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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: LA DISCENDENTE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: chaosangel galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/02/2005 16:09:57 (ultimo inserimento: 28/03/06)

siamo sicuri di cooscere le persone che ci circondano e il loro passsato? basta solo voler vedere che cosa si nasconde dietro un sorriso (non yaoi)
 
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SOGNI DEL PASSATO
- Capitolo 1° -

Capitolo 1: Sogni del passato.

Nota dell’Autrice: Lapazziadelllapazziaalivellipreoccupanti

Distruzione, morte... tutto ciò che la circondava…
Provò ad alzarsi, ma non ci riuscì c’era un peso che glielo impediva. No, non era un peso era qualcuno che la tratteneva a terra nascondendola, per proteggerla, qualcuno che non respirava più…
Sgranò gli occhi e guardò attentamente chi era: un uomo, con capelli castani sparati un po’ in tutte le direzioni era molto forte e bello, anche se aveva gli occhi chiusi sapeva che erano dolcissimi e bellissimi, occhi che conosceva benissimo.
-P-papà- mormorò piano la bambina, mentre al suo cuore mancava un battito, perché? Perché non rispondeva? Non poteva essere un brutto scherzo? Si guardò attorno la morte la circondava. Tutte le persone che conosceva, a cui voleva bene, tutti coloro con cui aveva parlato nei suoi quattro anni di vita erano lì o nelle strade accanto, ma perché erano tutti a terra e nessuno respirava?
Sì allontanò con il volto di un pallore quasi mortale, il cuore le andava a mille: il terrore, la paura, il dolore e il non voler accettare quello che stava succedendo le fecero portare una mano vicino al cuore per tentare di calmarlo, con orrore vide che si stava macchiando il vestito con un qualcosa di rosso scuro… sangue. Guardò le mani erano completamente sporche di sangue… sangue non suo…
I suoi occhi divennero vitrei, anche se era solo una bambina di quattro anni (Sarà piccola ma non stupida UuU NdLettori Sentite un po’, almeno nelle parti più drammatiche voi dovrete sparire, ci siamo intesi è_é NdA_più_seria_che_mai Va va bene… NdLettori) aveva capito quello che era successo e che lei non aveva fatto niente per le persone a cui teneva, niente per il suo popolo…
-Bene, bene a quanto vedo non abbiamo ancora portato a termine la missione- disse una voce glaciale e tagliente.
Di fronte a lei comparve un uomo con un armatura nera, ma più che altro ramata e di colore rosso molto scuro, era splendente, ma sporcata con delle macchie della sostanza che sporcava le mani della bambina. I suoi occhi erano freddi, in essi brillava una luce molto pericolosa e sul suo volto si apriva un ghigno, di fronte a tutta quella distruzione, distruzione che era stato anche lui a compiere, non faceva una piega, un uomo, no ragazzo avrà avuto al massimo 18 anni, senza cuore.
-Non solo, a quanto vedo non solo è rimasto qualcuno, ma addirittura una persona molto importante. Quella che ormai è l’ultima discendente, ancora per poco…-
Così dicendo fece un passo avanti e distrusse una piccola sfera color oro, quella che imprigionava la vera energia della bambina, quello di cui veramente era capace e quello che era… un’esplosione avvolse tutto, solo una frase risuonava nella mente della bambina, quella che suo padre le aveva detto prima dell’attacco: “Non lasciare mai che il tuo cuore si riempia di odio, niente deve distruggerti la vita e portarti ad essere quello che non sei”… non aveva mai capito a pieno il significato di quella frase e quando aveva chiesto al padre di spiegarglielo lui si era limitato a sorridere e a dire che quando sarebbe stato il momento avrebbe capito…

