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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: MIA MADRE E MIO PADRE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ladyofshadow galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/01/2005 12:25:09

non è sentimentale, è drammatico. leggetelo, è un capitolo solo, parla di draco, sua madre e suo padre... (dedicata ad angi e gius!!)
 
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MIA MADRE E MIO PADRE
- Capitolo 1° -

Questa storia non appartiene a me. Ok, l’ho scritta io, ma l’idea non è mia, è di Angi e Gius, a cui naturalmente è dedicata. È ispirata alla loro fict “Pensieri sotto la pioggia”, ma so che non è la storia che avrebbero voluto; temo che sia troppo melodrammatica, troppo teatrale. Ma cosa volete farci, ho una mente malata. Spero che non ce l’abbiano con me. Sono contenta di non avere la moto, così non potranno farmi le ruote.
PS: questa storia si svolge in un futuro alternativo, in cui Sirius non è morto. Ma in fondo, è una fan fiction, no? Se non si può scrivere liberamente in una fiction, dove, allora?
PS2: le parti scritte tra *** sono flashback. Ma comunque dovreste capirlo.

Mia madre e mio padre

***

- Mamma! – un bambino di appena tre anni spalancò la porta e fece irruzione nella stanza della madre, piangendo. La donna gli andò incontro e lo prese in braccio, cullandolo dolcemente
- Draco… cos’è successo? – alla fine trovò la forza di domandare: - Che cosa ti ha fatto? –
Il piccolo per un po’ non rispose, nascondendo il viso nella camicia da notte di lei, asciugandosi le lacrime
- Mamma… perché papà mi odia? – singhiozzò
- Tuo padre non ti odia, Draco… -
- Ma allora perché…? Perché mi fa sempre male? Mamma, ti prego, fallo smettere! –
Narcissa prese un fazzoletto di seta e asciugò il sangue dal labbro spaccato di suo figlio.
- Non temere, piccolo mio… c’è la tua mamma, adesso… dormi qui, stanotte, vuoi? –
Draco annuì lentamente, senza staccare lo sguardo dagli occhi di lei. Narcissa si sentì colpevole. Perché non poteva aiutarlo. Perché, ancora una volta, non aveva fatto niente per lui. Perché Draco doveva scontare una colpa che non gli apparteneva, una colpa di sua madre, se di colpa si può parlare. Se di madre si può parlare.
Fece stendere il bambino accanto a lei, accarezzandogli i capelli, parlandogli in tono calmo e tranquillizzante.
- Un giorno, Draco… un giorno ce ne andremo, io e te, lontani da lui. Andremo in un posto migliore, dove non potrà raggiungerci –
Draco si aggrappò disperatamente alle parole della madre, fingendo con se stesso di essere al sicuro. Lentamente, scivolò nel sonno.

***

- che cosa vuoi da me? – il ragazzo si divincolò, cercando di sciogliere i legacci che gli bloccavano le mani dietro la schiena
Lucius Malfoy si portò davanti a lui, con passo lento e calibrato, e fissò i suoi occhi di ghiaccio in quelli smeraldini del ragazzo.
- Da te proprio nulla, Potter. –
- I miei genitori verranno a salvarmi – sibilò il ragazzo, minaccioso
Il sorrisino di Lucius si allargò in un ghigno malvagio
- È proprio quello che spero –
La porta del grande salone si aprì cigolando. Lucius prese un profondo respiro e si sedette sulla sua poltrona. Aveva un aspetto maestoso, come un re sul suo trono. I suoi ospiti entrarono a passo di marcia, sfidandolo direttamente. Che sicurezza, si disse Lucius, che sfrontata presunzione di essere nel giusto. Sorrise cordialmente all’uomo e alla donna, ma non si alzò. Era giunto il momento di rendere l’ultimo favore a suo figlio.

