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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: La Stirpe delle Tenebre (Yami no Matsuei)
Titolo Fanfic: TUTTO PUO` ACCADERE
Genere: Comico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: iorichan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/01/2005 12:50:07 (ultimo inserimento: 06/07/06)

oddio, io c sxo comico, mika dtt! sxo ke v faccia ridere, anke se anke 1po romantiko... yaoi cm sempre... commenti, x favore, ne ho bisogno! bax...^^
 
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IDIOZIE DAL CASTELLO DELLE CANDELE ^^
- Capitolo 1° -

X piacere, ragazzi, nn m pigliate x stupida… kst fic sto cercando di farla comica… o almeno divertente x ki la legge… anke se ci sarà 1pizzico di romanticismo… ‘ste cazzate le posso inventare sl io, kuindi nn fate caso se è 1po strana, a me piacciono kosì, ok???
Ditemi ks ne pensate e se vi diverte, ok???
Sennò avrò fallito nel mio intento!!!
Baxi…

TUTTO PUO’ ACCADERE…

-Ehi Hisoka- chiamò ad un tratto Tsuzuki, scuotendo il corpo abbandonato del ragazzino –cavolo, Hisoka, non mi dire che ti sei addormentato…-
L’interpellato aprì gli occhi assonnato, sbatté velocemente le palpebre per un paio di volte cercando di capire cosa stesse succedendo, poi fissò le sue gemme smeraldo sulla faccia allegra del collega che lo aveva destato.
-Cos…?-
-Ahhhhhh, che bello!!! Stavi dormendo, vero?-
-Beh, in effetti…- rispose irritato il sedicenne, osservando con sguardo truce il partner che stava facendo tanto chiasso con quella sua mania di parlare a voce esageratamente alta. L’aveva svegliato solo per il gusto di farlo arrabbiare?
Beh, in quel caso ci era riuscito in pieno.
-Per una volta non sono l’unico che si addormenta sul posto di lavoro…!!!-
Hisoka sussultò.
Era vero, se n’era completamente dimenticato: era in ufficio.
Evidentemente, mentre riordinava i fogli sparsi sulla scrivania, doveva essergli preso un giramento di testa ed era crollato… Che idiota. Il fatto era che ieri sera aveva fatto tardi, per vedere un programma alla televisione, e…
-Guarda che io, comunque, sono molto più diligente di te!- borbottò poco dopo lo Shinigami, riprendendo il proprio lavoro.
Una vocina giunse alle sue orecchie.
-Hisoka…-
-Eh?-
-Che vuol dire diligente?-
-Tsuzuki…VA’ AL DIAVOLOOOOO!!!- e senza pensarci due volte, il biondino afferrò la prima cosa che si trovò sottomano, scagliandola contro il povero ragazzo, che fece appena in tempo a schivare il mouse del computer, mettendosi poi a sedere sul pavimento con aria soddisfatta.
-Ah, per una volta non mi hai beccato!- esclamò, gongolando della scarsa mira del proprio compagno. Beh, in effetti la pianta che gli venne lanciata dopo non riuscì a scansarla… e dire che era completa di vaso…!
-Ahia, che male! Ma sei scemo?- sbraitò il moretto, massaggiandosi il naso.
-Dai che non ti ho fatto nulla… hai la testa dura- sghignazzò l’amico, prendendo una penna e iniziando a scribacchiare qualcosa su di un blocchetto –A proposito… mi hai svegliato solo per farmi incazzare o c’era un motivo?-
-Se ti dico che l’ho fatto per farti incazzare…?-
-Non ti becchi solo il mouse ma tutto il computer…-
-Allora il motivo c’era!- si sbrigò a formulare Tsuzuki, sorridendo agitato –E’ che, il Conte ci ha dato degli inviti per una festa di stasera, e lo volevo dare anche a te-
-Bene, digli che sono malato- sbadigliò annoiato Hisoka, prendendo il cartoncino e facendo per strapparlo: odiava dovere stare in posti affollati, e quella sera non poteva certo scollarsi dalla televisione… c’era la partita Milan-Juventus*… come avrebbe potuto perdersela?!?
