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Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Final Fantasy X
Titolo Fanfic: SIN
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: lory88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/08/2002 21:41:38

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- Capitolo 1° -

Prima di iniziare ci sono da fare alcune precisazioni: in questa fanfic Sin non è il corpo di Yu Yevon ma un'entità a se stante, inoltre tutta la parte riguardante Jecht è presso che inesistente, ed infine Sin è un'entità FEMMINA.


Alzai lo sguardo e fissai il cielo notturno, intorno a me…il silenzio. Qual era il mio nome? Non avevo nome, nessuno della mia razza aveva un nome. Certo, gli umani me ne avevano dato uno, ma a me non piaceva affatto, non mi piaceva il suo significato. Guardai un’anima che mi passò a pochi centimetri dal viso, mi girò intorno per poi sparire silenziosamente: un altro mostro sarebbe presto nato. Alzai lo sguardo al cielo. Le stelle: piccole luci senz’anima che vivono un’esistenza vuota……nulla. Mi alzai e mi diressi verso le acque che vivevano sotto quella città ormai distrutta. Le accarezzai con una mano……fredde. Fredde come il mio cuore. Ma era davvero tanto freddo? Un tempo avrei risposto prontamente di sì, ma ora……non lo sapevo……da quando avevo iniziato ad osservarlo mi ero sentita strana, più calma, più rilassata e……meno sola……forse era proprio la solitudine a farmi comportare così……mormorai poche parole e l’immagine del suo viso comparve nelle acque limpide. Quegli occhi…quei bellissimi occhi color cielo, così dolci e sorridenti. Mi sdraiai sulla pancia continuando ad accarezzare quel volto…bellissimo……occhi color cielo, dolci e……sospirai……tristi………come i miei.
Mi girai sulla schiena e tornai a guardare il cielo e le anime che volavano vivacemente. Tristezza…solo tristezza…l’unica mia compagna……chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal suono delle onde……solitudine……tristezza……sono fatta solo di questo, solo questo so creare……paura……io creo paura e……dolore…per gli altri……e per me………ripresi a pensare a lui e mi addormentai…………

Quando mi risvegliai il sole stava facendo capolino all’orizzonte. Mi alzai e mi guardai intorno: le anime se ne erano ormai andate, come ogni mattina. Sospirai sommessamente. Volevo vederlo, volevo stare con lui……intorno a me solo distruzione……perché?……io non volevo ucciderlo, volevo solo rimanere con lui…volevo proteggerlo, aiutarlo, coccolarlo……amarlo………
Io volevo amarlo, ma non potevo perché lui era umano ed io……ero………
Non potevo! Non potevo stare con lui……però potevo vederlo. Una bolla d’acqua iniziò a formarsi intorno a me avvolgendomi completamente. Infine prese a galleggiare in aria seguendo i miei ordini mentali. Presi il mio aspetto di distruttore e cominciai a volare verso il lago di Macalania, il luogo dove sentivo la sua presenza.

