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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Angel Sanctuary
Titolo Fanfic: FORBIDDEN LOVE
Genere: Erotico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: iorichan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/01/2005 15:27:20

wahhh, la mia 1°fic su angel... ke bello!!! naturalmente yaoi, tra il mitiko mikelino (ti adooroo!!!) & il depravato raphy!!! kommenti please! ^^
 
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- Capitolo 1° -

Ecco, ho deciso di fare una nuova fic, ma stavolta su un manga tt nuovo ke ho scoperto da pk (Piccolacia… GRAZIE ANGEL!!! )… Angel Sanctuary!!! In effetti è un bel manga, nn c’è ke dire (anke se i miei preferiti rimangono Yami&Saiyuki), curato, ben fatto, articolato… e, soprattutto, kn dei bei figlioli!!! ^^””””
Beh, kst mia new storie è, naturalmente, yaoi, e la coppia sarà il donnaiolo (ke kui tanto donnaiolo nn è) Raphy ed il mio adorato Mikelino!!!! Lo adoro, è troppo forte e karino!!!
Insomma, se c’è klc errore di cronologia o ke (tipo… ma gli angeli mangiano? Oppure… cm vanno nell’Assiah???)… insomma, nn fateci caso, nn sn molto esperta!!! M ostino sempre a fare fic anke se nn ho ankora finito la serie dl manga… sn al num 16…!!!
In pratika la vicenda si svolge dp ke, nel num 11, Raphy porta via Mikelino dal posto in cui combatteva contro Setsuna… c sn momenti di vuoto, in kui si vede tt ciò ke si svolge nella tana… ed io ho provato a riempirli (kn la mia mente malata!!! ^^””””)… Vi rikordate???
Beh, dp kst lunghissima prefazione, vi auguro buona lettura, e… TANTI COMMENTI, VI PREGOOOOO!!! ^__^”””””

FORBIDDEN LOVE

-CAZZO, ACCIDENTI A LUI!-
Questo fu quello che pronunciò il rossino subito dopo essere entrato in casa ed avere richiuso la porta con un tonfo sordo. Era appena tornato dall’Assiah, più precisamente da Tokyo, dove aveva avuto un violento scontro con quello che tutti chiamavano “Il Salvatore”.
O meglio, lo avevano costretto a tornare…
“Tse… a me, quello là, sembra soltanto un travestito con delle tette da donna” pensò, prima di buttare a terra la propria spada: quell’arma dalla lama gigantesca che non faceva altro che mietere vittime sotto l’ordine del padrone.
Senza un attimo di esitazione, l’angelo dalla chioma color del fuoco si precipitò in bagno, lavandosi la faccia dagli schizzi di sangue, poi, con noncuranza impressionante, si buttò sul proprio letto sistemandosi le mani dietro la testa.
“E’ tutta colpa sua” pensò amareggiato, fissando il soffitto chiaro che aveva di fronte “Se non si fosse intromesso…”.
-HAI SENTITO, RAPHAEL?- urlò subito dopo, alzando un pugno in aria; cosa, peraltro, più che inutile –E’ TUTTA COLPA TUA!- abbassò la voce –Avrei potuto benissimo batterlo da solo…-
A volte, il comportamento responsabile e protettivo del compagno lo faceva imbestialire… lui, il detentore del potere del fuoco, era praticamente l’opposto dell’amico.
C’era chi lo definiva rozzo, attaccabrighe, maleducato, guerrafondaio, manesco e persino violento, cosa tutt’altro che conveniente per uno dei quattro angeli più potenti.
Però, a lui piaceva tale fama…
“Tutti mi rispettano e mi temono, ho il potere assoluto, perché dovrei cambiare?” si grattò distrattamente la guancia destra, proprio sopra il capo del dragone blu, poi ritornò nella posizione di prima “Quando qualcuno pronuncia il mio nome lo fa con reverenza e timore, mi piace questa cosa…”.
Il suo pensiero tornò allo scontro di poco prima.