- Narcissa – sibilò – che piacere rivederti –
- Come hai osato toccare mio figlio? – la donna fece coraggiosamente un passo avanti, verso il suo ex-marito che la osservava come un serpente osserva la preda
- Tuo figlio? Narcissa, tu non hai figli – rispose sornione
- Harry! Sai benissimo che Harry è mio figlio, adesso – poi, si voltò verso Sirius e gli prese la mano – nostro figlio –
- Ah, già, già. L’avevo dimenticato. Quale errore imperdonabile. – fece un vago cenno con la mano, che non voleva dire nulla.
Sirius Black si frappose tra la moglie e Malfoy
- Se gli hai torto un solo capello, Malfoy, non vedrai la prossima alba… -
- Oh, ma stai tranquillo, Sirius. Potter sta bene, non vedi? Non ho alzato un dito su tuo figlio – pronunciò quell’ultima parola con una punta di crudele divertimento
Narcissa aggrottò la fronte
- Ma allora perché… -
- Perché l’ho rapito? – Lucius rise, una risata senza gioia – perché era l’unico modo per farti venire qui, mia cara. È triste, ma è così. Se ti avessi detto il vero motivo per cui ti volevo qui, non ti saresti scomodata a venire. –
- E questo motivo sarebbe…? – chiese freddamente, mentre Sirius slegava Harry e lo aiutava a rialzarsi
- Draco – rispose seccamente il padrone di casa.

Draco.

Solo un nome.
Solo due sillabe, che però scossero il mondo di Narcissa fin nelle fondamenta.

- Ah. – commentò, fingendo disinteresse – e che cosa vuole? –
- Che cosa vuole? – Lucius fece un altro risolino – voleva che tu venissi qui, Cissa cara, e come potevo negarli questo ultimo desiderio? –
- U-Ultimo? – adesso la voce della donna era incrinata dall’incertezza


Un ricordo tornò prepotentemente a galla.

- Draco, ho deciso di lasciare Lucius. – gli aveva detto una sera, freddamente, senza preavviso.
Il volto del ragazzo si era illuminato di gioia e speranza
- Davvero? Oh, madre… -
- Draco, aspetta. Ascoltami. Andrò a vivere con…- sospirò per prendere coraggio – con Sirius Black, il mio primo amore. È stato il mio amante per tanto tempo, prima che sposassi Lucius Malfoy, e…- “ed è tuo padre” pensò, ma non lo disse.
Narcissa scrutò il figlio, come valutandolo. Aveva sempre cercato di passargli i suoi principi, ma alla fine Draco era diventato così… così simile a Lucius. L’aveva perso, e lo sapeva, aveva perso quel figlio fin dalla tenera età di sette anni, quando Draco aveva promesso a quello che credeva suo padre che sarebbe diventato come lui, che non l’avrebbe deluso. E aveva mantenuto la promessa. Quello che aveva davanti ora non era più il suo bambino, era una copia di Lucius Malfoy. E lei voleva tagliare i ponti con Lucius Malfoy.
- Draco, tu non verrai con noi. –

Per un attimo Draco sembrò non comprendere quell’affermazione.
- Casa… madre, ma perché? –
Narcissa non abbassò lo sguardo. Fissò negli occhi quel ragazzo che era stato suo figlio, ma che l’aveva profondamente delusa. Ora, Narcissa Black stava per tornare in possesso della sua vita. Era la sua vita. Aveva tutto il diritto di scegliere con chi passarla…
- Io non ti voglio con me, Draco. Noi non ti vogliamo. –

***

Draco non disse nulla. Voltò le spalle e se ne andò, prima che il desiderio di piangere lo sopraffacesse. Non avrebbe mai più pianto, davanti a lei.
Narcissa non poteva sapere il vero motivo per cui Draco era diventato così simile a Lucius. Non poteva sapere che Draco sapeva di essere figlio di Sirius Black. Ironia della sorte, era stato proprio Lucius a dirglielo.
“Mia madre e mio padre… non mi vogliono” pensò, asciugandosi rabbiosamente le lacrime “me l’aveva promesso… mio dio, me l’ha promesso centinaia di volte, che mi avrebbe portato via, che saremmo andati a vivere insieme… e invece se ne andrà con lui, si, con mio padre, e con Potter. Sarà un figlio migliore, immagino, di quanto io sia mai stato. Un figlio che non verrà a svegliarla nel cuore della notte perché suo “padre” lo picchia a sangue. Un figlio a cui non dovrà raccontare sciocche bugie per farlo stare zitto. E mi lascerà qui, con Lucius…”
Draco si bloccò. Un pensiero fulmineo gli attraversò la mente.
Lucius.
Ma certo!