Si svegliò di scatto e portò una mano alla testa: -No, non di nuovo…- mormorò la ragazza che sedeva sul letto con gli occhi sfocati, solitamente erano di un colore castano rossiccio ed emanavano allegria che spesso contagiava chi la circondava, peccato che il suo cuore non era davvero così, lei non era davvero come i suoi amici credevano che fosse.
Pensavano che fosse una ragazzina allegra estroversa ed, a volte, imprudente con un passato ed un presente luminoso, che non avesse ancora capito bene che cosa era un bey o un bit power, permalosa ed insopportabile, senza alcun problema nella vita e che quest’ultima fosse… sicura e tranquilla. Tutto sbagliato, completamente sbagliato.
Ma dopotutto com’era quella famosa frase di Jim Morrison? Ah, sì, ecco:

Essere allegri,
non significa necessariamente essere felici,
talvolta si ha voglia di ridere e scherzare
solo per non sentire dentro
quanto si ha voglia di piangere…

Lei di questa frase aveva fatto il suo modo di essere, di vivere. Aveva creato una maschera, una maschera basata su un sorriso: è più facile nascondersi dietro ad un sorriso e frasi non dette che barricarsi dietro una maschera si ghiaccio che, inevitabilmente, attira la curiosità della gente. Tutti la credevano diversa da quel che era, solo perché lei voleva che fosse così, ormai anche volendo non avrebbe più potuto cambiare, tutti la conoscevano allegra e solare e ora non sarebbe cambiata, non poteva… ma giorno dopo giorno il peso si stava facendo sentire, e lei sopportava in silenzio. Ma era davvero questo il peso che le opprimeva il cuore? No, era il non poter mai parlare del passato con qualcuno, non aver pianto quando aveva visto morire le persone a cui teneva, ed ora farlo sarebbe stato stupido ed inutile, a cosa sarebbe servito piangere? “Piangere serve a te stessa” ecco cosa le avevano sempre detto, forse, ma non avrebbe aiutato le persone che le stavano intorno come sua madre. Anche se non glielo aveva mai detto sapeva che si sentiva in colpa, in colpa per non essere morta, piangendo lei avrebbe accresciuto il suo senso di colpa inutilmente.
-DRINN DRINN- la sveglia aveva iniziato a suonare, questo la riportò alla realtà e i suoi occhi riacquistarono la loro solita luce. Con molta tranquillità guardò la sveglia 7:00 a.m. aveva ancora un sacco di tempo per prepararsi e andare a scuola, ma oggi ne avrebbe fatto volentieri a meno, si sentiva stanca, sfinita. Da quanto tempo non faceva quel sogno? Più di due anni, da quando aveva conosciuto quelli che erano diventati i suoi amici, con loro aveva sempre qualcosa a cui pensare, o comunque si stancava ben benino e la sera era troppo stanca per pensare a qualsiasi cosa o semplicemente per sognare, odiava sognare. I sogni per molti sono delle ancore di salvezza nella quotidianità e i nei problemi che la compongono, che rendono unica e speciale ogni esistenza, ma per lei… per lei i sogni erano solo il ritorno agli incubi del passato. Il passato… ecco cos’era quel sogno, il ricordo di un passato che aveva seppellito nel punto più nascosto del suo cuore.
-HILARY!!!- la voce della madre la richiamò alla realtà, le 7:15, ora doveva proprio alzarsi, anche se non senza fatica scese dal letto e andò in bagno, così facendo si guardò allo specchio, era pallida e i suoi occhi erano tristi e vuoti, tentò di sorridere, ma niente non ci riusciva, il ricordo di quello che aveva visto per, per la centesima volta era troppo nitido nella sua mente: -Dai Hilary, oggi è uno degli ultimi giorni di scuola, oggi e per un po’ avrò un po’ di pace e…- e cosa? Un po’ di pace dove avrebbe ascoltato musica per ore ed ore, alternando i CD alla radio e facendo attenzione a non incocciare i commenti dei DJ, le bastavano le sue paranoie e i suoi problemi, tsz, ma quale pace, ora aveva i suoi amici e la pace se la poteva sognare. Per ora a casa di Takao c’era un manicomio, molti Blader dopo la BEGA erano riuniti tutti lì, un manicomio di pazzi, un manicomio che era riuscita a definire casa, bhè il tram tram di pazzi che andavano e venivano erano simili. Questo pensiero riuscì a ridarle il sorriso.
