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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: BETTER MAN
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: aya-suzuki galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/08/2002 12:42:40 (ultimo inserimento: 24/08/02)

tutti possono commettere errori, anche akira... ma hiroaki non riesce a perdonare. occhio, è yaoi!
 
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ONE
- Capitolo 1° -

Aya: buongiooorno!
Aki: salve a tutti ^_^
Hiro: ciao!
Aya: siamo tutti qui riuniti per celebrare l’inizio di una nuova fanfic… prego che entrino i monaci buddisti… via col balletto!
Aki: ma perché stanno ballando una merengue?
Aya: qualcosa che non va?
Hiro: …si, voi due avete qualcosa che non va, soprattutto te, Aya. Ti pare un inizio questo?!
Aya: bè, volevo iniziare in modo solenne, ma poi la situazione è sfuggita di mano…
Hiro: -_-
Aya: bè, allora senza indugiare…
Coro di voci bianche: deeeesclaaaaimeeeers!
Aya: ordunque, naturalmente per questa fic non ci sono scopi di lucro, ci mancherebbe anche questa!
Hiro&Aki: uahahaha battutona!!
Aya: appunto… inoltre i personaggi non sono miei ma del Dr.T… a parte Hiro a Aki che sono incatenati al divano…
Aki: …appunto di questo volevamo discutere…
Aya: dopo, dopo… la canzone “Here with me” di Dido! Brava!!
Hiro: ed ora, tornando a queste catene…
Aki: …Hiro-kun, non trovi facciano molto hard? ^__^
Hiro: °°’


Better Man
Capitolo 1

I didn't here you leave
I wonder how am I still here
I don't want to move a thing
It might change my memory

I gelidi raggi del sole invernale entrarono dagli spiragli della persiana, stuzzicandolo.
Grugnendo, si girò dall’altro lato del letto. Se c’era una cosa che non gli piaceva era svegliarsi con la luce. Quando andava a letto, la sera, si premurava sempre di chiudere completamente le persiane, non doveva traspirare un solo raggio di luce. A costo di annegare in un lago di sudore durante la notte, almeno non si sarebbe svegliato infastidito.
Akira non sopportava questa sua fissazione, una delle tante che imbottivano quel ragazzo che, però, gli piaceva così tanto…
Bè, ormai non dormiva più. E Akira? Dormiva ancora?
Si rivoltò, verso l’interno del letto, verso il lato di Akira, ed aprì gli occhi. Dapprima non vide nulla, perché i suoi occhi erano ancora impiastricciati di sonno, poi allungò la mano, che ricadde sul materasso.
Il lato di Akira era ancora fatto, integro, bello liscio come se nessuno l’avesse toccato.
Ed infatti era così.
Hiroaki si sentì morire quando ricordò.

Oh I am what I am
I'll do what I want
but I can't hide
I won't go
I won't sleep
I can't breathe
until you're resting here with me
I won't leave
I can't hide
I cannot be
until your resting here with me

Il giorno prima aveva cacciato di casa Akira. Suo malgrado si ritrovò a pensare agli avvenimenti del giorno prima…

