoi »





Tratta dalla canzone 'Vorrei' / Dall'Album '… squèrez?' / by Luna Pop

~*~*~



NOTE; i dialoghi di questa fanfiction, a parte le ultime righe, sono presi piè pari dal libro 'La Camera dei Segreti', Mentre il pezzo tra […], non è da considerarsi parte della fanfiction.







[TI NASCONDERAI


DENTRO I SOGNI MIEI



MA IO NON DORMIRò


MI DOVRà PASSARE…]







^^^FLASHBACK^^^







Harry James Potter, riaprì in un religioso silenzio, il piccolo diario di velluto che si trovava davanti a lui.

Timoroso, quasi, di ciò che avrebbe potuto trovare al suo interno.

Contro ogni sua aspettativa, le pagine di pergamena erano noiosamente vuote, quasi malinconiche, ed accentuavano ulteriormente quel tedio, quasi soffocante, che il bambino sopravvissuto provava.

Le pagine, più di un centinaio, erano tutte dello stesso giallo sporco che contraddistingueva la carta usata dai Babbani dalla pergamena che utilizzavano solitamente i Maghi per scrivere. Harry per un istante si chiese per quale motivo i maghi non usassero della normale carta… ma dopo aver riflettuto alcuni istanti, decise di lasciare perdere. Accantonò quel pensiero in un angolino della sua mente anche denominato 'cose da chiedere ad Hermione', e dopodichè s'interessò completamente a quel diario antico… che doveva avere, ad occhio e croce almeno cinquant'anni. Se non di più.



Sfogliò pigramente le pagine, alla ricerca di una sola scritta, di un disegno, o almeno di un piccolo segnetto che lo avrebbe contraddistinto, che lo avrebbe denominato come proprietà di qualcuno. Purtroppo non lo trovò.



Eppure Harry sapeva una sola cosa su quel diario; a chi era appartenuto…



E quella persona era un certo T.O. Riddle.



Prese una boccetta d'inchiostro nero dal suo zaino, ed una piuma.



Aprì la boccetta ed intinse la punta della piuma che teneva in mano, dentro l'inchiostro, e dopodichè spostò nuovamente la sua attenzione al diario. Una goccia d'inchiostro nero cadde dalla punta della piuma finendo tra i fogli completamente bianchi.



Per un attimo l'inchiostro brillò vivido sulla carta poi, come se fosse stato risucchiato dalla pergamena, scomparve. Emozionantissimo Harry intinse di nuovo la piuma e scrisse una frase;



Mi chiamo Harry James Potter


Le parole brillarono un istante sulla pagina, poi svanirono senza lasciar traccia. Alla fine accadde qualcosa.



Dalla pagina, con lo stesso inchiostro nero che Harry aveva usato prima, comparve qualcosa. Qualcosa che eccitò e spaventò ulteriormente Harry. Un qualcosa che Harry sicuramente non aveva scritto.



Salve, Harry James Potter. Io mi chiamo Tom Riddle. Come sei venuto in possesso del mio diario?



Anche queste parole svanirono, come erano arrivate. Silenziose senza nemmeno emettere lo stridio che commetteva la punta della piuma che sfrega contro la ruvida pergamena, e del silenzioso rumore che provoca la gomma quando viene passato su di un foglio.

Ma prima che le parole potessero sparire, Harry riuscì a leggerle ed iniziare a pensare alla risposta. Come aveva ottenuto il diario?



Ripensò a Mirtilla Malcontenta e al suo bagno. Chiuse lentamente gli occhi mentre le orecchie gli si riempivano degli stridi che aveva prodotto il fantasma della giovane ragazza morta. Vide l'acqua che allagava i bagni femminili. E ricordò il diario… abbandonato nel bagno, completamente bagnato. E ricordò le parole di Mirtilla.



*Non lo chiedere a me!* aveva sbraitato Mirtilla emergendo e provocando un'ondata d'acqua che finì sul pavimento già fradicio *Io me ne stavo qui, a farmi i fatti miei, ed ecco che qualcuno si diverte a tirarmi addosso un libro*



Ed era così che era venuto a sapere del diario di Riddle.



Ma chi era quel misterioso T.O. Ridlle, che era vissuto mezzo secolo prima?



Qualcuno lo ha gettato nel gabinetto e ha tirato la catena.



Rispose sperando che il suo misterioso interlocutore gli rispondesse in fretta.



Meno male che ho affidato le mie memorie a qualcosa di più duraturo dell'inchiostro. Ho sempre saputo che a qualcuno non sarebbe andato a genio che questo diario venisse letto.



