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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: STROKE OF BLISS
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: enya16 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/02/2005 22:26:08 (ultimo inserimento: 31/03/05)

seguito di angel`s call... korai alle prese con homura e company...
 
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OVERTURE
- Capitolo 1° -

***1***
--- "E l'ho sentito un idolo cantare, / cantar nel mare, e nell'Indie risponde. / E l'ho sentita una voce chiamare: / chiama, e richiama, e lo cor mio risponde." Anonimo toscano. ---

- E anche questa volta... - iniziò Son Goku, tirando un calcio nello stomaco ad un demone, che con un grido cadde esanime.
- ...abbiamo finito per avere la meglio! - terminò per lui Sha Gojyo, roteando la shakujyo.
Poco lontano, Genjo Sanzo fumava con olimpica calma una sigaretta, guardando il cielo. Accanto a lui, Cho Hakkai riceveva sulla spalla il drago Hakuryu, sciolto dalla sua metamorfosi da jeep.
- Già, - esclamò Gojyo, improvvisamente sul chi vive. - Ce l'abbiamo fatta, ma dov'è Korai?
- Qui! - rispose una squillante voce femminile. La lama di un'elegante katana d'argento sferzò l'aria e mandò al tappeto un demone che si stava avventando sulle spalle del kappa. - Dovresti fare più attenzione, Gojyo.
Distogliendosi dalle sue elucubrazioni, Sanzo fissò distratto la sagoma aggraziata della ragazza, ed ebbe un mezzo sorriso. Erano passati molti giorni, da quando Korai Bosatsu aveva cessato di esistere... ormai, l'angelica Elise Korai era divenuta un membro a tutti gli effetti del loro gruppo. Qualcosa era cambiato radicalmente in lei, a cominciare dall'aspetto più esteriore.
Il bonzo guardò la sua figura snella, le gambe sottilissime messe in evidenza da un paio di jeans scuri e ampi stivali neri, il busto un po'asciutto coperto da una semplice maglietta rosa che, casualmente lacerata su una manica a causa di un filo spinato, non era mai stata rammendata. Da quel giorno, Korai se ne era andata in giro con una manica integra, che copriva il braccio sottile fino al polso, ed una manica strappata all'altezza del gomito, che lasciava completamente scoperto l'avambraccio e una piccola parte di pelle chiara sopra l'articolazione. Era sempre la più bella, naturale... sempre splendida, per i suoi occhi, anche se non aveva mai troppo apprezzato il suo nuovo modo di legarsi i capelli in una coda di cavallo.
- Ehi Sanzo, la piccola Korai sta imparando davvero! - esclamò Gojyo, passando un braccio scherzoso intorno alla vita della ragazza, che sorrise con lo sguardo in direzione del bonzo. Era un vecchio gioco che il mezzodemone adorava: cercare di far arrabbiare Sanzo facendo il cascamorto con Korai. In realtà, l'irascibile bonzo biondo aveva smesso di cascarci da un pezzo, ormai. Era consapevole del fatto che Korai ricambiasse il suo amore, anche se, come sempre, bisognava più leggerlo tra le righe che tra i suoi gesti abituali. Perché per un osservatore qualsiasi, il bonzo e la fanciulla non sarebbero potuti essere nulla più che semplici compagni di viaggio. Ma per Gojyo, Goku e Hakkai... Korai era la salvezza di Sanzo, e Sanzo la salvezza di Korai. .
- Smettila, pervertito di un kappa, - il bonzo ammonì Gojyo nonostante tutto, estraendo minacciosamente la shoreju. - Smettila o gusterai prematuramente la giusta agonia che ti spetta.
- Va bene, va bene, - rispose il kappa, scornato. - Guardo ma non tocco, contento?
- Non cambi proprio mai, Sanzo, - mormorò Korai, avvicinandosi con un sorriso. Non lo toccò, ben sapendo che il bonzo dai capelli biondi non amava le manifestazioni di affetto davanti a terzi, e proseguì oltre. - Hakkai, il sole si avvicina allo zenit, sembra. Che ne diresti di preparare da mangiare?
- Io sono d'accordo! - dichiarò lo youkai dagli occhi verdi con uno dei suoi soliti sorrisi luminosi.
- Scimmia, scommetto che hai fame, - sbottò Gojyo, gettando via la cicca consumata ed estraendo una nuova sigaretta dal pacchetto.
- Infatti, - mormorò Goku, mentre la pancia gli brontolava. - Korai, sbrigati... muoio di fame!!
- Stupida scimmia, - commentò il bonzo, in tono di assoluto disprezzo.

