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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: OCCHI DI GHIACCIO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: katherine galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/02/2005 20:25:26 (ultimo inserimento: 27/03/05)

cosa succederebbe se una ragazza che non ha mai mostrato nessun interesse per i ragazzi dovesse all`improvviso vivere forzatamente con uno di essi?
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

ed eccomi di ritorno per scrivere una nuova storia!!!! tranquilli! prometto che questa volta sarà una happy ending anche se non assicuro che non ci sarà neanche una scena commovente... come al solito chiedo scusa per eventuali errori di battitura o dettati dalla mia ignoranza e nel caso ci fossero concetti poco chiari ribadisco che sarò onoratissima di chiarirli in fermo posta...con questo concludo augurandovi una buona lettura!

NOTE.
“………….” Discorso
*………….* Pensieri della protagonista
<………….> Pensieri degli altri personaggi


capitolo 1.

“come scusa? Starai scherzando spero!” –gli rispondo sbattendo le mani sulla scrivania del suo ufficio in segno di opposizione–“affatto.” –mi risponde lui imperturbabile -“avanti pa’ siamo nel XXI sec. E tu hai ancora il pallino dei matrimoni combinati?” –“non ho affatto detto che lo devi sposare!” –“ma dico mi prendi per scema? È da un pezzo che stai cercando di mettermi con un rampollo di buona famiglia e guarda caso mi metti ad abitare con uno il cui padre è proprio con quello con il quale volevi fondere la tua industria…” –“resta il fatto che non è questo il punto…beh! Forse in parte, ma non solo questo!” –“a no?e quale sarebbe sentiamo” –gli dico mettendomi a braccia conserte –“e hai il coraggio di chiedermelo? Sei stata espulsa da sei istituti di fila in solo tre mesi ti sembra un comportamento da tenere per una ragazza di alta società come te?” –“sai cosa me ne importa dell’alta società! E poi non sono stata espulsa, sono io di mia spontanea volontà che ho deciso di andarmene perché i prof. si rifiutavano di insegnare!” –gli risposi quasi sfottendolo –“sì e guarda caso si licenziavano proprio quando arrivavi tu” –“e con questo? Non c’è nessuna prova che dica che si siano licenziati per causa mia!” –“è proprio per questo, non c’è nessuna prova, però se ci sarebbero state sei espulsioni non te le avrebbero levate nessuno!” –“ma…” –“niente ma! Tu te ne andrai a studiare a Kanagawa a casa del mio conoscente e spero che il Giappone faccia bene ai tuoi modi indisciplinati che non ti fanno per niente sembrare una ragazza raffinata!” - “forse non si direbbe perché non lo sono!” –gli rispondo chiudendo bruscamente la porta! *fantastico, ci mancava solo il Giappone adesso!*

Ecco, questo è il motivo per la quale ora mi trovo qui all’aeroporto di Tokyo. A proposito, non mi sono ancora presentata: Mi chiamo Reiko Hayanami, ho 16 anni e sono la figlia di un illustre industriale. Anche se litighiamo spesso, io e mio padre ci vogliamo bene e lui vuole che io sia una persona raffinata perché non vuole che sia ‘emarginata’. Già da piccola infatti, tutti mi evitavano perché non avevo la mamma ed è per questo che mio padre ha sempre cercato di non farmi mancare niente. Ma tornando a noi, io sono per metà canadese, mia madre lo era, e giapponese. Ho i capelli biondi, lunghi fino alle spalle e leggermente ondulati. I miei occhi sono di un colore fra il grigio e l’azzurro chiaro che ricordano il ghiaccio, papà dice che li ho ereditati da mamma e ammetto che sono la parte che più adoro di me, non solo perché hanno un colore ‘raro’ ma perché mi hanno aiutata spesso a scaricare degli sciocchi che mi hanno invitata ad uscire. Mi è bastato guardarli una volta dall’alto verso il basso e sono letteralmente scappati a gambe levate. Pensate che nell’ ultima scuola mi hanno soprannominata ‘regina dei ghiacci ’ proprio per questo. Non ho mai mostrato interesse per nessun ragazzo e non credo di voler mai averne. Tranquilli! Anche se può sembrare non sono affatto un tipo freddo! Beh, nella maggior parte delle volte (anzi! Sempre) lo sembro, ma in realtà non lo sono.Per quanto riguarda il fisico supero il metro e settanta d’altezza, sono snella e riguardo al seno…beh! diciamo che ci sono! Mi piace molto studiare e negli esami ho sempre ottenuto il massimo dei risultati (si capisce che non sono un tipo modesto?) ma oltre a questo adoro suonare il pianoforte, riesce a farmi rilassare! Odio qualunque forma di sport, anche se in ed. fisica prendo sempre 10, e più di tutti odio coloro che parlano a sproposito. Davanti alle persone che non mi conoscono veramente, alias solo tranne con mio padre, mi sono sempre mostrata fredda e indifferente e forse è per questo motivo che non ho mai avuto degli amici. Ma del resto non me ne importa un granché, l’unico vero amico che voglio avere è il pianoforte.