Diede una veloce occhiata alla sveglia 7:30 a.m. , ok, adesso si doveva sbrigare. Dopo una veloce doccia ed essersi lavata i denti di vestì mettendosi la divisa scolastica: gonna azzurra con molte pieghe, camicia a maniche corte e una cravatta azzurra, aggiunse una fascetta bianca sul braccio, molto vicino alla spalla per nascondere un simbolo, il simbolo che l’aveva sempre contraddistinta e che aveva segnato il suo destino…
Comunque la maglietta nascondeva benissimo simbolo e fascetta, ma meglio non rischiare di dover dare spiegazioni inutili e, soprattutto, di dover mentire ancora, anche su questo.
Prese lo zaino e scese in cucina.
-Buon giorno mamma!- disse la ragazza con una finta allegria.
-Ciao Hilary, ma stai bene? Sei pallidissima- disse la madre alzandosi dal tavolo della cucina e andando a vedere come stava la figlia.
-No, non preoccuparti- cercò di scansarla lei - Ho solo dormito male a causa del caldo-
-Sicura?- chiese la madre indagatrice, conosceva la figlia e come si stava appesantendo la vita con la commedia della ragazza felice, ma lei non ci poteva fare niente per non farsi trovare dai b******i che alcuni anni prima le avevano rovinato la vita avevano cambiato molte cose, come i nomi e il cognome e sua figlia aveva aggiunto anche il suo modo di essere per nascondere il dolore. Lo sapeva bene, anche se Hilary non l’avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura.
-Certo- disse lei sorridendo, dopotutto per aver dormito male, aveva dormito male.
-Niente incubi?-
-Perché ti viene in mente qualcosa del genere? Ora scusa ma devo andare a scuola.- disse la ragazza avviandosi verso la porta.
-Non è meglio se oggi resti a casa? Tanto ormai a scuola non fate più niente- disse Giada, la madre della ragazza.
-No, non preoccuparti. Oggi torno abbastanza presto, ciao.-
-Aspetta! La colazione!- le ricordò la madre, non solo non aveva mangiato niente, ma si stava dimenticando il pranzo a casa.
-Non ho fame, ma il pranzo lo accetto volentieri- sorridendo la ragazza fece dietro front e prese il cestino che la madre le aveva preparato.
Poi corse fuori di casa, aveva una madre che la conosceva benissimo, quante ragazze potevano dirlo? Ma quante ragazze avevano passato e visto quello che lei aveva sperimentato sulla propria mente e inciso in modo indelebile nei suoi ricordi?
Se non si sbagliava erano circa le 8:00, aveva un’intera mezzora per fare il tragitto, che per di più era anche abbastanza breve, così decise di passare prima al bel vedere, che era di strada, aveva bisogno di cinque minuti di silenzio, doveva svuotare la mente e riprendere non solo il suo solito sorriso, ma anche un po’ di colore. Se se n’era accorta sua madre anche i suoi amici avrebbero potuto farlo e lei, sinceramente, preferiva evitare, senza contare che non aveva alcuna voglia di litigare, non oggi, ne con Ming Ming, Takao o Daichi. L’avrebbero presa per malata se non avrebbe risposto alle provocazioni della ragazza o del pidocchio senza contare lo sbruffone, quindi segnare: evitare Takao a scuola, senza esagerare, per gli altri sarebbe stato facile, bastava non andare da loro dopo la scuola dicendo che aveva da fare: in fondo era così, doveva andare in un luogo che adorava: NEGOZIO DI MUSICA , per un “po’” di spesa, lo avrebbe svuotato.
A scuola.