Fu l'enigmatica risposta che il suo misterioso interlocutore, quel Tom O. Riddle gli aveva dato.



Harry si grattò nervosamente la nuca, pensoso. Dopodiché intinse nuovamente la punta d'ottone della piuma nel calamaio e la estrasse, attento a non sporcare il foglio di gocce nere.



Cosa intendi dire?


Scrisse Harry, seminando qualche macchia in giro sulla pergamena dall'eccitazione e dalla confusione che in quel momento provava, nell'osservare quelle parole che venivano scritte in quelle pagine di diario e immediatamente 'risucchiate' al loro interno. Se fosse stato lievemente più saggio, probabilmente Harry, avrebbe catalogato quel libro nella categoria 'Libri Oscuri E Quindi Pericolosi Per La Propria Persona', ma dato l'età e l'entusiasmo che provava ogni qual volta che provava quando trovava qualcosa d'interessante e che fosse utile per poter infrangere qualche regola, non pensò minimamente al fatto di andare dal Preside Silente a consegnargli il Diario, per avere il suo Nullaosta.

Ma non riuscì a formulare altro pensiero, quando comparì la risposta di Riddle sulle pagine del diario.



Voglio dire che questo diario custodisce il ricordo di cose terribili. Cose che sono state occultate. Cose accadute nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.



Quelle parole fecero trattenere un piccolo respiro ad Harry. Forse quel misterioso Tom O. Riddle, sapeva! Sapeva chi era stato ad aprire la Camera dei Segreti cinquant'anni prima… forse sarebbe riuscito ad aiutarlo a scoprire il responsabile delle aggressioni… e forse lui, Harry James Potter, sarebbe stato in qualche modo discolpato dalle colpe di cui era accusato dalla maggior parte degli studenti.

La voce fredda ed incolore di Pix gli ritornò alla mente;



*Potter canaglia che infuria e sì scaglia…

Che uccide studenti, e ride tra i denti…*



Rabbrividì appena ed intinse nuovamente la punta della piuma nel calamaio.



E lì che mi trovo in questo momento


Scrisse velocemente il bambino sopravvissuto, rivedendo con gli occhi della mente i terribili momenti che stavano attraversando nella scuola. Dopodiché risposto la sua attenzione nuovamente al diario di quel misterioso Tom O. Riddle.



Sono ad Hogwarts, e stanno accadendo cose orribili. Sai niente della camera dei Segreti?


Il cuore gli martellava fortissimo nel petto. La risposta di Riddle non si fece attendere ma gli istanti che passarono dalla sua domanda al riscontro, sembravano essere infiniti per il bel moretto, che in silenziosa attesa aspettava che Tom Riddle rispondesse.

La scrittura di Tom, però, nello scrivere la risposta divenne più disordinata, come se le informazioni contenute dentro quel diario segreto, volessero rendersi pubbliche il prima possibile. Come se volessero raccontare tutto ciò che sapevano riguardo alla misteriosa camera dei Segreti; la camera di Salazar Slytherin, fondatore della casa dei Verde/argento vestiti.



Certo che so della Camera dei Segreti. Ai miei tempi ci dissero che era una leggenda, che non esisteva. Ma era una bugia. Quando frequentavo il quinto anno, la Camera venne aperta, il mostro aggredì molti studenti e alla fine ne uccise una. Io presi la persona che aveva aperto la Camera e questa fu espulsa. Ma il professor Dippet, il Preside, vergognandosi che ad Hogwarts fosse accaduta una cosa del genere, mi proibì di raccontare la verità. Fu messa in giro la storia che la ragazza era morta in un misterioso incidente. A me, per il disturbo, fu consegnato un bel trofeo lucente tutto istoriato, e mi fu intimato di tenere la bocca chiusa. Ma sapevo che la cosa avrebbe potuto ripetersi. Il mostro rimase in vita e l'unica persona dotata del potere di liberarlo non fu messa in prigione.



Nella fretta di rispondere e di sapere la verità, ed il nome della misteriosa persona che aveva aperto e che aveva il potere di aprire la camera dei Segreti, per poco non rovesciò la boccetta d'inchiostro nero sulle pagine di pergamena consunta che completavano quel diario.



Tutto si sta ripetendo in questo momento. Ci sono stati tre attentati e sembra che nessuno sappia chi c'è dietro.

Chi è stato, l'ultima volta?



Chiese Harry speranzoso di incastrare il colpevole delle aggressioni.



Non te lo posso dire


La risposta di Riddle fu molto vaga, ma Harry sentì un pizzico di delusione in quella risposta, come se veramente si aspettasse che quel misterioso personaggio gli dicesse immediatamente la realtà.