“Ed ora, lui, maniaco sessuale da strapazzo, viene a dirmi che potrei essere sconfitto dal ‘Salvatore’… Non ci credo manco se muoio che quello/a là potrebbe battermi!!!”.
Odiava dovere ammettere di essere inferiore a qualcuno, e quell’inconveniente proprio non ci voleva.
-Uffa- mugolò irritato –perché quando c’è bisogno di sfogarsi un po’, non c’è neanche un maledettissimo demone da torturare?!?-
All’improvviso, come un lampo, un pensiero indesiderato gli attraversò la mente: come in un flash back rivide se stesso parlare con Raphael, poi tirargli un cazzotto sulla guancia e andarsene.
Gli aveva detto che la loro amicizia era rotta.
Che non lo voleva più vedere.
Ma non era vero.
Era stato avventato, aveva pronunciato parole troppo dure in preda all’ira, ed ora se ne stava pentendo.
-Oh, insomma…- sbuffò, alzandosi dal giaciglio e mettendocisi a sedere a gambe incrociate –nessuno gli aveva chiesto di intervenire, non è stato leale da parte sua intrappolarmi in quella bolla d’aria e costringermi ad allontanarmi dal mio avversario!-
“Ma, dopotutto, non riesco ad odiarlo come vorrei… Forse perché ci frequentiamo da molto, forse perché è l’unico che mi accetta per quello che sono, l’unico che sa capirmi, ma… Se bussasse adesso alla mia porta lo accoglierei ugualmente”.
… TOC TOC…
-Eh?- Michael fissò incredulo per un po il vano delle scale che portava al piano inferiore: forse le orecchie lo avevano ingannato, ma gli era parso di udire bussare.
Ed, infatti…
… TOC TOC…
Come se si fosse risvegliato da un profondo torpore, l’angelo scosse la testa, sbattendo ripetutamente le palpebre, poi scese con un balzo da letto sberciando –Arrivo, cazzo, vengo subito, un attimo…-
Incurante del pericolo che poteva correre, il piccoletto (nel senso di basso! ndIori Ks hai dtt??? ndMikael Io? Nulla!!! ^^””””” ndIori Ah! ndMikael) si mise a cavalcioni del passamano, scivolando lungo la ringhiera fino ad atterrare di fronte alla porta in legno: sotto certi aspetti era ancora una ragazzino, con una vitalità tale che non sarebbero bastati milioni di nemici per fargliela esaurire tutta.
Con aria soddisfatta, vista la sua ‘grande prodezza’, mise una mano sul pomello d’ottone e aprì: davanti agli occhi gli si presentò un ragazzo dai lunghi capelli biondi e occhi azzurri come il cielo.
-Fine come sempre, eh, Michelino?- esclamò con tono quasi annoiato l’arcangelo, fissandolo.
Una fiamma divampò nel cuore del rosso: quella della rabbia.
-Che cavolo ci fai qui? Non ti avevo detto che non volevo più vederti? E poi non chiamarmi a quel modo…-
Alla faccia del ’Se bussasse adesso alla mia porta lo accoglierei ugualmente’!
Praticamente gli aveva detto in belle parole: Levati dalle scatole se non vuoi che ti arrostisca a tal punto che neanche tua madre potrebbe riconoscerti!
Ma l’altro non ci fece caso, abituato com’era al comportamento rude e brusco dell’amico, per questo si appoggiò allo stipite della porta e, con l’aria di chi la sa lunga, formulò:
-Mi immagino che sarai arrabbiato per il fatto di prima…-
-Dì pure furibondo!-
-Ascolta Michelino, credo che tu ti debba ormai rendere conto che non sei più un ragazzino, devi imparare a valutare gli avversari della tua portata e metterti nell’ottica che…-
“Oddio” fu il pensiero fulmineo del rosso “ora inizia a parlare e non la smette più!”.
Così, prevedendo la catastrofe che sarebbe potuta avvenire, Michael chiuse con un tonfo l’uscio, rischiando di beccare pure il compagno, appoggiandovisi subito dopo con le spalle.
