- Capitolo 1° -
Gyh: Inizio subito a scrivere questa perché altrimenti giuro che piango, ho appena finito di scrivere “So che tornerai – Alleluja” e non posso… non posso sopportare… BWAAAAAHH!!!
Ru: E SCRIVI, MALEDIZIONE!!!
Hana: e soprattutto ascolta qualcosa di allegro!
Gyh: noo, perché??? ;__;
Aki: sorella di hentaiaggine, basta piangere… e adesso… LEMON!!!
Gyh: ma come lemon!!! Non ci sta per niente!! >__<
Ru: “S.C.T – Alleluja” era poco più che platonica e in “S.C.T”… mi hai fatto fare… brrrr… col porcospino! Ma ti pare?!
Akira: così mi offendi… ç__ç
Hana: ehm… scrivere??
Gyh: ok…
Hana: MA CAMBIA CANZONE, PER DIO!!!
POV Hana
Sono felice.
Sono stato male, lo so. Ho perso due settimane e quattro giorni della mia vita, ero in coma. Sono stato investito da una macchina. Non me lo ricordo affatto. Ma ad un certo punto tutto è diventato buio e poi io ero lì.
Sdraiato in un letto d’ospedale. E davanti a me c’era Akira che piangeva. Beh, questo non mi sorprende. Akira è una persona forte, ma molto emotiva e quella non era la prima volta che lo vedevo piangere. Solo che… poco distante c’era anche Kaede. E anche lui piangeva. E mi ha guardato con quegli occhi profondi e mi ha sorriso leggermente, prima di alzarsi. Poi non l’ho più visto e ho sentito la voce di Akira che gli diceva di aspettare e la porta che si apriva e si richiudeva. Era uscito. Ma perché era qui? Perché piangeva? L’ho lasciato per Akira più di un anno fa. Pensavo che mi avesse dimenticato… pensavo che non mi amasse anche prima di lasciarlo, ad essere sincero… pensavo che a me lui fosse semplicemente affezionato come potesse esserlo stato ad un gatto o ad un cane. Ma quando l’ho visto piangere… qualcosa si è riscaldato, dentro di me.
Mi sono sentito terribilmente in colpa nei confronti di Akira, ma non abbiamo potuto parlare sul serio per giorni. Poi mi hanno dimesso e sono tornato a casa.
E sono passati due giorni. A baciarci, a sussurrarci parole dolci, a fare l’amore disperatamente e ancora una volta l’ho consolato. Era disperato. Eravamo sul divano a baciarci dolcemente e ad un certo punto lui si è staccato da me, accarezzandomi una guancia e mi ha fissato, con gli occhi lucidi.
- Dio… ho temuto di averti perso… - ha mormorato, con la voce spezzata.
E di nuovo le lacrime hanno percorso le sue guance.
L’ho fatto sdraiare e gli ho fatto appoggiare la testa sulle mie gambe. E l’ho consolato fino a che non è stato meglio.
E lui ha alzato il viso e si è rimesso a sedere e mi ha guardato con gli occhi pieni di senso di colpa.
Non sono poi così idiota. Ho capito subito che era successo qualcosa.
- Cos’è successo…? – gli ho chiesto, in un sussurro lieve.
- Ho fatto l’amore con Rukawa.
Diretto. Una stilettata al cuore. Ma non ero arrabbiato. Come avrei potuto?
E poi Akira mi ha raccontato tutto, per filo e per segno, di come si era sentito, di Rukawa, di quanto si era sentito geloso quando l’ha visto entrare nella nostra stanza d’ospedale, ma non è riuscito a dirgli niente di brutto perché ha visto che era davvero disperato… e ha detto anche che… che…
- Rukawa non ha mai smesso di amarti… era così disperato e… Kami… lo ero anch’io…
E mi ha spiegato che quello che avevano fatto era l’unico modo di salvarsi… che c’era dell’amore, ma era totalmente rivolto a me, che a legarli c’era solo un vago affetto, gratitudine, non amore, non quello… ma che l’uno senza l’altro non sarebbero neanche rimasti in vita…
Kami… cosa potevo fare?
- Akira, io ti amo… - gli ho detto – ma ho bisogno di riflettere.
Lui si è rabbuiato, ma non ha protestato.
- E’ per Rukawa?
- Anche. – gli ho risposto.
Sincerità per sincerità.
- Vado da Yohei per qualche giorno… - gli ho detto.
Il giorno dopo sono andato da Yohei.