Il bracciale metallico della catena gli si era stampigliato sulla fronte.
Se ne accorse con un forte senso di irritazione, risvegliandosi da un sonno disordinato. Allontanò il polso dal viso, liberando gli occhi dal peso caldo del proprio braccio e sollevando le palpebre. Il lieve solco che il bracciale gli aveva tracciato sulla fronte era poco distante dal puntino rosso del chakra che gli era stato imposto quando era divenuto un dio. Un occhio d'oro e un occhio azzurro fissarono assenti il cielo che iniziava a rischiararsi ad est. Dannazione! Per quanto tempo aveva dormito?
- Bensvegliato, - disse la voce di Zenon. - Ti sei fatto un pisolino di dodici ore. Avevi del sonno arretrato, per caso?
- Puah. Sta'zitto, ti prego. E'stata una notte orrenda, - rispose Homura, alzandosi in piedi e muovendo il collo in cerchio, per alleviare le contrazioni dolorose dovute alla scomoda posizione in cui si era addormentato. Si passò le dita di una mano nei folti capelli neri, facendo tintinnare la catena che gli imprigionava i polsi. [sbavvvvv ndEnya]
- Cosa hai intenzione di fare adesso, Homura? - domandò Shien, con la solita voce pacata e serena.
- Te l'ho detto, - disse il dio, afferrando il proprio mantello che aveva usato come cuscino, spianandolo e gettandoselo sulle spalle con un sorriso apparentemente rilassato. - Voglio solo parlare con la bella Korai.
- E perché mai? - sbottò Zenon, con fare diffidente. - Lo si capisce anche dalla sua aura, che qualcosa è cambiato... senza contare che ora passa tutto il suo tempo col gruppo di Sanzo. Questo non promette nulla di buono.
- No, - affermò Homura. - Hai ragione, potrebbe essere un problema.
- Forse tu la conoscevi meglio di me, - proseguì Zenon, avanzando. - Forse i vostri rapporti, tutto sommato, erano anche stati stretti, un tempo.
- Zenon, - lo ammonì sottovoce Shien, avanzando di un passo.
- ...lei ti aveva molto confortato dopo l'episodio di Rin-rei, non è vero?
Un silenzio pesante come un macigno cadde tra i tre dei. Zenon si rese immediatamente conto di aver detto qualche parola di troppo, e guardò Shien con aria confusa. Il dio dai tre chakra non parlò, limitandosi ad assistere silenziosamente al dialogo. Homura serrò gli occhi per un secondo, poi aprì la bocca.
- Lasciamo perdere, - affermò. - A me occorre soltanto Son Goku. E quale mezzo sarebbe migliore di Korai, per giungere a lui? Ragazzi, sono stanco, - disse, evitando i loro occhi. - Credo che dormirò ancora un poco. Svegliatemi se ci saranno dei problemi.
- Tranquillo, - mormorò Shien. Con un gesto pacato, prese Zenon per una manica e lo condusse altrove, mentre Homura si stendeva nuovamente a terra e cercava, catene permettendo, una posizione non troppo scomoda.
- Dannazione, non so che mi ha preso. Qualche volta, il mio cervello si rifiuta di pensare come si deve. Ti sembrava... ti sembrava molto arrabbiato, Shien?
Nessuna risposta. Zenon scosse la testa, ripetendo: - Shien?
- No, - disse il dio, con voce malinconica. - Soltanto triste.