-No!- Tsuzuki fece appena in tempo a riprenderglielo dalle mani –ti prego, vieni anche tu… Sennò cosa faccio io tutta la sera? Almeno ho qualcuno a cui scassare le balle…-
-Se mi dici così…-
-No, davvero- il ventiseienne si fece per un attimo serio –ti prego… è da tanto che non passiamo una sera insieme…-
-Ah si, eh?- fece il ragazzino, tra il divertito e l’annoiato –E quando mai avremmo passato una serata insieme, noi due?-
-Beh… non lo so… ecco, è la volta buona per cominciare!!! ^^-
-Ma vai a…-
-Eddaaaaiiii, ti preeegooooo, Hisoooookaaa!- mugolò l’uomo, attaccandoglisi ad un braccio, come un polipo; al fanciullo non restò che staccarselo a suon di botte con le casse acustiche sulla testa.
Alla fine fu costretto ad accettare.
-Va bene, ma a due condizioni…-
-Spara…-
-Non ho la pistola…!-
-Non intendevo in quel senso!-
Hisoka lo guardò con aria stranita, poi continuò.
-Non ti capisco. Comunque… uno, alle tre di notte massimo voglio essere a casa…-
Tsuzuki annuì.
-E due… ce l’hai il videoregistratore?-
-Eh? Che c’entra questo?-
-Mi devi registrare la partita sul primo canale!-
Il moretto sbuffò, grattandosi la testa.
-Uffa, voi giovani, sempre a parlare di calcio… A proposito, che partita è?-
-Milan contro Juve…-
-Milan contro Juve- ripeté Tsuzuki, voltandosi per andarsene. Poi, come una scintilla, quella frase gli trapassò il cervello –Cazzo, è vero, la partitaaa!!!-

Così, quella sera, tutti gli impiegati della solita sezione convocazioni (e non) si trovarono insieme davanti alla porta del Castello delle Candele.
-Ehi, Tsuzuki!- lo salutò subito Kannuki, andandogli incontro –Come va?-
-Ah, ci siete anche voi!- constatò sorpreso il ragazzo dagli occhi ametista, regalando un grande sorriso alla ragazza –Non credevo che la festa fosse così estesa…-
-Credevi male- Shin, la ragazza dai capelli scuri, si avvicinò a Tsuzuki e gli tirò una pacca sulla spalla tanto potente da farlo quasi cadere.
-Allora siamo proprio tutti…- esclamò infine Tsuzuki, passando in rassegna con lo sguardo tutti i presenti: in un angolo stavano Tatsumi e Watari, accanto a loro, intenti in una fitta conversazione, Terazuma e Kannuki, poi Shin e Kocha, infine loro due… no, decisamente non erano tutti!
-Noooo, mancano Yuma e Saya…- borbottò dispiaciuto Tsuzuki, abbassando gli occhi: quelle ragazze lo facevano divertire ogni volta che si trovavano insieme, anche se spesso erano troppo invadenti; il loro carattere frizzante faceva paura anche al più perfetto degli uomini, forse era per quello che Hisoka non le poteva soffrire.
Infatti…
-Meglio così!- dichiarò il biondino, mettendosi le mani in tasca –Almeno non mi romperanno come quella volta ad Hokkaido…-
-Ma…-
Però la sua contentezza durò poco.
Improvvisamente, come dei cicloni, due ragazze arrivarono da chissà dove e si attaccarono subito ad Hisoka, il quale si rese conto che il detto “se parli del diavolo spuntano le corna” era più che vero…
-Prisciiiiiiillaaaaaaa!!!- sberciarono le due, dando un pizzicotto su ogni guancia dell’adolescente –Come va???-
-Yuma, Saya!- gridò di rimando Tsuzuki, che non si era accorto della faccia funerea del proprio partner –Che bello che siete venute… il Conte ha invitato anche voi?-
-Sissi!- risposero all’unisono, staccandosi da Hisoka, il quale tirò un sospiro di sollievo.