Ma se vuoi… posso fartelo vedere…


Continuò immediatamente la risposta, come se avesse captato in qualche modo la delusione del bambino sopravvissuto.



Non devi credermi per forza. Posso portarti dentro al mio ricordo della notte in cui presi il colpevole.



Harry esitò un attimo, con la penna d'oca sospesa a mezz'aria, sopra il diario. Che cosa voleva dire Riddle?

Come poteva trasportare dentro ai ricordi un'altra persona? Lanciò un'occhiata nervosa all'entrata del dormitorio, dove si stava velocemente facendo buio fitto.



Quando tornò a spostare la sua attenzione sul diario, vide che la scritta precedente era stata inghiottita per essere sostituita con un'altra… che pareva essere un invito.



Lascia che ti mostri.



Harry rimase incerto per una frazione di secondo, poi un piccolo angolino del suo cervello gli intimò di seguirlo, di scoprire la realtà… ma non era solo per questo che voleva seguire quel misterioso T. O. Riddle. In qualche modo, lo affascinava. Lo avevano sempre affascinato i misteri. Qualunque esso fosse. E quel T.O. Riddle, per lui rappresentava un punto oscuro, un incognita da trovare, una x da trovare in un equazione che ancora non riusciva a risolvere. E l'affascinava tutto di quel misterioso Riddle, ad iniziare da quella calligrafia stretta e poco decorativa, così fine e dritta, da sembrare quasi irreale. Per non parlare poi dei misteri che sembravano essere impregnati nelle poche parole che aveva scritto ad Harry… quel diario fin da subito l'avevano affascinato, poiché le pagine ingiallite di quel nero diario con la copertina di velluto, sembravano profumare tutte di una sola essenza; mistero.



Con la mano leggermente tremante, e seminando qualche goccia d'inchiostro lungo tutta la pergamena, scrisse solo due parole;



Va bene.





[… QUANTI AMORI AVREI



CHE COSA GLI DIRAI



E QUANTO ANCHE DI ME



IO DOVRò CAMBIARE!!!!]





Harry chiuse gli occhi con forza, sentendo una strana sensazione allo stomaco, come se qualcuno gli stesse rimescolando i succhi gastrici. E oltre allo stomaco sentiva la stessa sensazione anche all'ombelico, come se qualcuno lo stesse trasportando lontano da quella realtà, per portarlo in un'altra… per portarlo chissà dove.



Quando riaprì le iridi speranza, sentì ad un tratti i piedi poggiarsi a qualcosa di solido; rimase immobile, tremante mentre le sagome, dapprima sfocate, ricominciavano a prendere i giusti contorni.



Seppe immediatamente dove si trovava. Hogwarts, non c'erano dubbi. Si trovava in una stanza coperta di dipinti, che fingevano solamente di essere addormentati. Era nell'ufficio del Preside Silente. Ovvio.



Ma la cosa decisamente comica, era che quello seduto sulla poltrona del preside, non era Silente. Era un altro preside.

Era un mago grinzoso e dall'aria fragile, calvo tranne che per qualche raro ciuffo di capelli bianchi, stava leggendo una lettera al lume di candela. Harry seppe appena lo vide di non averlo mai visto prima.



« Mi spiace » mormorò improvvisamente, diretto a quella persona che assolutamente non ricordava di conoscere. Harry sorpreso si avvicinò ulteriormente alla scrivania e sussurrò tremante « Ehm… che faccio? Me ne vado? »



Il mago contro ogni più rosea aspettativa, però, continuò ad ignorarlo, stando a leggere imperterrito la sua lettera, senza degnare Harry di un solo sguardo. Pensando che il mago fosse sordo, Harry decise bene di alzare la voce…



« Mi scusi se l'ho disturbata, ora me ne vado » disse quasi gridando.



Il mago ripiegò, però, la lettera con un leggero sospiro e sempre senza degnare il giovane maghetto di un solo sguardo, si alzò dalla sedia e si diresse verso la finestra, osservando con sguardo perso nel vuoto, quasi fosse pensieroso, il campo da Quidditch. Fuori il cielo era rosso fuoco, quasi fosse il tramonto. Eppure Harry ricordava che fosse notte nel suo dormitorio. Dove diamine era andato a finire? Il mago in quell'esatto momento tornò a sedersi al suo posto, fissandosi i pollici, in un sacro silenzio.