***

Il sole brillava alto nel cielo.
Da un pezzo ormai Toshin Homura Taishi avvertiva un profondo senso di bruciante calore al capo, che teneva chino, investito in pieno dal sole. Eppure, non aveva nessuna voglia di cercare l'ombra. Ombra... un nero abisso al termine del quale c'era solo la morte. La punizione di Rin-rei... ma perché, perché punire proprio lei, e non lui?
- Homura?
Una piccola mano gli si posò sulla nuca, accarezzando leggermente.
- Homura, sei molto caldo. Se non te ne starai per un po' nel palazzo all'ombra e al fresco, potresti risentirne.
Quella frase, pronunciata con voce calma e sommessa, ebbe il potere di fargli sollevare la testa. Una fanciulla bionda, minuta e flessuosa, gli sorrideva con dolce tristezza, la mano ancora sulla sua testa.
- Korai, - disse Homura, con un ghigno. Si alzò in piedi, e la seguì all'interno del fresco palazzo di pietra. Il sollievo fu quasi immediato... aveva seriamente rischiato l'insolazione. E tu non sei mica in immortale, Homura, ricordò a se stesso. Tu un giorno morirai come tutti.
Come Rin-rei.
- Credo di poter indovinare la natura dei tuoi pensieri, - mormorò Korai, porgendogli una ciotola d'acqua. Homura vi si attaccò e bevve, ignorando quell'affermazione.
- Che importa? - sbottò il semidio. - La scena potrebbe ribaltarsi, Korai, e la trama non cambierebbe. Anche tu hai subito da poco un lutto tremendo di cui non ti potrai mai liberare. Dimmi, come riesci a mantenere questa calma? Come puoi sopportare l'idea che tu continuerai a vivere per sempre, mentre loro sono cancellati dalla faccia del Tenkai?
Il dio della guerra rimase a guardare quegli occhi tingersi di un lieve velo azzurrognolo, poi impallidire e intensificarsi fino a giungere al color acciaio. - Come faccio a sopravvivere, Homura? - sussurrò Korai Bosatsu. - E'questo che intendi?
Homura non disse nulla. Bevve tutta l'acqua, poi posò la ciotola e fissò con attenzione la ragazza.
- Penso a Son Goku, - mormorò lei. - Rinchiuso in una caverna del monte Gogyo dall'imboccatura ricoperta di fuda.
Gli occhi della dea sussultarono, persero la sfumatura oscura e il loro colore divenne vibrante, azzurro polvere. - Penso ai vivi, Homura. I morti non hanno più alcun bisogno di noi.