-Sai…- esordì Yuma, occhieggiando la loro ‘preda’ –non abbiamo ancora provato su Hisoka il look da ‘Regina del deserto’, e così…- sorrise, mentre vedeva la faccia dell’interessato divenire rossa di rabbia.
-Ascoltami bene, non chiamarmi più a quel modo! HAI CAPITOOOO!!!???-
-Si, ok! Ma adesso entriamo, io ho fame!-
-Certo!-
Così, il gruppetto che si era riunito fuori della porta, fece la propria entrata trionfale nella grande e maestosa sala di ritrovo del Castello, dove erano stati posti tavoli pieni di pietanze, sete preziose che pendevano dal soffitto e grandi luci che illuminavano il vasto ambiente creando giochi di ombre così strani e intriganti da rimanerne affascinati.
Infatti Tsuzuki restò per un po a contemplare una statua molto bella vicino all’entrata, fino a che Hisoka non lo spinse e lo costrinse ad avanzare senza troppe storie.
-Appurato che ci sono anche quelle due…- mormorò al compagno, senza farsi sentire dagli altri –l’ora minima di ritorno è la mezzanotte….-
-Come Cenerentola- Tsuzuki non scelse il riferimento più appropriato.
-IO-NON-VOGLIO-ESSERE-PARAGONATO-AD-UNA-DONNA!!! Qualunque essa sia… Hai capitooooo?!?- strillò inviperito il ragazzino, prendendo un mestolo da una bacinella di qualche strana bevanda e marcando ogni parola con un colpo di quello sulla povera testa del moretto.
Tsuzuki, dal canto suo troppo fragile di natura, cercò di sottrarsi a tali colpi correndo lungo le scale, ma purtroppo la sua sorte sembrò peggiorata, poiché finì dritto dritto tra le braccia del Conte, il quale era sceso dalle scale.
Non appena si trovò il suo eterno amore tra le mani, il padrone di quella maestosa reggia sorrise e serrò lo Shinigami in una stretta presa di ferro, dalla quale sarebbe stato difficile schiodarsi, esclamando un:
-Oh, Tsuzuki, non potevi aspettare di vedermi e così mi stavi venendo incontro? Come sei romantico…!-
L’interessato cercò di parlare, ma la bocca, completamente schiacciata sul petto dell’uomo dalla lunga veste scarlatta, non riuscì ad emettere neanche il minimo suono.
Hisoka sbuffò.
-Signor Conte, lo stavo spingendo io lungo le scale, per questo Tsuzuki è finito sopra di lei…-
“Hisoka… Hisoka sta cercando di salvarmi?” questo fu il primo pensiero del ragazzo dai capelli corvini appena udì quelle parole; e, per quello, sarebbe stato grato al suo compagno in eterno, poiché stava leggermente soffocando e sentiva che non sarebbe durato ancora molto a lungo.
Ma quello che sentì dopo lo costrinse a ricredersi.
-Così tu dici che Tsuzuki non fosse ansioso di vedermi?- domandò il Conte, assumendo un tono triste e malinconico, ma senza, tuttavia, lasciare la presa sul fagotto che teneva tra le braccia.
-Oh no, io credo che comunque lui fosse felicissimo di stare con lei… anzi, gli avevo pure sentito dire che voleva pagare i propri debiti stasera stessa!-
Tsuzuki sgranò gli occhi.
-CHEEEEE???!!!- con un balzo si svincolò dalla presa del proprio assalitore, rivolgendosi ad Hisoka –Ma che cavolo spari, brutto traditore?-
Per tutta risposta ebbe una linguaccia.