Non gli dava fastidio più di tanto la sua visita, la cosa che lo faceva veramente incazzare era che quel chirurgo assatanato era ancora convinto che la sua forza non avrebbe mai potuto superare quella di Alexiel.
Se era di quell’avviso, poteva anche andare a farsi fottere!
“Non mi serva un amico così” pensò, prima di affacciarsi alla finestra ed urlare all’altro:
-Ascoltami bene, brutto medico in cerca di donne, se sei venuto qui per farmi la predica puoi pure cacciare fuori le ali e andartene di filata!-
L’altro, dal canto suo, non era abituato ad essere respinto a quel modo, quindi si avvicinò alla finestra iniziando un nuovo discorso.
-Se tu mi facessi spiegare le mie ragioni…-
Ma non concluse, poiché all’improvviso una bottiglia di birra (vuota per giunta) gli fischiò a pochi centimetri dall’orecchio, andando a schiantarsi contro un albero ed infrangendosi in mille pezzi.
Raphael rimase di stucco.
-Ah… Ah…-
-Altro da dire?-
-… Da quando bevi?-
Attorno al corpo di Michael si formò un’aura incandescente, mentre i capelli iniziavano ad alzarsi verso l’alto come i peli di un gatto furioso.
-NON-PRENDERMI-IN-GIROOOOOO!!!- urlò afferrando la prima cosa che gli capitò fra le mani. Per fortuna che la sua mira non era poi così perfetta, perché sennò quel vaso avrebbe beccato in pieno l’angelo dagli occhi celesti.
-Ok!- acconsentì allora questi, voltandosi con le mani in tasca e allontanandosi dalla casa del compagno –Se non vuoi sentire la mia versione dei fatti me ne vado!- e sparì alla vista dietro un gruppo di alberi.
-Si, vai, chi ti vuole?- gli gridò dietro Michael, facendo gesti frenetici con le mani –Vatti a scopare qualche altra donna, che così siamo contenti in due: tu che godi ed io che me ne sto in pace!- ma ormai urlare non sarebbe servito a nulla, l’arcangelo si era già volatilizzato, diretto forse a casa sua o al suo studio.
Il rossino sbuffò.
“Non lo sopporto, quando fa così non lo reggo nemmeno dipinto!”.
Con passo veloce si diresse sul divano, buttandocisi sopra in modo decisamente poco delicato; poi, non contento, si alzò, andò a bere un bicchiere d’acqua e si sedette di nuovo.
Insomma, nel giro di quindici minuti aveva già bevuto dodici bicchieri d’acqua, tre di latte e mangiato una brioche. Dire che si sentiva pieno era usare un eufemismo.
-Accidenti a luiiiiiii!!!- sbottò ad un tratto, causando così la rottura di un vetro alle proprie spalle –ma perché mi procura sempre tanti grattacapi?-
Il suo atteggiamento arrogante non aveva che aumentato il nervosismo del ragazzo, e così, adesso questi non sapeva su cosa sfogarsi.
-Lo odio, lo odio, lo odio!- ripeté pestando i piedi, ma così si rese conto di assomigliare sempre di più ad un bambino che fa i capricci –Bene, per distrarmi sai cosa farò?- disse ad alta voce, come se parlasse ad un ipotetico secondo uomo –Me ne andrò un po’ sulla terra, nell’Assiah, per farmi una passeggiata! Visto che ora, di demoni non ce ne sono…-
Si, era la cosa migliore da fare: una passeggiata in una delle foreste vicino a Tokyo, dove il tempo era immobile: così nessuno lo avrebbe visto e lui si sarebbe calmato, almeno in parte. Certo, perché per rilassarsi totalmente avrebbe dovuto avere sotto mano un nemico con il quale scontrarsi.
Ma, come si suol dire, quello era quello che passava il convento, quindi…
Senza prendere nemmeno la spada, poiché pensava di non doverla usare, l’angelo lanciò un’ultima occhiata all’abitazione, spalancò la porta e si incamminò, con ancora in testa le parole dell’amico.