“allora Rey ti vuoi sbrigare?” –mi urla mio padre fuori dall’aeroporto –“sì…sì arrivo! Ma toglimi una curiosità, c’era il bisogno che venissi anche tu qui in Giappone?” –“sì, non potevo rischiare che tu ne combinassi un’altra delle tue…” –“se, se… piuttosto, non doveva venire il tuo amico a prenderci?” –“sì, dovrebbe essere qui a momenti…”

“Hayanamiiiii!!!! Siamo qui!!!!” –urlò un uomo facendosi notare con il braccio Era un uomo di mezza età, piuttosto grasso e bassino.–“toh! Si parla del diavolo e guarda chi spunta…” –“Reiko!!!!! Non permetterti più di dire cose simili sono stato chiaro?!” –mi dice papà fulminandomi con lo sguardo. Solitamente quando mi chiama per nome è meglio non contraddirlo…
“Rukawa! Che piacere vederti…quanto tempo dall’ultima volta…” –gli incalza mio padre stringendogli la mano –“già…e immagino che lei sia la piccola Reiko *piccola Reiko?! Ma come si permette questa sotto specie di palla di lardo?*…beh, ma a quanto pare non sei più una bambina, sei una signoria…” –le disse stringendole la mano *beh, per fortuna te ne sei accorto!* -“è un piacere rivederla signor Rukawa…” –gli dico sorridendo e facendo un inchino da 90° -“bene, direi che a questo punto possiamo anche andare”.
Così saliamo in macchina e ci dirigiamo nella residenza dei Rukawa. Papà e il suo amico cominciano a parlare del più e del meno mentre io ascolto la loro discussione con aria indifferente guardando fuori dal finestrino. *però, non avrei mai immaginato che il Giappone fosse così bello… data la sua industrializzazione non avrei mai creduto di poter trovare posti incontaminati…e c’è anche il mare…quanto vorrei che anche Vancouver fosse così…*
“Piuttosto, non mi hai ancora detto come sta Kaede, gioca ancora a pallacanestro?…” –“sì…lui sta bene e anche il basket. Pensa che potrebbe essere soprannominato matricola dell’anno qui a Kanagawa…” ma non mi dire, il mio futuro coinquilino è un patito di basket! Belah! Il solo pensarci mi viene il volta stomaco….*
Finalmente arrivammo a destinazione e io potei ammirare la bellezza dell’abitazione che mi si parava davanti. Era una grossa villa color crema con il tetto blu che si apriva a ferro di cavallo ad un enorme giardino, o meglio parco, fiorito con una bellissima fontana. Entriamo e ci ritroviamo nell’ampissimo atrio della villa. Alle pareti ci sono appese numerosi quadri e davanti a noi si erge un’imponente scalinata.
“prego, accomodatevi pure in salotto e fate come se foste a casa vostra” *tsk! Tipica frase da padrone di casa, ma voglio proprio vedere che cosa succederebbe se mandassi in frantumi uno dei suoi preziosi vasi di cristallo…* …io intanto vado a chiamare Kaede”
Pertanto mi siedo con postura dritta ed elegante su une delle sue poltrone, situate nello sfarzosissimo salotto, accavallando le gambe. E’ un ampia stanza con il tappeto bordeaux e dei quadri appesi alle pareti. Sono presenti alcuni mobili vittoriani sotto i quadri e dei divani e delle poltrone posizionate a rettangolo davanti a un tavolo di cristallo con sopra un vaso prezioso. Alle nostre spalla si posiziona invece una grosse finestra che dà una bellissima veduta al giardino. Lo stesso fa mio padre dandosi un’occhiata in giro e comincia a farmi la solita paternale