-No, signor Conte, ancora non ho deciso a saldare i miei debiti…- si rivolse poi al vecchio, dopo avere lanciato ad Hisoka un’occhiata che equivaleva più o meno a “con te faccio i conti dopo… giuro che me la paghi!” –però vedrò di farlo il prima possibile!-
-Mhhh, va bene, però ricordati che più debiti accumuli e più mi dovrai ridare in seguito- lo ammonì maliziosamente il Conte –se continui così potrò benissimo chiederti di diventare il mio schiavo per l’eternità!-
Tsuzuki rabbrividì a tale prospettiva, esibendosi poi in un risolino forzato ed in un profondo inchino, tornando al proprio posto; mentre passava, però, tirò uno spintone ad Hisoka, come per avvertirlo di stare attento quella sera, perché non l’avrebbe fatta franca tanto facilmente.
“Ts’, se crede di farmi paura si sbaglia di grosso!”.
-Ed ora… che la festa inizi!!!-

Quindi, circa alle undici, lo Shinigami dagli occhi verdi era già k.o, ormai ubriaco di gente, e se ne stava tutto solo su un divano, seduto a contemplare l’ampio soffitto che si trovava sopra la sua testa: non aveva più voglia di stare lì.
All’inizio aveva mangiato un po’ (poco, doveva fare la dieta! ^^), poi si era messo in disparte cercando di ascoltare i discorsi degli altri, che vertevano soprattutto sui casi affrontati o sul lavoro in genere, infine, stufo di stare lì a non fare niente come una cozza attaccata allo scoglio aveva imboccato la prima porta che si era trovato davanti ed aveva preso a camminare, seguendo un’unica regola: una volta girava a destra ed una volta a sinistra.
Questo lo aveva portato in un’area del palazzo leggermente ignota, ed ora non sapeva proprio come fare per tornare dagli altri; guardò l’orologio: l’una e mezzo.
-Cazzo…- mormorò, e la sola vista di quell’ora così tarda gli fece venire un capogiro. Ora che ci pensava bene si sentiva abbastanza stanco.
-Ed ora?- si chiese, fissando l’oscurità che aveva attorno: era capitato in una stanza, ma non riusciva a vederci bene a causa delle tenebre che la permeavano.
Però poteva discernere benissimo, tra tutto quel nero pece, tanti, ma tanti ( e dire tanti era dire poco!!!) scaffali, sicuramente pieni di libri: dopotutto, anche se maniaco sessuale, frocio, porco, bastardo, ecc, il Conte era di certo una persona di grande cultura.
-Ummmh, ed ora…- mormorò il ragazzino alzandosi, ma non appena fu in piedi una figura dietro di lui lo afferrò per una spalla, stringendolo a sé e tappandogli la bocca con una mano: Hisoka sgranò gli occhi, sentendosi immobilizzare i polsi.
“Chi cazzo è questo?” si chiese, impaurito.
Con uno scossone riuscì a liberarsi dal proprio assalitore, però con la spinta cadde in avanti, andando a finire contro ad una libreria che gli cadde addosso: libri di ogni tipo e dimensione si sparsero sul pavimento, mentre la robusta costruzione dello scaffale franava addosso al biondino, il quale si era già immaginato schiacciato da tutto quel peso.
Chiuse gli occhi, sperando intensamente ad un miracolo.
Ed infatti, il ‘miracolo’ avvenne: come una scheggia, l’uomo che prima aveva cercato di aggredirlo si infilò sotto l’armadio di legno appena in tempo per uscirne sano e salvo con Hisoka tra le braccia: così, quando il sedicenne poté constatare con i propri occhi chi era stata la causa di tale casino, scorse due rilucenti iridi viola e dei capelli corvini.
Per poco non svenne.
-TSUZUKI, BRUTTO IDIOTA, CHE CAZZO STAI FACENDO??? METTIMI GIU’ IMMEDIATAMENTE!!!-
-Hisoka…- cercò di calmarlo l’altro, senza tuttavia posarlo a terra –sei stanco?-
L’adolescente alzò gli occhi al cielo, poi si toccò la fronte, da cui scorreva un piccolo rivolo di sangue: quell’imbecille era riuscito a ferirlo, anche se in modo superficiale.