-Ahhh, che tranquillità!- esclamò Michael, mentre con passo lento e cadenzato avanzava fra il folto degli alberi che componevano la foresta –Beh, in effetti, troppa…- rettificò subito dopo mettendo il broncio: troppa quiete gli metteva addosso un senso di frustrazione.
Lui era nato per la battaglia.
Non per camminare in mezzo al cinguettio degli uccellini, con una ghirlanda di margherite al collo ed una cetra nelle mani.
Ma, almeno, non sentiva più la voce penetrante e querula di Raphael che non faceva altro che parlare di doveri, responsabilità, ecc, ecc, ecc.
“Già, Raphael…”.
Anche stavolta era stato troppo duro.
Insomma, quando c’era da rispondergli male era sempre pronto, ma poi se ne pentiva…
Che stupido che era.
-Sai cosa? Non me ne frega un cazzo!- esclamò ad un tratto.
Ancora a parlare da solo.
Prima o poi lo avrebbero rinchiuso!
-Insomma, non può venire lì e insultarmi, dirmi in pratica che sono debole, e poi credere di potersi scusare… Si, è così!- aggiunse poi a bassa voce, come per convincersi meglio.
Volse gli occhi al cielo, un cielo così azzurro quasi da fare male, e osservò le nuvole che, immobili, sembravano come disegnate: tanti batuffoli di cotone poggiati morbidamente su un cartoncino di colore blu…
Chissà da quanto la terra non vedeva un tramonto…?
Eppure, per tutti coloro che vi abitavano, il tempo si era bloccato, fermo in un unico istante: quando tutto sarebbe ricominciato a scorrere nessuno si sarebbe accorto di nulla.
“Com’è labile ed influenzabile la mente umana” pensò improvvisamente Michael, mentre un ghigno compariva sulle sue labbra.
Persone come quelle, che non si sarebbero rese conto delle verità neanche se gliela avessero messa davanti, lo disgustavano e lo divertivano al contempo. Vivevano la loro vita, senza chiedersi il perché, senza cercare il motivo di quella grazie che, con grande magnanimità, gli era stata concessa, lasciandosi guidare più dal fato che dalla ragione o dall’istinto.
Persone che, se avessero saputo dell’esistenza degli angeli, probabilmente avrebbero continuato a non crederci…
Stupidi!
“Loro sono deboli…”.
Ma, mentre era perso in tali elucubrazioni, il rosso udì improvvisamente un rumore sospetto alle proprie spalle.
Si voltò.
Magari a causa dei propri pensieri che lo avevano distratto, magari per la totale assenza di suoni che lo rendevano così sicuro, fatto sta che Michael (strano ma vero) fu colto alla sprovvista, ed una spada gli passò a poca distanza dal volto, provocandogli un taglio sulla gota da cui cominciò a sgorgare sangue cremisi.
Tutto accadde in un attimo.
L’arcangelo si spostò dalla propria posizione, schivando così un secondo attacco di quel demone, ma si trovò improvvisamente impossibilitato ad indietreggiare. Con la schiena attaccata ad un tronco d’albero, aspettò che il proprio nemico si avvicinasse a lui quel tanto che bastava: sicuramente avrebbe cercato di infilzarlo, ed un attimo prima dell’impatto il rosso si sarebbe scansato, la lama della spada si sarebbe conficcata nel fusto della pianta e lui avrebbe potuto eliminare l’avversario.
Un piano perfetto.
Sennonché qualcosa andò storto.
Prima che il demone avesse anche solo il tempo di avvicinarsi, una grande ondata di energia lo investì in pieno, riducendo il suo corpo a cenere che si dissolse come sabbia al vento.
Il rosso rimase allibito.
-Cos…?-
Poi, repentinamente, capì.
“Era aria!”.
-Raphael!- gridò furioso, battendo un pungo sull’albero –Raphael, vieni fuori!-
Era incredibile come quel ragazzo avesse il potere di farlo incavolare a tal modo.