Ci sono rimasto per qualche giorno, fino a che Akira non mi ha telefonato e mi ha proposto una vacanza in una baita innevata. Stavo per rifiutare, per dirgli che ero ancora troppo confuso, quando lui mi ha detto che ci sarebbe stato anche Rukawa, che era una cosa per rilassarsi tutti insieme e per aiutarmi a decidere.
Allora, anche se titubante, ho accettato.
Amo Kaede, amo Akira.
Kaede mi ama, Akira mi ama.
Siamo partiti due giorni dopo la telefonata, in stazione.
E Kaede e Akira non litigavano né si lanciavano occhiate truci e minacciose come temevo… anzi! Chiacchieravano come buoni amici… ma la cosa che più mi ha riscaldato il cuore è stato…
Il loro sguardo su di me.
Mi amano.
È amore, così vero e profondo che rischia di bruciarmi e sciogliermi e so che può farlo, ma mi riscalda soltanto.
Mi mancavano gli occhi di Kaede, la sua voce.
Per due giorni abbiamo dormito nella baita in tre stanze separate, abbiamo giocato, fatto pupazzi di neve, bevuto cioccolata calda – mi è venuto da piangere, quando Kaede l’ha fatta densa e zuccherata quanto piace a me, porgendomi anche i miei biscotti preferiti – e… dio, io non potevo decidere. Non potevo.
L’ho detto loro quando eravamo seduti davanti al fuoco, tranquillamente, a chiacchierare.
- Kami… - ho sospirato – non so che fare…
- In che senso? – mi ha chiesto Akira, avvicinandosi preoccupato.
- Io vi amo tutti e due, così tanto da star male… non posso scegliere… non ancora… non…
Ma poi Kaede mi ha interrotto. Con un “Do’aho”, è vero, ma detto con tono così dolce che mi sembrava una carezza. E ho alzato gli occhi su di lui e l’ho trovato con un sorriso così… pieno di amore…
- Non c’è bisogno di decidere… se vuoi puoi anche avere entrambi. – mi ha detto, dolcemente, passandomi una mano tra i capelli.
- Cosa? – ho chiesto.
Voglio dire, sono uno più geloso dell’altro!
- Io e Kaede ne abbiamo parlato, tempo fa… ti amiamo entrambi. E se tu ami noi… beh, perché non provare, almeno? – ha aggiunto Akira.
Altro che “vacanza per rilassarci e aiutarmi a decidere”! quei due avevano già progettato tutto!
- Non lo so… non è giusto nei vostri confronti… - ho obiettato.
- Ma se siamo noi a chiedertelo! – ha sbuffato il mio volpino.
- Vedi, quando tu eri… in ospedale… io non ero geloso di Kaede. E non lo sono neanche adesso. E lo stesso vale per lui. Pensaci bene. Se tu decidi di stare solo con uno di noi, l’altro soffrirà e soffrirai anche tu. Questa è la soluzione migliore, per essere felici tutti. – ha spiegato Akira.
Kaede ha annuito.
E ho capito perché abbiamo affittato una baita da soli, visto che abbiamo fatto l’amore davanti al camino!
Erano anni che non mi sentivo così completo… così bene, così incredibilmente felice…
Entrambi sono stati così dolci che mi sono messo a piangere!
E Kaede è così tenero e pieno di premure e attenzione nei miei confronti che stento a riconoscerlo…
Sono felice.
Lo sono davvero.
Sono sette mesi che stiamo insieme, oggi e adesso Akira e Kaede sono fuori a prendermi un regalo. Mi dovrò mica preoccupare?? Sorrido, scotendo la testa. Effettivamente sono un po’ hentai, ma…
Sento la porta di casa nostra che si apre e si chiude.
Sono tornati da me.
Gyh: ok, ok, non ho scritto la lemon… ma non ci sta per niente! Prometto che scrivo una side-story PWP che più hentai non si può, va bene???
Ru e Aki: è__é grrrr
Hana: --\\\\-- hentai…
Gyh: dedicata a tutti quelli che leggono e a quelle che mi hanno chiesto di continuare questa serie! All’inizio pensavo di fare un unico capitolo lasciando tutto in sospeso, Hana in ospedale eccetera. Poi mi hanno chiesto di continuare e io ho detto che ci avrei provato, ma non mi veniva l’ispirazione. Poi… poi… ero alla fermata dell’autobus col mio lettore cd ad ascoltare Alleluja ed ecco la seconda parte. E subito dopo ho scritto questa, perché, povero Ru, stavo per mettermi a piangere sul serio! Miao miao!
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