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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: HELLO, MOTHER!
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: karry85 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/02/2005 20:39:11 (ultimo inserimento: 23/04/05)

si scopriranno parecchie cose sul passato, ma neanche tanto, di hanamichi...questa è una mia versione della storia...
 
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RICORDI
- Capitolo 1° -

Ed eccomi con una nuova storia su Slam Dunk. Questa è una storia inventata e scritta per divertimento mio e vostro, naturalmente!(Solo il tuo...NdiTutti)(Cattivi!NdiKarry85)
La suddetta si svolge al secondo anno di Hanamichi allo Shohoku, più o meno!^___^ Questa è solo la mia versione dei fatti e per chi volesse lasciarmi dei commenti, positivi o negativi che siano, sono ben accetti!^^
Non mi resta che augurarvi Buona Lettura!^^

Prologo

Come tutte le sere, tornando da scuola, Hanamichi controllò la cassetta della posta. Proprio quella sera trovò una lettera molto particolare. Sui bordi recava le strisce bianche, blu e rosse caratteristiche delle lettere provenienti dall'estero. Era indirizzata a lui, il chè non era normale, visto che viveva da solo. Non gli scriveva mai nessuno e per lo più riceveva pubblicità e bollette. Lesse l'indirizzo del mittente e rimase scioccato. Non poteva credere ai suoi occhi, la lettera proveniva dagli Stati Uniti ed a scivere era stata nientemeno che sua madre.
Incredibile, non la vedeva da almeno tre anni, cioè dal giorno del funerale di suo padre. Ma che cosa voleva da lui? Entrò in casa. Con mani tremanti, e con l'aiuto di un tagliacarte, aprì la lettera. Leggendo il foglio si rese conto che non era molto lunga, c'era scritto lo stretto necessario. "Tipico di mamma!" pensò il ragazzo. Le poche righe risaltavano su quel pezzo di carta, forse troppo grande per contenere quelle poche parole che lo lasciarono basito. Sua madre lo avvisava che veniva a fargli visita. Dopo tre anni in cui non c'era stata nessuna telefonata, nessuna lettera, tornava in Giappone. I ricordi cominciarono a riaffiorare nella sua mente. Si erano trasferiti negli Stati Uniti quando Hanamichi era ancora molto piccolo, doveva avere all'incirca due anni. Lì sua madre, che era di origine americana, lavorava come modella per una famosissima agenzia di moda. Poi era iniziato un brutto periodo per la sua famigli; i suoi genitori avevano cominciato ad avere continue discussioni ed alla fine avevano divorziato. Hanamichi era stato affidato al padre, pur ricevendo continue visite dalla madre. Ayumi, la madre di Hanamichi, era stata d'accordo quando il giudice lo aveva deciso, pensando che la vita che lei conduceva, fatta di continui viaggi e spostamenti da un posto all'altro, poteva solo pesare su un bimbo di soli sette anni. Poco tempo dopo Hanamichi e suo padre erano andati via dagli USA per tornare in Giappone. Per i primi anni della sua vita in Giappone sua madre aveva continuato ad andare a trovarlo, nonostante il tempo a sua disposizione fosse pochissimo. Ricordava che alcune volte rimaneva anche qualche giorno, mentre altre restava solo poche ore, dovendo ripartire immediatamente per chissà quale destinazione. Questo fino ai suoi dieci anni. Poi le visite di fecero sempre più rare, fino ad esaurirsi del tutto. Non l'aveva vista per altri tre anni. In quel periodo si sentiva molto solo, dato che suo padre, ogni volta che lui chiedeva notizie della madre, gli rispondeva di non sapere nulla e in più il genitore aveva iniziato ad accusare problemi di salute. Fu proprio in quel periodo che conobbe Yohei, il primo dei suoi più grandi amici, e in