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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: RYOTA E A...O
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: lirinuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/01/2005 20:31:37 (ultimo inserimento: 27/03/05)

che titolo scemo, eh? beh, come l`autrice...cmq è un po` stupida come fiction, l`ho scritta tanto x divertirmi un po`...commentate x favore!^^
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

RYOTA E A…O
CAP.1
Act.1-Appuntamento.
“Caro senpai Miyagi,
Ti aspetto sul tetto della scuola al termine delle lezioni. Per favore vieni, ci tengo molto…
Con affetto.
A….”

Miyagi lesse quel biglietto profumato e scritto con una calligrafia ordinata che qualcuno aveva infilato nel suo armadietto. Sospettò si trattasse di uno scherzo, ma i suoi amici erano troppo stupidi per poter scrivere così bene.
“A….” e poi quattro puntini. Un dubbio lo assalì e gli salirono dei brividi lungo la schiena, fino a giungere al volto. Arrossì vistosamente.
[A…Ayakochan…!?] pensò. Poi tornò alla realtà [Ma no…Ayako non mi ha mai guardato manco di striscio…figuriamoci…però…magari…no, basta, basta! Mi sono riproposto di dimenticarla e sto già facendo progressi, non posso rovinare tutto così! Se sarà lei a venire da me, meglio, altrimenti…non mi farò più inutili illusioni…]
Ryota piegò con cura il foglietto e se lo infilò in tasca per poi dirigersi verso la sua aula, dove la lezione stava già per iniziare.
Ma non riusciva a darsi pace nemmeno mentre il professore spiegava. Era la prima volta che riceveva un biglietto del genere, si domandava chi avrebbe potuto mandarglielo.
[In fondo, io…non sono ‘sto gran figo, anzi…non ho mai avuto successo con le donne, alcune si mettono con me solo per pietà…faccio proprio pena, eh!? Ho davvero la faccia di un eterno scaricato…però…non so perché ma ho una strana sensazione. Ho provato qualcosa di forte mentre leggevo quel biglietto…e non è stato per Ayako…non ho pensato subito a lei…dannazione! Voglio proprio vedere chi l’ha scritto e cosa vuole da me!]
Sfogliò mentalmente una serie di ragazze che conosceva, con il nome o il cognome che avesse come iniziale la “A”, ma le scartò una dopo l’altra.
[Senpai, eh…quindi una del primo anno…quest’anno ci sono delle matricole molto carine…magari potrebbe essere una di quelle…lo spero…però…Ayakochan…] la guardò mentre tutta concentrata prendeva appunti e non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bella anche in quell’espressione…il suo sguardo deciso, i suoi capelli morbidi, le sue labbra carnose, la sua pelle liscia…Ryota arrossì lievemente e distolse lo sguardo da lei, riconcentrandosi per cercare di scoprire l’identità della ragazza del biglietto. Ma non ne ebbe il tempo perché suonò la campana. Quella lezione gli era parsa incredibilmente corta, come se il tempo fosse volato…eppure non aveva ascoltato una sola parola di ciò che aveva detto il prof…
Ryota raccolse le sue cose e corse subito sul tetto della scuola. Non c’era nessuno. Solo un pacchetto a terra, davanti a lui. Il ragazzo lo prese in mano e notò una busta sotto al nastro dorato che abbelliva la carta rossa del “regalo”. Miyagi la aprì e ne tirò fuori una lettera piegata in tre parti. Anch’essa era impregnata dello stesso, dolce profumo del biglietto di prima e scritta con la medesima calligrafia ordinata.

“Caro senpai Miyagi,
scusami…penserai che io sia una codarda a non essermi presentata ad un appuntamento che io stessa ti ho dato, e forse è proprio così…
Ciò che trovi nel pacchetto l’ho fatto io per te. È banale, lo so, ma spero tu lo voglia accettare lo stesso.
Ti seguo sempre agli allenamenti, sei fortissimo! Sai, anche io gioco a basket…anche se non sono un granché…
Buona fortuna per la prossima partita, ricorda che io faccio il tifo per te!
Con affetto.
Akiko.”

Miyagi arrossì e scartò il pacchetto. Un asciugamano azzurro con ricamate le sue iniziali.
[Che gesto carino…anche lei lo deve essere, per forza! Beh,sicuramente è molto dolce…accidenti, perché non ti sei fatta vedere!? Mh…però ora so che gioca nella squadra di basket e che si chiama Akiko…lo dicevo io che era una coincidenza che il suo nome iniziasse per “A” e che avesse cinque lettere! Mi guarda sempre durante gli allenamenti…ci presterò attenzione…a proposito: devo andare a prepararmi! Me ne stavo dimenticando…Ayakochan, cara…hihihi…] sorrise delirante e rosso in volto [Tra poco ti rivedrò…ah, come sei bella…coi pantaloncini attillati…e la maglietta…le sue…] gli colò della bava dalla bocca mentre rideva come un ebete. Poi si riprese e scosse la testa [No, no, no! Non è il momento di abbandonarsi a simili pensieri! Devo andare!]
Con l’asciugamano sul braccio e la lettera in tasca, corse in palestra.
[Akikochan, ti beccherò, vedrai!]