Perché si impicciava sempre dei fatti suoi?
E, soprattutto, perché era lì?
Da dietro i cespugli fece capolino la sua figura slanciata, e la sua voce arrivò sino alle orecchie di Michael come uno sparo.
-Dovresti stare più attento, Michelino-
-Adesso basta!- lo interruppe velocemente l’arcangelo dai capelli infuocati –Non dire che anche quel demone era più forte di me, perché sarei riuscito a batterlo ad occhi chiusi! Cazzo, se tu non ti fossi intromesso…-
Raphael sospirò e sorrise, poi si avvicinò a lui, mettendoglisi a sedere davanti, a gambe incrociate; fece cenno all’altro di fare la stessa cosa, e dopo pochi secondi anche Michael si trovava nella medesima posizione.
-Allora?- chiese dopo poco, stufo di aspettare: sicuramente la pazienza non era una delle sue doti migliori.
Il compagno esalò una roca risatina, poi prese fiato e disse:
-Certo che no, tu eri più forte di quel demone, ma ti ho evitato un fastidio, non ti sembra?-
L’altro lo guardò storto.
-Come se non sapessi che adoro la battaglia…!-
-Si, però cerca di comprendere che, anche se la tua indole ti induce alla lotta, a volte anche un comportamento riflessivo può portare ad un buon risultato, senza contare che…-
“Eccolo che ricomincia!”.
-La sai una cosa, Raphael?-
L’amico lo guardò, incuriosito.
-Cosa?-
-Tu parli troppo!-
Di nuovo un sorriso leggero increspò le labbra rosee del biondo, mentre questi si passava una mano tra i capelli spettinati per riavviarli.
.Si, forse hai ragione- mormorò abbassando lo sguardo. Anche Michael prese a fissarsi le scarpe, senza ribattere.
Passarono degli attimi di quiete, poi Raphael tornò ad osservare il volto del compagno e, sporgendosi in avanti, andò ad asciugare il rivolo di sangue che gli colava lungo la guancia.
-Sei ferito- sussurrò.
L’interessato mosse appena la testa in un cenno di diniego.
-E’ un graffietto… guarirà subito-
-Sai…- esordì allora l’arcangelo, spostando le dita dalla guancia fino al mento del compagno –quando ti ho portato via da Alexiel… era perché non volevo che ti facessi del male. Non perché non credevo nelle tue capacità-
Michael rimase zitto, immobile, ad ascoltare quello che gli veniva detto. Stava bene con le mani di Raphael sul proprio volto, non sapeva perché.
-Se tu fossi morto… se ti fosse successo qualcosa mi sarei dato la colpa in eterno. Ma io ho fiducia in te e nella tua forza…-
E, senza esitare un attimo, il biondo angelo si avvicinò al volto di Michael, poggiando le proprie labbra sulle sue.
Il rossino rimase attonito.
Come poteva essere?
Cosa stava succedendo?
Il suo amico… il suo compagno da sempre… lo stava baciando?!?
“Ma che cavolo…?”.
Con uno spintone ben assestato, l’angelo del fuoco respinse Raphael, mandandolo disteso a terra. Si toccò le labbra, gli occhi sgranati, poi si rivolse all’altro, che era tornato a sedere, con tono tutt’altro che gentile.
-Che cazzo fai?- sbraitò, cercando di capacitarsi del fatto appena avvenuto.
Non ne trovò una ragione.
-Non lo hai capito? Quello si chiama bacio… b-a-c-i-o!-
-Lo so, idiota!- ribatté Michael, alzandosi in piedi di scatto. Raphael fece lo stesso –Dicevo… come… insomma, non ti sono sempre piaciute le donne?-
Senza una parola, l’arcangelo dagli occhi azzurri avanzò sino a trovarsi a pochi centimetri dalla bocca dell’altro; poi gli mise una mano sulla spalla, mentre con l’altra andò a giocherellare con la treccina che Michael teneva dietro la schiena.