pur sapendo che davanti ad estranei mi comporto educatamente. “te lo ripeto un’ultima volta: in questa sei un’ ospite e ti devi comportare come tale. A scuola sii socievole con i tuoi compagni in modo che tu possa farti degli amici *sì, come se ne avessi mai avuto* e non dovrai mai, ripeto mai far saltare i nervi ai professori sono stato chiaro?” Per fortuna però torna Rukawa senior e mi presenta suo figlio. È un ragazzo dai capelli corvini ed , al contrario del padre, molto alto che dovrebbe raggiungere circa il metro e ottanta nove di altezza. La cosa però mi hanno colpito di lui sono stati i suoi occhi blu. Intensi e profondi, avrei potuto perdermici per delle ore… Rimango ad osservarlo per qualche istante squadrandolo dall’alto al basso con il mio solito viso indifferente finché mio padre non mi dà una leggera gomitata sul fianco, così mi dirigo verso di lui e gli porgo la mano per stringere la sua. “piacere, Reiko Hayanami, ho sentito molto parlare di te…” –lui si limita a guardarmi negli occhi e mi risponde con un –“Hn…” –per poi prendere anche lui posto nel salotto. Io rimango ferma come uno stoccafisso, ancora imbambolata per il suo sguardo, poi ritorno in me e mi giro a guardarlo mentre sfogli una rivista. *non mi ha neanche salutata…e ha osato rivolgermi solo un monosillabo, nessuno l’aveva mai fatto prima…* Decido di prendere posto davanti a lui notando l’espressione mortificata del suo padre. Nella stanza cala un silenzio da mortorio finché Rukawa senior non decide di dire qualcosa per sdrammatizzare la situazione “allora Reiko, hai già deciso quale liceo frequenterai?” –“sì, lei andrà allo Shohoku” –risponde mio padre –“oh ma è grandioso, anche Kaede frequenta quel liceo *toh! Guarda che combinazione!* e magari potresti anche dargli una mano a studiare, ho saputo che sei un vero genio a scuola mentre lui è un vero e proprio somaro.” Dopo ciò i nostri padri continuarono a discutere del più e del meno mentre io osservavo colui che mi si trovava davanti. *è così silenzioso…è come se fosse isolato dal mondo intero, mi chiedo se anche io sembrò così agli occhi degli altri…*

“allora voi due siete d’accordo?” –ci chiese suo padre–“hm?” –faccio io appena distorta dai miei pensieri –“ho detto che noi andremo per qualche tempo a New York per concludere un importante affare *ma sentili, parlano già come se fossero già soci…* mentre voi starete per un po’ qui a Kanagawa. Siccome questa casa è troppo grande abbiamo deciso che ne abiterete una leggermente più piccola e vicina alla scuola. Si trova in quartiere sicuro ed è in stile occidentale in modo che tu possa trovarti a tuo agio. Ovviamente penseremo noi a tutte le spese e verrà una governante a controllarvi un paio di volte a settimana assicurandosi che non vi succeda niente di male, allora siete d’accordo?” –“hn…” rispose il mio coetaneo –“ e tu Reiko? Non hai niente in contrario vero?” –mi domanda mio padre, quasi implorandomi, temendo che possa mettere in imbarazzo il suo amico -“niente.” –dico alzandomi e dirigendomi verso la finestra, ad osservare quel meraviglioso giardino fiorito.

allora? che ve ne pare? mi mandate commentucci?

 
Continua nel capitolo:


 
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