***

- Cissa? Che cosa c’è? – preoccupato, Sirius le prese la mano
- D-Draco… - sussurrò. Si rivolse poi a Lucius, con sguardo furente d’accusa – che cosa gli hai fatto? –
- Io? – il costante, fastidioso sorrisino dell’uomo parve allargarsi – che cosa gli hai fatto tu, mia cara – si alzò in piedi, per nulla intimorito da Sirius che lo guardava con odio – Ma naturalmente, io sono il cattivo, qui, quindi devo avergli fatto qualcosa. –
- Dov’è-mio-figlio? – scandì lei, al limite della pazienza
- Tuo figlio, tesoro? È affianco a te, approssimativamente a due metri dal tuo gomito destro –
Narcissa non aveva bisogno di voltarsi. Sapeva che l’ex-marito si stava riferendo ad Harry
- Sono stanca dei tuoi giochetti, Lucius. Vuoi dirmi perché mi hai chiamato qui, o no? –
- Cissa, ti ho detto che non sono stato io a chiamarti qui. È stato Draco a chiedermi di farlo – i suoi occhi di ghiaccio furono attraversati da un lampo maligno – si, ultimamente quel ragazzo mi ha fatto delle strane richieste… -
- Che tipo di richieste? – indagò la donna
Lucius sorrise furbescamente, poi cominciò a raccontare, prendendola alla lunga;

- mia dolce metà, non crederai che Draco non si fosse accorto di come hai cominciato a ignorarlo… sempre di più, da quando era solo un bambino. Non lo guardavi più in faccia. Quando lo punivo, facevi finta di niente. –
Narcissa sentì un’altra fitta di sensi di colpa
- era tuo figlio, Lucius. Era giusto lasciare a te la sua educazione –
Di nuovo, quell’uomo odioso sorrise, quasi divertito
- oh, ma lui non era mio figlio. Lo so io e lo sai tu, mia cara, e lo sapeva anche lui. –
Ancora una volta, quelle parole furono accolte da un gelido silenzio.
- che vuol dire che… lo sapeva anche lui? – la signora Black sentì una morsa di ferro stringerle il cuore – tu non… non puoi avergli detto… -
- che cosa? Che non era mio figlio? Cissa, come si fa a mentire a un bambino? – chiese in tono falsamente innocente. Il suo ghigno ormai non lasciava dubbi. – Un giorno è venuto da me. Strano, ho pensato, di solito mi evita. Ma quel giorno è venuto perché aveva una domanda, a cui tu non avevi voluto dare risposta. Mi ha chiesto perché lo odiavo. Mi ha chiesto se non poteva fare niente per cambiare le cose. –