-Sei il solito stupido!- borbottò Hisoka, però, contro ogni aspettativa si accoccolò sul suo petto, nascondendo la faccia nell’incavo del collo del compare.
Questi fece una faccia attonita.
-Ehi… Hisoka, che ti piglia? Non credevo…-
-Non farlo mai più!- disse solo il biondo, esibendosi in un singhiozzo triste.
-Cos…?-
-Io ci sono passato davvero, lo vuoi capire o no?-
-Io… scusa, non volevo farti del male- lo rassicurò Tsuzuki, piegando di lato il volto e baciandogli la testa, un bacio per rassicurarlo, per fargli sentire la propria presenza.
Ma, inaspettatamente, Hisoka non ribatté, semplicemente si avvicinò al suo orecchio e, con le labbra quasi a contatto con la pelle dell’altro…
-SEI UN BRUTTO IMBECILLEEEE!!! FAMMI SCENDERE, STUPIDO CHE NON SEI ALTROOOOOOO!!!-
Per la sorpresa, Tsuzuki spalancò la braccia ed Hisoka finì a terra, senza però farsi male: voleva dare una lezione a Tsuzuki e ci era riuscito perfettamente.
Probabilmente sarebbe rimasto sordo per almeno tre giorni!!! ^^
-Ma… sei scemo??!! Ti ha dato di volta il cervello, brutto ragazzino perverso???-
Hisoka sbadigliò vistosamente, poi prese a grattarsi la testa.
-Suvvia, per un piccolo urletto, che vuoi che sia…!-
-Un… un piccolo… MA IO TI AMMAZZO!!! Che hai al posto dell’ugola, un megafono?!? Cazzo!!! Allora… prima mi pigliavi per il culo…-
-Beh, in effetti…-
-Vai a fare del bene ad i ragazzi di oggi!- formulò Tsuzuki, voltandosi e prendendo a camminare –Giuro che non crederò mai più a niente di ciò che mi dirai te!!!-
-Forza, per questo scherzo!... Ehi, aspettami!- strillò Hisoka, alzandosi da terra e seguendolo lungo i diversi corridoi che lui aveva percorso all’inizio. Però stava ripensando al bacio che gli aveva dato Tsuzuki: nessuno lo aveva mai coccolato in quel modo, e lui si era sentito proprio bene…
“Ma che cavolo dico? Sono scemo???” pensò, varcando la stessa porta del partner ed entrando in una nuova sala.
-Ehi, perché siamo qui?- domandò all’amico, notando la differenza di camera: questa era molto più piccola, e non vi erano addobbi o tavoli; tutto era molto spoglio e l’ambiente era piuttosto scuro.
-Non lo so, ci ha chiamato il Conte…- rispose l’interpellato, che si era già dimenticato del fatto accaduto poco prima: dopotutto, a Tsuzuki non riusciva di rimanere incavolato con una persona per troppo tempo.
Ad un tratto, però, tutte le porte si chiusero a chiave, e la voce del Conte si espanse per tutta l’area della camera, invadendo le orecchie dei presenti.
-Salve miei cari, per me la vera festa inizia adesso…-
-Che vuole dire?- urlò Tatsumi, che aveva già cominciato a sentire puzza di bruciato con il suo naso infallibile.
-Vi ho riuniti tutti qui…- ricominciò la voce, assumendo un tono divertito –Perché ho una cosa da proporvi… o per meglio dire, da imporvi… eheheh!-
-Cosa vuole, signor Conte?- chiese calma Shin, incrociando le braccia sul petto.
-E’ semplice… dovrete fare una gara che durerà sette giorni o poco più, ed ogni giorno avete una prova diversa in una differente parte del mondo…-
-COSA??!!-
-Già, non vi preoccupate, ci penserò io a trasportarvi da un luogo all’altro… non vi dico che prove dovrete affrontare, lo scoprirete day by day… AHAHAH!!!-
-Fa pure lo spiritoso…- mormorò Watari, guardando di sbieco nessun punto in particolare della stanza.