-Si, così almeno credevo anche io… Almeno fino a quando non ti ho conosciuto…-
-Cos…?-
-Shhhhh- lo interruppe –fammi finire prima di dire qualunque cosa- la mano che stava sulla spalla, intanto si era spostata sul retro del collo –Io, quando vado con le donne, provo piacere, mi sfogo ma… non mi sento appagato realmente. Le sfrutto. Perché non ho nient’altro di divertente da fare-
Mentre pronunciava queste parole, con il volto si piegò fino a raggiungere la clavicola del compagno, dove cominciò a succhiare con dolcezza attraverso la maglia a rete.
Michael represse a stento un gemito: solo quel semplice gesto gli aveva provocato una fitta di piacere incredibile. Inclinò indietro la testa, quasi involontariamente, per permettere a Raphael qualsiasi azione.
-Però… adesso ambisco a qualcosa di più. Sai…- Raphael rise divertito, mentre con la lingua saliva fino ad un orecchio del rosso -… la tua mania di lasciare sempre il petto scoperto mi ha stimolato molto la fantasia!-
Ecco, era fatta.
Quel chirurgo pervertito aveva azionato la sua migliore ‘aria_da_seduttore_incallito’ mode on; d’altronde era abituato a quello: quando Raphael, arcangelo dell’aria, voleva qualcosa, niente e nessuno lo potevano fermare, e lui otteneva tutto.
E senza la minima difficoltà.
-Era da tanto che te lo volevo dire- riprese dopo poco, iniziando a suggere un lobo del rossino –io… io credo di amarti-
Le paroline magiche.
Michael rimase basito.
“Comecosaquandodoveperché??!! Com’è possibile che un donnaiolo come lui possa provare qualcosa per me? E’… impossibile!”.
-E tu?-
-Eh?- tale domanda lo spiazzò.
Raphael smise di leccarlo, e si mise di fronte a lui fissandolo con i suoi occhi decisi.
-Tu cosa provi nei miei confronti?-
Bho!
Ecco cosa avrebbe voluto rispondergli Michael. O meglio, forse lo sapeva cosa, solo che non ci aveva ancora riflettuto bene; dopotutto lui non era il genere di persona che si mette a scervellarsi su tutti i problemi della vita, o roba simile.
Figurarsi, lui che non si curava manco dei propri, di problemi…
Insomma, secondo la sua filosofia un bel massacro risolveva tutto.
Però non sempre era così.
Quella ne era stata la prova.
“Però… se ammazzassi Raphael, anche questo impiccio sarebbe eliminato! ^^”
Oddio, ma cosa andava a pensare? Ora si che lo avrebbero rinchiuso con facilità!
-Allora…?- la voce dell’amico, che gli intimava di decidere presto, lo distrasse dai propri pensieri.
Insomma, non aveva mai pensato seriamente al rapporto che lo legava al ragazzo dai capelli biondi: sì, era un legame profondo, di amicizia e fiducia reciproca, a volte con qualche screzio, ma…
Eppure anche lui, seppur così superficiale, si era accorto che i sentimenti che provava nei confronti di Raphael superavano di gran lunga una normale amicizia.
Forse…
“Sto bene con lui, mi sentirei malissimo se non dovessi più vederlo. Allora…”
-Beh, se non vuoi rispondermi…-
Inaspettatamente, senza lasciargli il tempo di completare la frase, Michael si gettò tra le braccia del compagno, dandogli un bacio sulla bocca: era ancora molto inesperto, per questo lasciò fare il resto a Raphael, ormai così bravo in quel genere di cose.
“Forse non lo so se lo amo o no, ma… In ogni caso non potrei vivere senza di lui!”
I due caddero a terra, dolcemente, senza farsi male, ed improvvisamente il biondo si trovò sopra l’amico, a cavalcioni del suo corpo.
Sorrideva.
-Lo prendo come un responso positivo- e si abbassò di nuovo baciarlo, stavolta introducendo la propria lingua nella sua bocca, ed esplorandone anche i pi nascosti anfratti.