Aspettai pazientemente in fondo al lago sapendo che lui sarebbe arrivato, me lo sentivo. Lui era al tempio insieme ad i suoi compagni, stavano andando da Shiva; presto sarebbero tornati indietro……
Improvvisamente ebbi una strana sensazione, una sensazione di pericolo incombente! Guardai la lastra di ghiaccio che copriva il lago, presi a nuotare finché non la raggiunsi. Vi posai sopra una mano e il ghiaccio prese a sparire formando un buco circolare nel quale potei passare. Superato questo “ostacolo” presi a volare in direzione del tempio di Macalania cambiando al contempo il mio aspetto: quello di prima era quello “umano”, ora dovevo diventare qualcosa di cui non avrebbero riconosciuto neppure la razza. I miei capelli azzurro mare si fecero neri e crespi, i miei occhi diventarono bianco perla, i miei vestiti cambiarono diventando una semplice tunica corta azzurro cielo ed un paio di pantaloni bianchi dai riflessi bluastri, le miei mani divennero artigli simili a quelli delle aquile e le miei orecchie si appuntirono. Aumentai di velocità: non volevo che gli succedesse qualcosa. Il vento mi procurava profondi graffi sulla faccia. Non me ne accorsi nemmeno, presto si sarebbero rigenerati da soli. Atterrai davanti al tempio e mi incamminai verso l’interno. Un prete tentò di fermarmi dicendo che solo i guardiani e gli invocatori potevano entrare nel chiostro della prova. Lo zitti con un semplice gesto della mano. Arrivai ad un tunnel semi sciolto con delle colonne in mezzo. Di certo dovevano aver già parlato con l’intercessore. Arrivai volando dall’altra parte. Mi avvicinai all’ultima porta ed ascoltai. Dall’altra parte provenivano rumori di battaglia. Misi una mano sulla porta, diventai completamente d’acqua e vi passai attraverso. Rimasi nascosta in un angolo osservando la situazione. Lui e suoi compagni stavano combattendo contro tre Guado…anzi…forse avrei dovuto dire due dato che il terzo era un mezzosangue, e per di più un mezzosangue di mia conoscenza! Era quell’idiota che stava cercando di prendere il mio potere! Seymour! Stupido inetto! Tornai a guardare i “buoni” della situazione. Tra di loro c’era lui, il ragazzo dagli occhi che sembrano purissime schegge di cielo. Sentii di nuovo quella dolce sensazione che mi pervadeva ogni volta che lo vedevo. Sorrisi: era davvero bellissimo…non sembrava neanche umano per quanto era perfetto……
All’improvviso Seymour evocò il suo eone più potente: Anima. Lui e i suoi amici furono messi subito in seria difficoltà. Era il momento di intervenire. Avanzai di qualche passo in modo da farmi vedere. Il combattimento si bloccò quando si accorsero della mia presenza. Tutti quanti mi guardavano confusi, solo due creature mi riconobbero: Anima e Shiva. Loro erano eoni e capirono per istinto chi ero. Shiva inditreggiò involontariamente, Anima sembrava invece molto nervoso. Nessuno però si accorse delle loro reazioni.
Il primo che riuscì a parlare fu lui <<Chi sei?>>
<<Qualcuno venuto per aiutarvi, null’altro>> mi sentii stranamente rilassata, era da tanto che non parlavo con qualcuno e solo il fatto di sentire la mia voce mi faceva bene, terribilmente bene.
Mi rivolsi ad Anima <<Te ne vai da solo oppure ti devo uccidere io?>> gli chiesi con freddezza. L’Eone parve pensarci un po’ su. Tutti mi stavano fissando increduli, e divennero ancora più increduli quando Anima scomparve ritornando alla propria dimensione. Solo Seymour sembrò capire chi ero.
<<Tu non dovresti essere qui…>> disse.
<<Io vado dove voglio>> replicai freddamente.
<<Perché sei venuta?>> mi chiese nervosamente.
Mostrai un sorrisetto divertito <<Solo per riequilibrare le forze…>> i miei occhi indugiarono sul ragazzo dagli occhi azzurro cielo <<…e ora che ho fatto posso andarmene>>
Dopo aver detto queste parole venni avvolta da una bolla d’acqua che si illuminò e scomparve insieme a me.

Ritornai al lago ad aspettarlo. L’acqua intorno a me era gelida, o almeno lo sarebbe stata per un umano, ma per me che praticamente ci avevo sempre vissuto, era tiepida. Aprii gli occhi e fissai il ghiaccio sopra di me, potevo sentire in lontananza l’Inno di Yevon. Sospirai sommessamente. Mi rigirai come un animale in gabbia e presi a nuotare per passare il tempo. Avevo ripreso il mio aspetto di “distruttore” e volevo sgranchirmi le ossa prima del suo arrivo. Mi mossi velocemente con gli arti anteriori che spostavano l’acqua a grandi falcate. Arrivai fino in fondo al lago. Faceva freddo, anch’io iniziavo a sentirlo chiaramente. Mi posai sul fondale per riposare un po’. Chiusi gli occhi e presi a sognare. Milioni di immagini mi invasero la mente. Ricordi del passato, di quando potevo osservare Spira, di quando ero addormentata sul fondo del mare. Poi la guerra, mi svegliai e non riuscii più a resistere ai miei istinti……distrussi tutto. Aprii gli occhi per scoprire che calde lacrime nere si stavano confondendo con l’acqua che circondava il mio corpo. Sentii un tremore come se le pareti del lago fossero state scosse da un lieve terremoto. Si sentì un rombo attutito dall’acqua dall’alto. Presi a nuotare verso la superficie ghiacciata. Sentii nuovamente l’Inno di Yevon e……la sua presenza. Era sopra di me, oltre la lastra di ghiaccio. Salii ancora fino a sfiorarla. Un’altra scossa, questa volta più potente, fece tremare l’acqua. La lastra si incrinò. La guardai preoccupata: se avesse ceduto sarebbe finito nell’acqua gelida! Cercai di sostenerla come potevo, ma non era abbastanza. Il ghiaccio si frantumò in tanti pezzi e loro caddero in acqua. Ripresi il mio aspetto naturale e nuotai verso di lui per salvarlo. Pensavo che avesse perso i sensi, che non mi potesse vedere, per quello avevo la mia forma umana……invece scoprii che era ancora, seppur in minima parte, cosciente. Era troppo debole per nuotare. Lo presi tra le braccia e mi concentrai. Dalla mia fronte cominciò a sprigionarsi un tenue bagliore color argento. Tutto in una sfera di dieci metri di diametro si fermò, i suoi amici, i pezzi di ghiaccio, tutto. L’acqua iniziò a condensarsi fino a diventare della stessa densità della sabbia……sabbia……la stessa sostanza che costituiva il terreno del luogo in cui li stavo trasportando……
……Bikanel……