seguito strinse amicizia anche con gli altri membri dell' armata, di cui in seguito divenne presto il capo. Frequentava ancora le medie quando una sera, tornando a casa, aveva appenna fatto a botte con una banda di teppisti avendo la meglio su di loro, naturalmente. Rientrando in casa aveva trovato suo padre nell'ingresso, steso a terra in preda ad un infarto. Cercò di andare a chiamare qualcuno in aiuto, ma proprio sulla strada per l'ospedale si era ritrovato davanti i teppisti che aveva steso poco prima, ma accompagnati da altri ragazzi. Era scoppiata un'altra rissa e mentre lui gridava di lasciarlo andare, che suo padre stava male, quei ragazzi lo picchiavano. Appena la rissa finì lui, anche se conciato male, corse all'ospedale e riuscì a portare un medico a casa sua con l'ambulanza. Ma arrivarono troppo tardi, suo padre stava morendo. Prima di morire aveva voluto parlargli. Ricordava ancora le sue parole. Disse: "Hanamichi. Sono sicuro che tu sarai forte, vero? Devi essere forte e, mi raccomando, non devi perdere mai il tuo sorriso, mi è sempre piaciuto, mi ricorda quello di tua madre..." Hanamichi aveva annuito col capo e pochi secondi dopo suo padre era morto. Ricordava ancora la scena come se fosse successo ieri. Non aveva mai provato tanto dolore in vita sua come in quel momento. Aveva pianto tutte le sue lacrime quel giorno. Poi aveva sorriso, aveva fatto una promessa, non avrebbe perso il suo sorriso. La sua vicina di casa, la signora Ogata, aveva fatto qualche telefonata per lui. Per prima cosa aveva avvertito sua madre che il signor Sakuragi era morto il giorno prima. Il giorno seguente Ayumi era tornata in Giappone per il funerale. Quando aveva rivisto Hanamichi lo aveva abbracciato con trasporto, piangente. Hanamichi non poteva credere che quella donna così bella fosse sua madre, anche se in effetti si assomigliavano parecchio, stessi capelli rosso fuoco, molto alta, sul metro e ottanta, e bellissimi occhi color caffè, che spiccavano sul suo viso dai tratti estremamente dolci.
Sua madre era rimasta due giorni, e per quei due giorni aveva continuato a chiedere a suo figlio di tornare in America con lei, per stare vicini, come non avevano potuto fare fino a quel momento. Hanamichi aveva rifiutato gentilmente, non voleva separarsi dai suoi amici, non voleva andare via dal Giappone e Ayumi si era rassegnata. All'aeroporto lo aveva salutato con un abbraccio e gli aveva promesso che lei lo avrebbe mantenuto in Giappone fino a quando avrebbe voluto rimanere. Lui aveva accettato, anche perchè un ragazzino di tredici anni non avrebbe potuto fare molto sotto l'aspetto economico. Quando l'aveva sciolto dall'abbraccio lo aveva guardato con le lacrime agli occhi e gli aveva detto: "Anche se ci siamo separati, io ho amato moltissimo tuo padre ed ho continuato ad amarlo fino all'ultimo, come amo te!". Poi era partita e non l'aveva più rivista. Si, aveva mantenuto la promessa che gli aveva fatto, e cioè di mantenerlo agli studi e gli aveva addirittura comprato un'altra casa dove adesso abitava da tre anni. Già, erano passati altri tre anni ed ora gli aveva mandato quella lettera dove diceva che tornava in Giappone per un breve periodo. Volle rileggere la lettera per essere sicuro di aver capito bene. Sarebbe arrivata fra tre giorni.
Ripose la lettera in un cassetto del mobile in soggiorno e si sedette sul divano. "Fra tre giorni!"pensò.
Con passo svelto raggiunse il telefono e compose il numero che ormai ricordava a memoria.
Uno squillo...due squilli...tre squilli...finalmente rispose.
#Pronto...#
-Yohei...Sono Hanamichi!-


Continua...^___^

 
Continua nel capitolo:


 
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