Harry in quel momento si guardò intorno. Niente fenice Fanny; niente strani congegni d'argento. In quel momento una consapevolezza lo colse. Quella era l'Hogwarts che aveva conosciuto quel misterioso Tom O. Riddle. E ciò significava che in quel tempo non ci fosse nessun preside chiamato Silente, non ci fosse una fenice chiamata Fanny, probabilmente quello era il Preside di quella scuola e che ancora più probabile Lord Voldemort, non era mai nato. E lui, Harry James Potter, Il Bambino Che E' Sopravvissuto, era poco più che un fantasma invisibile per la gente di cinquant'anni prima.



Qualcuno in quel momento bussò alla porta.



« Avanti » disse il vecchio mago, che Harry oramai aveva capito essere il Preside di quella Hogwarts, più giovane di cinquant'anni da quella che conosceva lui.



In quel momento entrò un ragazzo di circa sedici anni, togliendosi il capello a punta in segno di rispetto per il vecchio e raggrinzito mago dall'aspetto severo. Sul petto gli brillava il cartellino d'argento del prefetto. Era molto più alto di Harry, ma Harry in quel momento giurò di non aver mai visto giovane più bello. Mai, mai nella sua giovane vita da dodicenne, aveva mai visto qualcuno di più bello.



Più bello di Draco Lucius Malfoy, che tutti consideravano uno dei più bei giovani che ad Hogwarts vivesse. Quel ragazzo aveva uno strano profumo addosso, una strana essenza… la stessa essenza di cui sapevano quelle stesse pagine; mistero.



Era un giovane alto, molto alto rispetto ad Harry. I capelli avevano la stesse tonalità dell'inchiostro, gli occhi marroni con delle striature che li rendevano quasi… rossi. Le belle labbra rosee disegnate su quel volto dall'incarnato avorio, creavano un piacevole contrasto con gli occhi. Qualche ciocca di capelli gli cadeva scomposta davanti alle iridi che se osservate bene, avevano una forma allungate e sensuale. Le sottili sopracciglia erano appena abbozzate, e quello destro era leggermente sollevato conferendogli un espressione dubbiosa.

Indossava la divisa scolastica, vecchia di cinquant'anni, che gli cadeva perfettamente lungo tutto il bel corpo, sottile eppur statuario. Sulla parte sinistra del petto vi era ricamato il blasone che ritraeva il serpente d'argento su uno sfondo verde. Harry capì immediatamente di che casa facesse parte; Serpeverde.



« Ah Riddle! » fece il Preside, mentre Harry capiva improvvisamente l'identità dello sconosciuto; Tom O. Riddle.



« voleva vedermi, professor Dippet? » chiese Riddle. Sembrava dubbioso, quasi nervoso.



« Siediti » disse il preside immediatamente « ho appena letto la lettera che tu mi hai mandato ».



« OH! » disse Riddle. Sì sedette, stringendosi forte le mani, come se avesse paura. Harry per un istante si chiese cosa quel Riddle, avesse combinato.



« Mio caro ragazzo » disse il preside con tono gentile « non ho la minima possibilità di farti rimanere a scuola per l'estate. Non vuoi tornare a casa per le vacanze? » chiese quasi premuroso il vecchio, mentre lo sguardo del ragazzo Serpeverde s'incupiva appena.



« No » rispose prontamente Riddle. « preferirei molto di più restare a Hogwarts che tornare in quel… in quel… »



« Se non sbaglio, trascorri le vacanze in un orfanotrofio di Babbani » disse Dippet improvvisamente, ed Harry seppe di sapere quello che provava il giovane Riddle. Avrebbe preferito stare in un Orfanotrofio che passare un'ulteriore estate a casa dei Dursley.



« Sì, signore »



«Tu sei figlio di Babbani? »



« Sono un mezzosangue, signore » lo vide sospirare, Harry, come se quell'eredità sanguigna gli pesasse « Padre Babbano, e madre Strega ». Ed Harry provò pena per un attimo per quel ragazzo.



« E i tuoi genitori sono tutti e due… » cercò di dire il Preside ma il giovane Riddle, lo interruppe sul nascere



« Mia madre è morta appena sono nato, signore. All'Orfanotrofio mi hanno detto che visse appena quanto bastava a darmi il nome; Tom, come mio padre, e Orvoloson, come mio nonno ». Harry fissò quel ragazzo che fin da quando aveva conosciuto tramite il diario, l'aveva in qualche modo affascinato. Adesso scopriva che anche lui era senza famiglia, ed entrambi soli; più simili di quanto entrambi potessero credere.



Dippet scosse per il capo con aria comprensiva.



