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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: DESTINY`S DAY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: asuka--mikako galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/08/2002 18:26:44 (ultimo inserimento: 21/08/02)

vediamo... c`è meiko, poi c`è mitchi e anche kogure e tutto lo shohoku!!! non è una yaoi, nè? bè è il nostro primo esperimento narrativo... leggetela!
 
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CAMBIO CASA
- Capitolo 1° -

Asuchan+Mikachan: Salve a tutti!!!!!! Ebbene dopo averne lette a bizzeffe abbiamo deciso (Hei, io ho deciso e tu hai offerto solo collaborazione! NdAsu Si, vabè, ma non è così importante, dai Asu non farmi fare figure! C’è chi mi conosce! NdMika Allora nessun problema, sapranno già come sei! NdAsu ^^ Senti chi parla… >_< NdMika o__O’ NdAsu) di scrivere una fiction su SLAM DUNK!!
Mikachan: io direi che è meglio se diciamo il mitico slam dunk!
Asuchan: no, aspetta il leggendario gli conferisce un’aria più importante…
Mikachan: si, il LEGGENDARIO SLAM DUNK!!!!!! ^__^ /excited/
Asuchan+Mikachan: bene, si diceva che abbiamo scritto un fic sul leggendario slam dunk, e se avrete la curiosità, la voglia, il coraggio, la buona educazione, la pietà verso le autrici per arrivare alla fine vogliamo assolutamente avere dei commenti! Imperativo categorico: SCRIVETE!!!!!
Mikachan: nel caso non piacesse non scordatevi che l’autrice principale qui è Asuchan, se invece la trovate gradevole (Non oso sperare in qualcosa di più) potete fare i complimenti a me!
Asuchan: T_____T bella collega! E poi una crede di poter sempre contare sulle amiche!!! Buaaaaaaaaaaaaa!!!!! /Asu cries/
Mikachan: no su Asu.. scherzavo! Dai… oddio!!!!! La odio quando fa così!!!!!!
Asuchan: Aribuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!! T_____T /Asu more desperate/
Mikachan: ok, via con la fic!!!!!

Oh, un’ultima cosa… purtroppo i personaggi contenuti qui dentro, ad eccezione di qualcuno, non sono nostri ma del grande Takehiko Inoue, o Takechan che dir si voglia… ^_________^
Mikachan: ah, Asuchan, magari fossero nostri, ma te lo immagini: POSSEDERE MITSUI!!!!!!! –aria perversa-
Asuchan -__-‘’’: tu sei davvero irrecuperabile… mi chiedo come sia possibile che riesco a sopportarti tutti i giorni… però RYOCHAN!!!! ^^’’’





DESTINY'S DAY
By Asuka&Mikako



CAP I: Cambio casa!