*flashback*
Hiroaki stava letteralmente spalmato sul divano, davanti alla tv, trastullandosi tra le mani la lattina di fanta vuota. Indossava una vecchia maglietta bianca, larga e semi-trasparente, una di quelle magliette “da culo”, con scritto davanti ‘iononcalo.it, e i boxer. Insomma, da quando si era alzato da letto non si era nemmeno cambiato.
Sul fornello stava una pentola spenta, con dei ramen fumanti dentro, pronti ad essere divorati. Aspettava che Akira tornasse a casa.
Quel giorno non andava all’università perché non ne aveva molta voglia, ma Sendoh ci era andato perché doveva assolutamente recuperare per l’esame. Era alla facoltà di legge, mentre Hiroaki aveva scelto la facoltà di giornalismo.
Era quasi ora di pranzo, pensò, a quell’ora Akira sarebbe dovuto essere a metà strada tra casa loro e l’università.
Pensò di fargli una piccola sorpresa accogliendolo per strada. Si infilò dei jeans lisi e nascose la maglia-pezzaculo sotto il giubbotto, ed uscì.
Fuori c’era un vento gelido che gli sferzava il viso. Hiroaki si chiuse il giubbotto fino al collo, insaccandosi dentro e ficcandosi le mani in tasca, dove trovò qualcosa.
-Oh bene, i guanti…- se li mise.
Camminò ancora lungo il tragitto per l’università, ma non trovò nessun porcospino per strada.
Rallentando l’andatura, fece ancora qualche passo, quando un’inconfondibile profilo, attraverso la vetrina di una caffetteria, attirò la sua attenzione.
Avrebbe riconosciuto in una folla quei capelli, quel sorriso, quegli occhi, quella persona che tanto amava e che rendeva completa la sua esistenza.
Sorrise tra sé e fece per entrare, ma qualcosa lo bloccò.
Il suo ragazzo si c’era, si sorrideva, si beveva una cioccolata calda (era golosissimo, piccino). Ma con chi si divertiva tanto?
Ebbene seduto in un tavolino remoto, accanto ad Akira, stava Kaede Rukawa.
Anche se quest’ultimo era da tempo impegnato con quel forato testa rossa, Hiroaki non si fidava comunque.
Sarà stata follia, fobia o che, ma qualche anno prima, quando frequentavano ancora il liceo, Kosh era convinto di aver visto quella volpaccia subdola lanciare delle occhiate ambigue al suo koi… e poi, tutta questa smania di marcare Sendoh per batterlo, cos’era? Se aggiungiamo una “s” al suo presunto intento, veniva fuori uno dei desideri più ribollenti di mezza Kanagawa.
Ma non era il momento di pensare a certe cose, si disse, ora bisognava assolutamente entrare e togliere il suo Aki dalle grinfie del mostro.
Fece di nuovo per entrare, meno sorridente e più bellicoso, ma si bloccò ancora.
Stavolta mancò poco che cascasse, la visione che gli si parò davanti gli bloccò il respiro.
Lo schifoso si era sporto verso Akira e… cosa fa??! Giù le… lo baciò.
Hiroaki si portò una mano al viso, iniziando a sudare freddo. Non riusciva a muoversi, era come paralizzato.
Perché diavolo Akira non si spostava? Perché continuava a farsi baciare… e baciare.
Alla disperazione, al panico, alla paura di Hiroaki si aggiunse una rabbia cieca, un desiderio di vendetta, la frustrazione di stare lì a guardare mentre il suo ragazzo veniva rimorchiato da Rukawa. Oh, Rukawa…
Con decisione, i pugni che fremevano, entrò nella caffetteria con la grazia di un ippopotamo, ma non si curò delle tazze che rovesciò e della gente che fece cadere. Raggiunse i due colombelli e sbattè violentemente le mani sul tavolo, facendo rovesciare la zuccheriera.
“Akira tesoro, il pranzo si sta freddando.”
Akira, sentendo la voce del suo ragazzo, si staccò dalle labbra di Rukawa come se fosse stato colpito da una scossa da duemila volt.
Si alzò di scatto e si voltò verso Hiroaki, che lo guardava duramente, con un pugno piantato in un fianco e i nervi a fior di pelle.
“Hiro-kun, stai piangendo…”
“Non sto affatto piangendo.”
Ma invece piangeva eccome, non riusciva a restare impassibile.
Per lui Akira era così speciale, così importante. Era così felice di far parte della sua vita, di essere LUI ed esclusivamente LUI il ragazzo che Akira amava, che aveva scelto. Si sentiva onorato, l’uomo più fortunato di questa terra e sperava che quel bellissimo periodo non dovesse finire mai.
E perché… perché era finito così presto?
Vide il viso di Akira contorcersi. Non sapeva se per la seccatura, per la sorpresa, per la rabbia di essere stato interrotto…
“Hiro io… non so cosa mi sia preso, io…”
“Ah, e stai zitto! Riesci a ciarlare anche in un momento come questo? Stronzo, fate pure, continuate… io non voglio certo interrompervi!”
“No Hiro… Hiroaki!”
Koshino era uscito dal locale a passo spedito, pervaso da un sentimento che mischiava rabbia alla malinconia più nera.
Akira, preso dal panico, rincorse il ragazzo fuori, lasciando Rukawa lì.
Non aveva ancora detto nulla, erano successe troppe cose in pochi secondi.