Act.2-Non ti vedo!

[Dannazione! E tutte ‘ste ragazze!? Bah, tutte fans di Rukawa…] pensò Miyagi mentre correva guardando con la coda dell’occhio le fans di Rukawa agitarsi sulla porta mentre lo adoravano vedendolo correre in possesso di palla. Ryota riuscì a rubargliela, con una finta straordinaria e corse subito verso il canestro. Sentì provenire dalla folla fischi e insulti.
-Buuuu!!! Nanerottolo!-
-Ridai la palla a Rukawa!!-
-Sceeeemo!!!-
[Stupide ragazzine…statevene zitte! Oche!] pensò lanciando loro uno sguardo omicida. Quando d’un tratto sentì un urlo soffocato dalle voci stridule delle oche che gli urlavano contro.
-Forza, senpai Miyagi!-
[Akikochan! È lei, è lei, ne sono sicuro! Maledizione, non posso vederla…]
-A me, a me, Ryochan!!!- gli urlò Hanamichi.
[E va bene, Hanamichi…ti ringrazierò se riuscirò a vederla…]
Ryota gli passò la palla e subito si voltò verso la porta.
-Senpai Miyagi!- urlò di nuovo quella voce. Ma nessuna delle ragazze in prima fila aveva pronunciato il suo nome.
-Rukawa!! Rukawa!! Rukawa!!- il playmaker s’accorse che Hanamichi s’era fatto rubare la palla da Rukawa e non poté più star li fermo a cercare Akiko, quindi corse verso il suo “avversario” cercando di riconquistare la palla.

Finiti gli allenamenti Ryota tornò negli spogliatoi e s’asciugò il sudore con quel bell’asciugamano, con ricamate in giallo le sue iniziali, prima di fare la doccia e tornare a casa.
Pensò ancora molto a quella faccenda, ma infine realizzò che scervellarsi era inutile.
Il giorno seguente si recò a scuola come ogni mattina, ma quel giorno non aveva gli allenamenti. La palestra era occupata dalla squadra di basket femminile.
[Una buona occasione! Così finalmente potrò vederla!]
Entrò a scuola tutto felice, ma quando aprì il suo armadietto trovò un altro biglietto e non fu più così felice.

“Buongiorno senpai Miyagi!
Senti, nella lettera di ieri ti ho detto che gioco a basket…ma per favore, non venire a cercarmi durante gli allenamenti, e nemmeno a vedermi. Ti chiedo solo questo favore…è meglio per tutti e due…spero che ieri tu mi abbia sentita quando ti ho incoraggiato. Già, ma com’è possibile!? Con tutte quelle lì che urlavano…ah! Ma non so nemmeno se ti fa piacere ricevere tutte queste lettere da me, anche perché non mi hai mai vista…beh, se non ti va dimmelo subito…scusami se ti assillo in questo modo…
Con affetto.
Akiko.”

Poco più sotto vi era uno strano disegno. Due file di quadrati da cinque. Sul primo della fila in alto vi era una “x” e lo stesso sull’ultimo della fila in basso.
[Che significa questo? E poi come faccio a farle sapere se non so manco in che classe è? E perché non vuole che la veda agli allenamenti? Forse non è molto brava…ma…ah, che casino! Uffa! Voglio sapere chi è!]
-Ehi, Ryochan!-
Miyagi si voltò e si trovò faccia a faccia con Hanamichi. Nascose in fretta la lettera dietro la schiena.
-Che hai lì?- gli chiese il rossino.
-Eh…n…niente…-
[Accidenti proprio ’sto idiota doveva capitarmi ora?]
-Eddai, Ryochan! Tanto ormai siamo in confidenza…lettera d’amore, eh? Sei tutto arrossito…non pensavo che anche uno sfigato come te potesse riceverne…chi è? Chi è? Magari la conosco!-
-Perché tu ne ricevi? Forse puoi darmi una mano…sei stato scaricato da talmente tante ragazze…-
-Ignoro ciò che hai detto solo perché sono curioso…- gli disse Hanamichi avvicinandosi con sguardo truce.
--_--
-Allora, chi è?- gli chiese tornando subito sorridente.
-Si chiama Akiko…-
-Del terzo anno?-
-Dovrebbe essere in prima…-
-No, mi spiace non conosco nessuna con quel nome! Ehi, avete un appuntamento?-
-Fatti gli affari tuoi!-
-E Ayako? Dove la lasci?-
Al sentire quel nome Ryota si fece cupo e serio.
-N…non…non m’importa!- riuscì a dire.
[L’ho detto, l’ho detto…l’ho…l’ho scaricata!? A…Ayak…Akiko…cosa…cosa mi prende!?]
-Ehi, ti senti bene, amico?- gli chiese Hanamichi.
-Sì, tutto bene…scusami…- gli rispose Ryota allontanandosi.
Anche in classe Ryota non fece che pensare alle parole che erano appena uscite dalla sua bocca, ma fu presto distratto dallo strano disegno ed a un probabile significato. Lo riprodusse più volte sul banco e sui libri, tentando di capire, ma fu tutto inutile.
[Quelle due “x”…quei quadrati…uhm…forse non devo pensare alle forme, ma cercare di avere più fantasia…qualcosa di quadrato…di quadrato…ah!]
-Ma certo!! Gli armadietti!!!- esclamò alzandosi in piedi. Tutti lo guardarono stupiti compreso il professore che gli consigliò di farsi un giro. Lui non se lo fece ripetere e si recò agli armadietti. Seguendo il disegno riuscì a capire qual è l’armadietto della ragazza.
“Akiko Amano, seconda sezione del primo anno”
[Come pensavo! È del primo anno!]