***

Draco bussò timidamente alla porta dello studio di Lucius, e senza aspettare una risposta entrò
- ehm… padre? –
- Draco? Che vuoi, stupido moccioso? Sto lavorando, non vedi? – lo aggredì con rabbia
- Perdonami, padre. Io volevo… volevo sapere… - tremante, sull’orlo del pianto, quel bambino di appena sette anni si azzardò a porre la domanda che avrebbe cambiato la sua vita – padre, perché mi odi? Che cosa ho fatto? –
Lucius sorrise, freddamente.
- Tu non hai fatto niente, Draco – “ed è questa la parte migliore…” pensò l’uomo, malignamente “far soffrire quella sgualdrina facendo del male a te…”
- Ma allora, padre, perché mi fai sempre tanto male? –
- Perché, Draco, tu sei motivo di vergogna, per me –
Draco non sapeva molto di quell’uomo freddo e distante che chiamava “padre”, ma su una cosa era certo; non tollerava che qualcosa infangasse il suo nome. In quel momento, come mai prima di allora, Draco ebbe paura. Chinò la testa, prendendo un atteggiamento remissivo.
- mi dispiace, padre –
- non è colpa tua, Draco, te l’ho detto. La colpa è tutta di tua madre. Lei mi ha fatto un affronto imperdonabile –
- ah… che sarebbe? –
- TU –
Così Draco era venuto a sapere tutto. Di sua madre e di Sirius. Del perché Lucius Malfoy lo detestava. Fino a quel momento, aveva sempre pensato che Lucius, anche nei suoi momenti d’ira, si sarebbe trattenuto dall’ucciderlo, in fondo era suo figlio… ma adesso che sapeva la verità, capì che l’uomo lo stava solo usando come arma contro Narcissa, per farla soffrire, e che un giorno probabilmente l’avrebbe ammazzato davvero. Era terrorizzato.
- Ti prego! – si gettò letteralmente ai piedi di Lucius – ti prego, non è colpa mia… non farmi del male… io… non lo saprà nessuno, nessuno lo sospetterà, diventerò come te, non ti deluderò… farò finta di essere tuo figlio, io… -
- No, Draco. Tu non farai finta – Lucius lo aiutò a rialzarsi, pacatamente – tu sarai mio figlio. Hai ragione a pensare che nessuno, a parte noi, sappia delle tue vere origini. Nemmeno il tuo vero padre lo sa. Sono certo che sarai un buon figlio, e che saprai rendermi fiero di te. Promettimi che lo farai, Draco. Prometti, e io non ti punirò più, tranne quando lo meriterai davvero –
Draco alzò lo sguardo su di lui, grato per quest’atto di clemenza, ma ancora spaventato da quell’uomo malvagio
- Lo prometto, padre –
- Un’altra cosa. Questo sarà il nostro piccolo segreto, d’accordo? –
- Si, padre –
Lucoius lo gratificò con uno dei suoi rari sorrisi
- Bravo bambino –

Malfoy sorrise malevolo, seguendo con gli occhi la figura infantile che si allontanava lungo il corridoio. Il bambino gli aveva dato un’ottima idea. Sua madre avrebbe sofferto nel vederlo diventare così simile a lui. Narcissa lo disprezzava, ma si erano sposati perché così avevano deciso le loro famiglie. A Lucius non era sfuggito che Narcissa non fosse più vergine, la notte delle nozze, e lei tra le lacrime aveva confessato tutto… forse nella speranza che lui la ripudiasse, ma Lucius non l’aveva fatto. Sarebbe stato motivo di disonore.
Da quel giorno, Draco aveva cominciato a prendere una pozione, che lo fece gradualmente somigliare a Lucius. Aveva ereditato gli occhi grigi del padre e il capelli biondi della madre, ma per il resto non somigliava molto a Malfoy. Per il suo primo anno a Hogwarts, era diventato un piccolo clone di Lucius, e il più grande fallimento di Narcissa.

Inoltre, aveva pensato quel giorno il signor Malfoy, adesso Draco odierà sua madre. Perché è stata lei la causa di tutto il suo dolore.
Ma Draco non aveva mai odiato Narcissa. Mai, fino al giorno in cui lei gli aveva detto
- Non ti voglio con me –

