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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Captain Tsubasa (Holly e Benji)
Titolo Fanfic: SEGRETI DI UN PADRE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: koji-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/01/2005 03:38:02

e se il padre di benjamin price nascondesse qualcosa? e se mark, di questo, ne fosse a conoscienza? spero che la mia seconda fanfic vi piaccia
 
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UNA FRASE DI TROPPO
- Capitolo 1° -

Persino Mellow se lo chiedeva sempre.Ma a parte la rivalità nel calcio, cosa poteva far innervosire a tal punto Mark Lenders nei confronti di Price? Il fatto che forse Benjy si credeva bravo ed imbattibile? Il fatto che fosse un bulletto figlio di papà? Il fatto che Ed fosse secondo per causa sua?
Danny non lo credeva possibile. Mark ne aveva incontrati di sbruffoni nella sua vita, ma non li aveva mai presi tanto sul serio. Inoltre nel suo quartiere, poteva essere considerato un boss della mafia. Nessuno osava avvicinarsi a lui per fargli un torto. Avevano troppa paura di finire in coma per uno dei suoi pugni.
Ma allora perché? Perché Mark non perdeva occasione per sbeffeggiarlo o tentare di renderlo ridicolo?

-“Sta zitto Price, se non vuoi assaggiare uno dei miei pugni!” – Mark era troppo nervoso. Lo avrebbe spedito all’inferno.

-“Fatti avanti, Lenders, ma non credo che ti piacerà il mio!”. Clifford stava mantenendo il n° 9 della nazionale, mentre Philip e Bruce trattenevano Price. – “Ragazzi, calmatevi!”.

-“Non riusciresti a segnarmi un goal neanche da un metro di distanza! – incalzò Benjy. – “torna a vendere giornali, morto di fame!”.

Mark si fermò improvvisamente. Come si permetteva quel figlio di papà a chiamarlo così!

Benjy continuò ad insultarlo, ma nel farlo cadde sugli insulti pesanti: -“Se tuo padre è un fallito non è colpa di nessuno!”.

No, non poteva! Se lui sapesse la verità. Suo padre! Il suo ricordo ed i problemi passati insieme alla madre ed ai fratellini, lo fecero star male. Non poteva sentire quell’insulto. Si liberò dalla presa di Clifford Huma e corse via, nei bagni, dove silenziosamente, iniziò a piangere lacrime amare.

Ed tentò di bloccare l’amico: -“Mark? Dove vai? Aspetta! Ignoralo, Mark!”.

Ma Lenders non lo ascoltava. Era troppo per lui. Aveva sopportato tanto. Troppo!

-“Razza di deficiente!” – gridò Ed al suo rivale – “suo padre è morto! Che cavolo avresti fatto se fosse successo a te?”.

-“Primo. Non lo sapevo. Secondo. Non rompere pure tu, adesso!”

-“Benjy!” – intervenne Holly –“hai esagerato! Vai immediatamente a chiedergli scusa!”.

Benjy non aveva alcuna intezione di chiedere scusa a Lenders. In fondo non lo sapeva. Era un errore perdonabile! O forse no? Iniziava a sentirsi in colpa. Non aveva mai visto Mark con quella espressione triste.
Intanto Lenders era tornato in albergo. Non si sentiva per niente bene, aveva un forte mal di testa. Forse aveva pianto troppo, non per la frase di Price in sé per sé, ma per la sua infanzia che in realtà non c’era mai stata. E tutto per colpa di quell’uomo! Lenders afferrò la fotografia che aveva sempre con sé: lui e la sua famiglia. Sorridevano felici, tutti, a parte lui. Già! Mark in quella foto aveva uno sguardo triste. Fu sommerso dai brutti ricordi, quelli di un’infanzia portata via dalla cattiveria umana. Fosse stata la semplice morte di Jonathan Lenders a dargli problemi…!
Mentre ricordava sentì qualcuno bussare alla porta. Erano Ed e Danny, i suoi due amici di sempre, quelli che non lo tradivano mai. Mark li fece entrare e loro si sedettero sul letto affianco a quello dove stava seduto il ragazzo, con la foto ancora in mano.
Il primo a parlare fu Danny:

-“Mark, Benjy ha sbagliato e si è reso conto dell’errore. Lo so che per te è stato un duro colpo, ma non ci pensare più, vedrai che passerà tutto!”.

“E come può passare tutto?” si chiese Mark “Oh ragazzi! Vi potessi dire la verità, mi potessi sfogare un po’ con voi! Forse mi sentirei meglio. I vostri consigli mi hanno SEMPRE fatto stare meglio!”.

-“Mark, tutto ok?” – chiese Ed un po’ preoccupato.

Mark accennò un sorriso: -“Si, Ed. Ora va meglio.” – ripose la foto – “Andiamo!”

Ed e Danny sorrisero. Sapevano che il loro amico stava ancora soffrendo, ma sapevano anche che si sarebbe ripreso. Si allontanarono insieme dall’albergo, diretti al campetto per gli allenamenti, cercando di non parlare di ciò che era successo.
Nello stesso momento, all’aeroporto, atterrava l’aereo in cui viaggiava il signor Price. Si era ripromesso di vedere come se la cavava suo figlio a giocare a calcio, dato che era in visita proprio nel paese dove si sarebbe svolto il mondiale giovanile. Era lì per lavoro, s’intende, ma aveva ancora un bel po’ di tempo libero. Si, avrebbe potuto finalmente ammirare il suo adorato figliolo.

FINE PRIMO CAPITOLO

 
Continua nel capitolo:


 
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