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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: GLI ANGELI CUSTODI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: betta-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/01/2005 22:00:19 (ultimo inserimento: 29/01/05)

takao e kai sono lontani da quattro anni, riusciranno ad incontrarsi di nuovo? e` la mia prima fanfic, abbiate pietà!
 
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CAPITOLO UNO
- Capitolo 1° -

Betta-chan: ^/////^... ^/////^... ^/////^...
Kai: Insomma la vuoi smettere? Piantala di arrossire e presentati.
Betta-chan: T__T
Kai: E adesso cosa fai? Non fare così... Dai non piangere... Al massimo ti diranno che sei proprio negata.
Betta.chan: Cattivo!
Kai: Hai visto che sono riuscito a farti parlare, si chiama terapia d'urto ^____^
Betta-chan: ^_^' .... Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfic in assoluto, siate clementi ^/////^
Kai: Eccola che ricomincia, non c'è proprio speranza...


- CAPITOLO UNO -


Tornando a casa dall'università passava sempre attraverso il parco e se non era troppo tardi si fermava a leggere o a dare da mangiare alle papere del laghetto. A volte stava semplicemente seduta, su una panchina o sull'erba, ad osservare le persone che passavano e a perdersi nei suoi pensieri. Quel giorno non faceva eccezione. Aveva avuto lezione soltanto la mattina e così le rimaneva tutto il pomeriggio libero. Invece di rinchiudersi nella triste biblioteca decise di andare a studiare sulla soffice erba del prato quindi passò a casa, prese una coperta, i libri che le servivano, qualcosa da mangiare e si diresse verso la macchia verde al centro della città.
Aveva appena cominciato a leggere quando fu disturbata da qualcosa . Da un cespuglio proveniva un riflesso abbagliante che la infastidiva. Avrebbe potuto semplicemente cambiare posizione ma era curiosa di scoprire di cosa si trattasse così si alzò e si diresse verso il cespuglio. Tra i rami c'era qualcosa che colpito dal sole emetteva quel raggio di luce, un bey. Hikari lo fissò stupita. Cosa diavolo ci faceva un bey in Irlanda? Il beyblade era uno sport di fama internazionale ma la verde isoletta era rimasta insensibile al suo fascino. Chissà a chi apparteneva. La risposta non tardò ad arrivare perché quando lo prese in mano riconobbe immediatamente il simbolo dell'Aquila Rossa. Non poteva credere ai suoi occhi, stava stringendo tra le mani il bey di Kai Hiwatari.
Notò che l'erba in quel punto era schiacciata quindi qualcuno ci si doveva essere sdraiato da poco. Forse Kai si era fermato lì e rialzandosi il bey gli era scivolato dalla tasca. Fece più volte il giro del parco per cercare di trovarlo ma invano. Ormai si stava facendo tardi, sarebbe ritornata il giorno dopo nella speranza di incontrare il blader e restituirgli Dranzer.
Dopo cena fece un po' di zapping in tv ma visto che non c'era niente di interessante decise di andare a dormire, si sarebbe alzata presto per andare a cercare Kai. Mise Drenzer sul comodino, si infilò a letto e spense la luce. Era stanca ma non riusciva a prendere sonno, continuava a fissare il bey e a pensare. Quel piccolo oggetto le ricordava casa sua. Mancava dal Giappone già da tre anni. Dopo le scuole superiori aveva vinto una borsa di studio per l'università di Dublino ed era partita senza esitazione in fondo si trattava solo di quattro anni. Non era mai stata una grande appassionata di beyblade ma quando tutti i tuoi compagni di classe ne parlano alla fine è impossibile rimanere del tutto indifferenti. La sua migliore amica poi praticava quello sport e aveva perfino fondato un fan club sui Beyblade Breakers. Ora era iscritta alla facoltà di giornalismo ed era caporedattrice della sezione sportiva del quotidiano dell'università. Rise fra sé e sé pensando alla faccia che avrebbe fatto se avesse saputo quel che le era successo e si ripromise di raccontarle tutto. Non ancora però. Se le avesse detto che aveva trovato il bey di Kai sarebbe stata capace di precipitarsi sul primo aereo per l'Irlanda. Sì, perché dopo la vittoria contro la BEGA il russo era scomparso nel nulla. Già, la sfida contro l'associazione di Vorkof. Anche lei, trascinata dall'amica, aveva assistito agli incontri. La determinazione di quel ragazzino pronto a sacrificare la vita per difendere i propri ideali l'aveva colpita. Avevano la stessa età, 21 anni. Avevano anche frequentato la stessa scuola per un periodo ma non erano finiti in classe assieme. Più di una volta però lo aveva incrociato nei corridoi. Probabilmente lui non l'aveva mai notata, era sempre immerso nei suoi pensieri. Chissà cosa lo aveva spinto ad abbandonare i compagni. Tutti lo dipingevano come un ragazzo solitario e scontroso ma quel giorno allo stadio nei suoi occhi lei aveva notato una nuova luce. Questi ed altri pensieri non le davano pace. Quando finalmente riuscì ad addormentarsi stava già spuntando il sole.

 
Continua nel capitolo:


 
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