“Si sposti! Mi scusi? Si tolga per favore”
L’andatura di Hiroaki cresceva sempre di più, insieme all’arrabbiatura. Si ritrovò a correre, mentre le lacrime gli volavano via dal viso.
Quando mancavano pochi metri al portone del loro condominio, una mano lo bloccò.
Si voltò e vide Akira che lo tratteneva per una mano, mentre con l’altra si teneva su, appoggiata ad un ginocchio, ansimando per la corsa appena fatta.
“Hiro, non fare così, ti scongiuro…”
Hiroaki si divincolò con violenza, allontanandosi dal ragazzo di un passo.
“Ah, e come dovrei comportarmi? Cristo, hai baciato un altro! E io… io, povero coglione che sono, lì a guardarvi tubare come un cornuto! Me ne vado.”
“Dove vai? Non andare, dove poi?”
Akira scattò in avanti ed abbracciò Hiroaki, tremando per il freddo e per tutte le emozioni che correvano in lui.
Strinse più forte Hiroaki a sé, baciandogli i capelli e mormorando.
“Scusami… non so cosa mi è preso, io non volevo che Rukawa mi baciasse e tantomeno volevo continuare…”
“Però l’ hai fatto.” Anche se il tono delle parole di Koshino era freddo e duro, non riusciva ad essere abbastanza forte da staccarsi da Akira.
“Non volevo, Hiro! A me Rukawa non interessa… ho te, e solo questo conta, per me.”
“Eh, no!” Koshino stavolta si staccò davvero, balzando all’indietro e guardando il ragazzo come una bestia assassina.
“Tu non puoi, Akira Sendoh, fare quello che ti pare quando non ci sono, e se putacaso ti becco, venire qui a piagnucolare! Io… io non ti credevo così ipocrita…”
Ecco, non ce la faceva. Non riusciva a mantenere i nervi saldi, e sentì la propria voce spezzarsi dal pianto, le lacrime che ripresero a scendere sulle sue guance.
“Hi-“
“Come sono stupido… lì a casa ad aspettare il tuo arrivo, a preparati il pranzo… mentre tu facevi baldoria… mi fai schifo.”
“NO!” Iniziò a piangere anche Akira.
Non è possibile, si diceva, tutto questo non deve succedere! Non voleva assolutamente perdere Hiroaki, non se lo sarebbe mai perdonato! Perché era stato così debole, perché non aveva mollato un ceffone a Rukawa quando questi si era fatto avanti per baciarlo?
Passarono un paio di minuti. I due ragazzi erano ancora lì sul marciapiede, uno di fronte all’altro, senza dire nulla.
Hiroaki si ficcò le mani in tasca e dette un calcio ad un tappo di bottiglia che aveva in mezzo ai piedi.
“Del resto” borbottò “Avevo sempre pensato che quel Rukawa era un porco… come se non gli bastasse Sakuragi! Tsk… era palese che era attratto da te… avrei dovuto essere più sveglio…”
Il viso di Akira si illuminò:”Hiro, vuol dire che mi perdoni?…”
“Spero tu stia scherzando.”

I don’t want to call my friends
They might wake me from this dream
And I can’t leave this bed
Risk forgetting all that’s been

“Akira,” il tono di Hiroaki si fece più calmo, anche se dentro si sentiva ribollire e morire lentamente “tu hai… hai baciato un a… se proprio non volevo potevi sempre tirarti indietro! Andare via, o dire che se felicemente impegnato… anche se Rukawa lo sapeva già. Comunque resta il fatto che tu sei rimasto lì a farti baciare”
“Hiroaki, ti giuro non accadrà più…!”
“Vorrei crederti ma non posso. Vorrei essere sicuro del fatto che tu mi ami sul serio come dici…”
“Ma è vero! Ti amo più di ogni altra cosa-“
“Bè, non mi sembra.”
“Hiro, non mi lasciare…!”
“Adesso basta! Non sai fare di meglio che frignare come una donniciola? A questo punto vattene, non voglio più vederti, almeno per oggi. Va da qualche parte, pensa, pensa ed ancora pensa e torna da me quando ti sarai chiarito!”
“…Hiro, scherzi vero?”
“Non sto affatto scherzando Akira.”
*fine flashback*

