NOTTE - Capitolo 1° -
Passi, tanti passi, spessi e incalzanti, bussano alla porta, entrano degli uomini: hanno il volto della notte. Perché li hai fatti entrare? Ti parlano, mi portano via dal mio letto. Chi sono questi uomini? Perché mi trascinano via? Perché stai li ferma, a testa bassa? Soldi!?! Chi te li da dati? Sono stati loro. Mamma, sono tua figlia, corri a riprendermi. Cosa sono tutti questi macchinari che ho addosso? E questi fili? Mamma, mi fanno male, portami via. Non odiarmi. Sono tua figlia, sono come te. Non aver paura di me. Mamma, NON ABBANDONARMI MAMMAAAAAA!!!!!
Un filo di voce: <<Solo un sogno>>.
Apre gli occhi la bambina, fissa le pronfondità del buio della stanza.
Vuoto.
-Credo che la settimana scorsa fossi a casa mia, lontana migliaia di miglia da qui: questo postomi ha fatto perdere la cognizione del tempo. Non so perché ma non ricordo nemmeno il colore del prato sotto casa, o del celo che vedevo sumpre dalla mia finestra.-
Tanta voglia di ricordare, ricordo che vorrebbe inseguire ricordo, ma tutto oramai e fin troppo annebbiato, sfuma senza lasciare alcun minimo alone.
Nulla.
E poi domande, ancora domande: senza risposta.
-I miei poteri, perché li ho? Il destino ha voluto donarmeli, ma perché proprio io, io che sono normale, come tutti, che sono così piccola e insignificante?… Ma soprattutto, perché la mamma mi ha fatto tutto questo? Quei soldi… Mamma mi odia, ma sono sua figlia, io le voglio bene. Dopo quel giorno, maledetto, quando le mostrai quel che riuscivo a fare, si allontanò da me, mi guardava sempre tutta tremante. Perché ha paura di me? Che le ho fatto? Sono tua figlia, come puoi mai comportarti così? PERCHÉ MI HAI VENDUTA!?!-
Singhiozzi e pugni e lacrime sul cuscino tutto maltrattato. La bambina, se stessa e la grande consapevolezza dei suoi poteri tra quelle pareti senza finestre ricolme dell’oscuro nero del suo nuovo mondo.
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