Meiko camminava con passo sicuro per la strada affollata, la camminata era ritmata dal tacchettio delle scarpe, stampato in viso un sorriso soddisfatto e gioiosi i grandi occhi verdi.
L’aria fresca di marzo le muoveva delicatamente i capelli rossi, scostati dal viso e tenuti in dietro da un bel paio di occhiali scuri, e le faceva svolazzare la gonna del vestitino rosso Prada, regalo di papà da Milano, mentre le borse degli acquisti appena fatti si alternavano al passo della gamba.
Sorrideva felice del pomeriggio appena trascorso in giro per i negozi del centro e appagata dagli sguardi carichi d’approvazione e anche invidia delle persone che lungo il marciapiede le passavano accanto.
Meiko adorava essere guardata, essere ammirata e suscitare consensi, tutta la sua vita era incentrato su questo: essere la numero uno in tutto, primeggiare per intelligenza, bellezza, stile, popolarità, bravura… in tutti i campi, la migliore! Stare al centro dell’attenzione era quello che la faceva sentire meglio ed era la cosa che le riusciva meglio, riusciva sempre ad avere una trovata originale, un’acconciatura, un abito, un comportamento, qualsiasi cosa di inusuale ma apprezzabile. Per questo motivo un paio di anni prima si era tinti i capelli di un bel rosso lucente, a volte indossava lenti a contatto blu o addirittura viola non ostante i suoi antenati francesi le avevano regalato un paio di fantastici e insoliti occhi verdi. L’anno dopo si era fatta tatuare un fantastico angioletto sulla schiena e subito dopo si era messa l’orecchino al naso, una bella perlina bianca che però tolse non appena divenne una moda qualunque.
Anche i suoi modi di fare erano strani, era fin troppo aperta e disponibile con tutti, che la adoravano, ma era capace di repentini cambiamenti di umore e le bastava un piccolo torto per rilegare il malcapitato sulle pagine della sua lista nera. C’è da dire che, fortunatamente, erano in pochi a desiderarle del male, soprattutto tra i ragazzi e sebbene suscitasse qualche antipatia tra le signorine queste erano disposte a perdonarla per via dei suoi modi simpatici e squisiti.
Insomma era la beniamina delle folle, una volta un talent-scout le aveva anche proposto di farne una idol, ma lei aveva inspiegabilmente rifiutato aumentando favorevolmente la sua fama tra gli studenti che ora la consideravano anche troppo modesta.
Canticchiando tra sé e sé rincasò che era ora di cena.
<<Buonasera nonna! Guarda che bel completino che ho comprato!! Anche con le scarpe coordinate>> ed entusiasta estrasse i nuovi acquisti, un maglioncino azzurro pastello con una gonnellina longet (Sorry, ma non ho la più pallida idea di come si scriva!!!! NdAsuchan Ah, che autrice scadente!!! NdMikachan Scusa bella, per caso tu lo sai? NdAsuchan Veramente no… NdMikachan Allora taci imbecille! NdAsuchan/nera di rabbia/) e delle scarpette dello stesso colore con un tacchetto sottile e un laccetto alla caviglia, stendendoli sul tavolo dell’ampio salotto antico di casa sua.
<<Ma sono bellissimi tesoro! Mon dieu, ho davvero una nipote dai gusti sublimi! Ti staranno d’incanto!>> si complimentò nonna Giselle, l’antenata francese che le aveva regalato quello splendido paio di occhi.
<<Troppo gentile nonna! Ma scusa, oggi mi hai chiamato al cellulare? Avevi bisogno di qualche cosa? Perché ho tolto la suoneria e ho visto la chiamata persa solo pochi minuti fa!>> cambiò argomento risistemando accuratamente gli abiti nuovi di zecca.
<<Si, volevo chiederti di non fare tardi per cena perché avrei bisogno di parlarti di una questione molto importante…>> l’espressione allegra e giocosa della donna si fece più seria.
<<Aspetta, mi cambio velocemente e sono subito da te, così ti aiuto a finire di cucinare e apparecchiare il tavolo, giusto un paio di minuti!>> fece sparendo nel corridoio.
<<Fai pure con comodo, non preoccuparti, fatti una bella doccia!>> le propose la donna e la ragazza accolse al volo l’offerta.
L’acqua calda scorreva sulla pelle che sapeva di pesca, Meiko aveva davvero un bel corpo, era alta, sul metro e settanta e perfettamente proporzionata. E soprattutto le curve nei punti giusti abbondavano piacevolmente. Come le piaceva fare la doccia, aiutava a rilassarsi e pensare.
“Chissà di cosa vorrà parlarmi…” si domandava curiosa.
Pochi minuti dopo già non ci pensava intenta com’era a scegliere uno dei suoi innumerevoli pigiamini. Optò per quello con i cuoricini azzurri. L’azzurro era naturalmente il suo colore preferito.
Tornò in cucina, preparò perfettamente la tavola e iniziò a cenare con la nonna.
<<Mamma mia! È tutt’oggi che sono in giro, ho una fame! Non sembrerà ma girare per la città stanca!!! E cerca un vestito, cerca le scarpe adatte, cerca un paio di libri quasi introvabili! Poi Naoko, ecco mi stavo per scordare, ha preso un cane! Siamo andate al canile, dovevi vedere quante povere bestie nonna! – aggiunse tristemente- e ha preso un bellissimo bastardino! È tutto marrone tranne per una macchietta quasi rosa in fronte! E poi ha un faccino così dolce! Se non ci fosse già Milly, che da bravo gatto non va d’accordo coi cani, ne avrei preso uno anche io! Lei l’ha chiamato Sakura! Strano! Si sa che Naoko è fissata coi petali di ciliegio…>> concluse rassegnata.
La nonna la guardava ridendo, era sempre stata una gran chiacchierona.
Terminata la cena Giselle ritornò sulla questione prima accennata <<Ah Meiko, sai quella faccenda di cui vorrei parlarti?>>
La ragazza annuì sedendosi accanto a lei sul divano.
<<Ecco, non è che io abbia già deciso… cioè mi farebbe piacere che anche tu voglia, però non ti costringerò. Tu ti trovi bene qui a Tokio?>>
<<Io? – Meiko era un po’ confusa – Si, lo sai! Ma perché me lo domandi?>>
<<Bè, vedi… io non sono più così giovane, e in questa città non ho nessuno su cui poter contare oltre a te. Cioè, ho molti amici o conoscenti, ma nessun parente. Quello che voglio dire è che ormai anche la mia salute non è più certo quella di una volte e se dovessi aver bisogno di aiuto non saprei su chi contare!>>
<<Nonna ma che dici? Tu sei in formissima! – in effetti aveva ragione, era ancora giovane per essere una nonna, ma aveva già la sua età anche lei – E se per disgrazia dovessi aver bisogno di aiuto ci sono io!>>
<<Lo so, sei sempre così premurosa Mecchan, ma io non voglio essere una vecchiaccia che pesa sulle tue spalle. Se tornassimo a Kanagawa non ci sarebbero di questi problemi, lì ci sarebbe tua zia Reika… ha sempre insistito tanto perché tornassimo da lei, e ora ho pensato di accettare la sua offerta. Per la casa non ci sarebbero problemi, non ho mai venduto quella vecchia, basterà farla pulire per bene e magari ridipingere gli interni… che ne dici?>> propose speranzosa.
Meiko non rispose immediatamente, si fece pensierosa poi <<Nonna, mi spiace ma non so darti una risposa così all’improvviso, mi stai chiedendo di cambiare città e salutare tutti i miei amici, rifarmi una vita in una città che non vedo da anni, non è facile, devo pensarci, ti prometto che ti darò una risposta al più presto.>>
Con un bacio sulla guancia si congedò da lei e si ritirò nella sua cameretta.

