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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: KING ARTHUR
Titolo Fanfic: HE IS GAWAIN
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: earwen galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/02/2005 20:07:58

continuazione di badun hill... per la serie ``ispirazione inaspettata``...
 
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- Capitolo 1° -

Il banchetto di Artù e Ginevra continuava, ma Edayn ne aveva abbastanza di voci festose e fiumi di vino.
Quello era un gran giorno, per i britanni: erano state promesse loro la libertà, l'uguaglianza e la pace. E finché il trono fosse appartenuto ad Artorius i diritti dei suoi sudditi sarebbero stati rispettati.
La giovane guardava le terre davanti a lei dall'alto di una roccia grande e polita, con la lunga gonna di velluto tirata sopra le ginocchia. Era piacevole sentirsi accarezzare la pelle da quella brezza tiepida. E non c'era posto abbastanza solitario dove si poteva permettere una cosa simile.
Quello che suo padre le aveva detto al ritorno dalla battaglia di Badun Hill le era tornato in mente nello stesso momento in cui Merlino aveva insignito Artù del titolo di re. Lei avrebbe potuto avere davanti a sé un grande futuro, ma il futuro aveva deciso diversamente per lei.
Improvvisamente sentì un rumore di passi alle sue spalle, e si affrettò a sistemare il vestito come si doveva. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi ci fosse dietro di lei.
"Vuoi sapere perché sono andata via, Galvano?" gli domandò.
"Volevo solo sapere dove fossi", rispose lui.
Edayn girò il capo e lo guardò per un istante. Poi abbassò gli occhi, e fece un respiro profondo. Non sapeva perché voleva dirglielo. Cosa la portava a rivelare a lui le parole di suo padre?
"Quando siamo tornati da Badun Hill, dopo che hai lasciato il mio appartamento, mio padre mi ha detto qualcosa che non avrei mai voluto sapere", mormorò. "Non so perché te ne stia mettendo a parte." Il cavaliere non rispose, ma si fece più vicino. "Ha detto che sarebbe stato felice di vedermi al fianco di Artù, di averlo come genero. Lui lo adora come un figlio, e vedermi con lui l'avrebbe reso fiero. Avrebbe voluto dirmelo prima che arrivasse la woad, ma ormai era troppo tardi. Sono rimasta stupita, ma non più di tanto. Insomma, credo che ogni padre vorrebbe vedere la figlia sposata al migliore tra gli uomini, per questo ho preso la notizia così com'è venuta. Oggi però ho compreso la vera importanza di ciò che mi ha detto. Mio padre non avrebbe mai pensato che Artù diventasse re... ma se io avessi fatto come desiderava lui adesso sarei regina. Regina della più grande isola conosciuta, Galvano! Questo per me non può essere un giorno di gioia, per questo ho dovuto lasciare la festa a chi aveva da festeggiare. Mi dannerò l'anima in eterno per non aver provato per lui ciò che mio padre voleva che provassi. Prima di oggi non avevo mai osato sperare di poter essere migliore di com'ero. Non avrei mai immaginato di poter diventare la moglie di Artorius Castus. Mi è stato offerto un potere infinito, ed io non sono stata capace di afferrarlo."
"Non puoi vivere nel rimorso per una colpa che non hai commesso."
Galvano era avvilito. Edayn era crudele, e non se ne accorgeva nemmeno. Alla morte di Lancillotto era la sua spalla che aveva usato per piangere il suo amore non corrisposto; e adesso parlava del mancato matrimonio con Artù con uno slancio che lo spaventava.
"Sei un uomo d'onore", sorrise lei volgendo lo sguardo altrove. "Anche vedermi accanto a te farebbe felice mio padre. Nemmeno a questo avevo mai pensato."
Edayn sospirò ancora e reclinò la testa sulla roccia.
"Se si fosse trattato di Lancillotto non avresti avuto dubbi a proposito. Per lui avresti sacrificato tutto, anche il più splendente tra i futuri."
"Non devi parlare di lui", replicò lei con veemenza, sollevandosi immediatamente. "Lancillotto è morto. Il suo corpo adesso non è che cenere sparsa nel vento dell'est. Non esiste più. E comunque, per me non è mai esistito."
"Non avevo il diritto di parlarti così duramente, signora", disse Galvano. "Soprattutto perché è vero, saresti stata una grande regina. Non esiste nessuna più degna di te."
"Ti sbagli così tanto. Dimentichi che sono una bastarda sassone. Il mio sangue è misto ad acqua e fango. In realtà il giusto destino per me sarebbe stato morire davanti alle mura del vostro vallo o giorni fa in battaglia. O vagare per queste terre come una raminga, con quello che resta della mia stirpe."
"Tu sei cresciuta in queste terre, come figlia di sarmati e romani. E ora sei una britanna, sei parte di un regno che presto diverrà il più grande. Se fossi davvero sassone come dici io non potrei amarti come faccio."
Edayn alzò il viso e perse lo sguardo nel suo.
"E ti dico un'altra cosa, figlia mia: sono contento che Lancillotto sia morto. Non perché era la giusta ricompensa per qualcuno che non ricambiava quello che provavi, ma perché, anche se un giorno foste stati insieme, avresti sofferto immensamente. Eravate così simili, così indomiti, così impulsivi. Lancillotto ti trattava come un uomo, e come un uomo tu rispondevi alle sue provocazioni. Ma Galvano, Edayn. Galvano è tutto ciò di cui hai bisogno. Il suo temperamento mite compensa la tua irruenza, la sua gentilezza la furia che serbi nel cuore. Aprigli a lui, Edayn. Sii felice, finalmente."
Ecco come Claudio aveva finito il suo discorso. Ecco cosa continuava a sentire lei, cosa voleva continuare a sentire.
"La verità è che avrei dovuto amarti fin dall'inizio", ansimò la giovane.
Galvano la strinse con l'impeto che aveva represso fino a quel giorno. Edayn lo ricambiò con altrettanta veemenza, premendo forte il viso contro la sua spalla.
Il vento iniziò a soffiare sopra di loro mentre il sole si imbruniva. L'aria diventò fredda, la ragazza fu scossa da un brivido.
"Andiamo a casa", sussurrò. "Devo presentarti a una persona."

Claudio attendeva la figlia seduto allo stesso tavolo davanti al quale le aveva parlato di Artù, di Lancillotto e di Galvano.
Quando Edayn aprì la porta ciò che vide non lo stupì. Era quello che ormai si aspettava, quello che aveva iniziato a sperare da quando l'intrigante woad aveva preso il posto di sua figlia nel futuro di Artorius.
La ragazza avanzò verso di lui senza lasciare la mano del suo cavaliere. Ancora prima di pronunciare quello che doveva si sentiva preda di un'infinita gioia.
"Padre", disse, stringendolo più forte per assicurarsi che non fosse un'illusione. "Questo è Galvano."

 
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