Forse fu per fretta, forse per gelosia, ma mandai in quel luogo di sole eterno tutti i membri del suo gruppo tranne l’invocatrice. Lei era un ostacolo, un ostacolo per poter stare con lui. Per questo la mandai a Bevelle, da Seymour……dopotutto lui la voleva sposare e che male ci sarebbe stato se l’avessi accontentato!
Lo so, non fu una cosa imparziale……ma che potevo dire……io gli volevo bene…
Osservai dall’alto tutto il suo viaggio fino alla base Albehad pronta ad intervenire in qualsiasi caso ce ne fosse stato bisogno. Una volta entrato al suo interno, però, persi tutti i contatti con lui, non riuscivo più a trovarlo da nessuna parte! Lo cercai ovunque, ma non lo trovai. Infine, quando avevo quasi perso le speranze, ho sentito la sua presenza a bordo di quella macchina volante di mille anni prima. Lo seguii e mi accorsi con un misto di delusione e rabbia che si stava dirigendo a Bevelle……si stava dirigendo alla volta della SUA invocatrice……in quel momento mi sentii veramente male, avevo uno strano groppo in gola e non riuscivo a liberarmene.
Arrivammo a Bevelle e lui ed i suoi compagni presero d’assalto la cerimonia di matrimonio. Fu allora, quando erano arrivati a pochi passi dall’invocatrice, quando tutti i soldati li circondarono, che vidi una cosa che mi fece veramente ribollire il sangue: stavano puntando un’arma in faccia a colui che amavo……ora ne ero certa………io lo amavo……iniziai ad accumulare involontariamente energia. Intorno a me si formavano lampi e scariche elettriche per dell’attrito che si stava formando tra me e l’aria. Fu la prima volta che presi la mia forma di “distruttore” davanti a tanti umani……non mi interessava, l’unica cosa che mi perseguitava era la possibilità che il mio amore potesse morire. Atterrai con un boato dietro di lui e lo circondai con le mie enormi “braccia” con fare protettivo. Loro non potevano toccarlo: lui era la mia vita, lui era l’unico che mi facesse sentire in pace con me stessa……non avrei mai lasciato che lo uccidessero. Lui era sotto di me e mi fissava incredulo di ciò che stava vedendo. Lo guardai per un istante, poi guardai l’invocatrice e decisi il da farsi. Mi alzai in volo e allo stesso tempo presi tra le mani l’invocatrice. “La sto portando al tempio” sussurrai alla mente del mio amato. “Vieni lì se la vuoi trovare”. Era vero, la stavo portando al tempio di Bevelle, la stavo portando da Bahamut. La posai delicatamente sull’entrata ed accennai ad andarmene.
<<Aspetta!>> disse lei <<Perché mi hai aiutato? Io ti devo distruggere>>
“A volte” le disse nella mente “Un distruttore desidera essere distrutto più di quanto si possa immaginare” e senza lasciarle la possibilità di replicare me ne andai.