« il Fatto è, Tom » sospirò « che si sarebbe potuto fare anche uno strappo alla regola per te, ma date le attuali circostanze… »



« Parla di tutti quegli attentati, signore? » lo interruppe Riddle pensieroso, mentre Harry si allungava per poter sentire meglio che gli interessava, per paura di perdersi qualche battuta.





[… AMORE, NON MI PROVOCARE,

ARRIVERò FINO ALLA FINE DI TE.


AMORE, MI DOVRà PASSARE



PER RESTARE LIBERO, CAMBIARE



TI NASCONDERAI…



DENTRO GLI OCCHI MIEI…



MA IO NON GUARDERò, IO DOVRò CAMBIARE



AMORE CHE NON Può VOLARE…



RESTERAI QUI FINO ALLA FINE DI ME



AMORE MI DOVRà PASSARE



PER DIVENTATRE LIBERO CAMBIARE, CAMBIARE… ]





« Proprio così » disse il preside. « mio caro ragazzo, devi capire quanto sarebbe irragionevole da parte mia lasciarti rimanere al castello, una volta terminato il trimestre. Specialmente alla luce della recente tragedia… la morte di quella povera ragazza…. Sarai molto più al sicuro nel tuo orfanotrofio. Il ministero della Magia sta parlando addirittura di chiudere la scuola. Non abbiamo fatto nessun progresso nell'individuare la… ehm… fonte di questa antipatica… »



Gli occhi di Riddle si erano fatti più grandi. Ed Harry aveva notato un brillio strano… nervoso… come se Riddle sapesse qualcosa… qualcosa che agli altri era totalmente ignoto.



« Ma, signore… se la persona venisse presa… se tutto finisse… »



« Cosa vuoi dire? » chiese Dippet con una nota stridula nella voce, raddrizzandosi sulla sedia. « Riddle, tu sai qualcosa di questa storia? »



« No signore » si affrettò ad aggiungere il ragazzo, ma Harry per un attimo ebbe la certezza che quel 'no' assomigliasse molto a quello che lui stesso aveva detto al professor Silente qualche tempo prima.



Dippet tornò a sedersi sulla sedia, sbuffando sonoramente, mentre cercava di riprendere il controllo di se stesso.



« Puoi andare, Tom »





^^^FINE FLASHBACK^^^





E così era stato. Un falso colpevole era stato arrestato a discapito di Lord Voldemort.



E alla fine un dodicenne Harry aveva scoperto che dietro la facciata di quell'affascinante Tom Orvoloson Riddle, si nascondeva la faccia di colui che più avrebbe dovuto odiare.



'Avrebbe', infatti.



Avrebbe dovuto odiare Tom Orvoloson Riddle…



Invece…



Un Harry James Potter sedicenne si trovava ad Hogwarts, ancora una volta, per il suo sesto anno.



Seduto nuovamente su quella scrivania, dove tanti anni prima aveva conosciuto Tom Riddle, e il suo diario.



Tra le sue mani il diario. Il diario che era appartenuto a Riddle, e che era riuscito a riavere, sottraendolo nell'ufficio Mistero ad un ignaro Lucius Malfoy.



Strinse con forza al suo petto, il diario di Riddle mentre una lacrima scorreva solitaria…



« … E vorrei poterti amare… »





[… COMBATTERò CON LE MIE NOTTI BIANCHE



COMBATTERò, DEVO RICOMINCIARE A INVENTARE ME



AMORE… NON MI PROVOCARE



ARRIVERò FINO ALLA FINE DI TE….



AMORE…. DA DIMENTICARE



PER DIVENTARE LIBERO CAMBIARE, CAMBIARE



E PER NON CADERE Più, CAMBIARE



CAMBIARE…]









***OWARI***





Nota D'autrice: scusate la pazzia del moments, ma l'idea mi piaceva troppo. Magari non è un granché la qualità dello scritto, ma l'ho scritto interamente in questo momento… a me personalmente piace… e so che tra voi c'è qualcuno che la coppia HarryXTom piace, quindi… abbiate pietà di me, di una povera pazza scatenata…



Beh che dire, la canzone tra parentesi è 'Cambiare' di Alex Baroni, che secondo me sta bene nel contesto…



Recensite mi raccomando…



A Proposito BUON SAN VALENTINO A TUTTI sperando che stiate passando un San Valentino migliore di Harry e di me (e anche del mio nome visto che mi chiamo Valentina anche io)





Un kissy enorme a tutti, soprattutto gli innamorati.



Kissy



Aya





PS: ricordate tutti: HARRYXDRACO 4EVER AND EVER & HARRYXTOM 4EVER




 
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