E quindi, ora Hiroaki Koshino stava nel loro futon matrimoniale… da solo.
Era steso sulla schiena, gli occhi remoti puntati sul soffitto, chissà cosa vedevano in quel momento.
Non riusciva nemmeno a piangere, avendo consumato tutte le sue lacrime il giorno prima. Dio, quanto aveva pianto, quanto si era sentito male…
Il fatto è che la mancanza di Akira, anche di pochi secondi, lo mandava in paranoia.
Perché quando il suo koibito andava a scuola, o a fare la spesa, non si sentiva sperduto, ovviamente. Anzi, aspettava il suo ritorno, col piccolo brivido che lo percorreva da quando Akira era entrato nella sua vita.
Ma ora, che non sapeva se e quando il suo Akira sarebbe tornato, non riusciva a fare nulla, solo stare lì sul futon, inerme come un gambo di sedano.
Si domandò nuovamente, almeno per la centesima volta dal giorno prima, se Akira lo amava DAVVERO, come diceva.
Perché Sendoh, al contrario di Hiroaki, non mancava mai di decantare il suo amore, condito da un bel sorriso e da uno sguardo che valeva comunque più di mille parole.
E se magari quel piccolo e sciocco bacio fosse stato qualcosa di… qualcosa di definitivo? Se fosse servito ad aprire ad Akira gli occhi e a fargli capire che con Kosh stava solo sprecando la sua vita, che poteva passarla con qualcuno più simile a lui e che lo meritasse davvero?
-Ma che faccio, mi do anche la colpa… è stato Akira a provocare tutto questo…-
Un lampo lo colpì: e se magari fosse stata davvero colpa sua? Se Akira decidesse sul serio di lasciarlo?
Non riusciva ad immaginare la sua vita senza Akira. Sendoh riempiva le sue giornate, le illuminava, gli dava sempre la carica.
E ora che non c’era? E se l’avesse abbandonato?
Come avrebbe fatto senza di lui?

Fine capitolo 1


Aya: e il primo capitolo è finito!
Hiro: che bello, eh? Davvero… -_- mi sto davvero entusiasmando!
Aya: oh, Hiro caro poverino, soffri tanto!! >_< vieni qui, coccoliamoci!
*abbracc* *abbracc*
Aki: e mollalo, arpia! >_<
Aya: >p< non ci penso nemmeno! Sei tu il porco che l’ ha tradito!
Aki: ma non volevo!
Aya&Hiro: non è una scusa valida! Maiale!
Aki: ;_; ma Aya perché mi accusi? Sei tu che hai scritto, dovresti stare dalla mia parte, è Hiro che ha travisato tutto!
Hiro: non è vero, sei tu che sei un porcoooo!
Aya: ç_ç povero Hiro-kun… vieni qui che ti consolo io…
Hiro: piuttosto mi faccio frate
Socchi: hey, vuoi rubarmi il ruolo?! Sono io il frate qui!
Hiro&Aki: …eh? °°
Aya: Soichiretto venerato, non devi piombare qui e fare spudorati spoiler di fic scritte a quattro mani da me e Mya ancora il lavorazione…
Hiro: e poi è Jin che fa pubblicità occulta, eh?
Aki: sei solo un opportunista!
Aya: ;_; ma non è veeeroooo!
Mya: venghino siori venghino! La nostra fic sarà mirabolante, perché insaporita dall’artistica mano della sottoscritta… buahaha: Mya!
Aya: ciao compara! Deidei basta fare pubblicità che poi ci citano…
Tutti: …
Hiro&Aki: meglio passare al secondo capitolo!
Ru: dove apparirò anche io!
Mya: ahhrg, il sessantenne pidocchioso! E tu che vuoi, chi ti vuole?!
Aya: mi spiace, fa parte del cast…
Mya: °° hhhh! Traditrice hai rotto il supremo patto…
Aya: (_ _)

 
Continua nel capitolo:


 
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