-E se ci rifiutassimo?- Tatsumi arrivò subito al sodo, sistemandosi la cravatta: non gli andava bene quel modo di fare, usarli senza nemmeno consultarli…!!!
-Beh, verrete licenziati e dati in pasto al cucciolo che tengo in giardino… un piccolo leoncino a tre teste che non desidera altro che cenare con carne fresca…-
Tutti rimasero a bocca aperta.
Da quando il Conte aveva un animaletto del genere???
-Sul… sul serio?- chiese titubante il moretto ventiseienne, tossicchiando con aria stupita.
-Si, sul serio… te compreso, mio carissimo Tsuzuki!-
-Urgh!-
-Insomma, stasera dormirete qui, domani mattina vi troverete subito nella camera della prima città, da cui inizierà il vostro viaggio… voglio che mi facciate divertire, quindi animo ragazzi miei!-
-La fa facile, lui… non ha la prospettiva di un bel felino grande il doppio di te che potrebbe sbranarti in un secondo… se non meno!!!- sussurrò Terazuma alla propria partner, la quale assentì rassegnata.
-Tanto ormai lo conosciamo il Conte… ma non credo che ci farebbe mai del male! O, almeno, non in quel modo- ribatté dolcemente Kannuki, ma con una puntina di disperazione nella voce: non sopportava simili cose, preferiva starsene a lavorare alla propria scrivania, con tutta calma…
-Ah, a proposito…- scattò subito, dopo un attimo di riflessione –Ed il lavoro? Il Re Enma non sarà certo contento di ciò…- forse avevano trovato un modo per scampare a tale stupidata, ideata da una mente ancora più folle.
-No, mi sono messo io d’accordo col Re… Per una settimana, o qualche giorno di più, non ha problemi. Dopotutto non gli ho mica portato via tutti i dipendenti!-
-Beh…-
Fallito anche quel tentativo.
Almeno ci aveva provato…
-Beh, io preferisco fare questo che lavorare…-
-Tsuzuki, a te andrebbe bene perfino fare lo spazzino, pur di non affrontare casi difficili!- lo rimproverò Tatsumi, apostrofandolo con voce potente.
Tsuzuki abbassò lo sguardo.
-Uff…-
-Allora, il tutto sarà a coppie- ricominciò dopo alcuni attimi di silenzio la voce –fatte da me in persona. Tatsumi andrà con Watari, Terazuma con Kannuki, Shin con Kocha, Fukiya con Torii (Yuma&Saya, x ki nn lo sapesse!!! ndIori), e… ahimè… il mio amato Tsuzuki sarà in coppia col suo partner…-
-…-
-Perfetto… per stanotte vi sistemerete in alcune camere nel Castello, dove troverete degli armadi in cui saranno pronti i vestiti che vi serviranno per le varie prove… Ah, dimenticavo!- esplose ad un tratto –Chi perde sarà costretto a pagare una cena a tutti nel più lussuoso ristorante di Tokyo…!-
Tsuzuki fece per replicare, ma non ne ebbe il tempo.
-Siccome so che Tsuzuki ne sarebbe impossibilitato, a lui basterà saldare i propri debiti… nel modo che sappiamo noi!-
-COSA??-
-Eddai, lasciati carezzare…- gli sussurrò ad un orecchio Hisoka, in modo molto ironico. Gli piaceva molto quella frase, ancora di più se detta a Tsuzuki riguardo ad uno dei suoi molteplici spasimanti…
Spasimanti…
In effetti Tsuzuki era davvero richiesto…
“Perché questa fitta di gelosia?” si chiese portandosi una mano al petto.
-Insomma, la vuoi piantare? Oggi ce l’hai con me?- gli stava intanto rispondendo Tsuzuki, senza accorgersi della sensazione che aveva colto il giovane.
