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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saint Seiya (Cavalieri dello Zodiaco, I)
Titolo Fanfic: CDZ: UN RIASSUNTO
Genere: Comico
Rating: Per Tutte le età
Autore: earwen galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/02/2005 13:15:48

le epiche gesta dei suoi cavalieri tornano alla mente di lady isabel dopo l`ultima battaglia... per quel che il suo cervello può consentire, è ovvio!
 
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- Capitolo 1° -

Le forze oscure sono state vinte e le stelle ora governano sulla terra.
Nettuno, despota e tiranno, dorme un sogno privo di sogni. Cinque giovani cavalieri che credono nella giustizia l'hanno riposto negli abissi del mare.
I nostri eroi hanno combattuto per amore verso l'umanità, in nome di Atena, dea della giustizia. Molto sangue è stato versato per riportare la pace tra gli uomini; per questo i Cavalieri dello Zodiaco hanno combattuto.
Ma essi appartengono già al passato: domani sapranno difendere in tutt'altro modo la giustizia...
Avrete capito che il leitmotiv della settimana è la giustizia??

"Miin**ia!!! Due secondi che non combatto e già mi stanno girando i c**l*oni!!" esclama Pegasus, voltandosi verso i suoi fedeli compagni. Accidenti, che palle. Aver sventato la minaccia di far sprofondare tutto il mondo negli abissi gli ha messo in circolo più adrenalina delle dosi consigliate, e gli effetti collaterali stanno già iniziando a farsi sentire. "Dov'è che non siamo stati ancora? Dov'è che non abbiamo combattuto? Giappone?? Fatto!! Grecia?? Fatto!! Profondo Nord?? Fatto!! Ca**o, siamo pure andati in fondo al mar... nessuno ha qualche idea??"
"Perché non marciamo su Parigi?" propone Phoenix. "Quei luridi froci rotti in cu*o dei francesi mi sono sempre stati sullo scroto..."
"No, i francesi no!" replica suo "fratello" Andromeda. E poi dicono che i nomi non segnano...
"Sta' zitto, frocio rotto in cu*o di mmer*a!!"
"Parbleau, quelle finesse!" osa replicare Sirio.
"Ha parlato uno che per risparmiare sulla carta igienica usa i capelli!"
"AAAAAAAAHOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" li zittisce all'istante Crystal, senza perdere la sua proverbiale aplomb inglese. "Ma insomma, dico io!! Per tre volte -TRE- abbiamo portato pace, giustizia ed armonia nel mondo intero... possibile che quando non stiamo combattendo non riusciamo ad andare d'accordo per più di cinque minuti?? Non è che ogni volta a sanare il vostro malanimo -wow, è vero che imparare a leggere fa bene!!- può intervenire qualche cataclisma divino, e che cacchio!!"
"Crystal ha ragione", mormora Lady Isabel, scrutando l'orizzonte.
Quante cose le sono capitate nella sua breve vita... cose che qualsiasi ragazzina di tredici anni non avrebbe mai potuto immaginare...
Appena nata qualcuno ha tentato di ucciderla, e qualcun altro l'ha salvata rimettendoci le pennacce e affidandola alle cure di un vecchio archeologo in pensione che per tredici anni le ha fatto credere di essere suo nonno... le sarebbe anche potuto venire in mente un dubbio, dal momento che il nonno, giapponese purosangue, aveva gli occhi e le orecchie a mandorla mentre lei era bene o male normale tranne per lo strano viola dei suoi capelli... ma dal momento che esistevano persone come Andromeda e Sirio perché porsi tante domande?? Poi, tornato in Giappone, il nonno ha aperto un asilo nido dove allevare dieci piccoli sfigati abbandonati dai genitori, che una volta cresciuti sarebbero stati spediti nei posti più sperduti del mondo per conquistare un'armatura costruita con carta di giornale e colla vinilica, e che dopo aver conquistato l'armatura sarebbero dovuti tornare in Giappone per scannarsi tra loro ed ottenere in premio l'armatura d'oro che il cavaliere che le aveva salvato la vita aveva gentilmente regalato al nonno... inimmaginabili ovviamente i problemi alla dogana dell'aeroporto... era piccolissima, ma qualche frase è rimasta impressa in quella sfoglia di cipolla che è la sua corteccia cerebrale:

"Nulla da dichiarare?"
"Noooooo..." strascicò il nonno, portando le braccia dietro la schiena e ondeggiando sul posto come un bambino del coro dello Zecchino D'oro.
"Ne è sicuro?"
"Ceeeeerto..."
"Mi sta sfottendo, per caso?"
"Io?? Sfottere un rappresentante dello stato?? Mica è un nano tarchiatello con la residenza ad Arcore..."
"Già, questo è vero", rifletté il doganiere. Ma ancora non riusciva a staccare lo sguardo dall'imponente scrigno d'oro sul bancone. "Sicuro che non abbia proprio niente da dichiarare??"
"Ooh, insomma!! Quanto la fate lunga, perdio!" sbottò il nonno. "Allora. Qualcuno ha rapito la bambina che vede appesa al mio marsupio e che mi sta rigurgitando addosso spaghetti con le cozze, cannoli e insalata greca di McDonald's, e già che c'era ha anche rubato un'armatura d'oro di inestimabile valore per la quale presto o tardi si scatenerà una guerra devastante, e molte vite innocenti verranno spente. Magari anche la sua. La sua di lei, signor doganiere."
"Ah", rispose disinteressato l'altro, che alla parola "allora" aveva disconnesso il cervello per dedicare tutte le sue attenzioni ad un'avvenente turista in minigonna. "Sì, è sufficiente. Può passare, signore."

Ah, il nonno. Il nonno è sempre il nonno... forse perché la simmenthal è sempre la simmenthal... domande destinate a restare in eterno senza una risposta.
Durante il torneo intergalattico, organizzato per l'appunto per la conquista dell'armatura d'oro di Sagitter, le cose non si sono svolte esattamente come dovevano. Dopo i primi, sanguinosi incontri degni delle migliori puntate di "Celebrity Deathmatch", Phoenix, che non si era presentato all'appello, si è ciulato l'armatura portandola con sé nei rocciosi meandri delle isole giapponesi, e ovviamente tutti gli altri a dargli addosso perché non era giusto che loro che si erano fatti un mazzo a tarallo non ottenessero niente e quel bastardo di un cane fratello di un frocio se la tenesse tutta per sé...
Ma tutta fatica sprecata, perché nonostante quelle battaglie fratricide siano state utili a distinguere i pirla dai pirla sfigati (ai quali la dama ha dato la sua preferenza), il 90% dell'armatura sparisce misteriosamente, e a loro non rimane che un elmo di pessimo gusto. A quel punto avrebbero potuto vivere tutti la loro vita alla faccia dell'armatura, ma no, non era possibile...
Da quel giorno a palazzo si sono presentati gli esseri più improponibili, che non solo reclamavano l'elmo, ma volevano pure rapirla!! Lei!! L'incarnazione in terra della dea Atena!! Sì, perché in tutto il patatrac ha anche scoperto di essere la dea Atena... che all'occorrenza passa da dea della giustizia a dea della guerra a dea di 'sto paio di palle... che senza dubbio è l'ipotesi più probabile.
Comunque, visto che per vie più o meno lecite sono arrivati a scoprire che l'armatura è andata a finire nientepopodimeno che in Grecia, ad Atene, al Grande Tempio, luogo di addestramento di Pegasus, governato dal Grande Sacerdote Arles, hanno organizzato una bella gita col jet privato del nonno.
Appena scesi dall'aereo sono stati accolti da un tipico festeggiamento greco: un tipo è sbucato fuori dal cespuglio scagliando frecce a destra e a manca. Visto la mira pessima nessuno se l'è filato e i quattro cavalieri + Sirio (che era tornato da un pellegrinaggio dal suo Maestro ai Cinque CHICCHI nel vano tentativo di riacquistare la vista che aveva deciso di togliersi nella lotta contro uno dei nemici mandati da Arles) hanno iniziato a proseguire per la loro strada... ma lei no, figuriamoci, Lady Isabel ha un'autonomia inferiore a una batteria scarica dei vecchi Motorola... quindi è stata trafitta, e vicino al cuore, per giunta. E visto che aveva solo dodici ore di vita, i suoi schiavetti sottopagati sono stati costretti ad attraversare le dodici case dello zodiaco combattendo con i dodici cavalieri d'oro senza concedersi alla fine nemmeno il bicchierino dell'amicizia... ma forse è stato un bene, perché alla fine avrebbero dovuto convincere Arles ad estrarre la freccia, e sotto l'effetto dell'alcol probabilmente i loro discorsi non avrebbero avuto un senso molto logico.
Quindi, pace fatta, si torna in Giappone... cos'altro potrebbe turbare l'equilibrio che hanno stabilito, ora che il Male è stato sconfitto?
Il Male 2 la vendetta, ovviamente!! E non in Grecia, che ancora ancora c'erano sole e mare e un filino si poteva unire l'utile al dilettevole... no... il nemico era ad Asgard, una città sperduta tra i ghiacci del Polo Nord... e per sconfiggerlo bisognava distruggere un anello... ma non si trattava di farsene carico e portarlo tra immensi patimenti fino al Monte Feto, nooooooooo, troppo facile!! Bisognava battersi contro i sette cavalieri di Asgard posti a difesa della loro sovrana Hilda di Polaris, vittima dell'Anello del Nibelungo, sconfiggerli e impadronirsi degli zaffiri incastonati nelle loro armature. Una volta presi i sette zaffiri, avrebbero potuto invocare la spada di Odino, che avrebbe distrutto l'anello... sì, tutto sommato era meglio la spedizione al Monte Feto, ma comunque!!
Tre secondi netti dopo aver distrutto l'Anello e aver innalzato il quoziente intellettivo di Hilda il più possibile vicino alla media, una bella inondazione li ha trascinati tutti nei profondi abissi dell'Oceano, dimora del dio Nettuno... incacchiato con Atena perché... vabé, diciamo che gli era sempre stata sulle palle.
Ma anche stavolta i suoi valorosi Cavalieri sono riusciti a salvarla. Chissà perché, visto che anche se la salvano poi arriva sempre qualcuno che porta tutto punto e a capo.
Ma poverino, Pegasus ormai l'aveva preso come hobby... perché deluderlo?
Però adesso non arriva proprio niente... anche perché gli espedienti per le entrate ad effetto il Nemico con la N maiuscola se le era sparate tutte: distruzione di immobili, frecce fantasma, bufere improvvise, inondazioni alla "The Day After Tomorrow"...
Ovviamente nella piccola mente di Lady Isabel questi pensieri non si sono succeduti in modo tanto ordinato. Diciamo che immagini confuse si sono rincorse l'una con l'altra, che accenni di frasi incomprensibili si sono accavallati senza un perché. E, sopra tutto, una domanda si levava più forte delle altre: "Ma perché a tredici anni ho la voce da quarantenne e due tette enormi??"
"Torniamo in Grecia dai Cavalieri d'Oro", propone, scrollando le spalle. "In fondo non li vediamo dalla fine della guerra al Grande Tempio. Gli abbiamo ammazzato quasi tutti i compagni, e abbiamo distrutto tutto ciò in cui credevano... senza contare che alla fine della battaglia si sono offerti di ripararvi le armature con il loro sangue..."
"Non era sangue, erano tempere e colla vinilica", dice Sirio.
"Ah", mormora delusa la dea. "Beh, dopo tutto quello che hanno fatto per noi io direi di offrirglieli due giri di tequila..."
"Se io faccio la tequila loro possono farmi il bum bum?" domanda Andromeda, innocente.
"Chiudi quell'emorroide, culattone!" lo rimprovera amorevolmente il fratello.