Quando arrivò era ancora presto e la sua classe era quasi vuota, bhè apparte per un ragazzo con degli enormi occhiali che facevano sì che il colore dei suoi occhi fosse sconosciuto e a suo confronto era anche piuttosto basso, anche se avevano la stessa età, bhè in effetti in confronto a quasi tutti i ragazzi e le ragazze della sua età era basso…
-Buon giorno professor Kappa- lo salutò allegramente la ragazza.
-Buon giorno Hiromi- Hilary sbiancò, non era possibile.
-Come hai detto scusa?- chiese con voce normale e tranquilla.
-Buon giorno Hilary, perché?- chiese con sincera curiosità.
-Niente, ero un po’ sovra pensiero e non avevo capito bene, tutto qui.- disse lei tranquilla, aveva capito male, perché il prof non stava mentendo, no sapeva riconoscere le bugie, lei ne aveva dette talmente tante…
-Va bene- disse lui tornando a dedicarsi al suo portatile e ai suoi dati.
Nel frattempo Hilary si era seduta nel suo banco, chiuse gli occhi per poter riflettere meglio, ricapitoliamo: lei aveva fatto quel sogno e non riusciva a levarselo dalla testa, perché? Credeva ormai di aver imparato ad allontanare da se, ad ignorare le sue emozioni e i ricordi, ma mentire ai suoi amici la stava facendo sentire in colpa, ma perché? Perché i sensi di colpa le venivano adesso e non due o un anno fa quando li aveva conosciuti? Era in quel quartiere da quasi quattro anni… aprì di scatto gli occhi e le sue pupille di ridussero ad un puntino, se davvero erano quattro anni fra poco avrebbe dovuto rifarlo, avrebbe dovuto andarsene…
Chiuse gli occhi, non voleva che qualcuno vedesse che il suo cuore si stava sgretolando.
Da quando la sua “casa” era andata distrutta tutto era cambiato e ogni quattro anni lei e la madre si trasferivano, al suo cuore mancò un battito, i quattro anni erano quasi passati, in breve la madre avrebbe scelto la loro nuova casa, preferibilmente Giappone o Cina, ma ci certo avrebbe dovuto dire addio ai suoi amici. Lei e la madre non si trasferivano per gioco e senza una ragione, sapevano che, anche dopo 12 anni c’era qualcuno che le cercava… la cercava per portare a termine la missione, un intero esercito o qualcosa del genere, non erano mai riuscite a scoprire quello che era davvero successo… la loro missione: uccidere l’ultima del suo popolo e della sua famiglia, era vero c’era sua madre, ma quello che a loro interessavano, che temevano era del lato di suo padre, dal r…
-PISTAAA!!!!!!!!!!!!!- un pazzoide entrò in classe: Takao.
-Buon giorno Takao- dissero insieme molti alunni, Hilary aprì gli occhi, ed ecco che un altro movimentato giorno iniziava.
-La professoressa è già arrivata?- chiese preoccupato.
-No, altrimenti saresti già in punizione- disse Hilary in tono piatto.
- ^__________________^- Takao si limitò a sorridere e ad andare a sedersi nel suo banco, vicino al prof e subito dopo eccoli partiti in quarta a parlare di bey, sai che novità.
-Buon giorno ragazzi- la prof era appena entrata in classe e fu seguita dal suono della campana.
-Buon giorno professoressa- dissero in coro i ragazzi alzandosi in piedi e poi eseguendo il classico saluto giapponese.



Bene, prima di tutto devo dire che questa fic sfiora livelli preoccupanti di pazzia (vedi in alto^^) e che all’inizio non avevo neanche intenzione di pubblicarla (ma non poteva fare la brava e restare di sta idea, no a? ç__ç NdLettori), e ne avevo stampato di un paio di paggine che mia sorella ha letto, la mia prima storia che legge O.o (ho sempre evitato accuratamente di lasciare file e fogli riguardanti le mie fic in giro U__U NdA) e le è piaciuta O__O  la stessa faccia di quando gli uomini quando hanno scoperto che la terra sferica.
Così per festeggiare ho deciso di pubblicarla^^.
So che a voi di tutto questo non ve ne frega niente (E per fortuna che lo sai -.-*** NdLettori ^_____________^ NdA).
Bhè per favore commentate^^.

ChaosAngel

 
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