-Ora basta lamentarsi!- esclamò il Conte –Andate a coricarvi- le porte si aprirono di scatto –sulla porta di ogni stanza è scritto il nome di coloro che dovranno alloggiarvi… buona notte, a domani-
-Eh? Ehi, aspetti un attimo…- sberciò Tatsumi, ma la voce aveva taciuto e non aveva la minima idea di riprendere a chiacchierare.
Intanto, su un terrazzo rialzato rispetto alla sala…
-Signor Conte- chiamò timidamente Watson, porgendo un vassoio con sopra una teiera al proprio padrone –cosa vuole fare a quei dieci ragazzi?-
-Niente Watson- rispose quello, prendendo in mano la tazza e sorseggiando un po’ di the attraverso la maschera da sera che portava in caso di feste eleganti –ho solo voglia di ridere un po… e sono sicuro che questo sia il modo giusto!-

-Ehi, Tsuzuki … l’armadio!- esclamò Hisoka, non appena fu entrato in camera.
Il moretto guardò nella direzione indicata dal compagno.
-Hai ragione, e quelle sono le valigie… wow, che lusso, cavoli!- affermò poi, vedendo che su ogni baule erano incisi i loro nomi –Quando ci si mette, il Conte fa le cose in grande!!! Dai, guardiamo l’armadio…-
Così i due ragazzi si misero a frugare tra la roba sistemata nel mobile di legno, tirandola fuori via via per metterla nella propria valigia.
Il primo capo che tirò fuori Tsuzuki fu un costume da bagno.
-Un… un costume? Ma dove ci vuole portare quel pazzo?-
-Guarda qui, allora…!- lo chiamò improvvisamente Hisoka, mostrandogli un retino ed un libro: “I folletti nel mondo”.
-Fo… folletti?- balbettò il moro, prendendo un altro capo dall’armadio –Ehi, ma…- e portò alla luce un grande cappotto foderato, all’apparenza molto caldo.
-Che significa?- chiese Hisoka, stupito, ed il compagno fece spallucce.
Ma quello che cavarono dopo dall’‘antro oscuro dei misteri’ li fece a dir poco rabbrividire.
-Degli… DEGLI SCI???!!!- urlarono contemporaneamente, sgranando gli occhi.
-Ma che è, l’armadio di Mary Poppins???- fece Tsuzuki, manca poco accecandosi con i bastoncini degli sci –Io non ci so andare co ‘sti cosi…!!!-
-Mi sa che ti dovrai arrangiare, se non vuoi provare una notte di fuoco col Conte…!-
-Ehm…-
Per ultimo, il ragazzino portò alla luce un completo da Chef, con tanto di mestolo in legno e mega cappellone lungo mezzo metro.
-E questo…?-
-Bho!... Ehi!- disse improvvisamente Tsuzuki, brandendo uno strano e ridottissimo vestito –E questo cos’è?-
Srotolò il tutto, solo per scoprire un grazioso costume da coniglietta, munito perfino di orecchie e coda a pon pon…
-Ehi, Hisoka, questo starebbe bene a te!- rise il ventiseienne, porgendolo al compagno, il quale però rifiutò con un gesto della mano.
-Io dico che è per te…-
-Ma a me non entra…-
-Vogliamo scommettere?-
-Ok… SIGNOR CONTEEEE!!!- sberciò Tsuzuki, facendo così andare temporaneamente in tilt un timpano dell’irascibile biondino.
-Dimmi Tsuzuki…- la voce del padrone di casa irruppe nella stanza.
-Vero che è per Hisoka questo costume?- chiese l’interpellato, come un bimbo piccolo.
-Vero che è per Hisoka questo costume??? Gne gne gne- gli fece il verso il ragazzino, prendendolo in giro. Tsuzuki non ci fece caso.