§

L'accoglienza al Grande Tempio non è calorosa quanto avevano sperato. Beh, per correttezza sarebbe meglio dire che non c'è proprio nessuna accoglienza.
Appena venuti a conoscenza della sconfitta del loro ultimo, mortale nemico, i Cavalieri d'Oro hanno deciso di prendersi una meritata vacanza. Non che i cinque cervellini limitati dei Cavalieri di Bronzo siano arrivati da soli a una simile conclusione: hanno letto un post-it appiccicato su una delle colonne della prima casa.
"Siamo partiti. Visto che è stato tutto improvviso approfitteremo di un pacchetto low cost. Non sappiamo dirvi quando torneremo, ma quando ci vedrete arrivare vi preghiamo di liberare i bagni: molto probabilmente saremo affetti da diarrea del viaggiatore."
"Partiti?" chiede Pegasus, stupito. "I Cavalieri d'Oro partono? E con quale stipendio?"
"Con lo stipendio di Cavalieri, ovviamente", risponde Lady Isabel, con aria di sufficienza.
"Vuoi dire che c'è uno stipendio di Cavalieri?"
"Certo."
"E perché noi non abbiamo mai visto il becco di un quattrino? Perché per mantenerci siamo stati costretti a mendicare agli angoli delle strade esibendoci in spettacoli di dubbio gusto? Perché abbiamo dovuto far lavorare Andromeda tra i viados della tangenziale?"
"Quella è stata una scelta mia!" protesta l'effeminato eroe.
"Stupido io che l'ho chiesto..."
"Stupido tu e basta!" precisa Phoenix.
"Ah, sì..." pensava intanto l'ingenua Isabel, guardandoli con affetto. "Ora riconosco i miei cavalieri..."

 
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