Tornai a Zanakard. Scesi a terra e ripresi il mio aspetto umano. Guardai il sole, splendente luce dorata. Mi lascia cadere al suolo e presi a pensare a me stessa, a ciò che stavo facendo e a ciò che avevo detto all’invocatroce……morire……mi sarebbe davvero piaciuto? Non riuscivo a capirlo……però sapevo di non voler uccidere gli umani, eppure non riuscivo a contenere il mio potere, nessuno mi poteva distruggere del tutto……eppure loro continuavano a tentare……mi sentivo stanca……stanca di lottare……stanca di uccidere……stanca di non poter tornare a sognare……
<<Come mai sei qui?>> quella voce profonda (e terribilmente triste) mi distrasse dai miei pensieri.
<<Potrei farti la stessa domanda>> replicai. L’uomo che aveva posto la domanda si sedette a gambe incrociate accanto a me, un gesto che mi ricordò colui che amavo: anche lui si sedeva in quel modo tanto simile a quello di un bambino……ma d’altra parte che mi potevo aspettare da suo padre. Mi sdraiai del tutto e presi a fissare il cielo.
<<Vorresti rivedere tuo figlio?>> gli domandai. Lui mi fissò per un attimo. Un angolo della sua bocca si contrasse in un accenno di sorriso.
<<Sì>> abbassò il capo e prese a fissare l’acqua.
<<Senti la sua mancanza>> affermai guardandolo in viso. Lui non rispose. Sospirai <<Perché non vai da lui?>> gli proposi.
<<Lo farei>> rispose lui <<Ma lo sai che le anime non possono farsi vedere da nessuna creatura viva, pena la trasformazione in mostro>> si alzò in piedi. Lo imitai un po’ spazientita di quella scusa: era più che ovvio che non era questo a farlo stare lontano dal mio amato……no……lui aveva paura di essere odiato da suo figlio e di sentire le parole “ti odio” uscire dalle sue labbra.
<<Allora>> dissi girando la testa dall’altro lato <<Dovresti andartene visto che lui sta venendo qui>>
Silenzio. Poi il rumore di un passo. Sentii la sua mano sulla mia spalla.
<<Lo ami?>> mi chiese. Mi diede un buffetto sulla testa e si allontanò. Mi girai verso di lui e mi accorsi che stava sparendo.
Lo fissai per un lungo attimo, infine gli risposi <<Sì>> mi guardò sorridendo <<Lo amo>> scomparve del tutto lasciandomi sola con i miei pensieri.

