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Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Nirvana
Titolo Fanfic: 11YEARS
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: bloodymary79 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/01/2005 21:53:26

volevo pubblicarla per l`anniversario ma visto che sarò in fuori italia lo pubblico con un po` di anticipo! per tutti i fan dei nirvana....
 
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- Capitolo 1° -


Un omaggio al re del grunge, all'angelo caduto, al mitico e mai dimenticato Kurt Cobain!



>> If you wouldn't like I'd like to breath << (Blew)

>> I'd rather be dead than cold << (stay away)

>> The finest day I've had is when I learnt to cry on command << (On a plain)

>> I'm not like them but I can pretend the sun is gone but I have a light the day is done but I'm having fun I think I'm dumb or maybe just happy << (Dumb)




Mi ricordo come fosse oggi quando, tornando a casa da scuola, avevo acceso la radio come facevo sempre, apprendendo così la notizia che aveva sconvolto il mondo del rock: Kurt Cobain era stato trovato senza vita nella serra di casa sua a Seattle. Era l'otto aprile 1994 e si era sparato in bocca tre giorni prima con un fucile calibro 20. Kurt aveva premuto il grilletto e si era portato dietro l'intero mondo "grunge", nato e morto con lui visto che da quel momento la scena musicale di Seattle e i gruppi che ne facevano parte non sarebbero più stati gli stessi, e aveva dato inizio al suo mito.
Non che questo fosse il suo obiettivo, già quando "Smells like teen spirtits" aveva reso famosi i Nirvana in tutto il mondo portandoli in cima alle classifiche, Kurt non pensava che sarebbe diventato l'idolo di tutta una generazione: quando arrancava sul palco sembrava più incline alla parte del buffone che a quella dell'eroe. L'unica cosa certa è che i Nirvana chiusero la fine di un'epoca del rock per aprirne una nuova, segnando il passaggio fra gli anni 80 e 90. Fu proprio questa canzone, quest'inno dalle parole incomprensibili che rappresenta un'affermazione abbastanza esplicita dell'impossibilità di essere soddisfatti, ad essere un nuovo grido collettivo.
Kurt non voleva essere il portavoce di una generazione, ma la gente aveva ascoltato le sue canzoni ed aveva recepito il grido di disperazione che trapelava dalla sua musica, percepibile anche da chi, come me che nel 91 avevo appena 12 anni, non capiva i testi. Aveva saputo esprimere sentimenti e paure collettive, portando a galla i drammi del nostro tempo, forse perché molti li aveva vissuti sulla sua pelle: una famiglia dilaniata da un divorzio, l'abbandono e la solitudine, la droga, la confusione sulla propria identità sessuale e le violenze subite nei vicoli di Aberdeen, sua città d'origine, quando era un ragazzino, tanto per citarne alcuni.
Forse quello del cinque aprile è stato un grido estremo, più violento di quello lanciato da una qualsiasi delle canzoni dei Nirvana: soffriva e non trovava altra via d'uscita. A 27 anni ha deciso di scomparire, di annullarsi, convinto che il mondo sarebbe stato migliore senza di lui. Spiegare questo gesto con poche parole è però riduttivo, non è possibile sapere cosa gli stesse passando per la testa mentre si sistemava il fucile fra le ginocchia. Solo la lettera che è stata trovata al suo fianco può forse darci qualche indizio. Possiamo leggere nelle sue righe l'autocommiserazione ("non provo più nulla da troppo tempo ormai"), l'incapacità di affrontare la vita ("ho perso la gioia di vivere"), perfino la musica non gli dava più nulla ("mi sembra di timbrare un cartellino prima di salire sul palco"). Era stanco di essere considerato una macchina per fare soldi, e lo dimostrò ampliamente quando, all'inizio di un concerto, esordì con un grido prima di iniziare Teen spirits: "Questa canzone la devo suonare per contratto ma questa canzone ha rovinato Seattle, la mia vita e anche la vostra!". Non sapeva che dopo la sua morte la sua immagine sarebbe diventata la mano di re Mida per chiunque volesse guadagnare nello show business, e non solo: basti pensare alle foto dei necrologi che in qualche modo arrivarono in mano ai giornali, pubblicando le terribili immagini del ritrovamento del suo corpo in tutto il mondo.
Ora è questo che succede, la sua morte è la prima cosa che si viene a sapere della sua vita, mettendo in secondo piano tutto il resto. Ma a me piace ricordare Kurt Cobain non negli ultimi giorni, ma nella grandezza delle sue canzoni, nella rabbia e nel dolore dei suoi testi e della sua voce. Mi piace pensare che si sia guadagnato una fetta di eternità non per il suo ultimo, tragico gesto, ma per tutto quello che ha fatto quando era in vita.. e sentirlo ancora vivo nella sua musica.
Spero di aver fatto piacere a tutti i fun dei nirvana e del mitico Kurt.... Un abrazo

 
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