-No-
-Vist… cosa? Perché no?-
-Perché è per te… nel caso perdessi!!!-
Tsuzuki aprì la bocca, come per replicare, poi non disse nulla, limitandosi ad infilare il costume in valigia… non che intendesse usarlo, chiariamo, neanche morto si sarebbe messo addosso quella roba da donna…!
Così i due completarono i preparativi per la partenza, poi si infilarono i pigiami decisi ad andare a letto… fino a che il sedicenne non si accorse che quello era un letto matrimoniale!
-Nononono! Mi rifiuto!- esclamò, incrociando le braccia.
Tsuzuki lo guardò, non capendo a cosa si riferisse.
-Cioè?-
-Io no dormirò con te!-
-Eh?- il moro comprese la situazione e ghignò divertito –Cosa c’è, ti vergogni?-
-Chi, io? Ma manco a pensarci!-
-E allora…!-
Perciò, dato che era stato sfidato così apertamente, il biondino si avvicinò titubante al letto, infilandosi poi sotto le coperte.
“Eheheheh! Ora lo condisco io…! ^^” pensò Tsuzuki, facendo lo stesso.
Improvvisamente un braccio del ventiseienne cinse la vita di Hisoka, il quale, dato che era girato dall’altra parte e non poteva scorgere le mosse del compagno, sobbalzò; poi Tsuzuki, ancora più perfidamente, si avvicinò a lui, facendo aderire completamente il proprio petto alla sua schiena.
Il respiro di Hisoka si accelerò, ma il fanciullo non mosse nemmeno un muscolo e tenne la bocca chiusa: voleva dimostrargli che lui non si vergognava di nulla, men che meno di uno scemo di tal genere…
Ma allora perché provava quegli stranissimi sentimenti?
Eppure…
Stava così bene con Tsuzuki, a godere del suo calore corporeo…
Non era che…?
Scacciò immediatamente tale pensiero, cercando di rilassarsi, e ben presto si addormentò tra le braccia del proprio partner, cullato dal battito del suo cuore che poteva udire benissimo, come se avesse l’orecchio premuto sul suo petto.
-Hisoka…- mormorò dopo poco l’uomo, avvicinando le proprie labbra all’orecchio del suo giovane compagno; ma non ebbe alcuna risposta –Ehi, ti sei addormentato?-
Dal prolungato silenzio che ricevette, stabilì che il ragazzino doveva essersi veramente assopito.
Ma non lasciò la presa.
Anche lui era stanco e voleva dormire, ma stava benissimo in quella posizione, e dato che Hisoka non lo aveva scacciato perché rinunziarvi proprio adesso?
In realtà lui lo aveva abbracciato perché sapeva che non sarebbe stato rifiutato.
Aveva puntato sul grande orgoglio che caratterizzava Hisoka e lo aveva utilizzato per potere dimostrare, finalmente, almeno una parte del grande affetto che provava nei confronti del suo compagno di lavoro.
E stava da Dio…
Non si sarebbe più voluto staccare.
“Chissà cosa ci aspetterà in questa cavolo di gara?” pensò infine, poggiando il volto sulla spalla di Hisoka e dandogli un dolce bacio sulla sua pelle chiara.
Poi, anche lui si addormentò…

*CONTINUA*

Ohhhhh, adoro scrivere continua alla fine di ogni cap… xk kosì mi sembra che mi si prospetti un lungo cammino da intraprendere con i personaggi preferiti dei miei manga…!!! Ahahaha! Sn pazza??? Beh, in realtà nn so proprio knt cap mi verrà ‘sta storia (in effetti nn ho ancora scritto una trama ben precisa… navigo nell’oscurità +totale!!! ^^”””) xò penso klcs di più di 7cap… Poi vedrò! Voi intanto commentate, e se la fic vi sembra strana… beh, pensate che è direttamente proporzionale all’autrice!!! ^.^”””

*Squadre italiane, ma visto ke nn conosco kll Giapponesi…!!! ^^”””””

 
Continua nel capitolo:


 
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