***

- somiglianza stupefacente, vero, Narcissa? – Lucius sollevò un sopracciglio, perfettamente a suo agio – quel ragazzo ha tenuto fede alla sua parola, ha fatto di tutto per diventare come me. È stato un buon figlio, anche se non l’ha mai fatto perché condivideva i miei principi, ma solo per non mettere in pericolo sia te che se stesso. – scosse la testa, esprimendo la sua disapprovazione. Sospirò teatralmente – Che razza di genitori abbandonano il figlio per andare a vivere per conto loro…? con un altro ragazzo, poi… -
Sirius, che alla buon’ora sembrava aver capito l’antifona, prese la moglie per le braccia e la fece girare verso di se
- Narcissa… è-è vero? Draco è mio figlio? –
La donna abbassò gli occhi e annuì, mesta
- Draco era tuo figlio – lo corresse la voce sgradevole di Lucius Malfoy
- Dov’è? – sbottò Sirius, prendendo Malfoy per il colletto della camicia – che cosa ne hai fatto? –
- Com’è che tutt’a un tratto vi interessa tanto? – li provocò il mangiamorte
- È mio figlio, Lucius. Gli voglio bene – sussurrò la donna
- Gli vuoi bene? Tanto bene da abbandonarlo, dopo che gli avevi promesso che l’avresti portato lontano da me? Tanto bene da giudicare che non fosse degno di essere vostro figlio? Tanto bene da lasciarlo nelle mani dell’uomo di cui ha sempre avuto terrore? –
Narcissa non riuscì a reagire alle accuse dell’ex-marito. Semplicemente, scoppiò a piangere.
- piangi, adesso, amore mio? – Lucius le asciugò una lacrima, pronunciando quelle parole con crudele cinismo – anche lui piangeva, quando è venuto qui, sai? Piangeva quando mi ha detto che te ne andavi senza di lui, con tuo marito e tuo figlio. Piangeva quando mi ha chiesto l’ultimo favore. Ti avevo parlato di una strana richiesta, no? –
La donna lo fissò perplessa e preoccupata, con un orribile presentimento
- Io gli ho chiesto se fosse davvero sicuro. – continuò Malfoy – in fondo, mi ero un po’ affezionato a quel ragazzo. Gli ho chiesto se non poteva semplicemente odiarti, dimenticarti, diventare davvero mio figlio. Ha risposto che non voleva farlo. – fece una piccola pausa – così ho fatto ciò che mi ha chiesto. È stato un peccato, Narcissa, un vero peccato… a proposito, quando lo troverai, spero che apprezzi il suo sottile cinismo. Era un ragazzo straordinario. –

Narcissa si sentiva un groppo in gola. Perché Lucius usava sempre il passato, parlando di Draco? Suo figlio non era… non poteva essere… o si?
- Dov’è? – chiese con voce arrochita dal pianto
Lucius fece un cenno d’invito in direzione delle scale
- dove potrà mai essere andato? – la canzonò

Lei conosceva la risposta. D’un tratto le era divenuto tutto chiaro. Si fiondò su per le scale, seguita a pochi passi da Sirius. Harry era troppo sconvolto, non si mosse.
- non vai a salutare tuo fratello? – chiese Lucius con un sorrisino, mentre i due sposini scomparivano alla vista

Narcissa Black si diresse a grandi passi verso quella che era stata la sua stanza. Poggiò la mano sulla maniglia. Esitò. Aveva paura. Paura di quello che avrebbe potuto trovare. Paura di quello che avrebbe potuto non trovare. Sentì la mano di Sirius sulla sua, che con una leggera pressione la costrinse ad abbassare la maniglia ed aprire la porta.
La prima cosa che vide, fu il sangue. Sangue sul pavimento, sangue sul muro, sangue sul suo letto… e sul suo letto… Draco!
Si avvicinò al corpo esanime del figlio, steso sul giaciglio della madre, come se dormisse. A Narcissa ricordò tanto il bambino che veniva la notte a farsi coccolare, e che restava a dormire con lei… gli accarezzò una guancia, dolcemente, come non faceva da tanti anni.
Suo figlio.
- Cissa… - Sirius le prese dolcemente la mano. Poi, dopo una breve esitazione, l’abbracciò.
Fu allora che Narcissa, da sopra a spalla del marito, lesse le parole sul muro. Parole d’accusa, scritte col sangue di un ragazzo morto lentamente.


UN GIORNO CE NE ANDREMO, IO E TE, LONTANI DA LUI.
ANDREMO IN UN POSTO MIGLIORE, DOVE NON POTRÀ RAGGIUNGERCI





 
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