Com’era bella potere stare a coccolarsi con Michael, perdersi in quello stretto calore che aveva il potere di donargli un perverso, intenso piacere.
Non si sarebbe voluto staccare mai!
Anche l’altro, dal canto suo, provava le stesse emozioni, il cuore batteva fortissimo e le tempie gli pulsavano. Poi, come qualcosa di indesiderato, una consapevolezza si fece spazio nel suo animo, rovinando quegli attimi così speciali: stavano sbagliando.
Stavano facendo qualcosa di proibito da Dio.
Insomma, già gli angeli non avrebbero dovuto avere rapporti sessuali (infatti il rossino si chiedeva sempre com’era che Raphael non fosse già stato buttato fori dal Cielo Supremo a calci), inoltre il loro era perfino un rapporto omosessuale.
Se qualcuno ne fosse venuto a conoscenza, lassù, avrebbero passato dei grossi guai.
-Chi cazzo se ne frega!- borbottò il ragazzo, sulle labbra del suo amante. Questi smise di baciarlo, guardandolo con espressione stranita.
-Eh?-
-Niente, pensavo che se qualcuno sapesse di questo, come minimo ci strapperebbero le ali!... Come minimo!-
Raphael lo fissò incerto, poi scese sulla sua maglia leggera ed iniziò a sfilargliela, dicendo:
-A me non importa di quello che pensano gli altri-
Michael sorrise.
-Manco a me!-
In breve, la parte superiore degli indumenti del rosso trovarono posto sull’erba, e così anche quelli di Raphael. Quindi, il biondo scese con le labbra fino al capezzolo del proprio partner, prendendolo in bocca e mordicchiandolo teneramente: dopo poco, il piccolo bottoncino era già divenuto turgido e duro sotto il suo tocco esperto.
L’altro, intanto, cercava di reprimere i gemiti che sentiva affiorare alla gola, mentre il respiro era decisamente accelerato: l’eccitazione aveva iniziato a scuotere il suo corpo, con mille e caldi brividi che gli scorrevano lungo la spina dorsale regalandogli scariche di adrenalina.
Però…
Voleva qualcosa di più.
Nonostante non avesse molta abilità in quel genere di cose, Michael invertì le posizioni, bloccando le mani del biondo al terreno.
Voleva dimostrarglielo.
Voleva dimostrare a Raphael che anche lui poteva essere un buon amante.
-Che vuoi fare?- domandò maliziosamente l’arcangelo dell’aria, guardando il corpo esile ma forte del ragazzo dai capelli rossi.
Questi non disse nulla, si limitò a baciarlo, mentre con una mano si insinuava lentamente sotto la stoffa dei pantaloni leggeri dell’altro, fino ad arrivare alla sua virilità eretta e pulsante.
Senza tergiversare troppo sganciò la cerniera dell’abito e prese in mano il suo membro, iniziando a pompare con grande velocità.
Sotto di lui, Raphael gemette.
Aveva già provato più volte quella sensazione, ma non era mai stato così intenso ed appagante… forse perché, adesso etra la persona che amava a fargliela provare.
Dopo un tempo relativamente breve, Michael percepì che il compagno era arrivato al limite, ed infatti, subito dopo Raphael venne nella sua mano, inondandola di liquido denso e vischioso.
Il rossino leccò tale nettare delizioso con una strana scintilla negli occhi, poi si sporse di nuovo per baciarlo come a fargli assaggiare il suo stesso sapore.
Dopo essersi ripreso dall’orgasmo, ancora ansimante, Raphael sussurrò:
-Posso fare la mia mossa?-
-Certo…- fu la semplice risposta.
Quindi, con movimenti esperti, l’arcangelo riuscì a svincolarsi dalla presa dell’amico e gli si mise sopra; con grande maestria gli tolse tutti gli indumenti rimanenti, lanciandoli lontano dai loro corpi, poi si spogliò completamente anche lui.