Stava tornando, stava uscendo dal tempio dopo aver battuto Yunalasca. Li avevo lasciato entrare tranquillamente ma non avevo l’intenzione di farli andare via prima di aver parlato con lui. Avevano percorso appena qualche metro dall’entrata del tempio quando lui mi vide semi nascosta dietro una colonna spezzata. Mi fissò. Questa volta non lessi odio nei suoi occhi, ma solo confusione. Sorrisi leggermente nel vederlo così impacciato. Anche i suoi compagni si accorsero della mia presenza e si misero in guardia.
<<Chi sei?>> chiese l’invocatrice. Scossi il capo incredula: non l’aveva ancora capito! Praticamente non avevo fatto nulla per nascondere ciò che ero……e lei non aveva capito! Certo che gli umani certe volte sono davvero lenti di comprendonio!
Sospirai <<Non c’è bisogno che ti risponda: qualcuno tra di voi sa già chi sono>> era vero: lui lo sapeva, avevo percepito bene la sua sensazione quando lo aveva scoperto.
L’invocatrice parve non capire, ma lui sapeva bene a chi stavo alludendo.
<<È Sin>> disse con noncuranza avanzando e mettendosi al fianco della ragazza. Tutti i suoi compagni lo fissarono sbalorditi, ma lui non se ne curò: l’unica cosa che pareva vedere ero io. Avanzai e mi misi direttamente di fronte a lui. Guardai in quegli occhi color del cielo e sorrisi.
<<Vieni con me>> gli dissi avviandomi verso le rovine. Lui fece il moto di seguirmi ma i suoi compagni lo fermarono.
<<Come fai a fidarti di lei? Se è davvero Sin è l’ultima persona che dovresti seguire!>> esclamò la sua compagna Albehad <<Come fai a sapere che puoi fidarti di lei?>>
<<Lo sa e basta>> replicai io guardandola con fredezza. Spostai lo sguardo su di lui <<E poi……glielo ha detto un suo simile>>
Nessuno capì di cosa stessi parlando tranne il mio amato che effettivamente aveva parlato anche con un sogno creato da me poco prima che arrivasse a Zanakard.
<<Lasciatemi passare>> disse lui senza mostrare la minima emozione. Tutti si spostarono tranne l’invocatrice che rimase davanti a lui con aria risoluta. Lui le sia avvicinò <<Tornerò presto>> disse <<Voglio solo scoprire alcune cose>> lei lo guardò ancora per un attimo (un attimo che devo dire mi fece ingelosire come una matta) e si scostò. Lui prese a seguirmi senza dire una parola. Attraversai tutte le rovine fino ad arrivare nel luogo che volevo io: un immenso spiazzo circondato dall’acqua e dalle anime che danzavano allegramente nel cielo notturno, solo un piccolo ponte di pietra lo collegava alla terra. Mi fermai al suo centro e mi girai verso di lui. Lui si avvicinò esitante.
<<Chiedi pure…>> gli dissi accorgendomi che voleva farmi qualche domanda. Lui annuì riluttante e chiese <<Perché ci hai seguito e……ci hai aiutato se noi ti vogliamo distruggere?>> abbassai lo sguardo assumendo un’aria triste e malinconica <<Ci sono due motivi>> risposi esitante <<Il primo l’ho detto anche alla tua amica invocatrice: non è detto che io sia felice di essere in vita…e…soprattutto…>> mormorai guardandolo negli occhi <<…non è detto che mi piaccia uccidere gli umani…>> deglutii: ma proprio dalla parte più dolorosa dovevamo iniziare il discorso! <<…e…poi……io odio essere sveglia!>>
Mi fissò senza capire <<Cosa intendi?>>
Sospirai e mi sedetti a terra, lui fece lo stesso <<Prima della guerra tra Zanakard e Bevelle>> spiegai <<Io dormivo sul fondo del mare in pace con me stessa e senza sentire il mio istinto omicida, poi loro mi svegliarono e non riuscii più a controllarmi……distrussi tutto>>
<<Capisco>> mormorò lui guardandomi con compassione. Sorrisi: era il primo che aveva un moto di pietà nei miei confronti, in genere tutti quanti o mi odiavano o mi temevano.
<<E l’altro motivo?>> mi chiese capendo che l’argomento di prima mi faceva solo soffrire. Arrossii violentemente.
<<E-ecco……l-l’altro……è……>> non ce la facevo, non riuscivo a dirgli che lo amavo. Mi sentivo male: volevo rivelargli il mio sentimento per lui, ma non ne avevo il coraggio. Presi a tremare leggermente; infine, dopo aver atteso che fossi sufficientemente calma, mi avvicinai fino a pochi centimetri da lui.
<<P-per favore>> mormorai con un lieve tremito nella voce <<Chiudi gli occhi>>
Mi fissò con aria interrogativa.
<<H-ho bisogno che t-tu chiuda gli occhi per spiegarti il secondo motivo>> serrai nervosamente le labbra sperando che lui accettasse le miei condizioni e allo stesso tempo temendo che lo facesse. Lui mi guardò ancora per un po’, ed infine obbedì. Cercai di calmarmi: il mio cuore batteva tanto violentemente da sembrare intenzionato a volermi uscire dal petto, le tempie mi pulsavano in maniera irrefrenabile ed inoltre sentivo continue scariche di adrenalina attraversarmi tutto il corpo. Presi un profondo respiro e rilassai tutti i muscoli del mio corpo. Presi ad avvicinare lentamente il mio volto al suo. Una delle mie mani si intrecciò involontariamente alla sua. Sentendo che tremavo lui ricambiò la mia stretta. Mi avvicinai ancora e le mie labbra si posarono delicatamente sulle sue. Il suo profumo (profumo del mare, del luogo in cui avevo sempre vissuto) mi solleticò il naso; le sue morbide labbra avevano un sapore dolciastro; i suo occhi, ora aperti e fissi sui miei, erano come raggi di sole tra la nuvole che sovrastano un campo di battaglia……la mia battaglia. Sentii il mio amore crescere fino a farmi credere che sarei morta per lui se solo me lo avesse chiesto. Lui si staccò appena quel poco che bastava a dividere le nostre labbra.
<<Perché?>> mi chiese guardandomi in un modo che mi fece fremere da capo a piedi. Lui mi aveva parlato con dolcezza, la stessa dolcezza che si usa con un animale ferito e spaventato.
<<Io…>> sussurrai senza riuscire a rispondergli. Lui si scostò ancora e mi appoggiò una mano sul viso accarezzandomelo delicatamente. Sospirai: non ce la facevo proprio, non riuscivo a dire quelle due fatidiche parole, “ti amo”. Presi la sua mano nella mia e la scostai dolcemente. Mi allontanai di un passo. La mia mano scivolò inerte al mio fianco.
<<Devo andare>> sussurrai sull’orlo delle lacrime. Intorno a me l’aria prese a turbinare impercettibilmente. Lui mi continuava a guardare con aria triste e malinconica. Sentii lo strano impulso di scoppiare a piangere e di farmi consolare da lui, ma resistetti.
<<Vieni a cercare>> gli dissi <<Vienimi a cercare, e una volta trovata……distruggimi………>>
Prima che potesse dire una sola parola scomparvi.

Venne e riuscì a distruggermi, senza che io avessi detto ciò che provavo……ed ora……io lo aspetto qui, nell’Otremondo…aspetto che lui venga……per dirgli il mio amore………il mio amore eterno…………

FINE

 
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