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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: RE DEI PIRATI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ulin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/02/2005 13:51:01

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UNICO
- Capitolo 1° -

- Dal diario di Melacran Nami, navigatore dell’equipaggio di Monkey D.Rufy. -

“E infine riuscimmo a scorgere all’orizzonte i contorni di quella che era la meta del nostro interminabile peregrinare lungo la Rotta Maggiore. Raftel.
A poco a poco la nebbiolina che avvolgeva la nostra nave si diradò, fornendo ai nostri occhi lo spettacolo più bello che avessimo mai visto, e che resterà indelebile nei nostri cuori a fianco alle ferite più profonde e alle gioie più grandi. La cosa che più mi colpì fu la titanica montagna che vidi, talmente alta che la sua cima si perdeva tra le nuvole. Tutta l’isola emanava un senso di purezza che non riesco a descrivere appieno in questi miseri fogli, tanto che mi sembrava di essere entrata in un tempio sacro. Era come se tutto di quel luogo gridasse al mondo la sua inviolabilità, trafitta una sola volta dal passo del più grande pirata mai esistito. Senza volerlo, mi ritrovai a chiedermi che tipo di emozioni avesse mai potuto provare Gold D.Roger avvicinandosi con la sua nave all’isola che sarebbe rimasta per sempre nel suo destino. Forse gioia, appagamento, ansietà, timore? Le stesse emozioni le ritrovai voltandomi a guardare il viso del mio capitano.
Quanti sacrifici aveva sopportato per giungere sino a questo punto? Quante volte aveva dovuto sopportare le calunnie, le prese in giro di chi non credeva in lui e nel suo sogno? Per fortuna aveva anche incontrato persone che lo avevano spronato a percorrere la strada che si era scelto. Nuovi compagni erano giunti a dare manforte a noi che avevamo iniziato il viaggio, mentre qualcuno si era purtroppo perso per strada.
Tutti noi eravamo senza fiato per l’emozione, ma i nostri sentimenti non erano nemmeno paragonabili al fiume in piena che si agitava nell’animo del nostro capitano.
Ma Monkey D.Rufy non era solo nella tempesta delle sue emozioni. Al suo fianco c’era lui, l’uomo a cui ero finalmente riuscita a confessare i miei (ricambiati) sentimenti. Rolonoa Zoro, lo spadaccino più forte del mondo, colui che aveva sconfitto Drakul Mihawk, era in piedi alla destra del suo migliore amico, contemplando silenziosamente lo spettacolo davanti ai nostri occhi in preda a emozioni intense quasi come quelle del nostro capitano.
Una volta che la nave ebbe toccato la riva, nessuno di noi accennò a muoversi dalla sua postazione. Sebbene il desiderio di scendere fosse forte, sapevamo che il privilegio di quello sbarco spettava solo al capitano e al suo braccio destro.
Con un balzo i due affondarono nella soffice candida sabbia della spiaggia di Raftel. Sempre silenziosamente, cominciarono ad incamminarsi verso la montagna all’orizzonte e noialtri ci limitammo a seguirli in silenzio. Ai piedi del monte stava l’ingresso di una caverna, totalmente coperto di scritte simili al Poigne Griffe che Robin tanto cercava. Mentre Rufy e Zoro entravano senza un attimo di esitazione, come spinti da una consapevolezza a noi sconosciuta, ci fermammo per dare tempo alla nostra archeologa di decifrare i simboli.
<< Come sintassi è uguale a quella scritta da Gold Roger su Skypea, sul basamento della campana d’oro (*). “Io sono stato qui, e seguirò queste parole fino alla loro fine. Il pirata Gold D.Roger”. Sono quasi certa che questa sia opera del Re dei Pirati in persona! >>
Le chiesi che ci fosse scritto, e la risposta mi fece gelare il sangue nelle vene.
<< “Coloro che si credano degni del Re si facciano avanti! Ma attenti, impostori. Il cuore di Raftel non perdona il fallimento.” >>
Spaventoso. Pensai quella volta. Ma i nostri due amici erano già dentro, quindi non potemmo fare altro che aspettare. E aspettammo a lungo. Ci volle una settimana esatta perché potessimo rivedere il volto dei nostri due amici; e quello che vedemmo ci fece salire il cuore in gola.
Dall’oscurità della caverna si sentivano dei passi lenti, strascicati, ma udibilissimi nel silenzio che ci circondava. Lentamente cominciammo a scorgere due ombre indistinte avvicinarsi, e riuscimmo a scorgere finalmente i lineamenti dei due. Finalmente alla luce, potemmo distinguere chiaramente ogni aspetto dei due. Rufy aveva dei jeans lunghi e un paio di anfibi neri, e sulle spalle un vecchio manto rosso lungo fino alle ginocchia. (Ma la cosa che mi lasciò senza fiato fu il nome che in seguito vidi ricamato sull’interno del collo dell’abito: Gold D.Roger.)
Anche l’abbigliamento di Zoro era nuovo per me; la pancera verde era sparita, così come la maglia bianca che era stata sostituita da uno smaniato rosso cupo, del colore del sangue. E sulle spalle portava un lungo mantello nero come la notte.
Notai con sorpresa che i due non sembravano spossati per l’assenza di cibo e acqua ma parevano addirittura rifocillati. Ma fu quando furono entrambi completamente sotto la luce del sole che evitai a stento di cacciare un urlo, e lo stesso sentimento lo avvertii anche nelle altre persone che avevano aspettato con me fuori dalla grotta. Sulle braccia di Zoro erano comparse due cicatrici identiche, che solcavano gli arti in tutta la loro lunghezza, partendo dal polso e arrivando alla spalla.
Sul viso di Rufy invece faceva bella mostra una cicatrice trasversale che partiva dalla parte destra della fronte e finiva sulla guancia sinistra. La cosa che più ci fece rabbrividire fu il constatare che quelle orribili cicatrici erano già perfettamente rimarginate, come se fossero state vecchie di anni.
Non ci dissero mai cosa fosse successo in quei sette giorni; dalle rare parole che il mio Zoro pronunciava mentre dormiva, appresi di una lotta che avevano sostenuto contro (e sono convinta di aver capito male questo punto, tanto esso è incredibile) Roger e il suo vice. Non so se sia accaduto davvero, ma sono sicura che non fosse un luogo normale quella grotta, sembrava avvolta dalla magia.
Il giorno dopo cominciammo le ricerche del tesoro di Roger, che proseguirono per molte settimane. Giunto finalmente il momento di salpare, Rufy salì sul castello di poppa, ci guardò uno ad uno e disse
<< Si salpa verso una nuova avventura! >>
Ma la cosa che mi stupì fu vedere Zoro, che non aveva mai chinato la testa di fronte a nessuno, uomo o Dio che fosse, posare un ginocchio a terra e sussurrare, perfettamente udito da tutti noi,
<< Agli ordini, Re dei Pirati >>
Fu l’unica volta che lo fece, ma da quel giorno quei due non incontrarono nessun avversario degno di loro. Erano a tutti gli effetti gli uomini più forti del mondo. Due veri Re.
_______________________________________________

(*) piccolo spoiler

Ecco fatto. Mi è venuta l'ispirazione e l'ho buttata giù di getto, senza rifletterci su.
Spero che piaccia a qualcuno. A presto.
 
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