Adesso erano nudi, l’uno di fronte all’altro.
Senza esitazioni di sorta, come se per un tempo infinito non avesse fatto altro che sognare quel momento, Raphael fece avvinghiare le gambe di michael alla sua vita e, cercando di fargli il meno male possibile, lo penetrò dolcemente.
Il rosso, a quell’intrusione, sgranò gli occhi, ma nessun suono uscì dalla sua bocca: dopotutto era abituato a ben altro genere di dolore. Così, dopo un attimo di immobilità, l’angelo della guarigione riprese a spingere, prima lentamente, poi sempre più celere, fino a che non arrivò all’apice del piacere, svuotandosi dentro Michael.
Questi, invece, fece lo stesso sui loro corpi.
Insieme, stanchi e ansimanti, si lasciarono cadere sul terreno morbido, e Raphael appoggiò la testa sul torace dell’altro, descrivendo con le dita il percorso del tatuaggio a forma di dragone.
-E’ stato bellissimo- mormorò dopo poco, chiudendo gli occhi. Con nessuna donna era mai riuscito a sentirsi così… bene!
-Anche per me- rispose Michael, carezzandogli distrattamente i capelli; stava ancora pensando alle possibili conseguenze che avrebbe potuto avere il loro atto d’amore. Non che avesse paura, intendiamoci, il capo delle potestà non aveva timore di nulla… solo che non avrebbero dovuto farlo con tale leggerezza.
Sarebbero stati puniti, ne era più che certo.
Il loro era un amore proibito…
-C’è qualcosa che non va?-
-… No, figurati- rispose, dopo un attimo di silenzio, chiedendosi se dovesse rivelare al compagno i propri dubbi. Alla fine decise di no –Se tu sei con me va tutto a meraviglia!-
Raphael sorrise, poi si alzò e fece per rivestirsi –Andiamo, ci staranno cercand…- ma prima che potesse finire la frase le braccia di Michael lo cinsero da dietro, stringendogli la vita, ed il suo volto si poggiò languidamente sulla schiena del biondo.
-Promettimi che non ci lasceremo mai, qualunque cosa accada…-
-… Te lo prometto!- assentì Raphael voltandosi nell’abbraccio e posandogli un casto bacio sulle labbra –Però ora andiamo, è vietato stare qui!-
Michael annuì, cercando la propria maglia lì intorno.
Quando si furono sistemati, i due si guardarono, annuendo gravemente; erano entrambi consapevoli di ciò a cui andavano incontro, ma a loro non importava… Ormai l’unica cosa certa in quel mare di perplessità era il loro amore.
-Adesso andiamo…-
-Si-
-Michelino-
-Nh?-
-Ti amo…-
-… Anche io! E non chiamarmi a quel modo!-
Così, mano nella mano, i due arcangeli si avviarono nella luce di quel giorno eterno verso il Cielo Supremo, dove sarebbero stati pronti a ricevere qualsiasi punizione.
Non importava.
Qualunque fosse il prezzo da pagare per quel loro gesto, non sarebbe mai stato troppo grande, poiché niente poteva avere valore come il loro sentimento.
Un amore puro, ma pur sempre proibito…

*OWARI*
Beh, cm vi sembra la mia ficcina??? E’ la prima ke faccio su AS e nn so proprio cs pensare… anche se dv ammettere ke nn m è stato facile trovare una situazione adatta in tutti kl caleidoscopio di avvenimenti… Nn finisci di stupirti di una ks ke già ne succede un'altra… Sarò io un’incapace, ma mi risulta un po difficile fare fic su kst manga!!! A meno ke nn siano distaccate dal periodo narrato dal manga… Kuasi kuasi… avevo in mente di farne una etero (song fic) tra Setsuna e Sara… Xò, anke se la faccio… Il meglio rimane sempre lo yaoi (secondo me!!! ^^””””)!!!
Beh, vi lascio, ma m rakk, commenti, xk sennò mi blocco!!!
Baxi… =^*^=

 
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