Act.3-Grazie…
Ryota attese il suono della campana che segnava la pausa pranzo, aspettò l’arrivo di alcuni studenti ed aprì il proprio armadietto per infilarsi le scarpe. Sbirciava con la coda dell’occhio per vedere la ragazza che si sarebbe avvicinata all’armadietto di Akiko Amano. Fu una delle prime ad arrivare. Ryota capì subito che si trattava di lei ancor prima che si avvicinasse all’armadietto. Era di corsa e pareva ansiosa di sapere qualcosa.
[Woooow…che carina!!] pensò Ryota arrossendo mentre la guardava senza farsi notare. Lei aveva i capelli molto lunghi, quasi rossicci, raccolti in una coda, gli occhi grandi, il viso dai tratti fini, era alta circa come lui, aveva delle belle gambe e il seno ben sviluppato.
[Un vero…un vero schianto…] pensò il ragazzo, che sicuramente di belle ragazze se ne intendeva. Come aveva fatto a non accorgersi prima che una così bella ragazza aveva l’armadietto quasi accanto al suo?
La vide chiudere gli occhi speranzosa ed aprì lo sportello. Aprì di scatto anche gli occhi, ma poi fece un’espressione delusa, prese le scarpe e se le cambiò.
-Akiko…Akiko Amano?- lei si voltò di scatto e non appena vide Miyagi arrossì violentemente.
-S…sì…- balbettò sorridendo.
-Ti ringrazio per l’asciugamano! È molto carino…- le disse Ryota, anche lui un po’ imbarazzato.
-Ah…n…non c’è di che…ecco…senpai…io…ti va…ti va…di pranzare insieme?-
-Certo!- le sorrise lui.
Uscirono in cortile e si sedettero sotto un albero.
-Vorresti il bento? Ne ho uno in più…- gli chiese.
-Ah! Ti ringrazio!- finirono in fretta il loro pranzo, poi Ryota si stese sul prato e lei rimase seduta con la schiena appoggiata al tronco dell’albero.
-Senpai…mi spiace…se ti ho assillato così…-
-Macché! Non mi hai dato alcun fastidio! Anzi…-
Calò il silenzio, poi d’improvviso entrambi cercarono di parlare insieme.
-Senti…-
-Ma…-
-Ah, dimmi prima tu!- gli disse Akiko.
-Perché non vuoi che venga a vedere gli allenamenti?- le chiese con lo sguardo rivolto al cielo.
-Ah…ecco…lascia stare…- s’intristì lei.
-D’accordo…scusami.-
-Di nulla…- disse ancora un po’ triste.
-Ora dimmi tu.-
-N…no, no, non era importante…-
-Dai…ora lo voglio sapere!-
-Senti…senpai…ce…ce l’hai la ragazza?-
-Magari…- sospirò Ryota. Per un attimo il suo pensiero era volato ad Ayako, ma subito la sua forte volontà l’aveva respinta.
-Perché…perché…tu…tu mi piaci molto, senpai Miyagi!!- disse d’un fiato tutta rossa sulle guance.
Anche il ragazzo arrossì e la guardò.
-Tutti…tutti dicono che sei un teppista…che sei pericoloso…hanno paura di te…ma a me non fai alcuna paura…anzi, mi piaci tanto! E poi…secondo me…sei il playmaker più bravo di tutta la prefettura di Kanagawa!-
Miyagi la guardò un attimo imbarazzato, poi tirandosi su a sedere rise, la baciò con naturalezza, anche se con un po’ di rossore in viso, sulla guancia e le disse all’orecchio:
-Grazie…- prima di andarsene. Akiko rimase lì seduta tutta rossa e intontita. Si posò una mano sulla guancia, dove Ryota aveva appena posato le sue labbra. Sorrise.
-Grazie a te, senpai…grazie infinite…- sorrise felicissima. Poi s’alzò, si pulì la gonna sbattendola con le mani e rientrò anche lei a scuola.

 
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