***

Elise Korai alzò la testa e guardò indietro.
- Che ti prende? - domandò Gojyo, dimenticandosi per un attimo della partita a carte che stava stravincendo Hakkai, come sempre.
- Niente, - rispose la ragazza, sorridendo. - Solo un'impressione.
- Le impressioni non sono mai errate, - disse gravemente Sanzo, buttando un poker di quadri sul tavolo. - Le passate esperienze dovrebbero avertelo insegnato.
- Hai ragione, Sanzo, - mormorò la ragazza, assorta. - Ma ormai tutto è cambiato, vero?
Il sorriso fiducioso che rivolse al bonzo lo gettò nella più profonda confusione. Da una parte avrebbe voluto ricambiarlo, dall'altra prendere l'harisen e picchiare qualcuno, giusto per disperdere quel maledetto imbarazzo.
- Cielo, guardate che ore sono! - esclamò Hakkai, in tono paterno. - E'già mezzanotte passata, quasi l'una!
- Già, le scimmie e i poppanti dovrebbero andare a nanna prima, - osservò Gojyo, lanciando un'occhiata spregiativa a Goku, che sonnecchiava con la schiena appoggiata alla spalla di Korai.
- Mettete via le carte, ci andremo tutti, - sbottò Sanzo. - Domani non accetterò scuse. E'necessario proseguire il nostro viaggio. Abbiamo preso un brutto andazzo, non facciamo altro che baldoria. In questo modo, non raggiungeremo mai il Tenjiku.
Tutti si azzittirono, dopo quel discorso. Gojyo svegliò Goku tappandogli il naso e, trascinandosi dietro la scimmia semisoffocata si avviò verso il piano superiore della locanda. Hakkai salutò formalmente Sanzo e Korai e se ne andò fischiettando sommesso.
Gli occhi azzurri della ragazza fissarono il bonzo.
- Allora... buonanotte, caro Sanzo, - disse piano, avvicinandosi a lui per baciarlo su una guancia, ma il monaco le avvolse le braccia intorno alla vita e la costrinse a posare la testa sulla sua spalla.
- Korai, - mormorò Sanzo, in tono triste.
- Cosa c'è? - domandò la ragazza, allarmata.
Vedendo la sua reazione, Sanzo si allontanò da lei e fece per avviarsi su per le scale. - Sanzo! - esclamò Korai.
- Avrei voluto avere ben altro da offrirti, - giunse la voce di Sanzo, assolutamente atona ed impersonale, mentre la snella mano bianca del monaco si stringeva sul corrimano. - Ben altro, che non fosse soltanto squallide locande e un viaggio privo di senso per te...
- Sanzo, - mormorò Korai, appoggiando la propria piccola mano su quella di lui. - Sanzo, va tutto benissimo. Sono con te e con i ragazzi. Cosa potrebbe rendermi più felice?
- Korai, prima o poi questo viaggio si concluderà, - disse il bonzo tutto d'un fiato, come se temesse di non riuscire più a trovare il coraggio per dire una cosa simile. - Si concluderà, e se sopravvivremo tutto tornerà alla normalità. Io dovrò tornare a Cho'an, e restarvi... ai bonzi di rango come me non è proibito avere donne, ma non potrei mai fare di te mia moglie. Lo capisci, questo? Saresti costretta ad essere per sempre la mia concubina. E io non voglio infliggerti questa umiliazione.
Korai aveva ascoltato a testa bassa quel lungo discorso. Quando Sanzo rimase in silenzio, alzò su di lui i limpidi occhi e produsse un dolce sorriso. - Giovane dagli occhi suadenti... che ti importa di queste piccole cose inutili?
Passò teneramente il dorso della mano sulla guancia di lui, una dolce carezza. - Io ti amo. Non intendo lasciarti, finchè sarò viva... non me ne importa, di quello che potrebbero pensare gli altri di me. So che tu, e anche Goku, Gojyo e Hakkai mi volete bene. Come ti ho detto prima, niente potrebbe rendermi più feli...
Sanzo la sollevò di peso tra le braccia in una stretta soffocante. Korai aspirò a fondo l'odore di tela e pergamena antica dei suoi vestiti, sollevò il viso e lo immerse nell'oro profumato dei suoi capelli. - Korai, - mormorò Genjo Sanzo, accarezzandole convulsamente i bei capelli intrappolati dall'elastico. Con dita incerte, sciolse l'acconciatura, e i riccioli biondi ricaddero leggeri lungo le guance della ragazza, esaltando la sua giovane bellezza di fanciulla ventenne.
Sanzo non riuscì a resistere. La baciò sulle labbra, sentendosi quasi commosso quando lei ricambiò il suo bacio con dolce partecipazione. - Korai, - ripeté, come se il suo nome fosse un mantra benaugurale. - Korai, verrai con me questa notte?
- Io...
Sanzo fremette. Non avevano ancora fatto l'amore, e certe volte gli prendeva un tale desiderio di lei da lasciarlo senza fiato e senza raziocinio. Quella era una di quelle volte! Il corpo asciutto, privo di quelle curve prosperose che mandavano tanto facilmente in visibilio gli idioti come quel kappa senza cervello era caldo, vibrante sotto le sue mani. Aveva un odore delicato e persistente, un profumo di magnolia e narciso, mentre le labbra, le piccole labbra rosa, avevano il sapore del miele...
- Sanzo, ti prego, non me la sento.
Il bonzo la fissò, frastornato. - Eh?
- Non... ecco, ho un po'di mal di testa, - mormorò Korai, arrossendo. L'atmosfera magica, distesa, fiduciosa era completamente sparita. Sanzo la fissava come si fissa una sconosciuta.
- Oh, - disse il monaco, in tono gelido. - Certo. E'stata una giornata molto pesante.
- Allora ci vediamo domani? - domandò Korai, con aria contrita e timorosa. - Ti prego, Sanzo, non giudicarmi male. Solo, ho bisogno di un po'di tempo per...
- A domani, Korai.
Con queste parole sbrigative, Genjo Sanzo Hoshi si avviò con decisione su per le scale.

--- FREE TALK ---
ENYA: Ciacciao tesorini miei, sono tornata!
SANZO: Non siamo riusciti a legarti come si deve.
GOJYO: Eh già, ci sei scappata.
HOMURA: Adesso questa ce l'ha anche con me! Che cosa ti ho fatto di male?!
ENYA: Tu niente, amore... *.*
HOMURA: ????
SANZO: Benvenuto nel club...
KORAI: Oddio, chissà cosa mi aspetta questa volta! Nell'altra fic c'erano in agguato tragedie di ogni genere... e qui?!
ENYA: *___*

Fedeeeeeee hai visto ce l'ho fatta a postare! Spero di risentire i commenti delle mie adorate Lyam, Kakashi e Jaly... dai bimbe, questa volta c'è pure Homura!!! °°°°°°°°°°°° Aiut sto strippando...


 
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