Nel suo letto caldo Meiko quella sera non riusciva a dormire, stava pensando alla domanda di nonna Giselle e valutando i pro e i contro.
“Tornare a Kanagawa…”
Da quanto tempo non rivedeva quella città! Era li che era nata, li che aveva trascorso i sui primi sette anni di vita, la ricordava ancora vista con i suoi occhi di bimba… ricordava la sua bellissima casa, il profumo dei ciliegi fioriti lungo il viale a primavera, la lunga via in discesa che portava alla spiaggia, la sabbia calda d’estate sotto i piedi, le ora passate a giocare con sua cugina e… c’era anche qualcun altro! Si! Un bambino, era un fantastico bambino per cui, per quanto fosse possibile a sette anni, Meiko aveva una cotta atroce. Rise al ricordo di quei giorni e del suo amore di bambina, come poteva pensare di aver amato un bimbo di cui ora non ricordava nemmeno il nome e le cui fattezze erano ormai poco chiare? Però si era sempre divertita a giocare con quel bambino, una volta, questo lo ricordava, lei gli aveva regalato un fiore e lui per ringraziarla le aveva dato un bacetto sulle labbra. Subito dopo naturalmente entrambi si erano passati la mano sulla bocca decisamente inorriditi, ma ora quel gesto risultava davvero molto dolce!
“Cavoli, non riesco a ricordare il suo nome! Ah, Meiko non ricordi nemmeno il nome del ragazzo che ti ha regalato il tuo primo bacio? Vergogna!”
Poi continuò a seguire i ricordi, il nonno che si era ammalato che lei ancora non aveva cinque anni, due anni di malattia e poi la liberazione, la morte. La nonna aveva deciso che non avrebbe più vissuto a Kanagawa e pronta a cominciare una nuova vita era partita assieme a lei per Tokio.
“Non posso! Non posso rifiutare! Lei ha sempre fatto molto per me, dopotutto non mi sta chiedendo la luna, magari tornando a Kanagawa potrei rincontrare quel ragazzo!” e sorrise cercando di farsi forza. Alla fine decise che avrebbe accettato per Giselle.

La mattina seguente spalancò la porta della cucina, dove Giselle stava preparando la colazione gridando in preda all’euforia <<Allora Nonna! Io faccio i bagagli! Quand’è che si parte? Kanagawa, fate spazio! Sta tornando Meiko!!!!>> e baciò la nonna sulla guancia.
<<Davvero? Allora andremo?>> rispose la nonna sollevata.
<<Naturale che andremo! Però ad una condizione… - falsamente seria proseguì – Dimmi nonna! A Kanagawa ci sono bei negozi?>>
La nonna scoppiò a ridere e così anche la nipote.
Per tutta la mattina Meiko andò avanti ed indietro per casa raccattando tutte le sue cose ed imballandole, canticchiando allegramente e ballando, ogni qual volta le passava di fianco, con la donna delle pulizie.
<<Yumi, mi spiace tanto, andremo a Kanagawa! Tu verrai con noi? Come faremo senza di te?>> la abbracciò.
<<Su signorina! La smetta di scherzare – rise la donna – e finisca di preparare le sue cose! Vedrà che ne troverà una che pulisce meglio di me!>>
<<Nessuno pulisce meglio di te! Ma proveremo ad abituarci!>> scherzò.
Nei giro di tre giorni era tutto pronto, la ditta dei traslochi aveva caricato tutti i mobili e Meiko e la nonna erano sul treno diretto a Kanagawa, la loro nuova, o vecchia città.
Meiko avrebbe iniziato il secondo anno in un nuovo liceo, avrebbe dovuto di nuovo costruirsi una vita e una reputazione e non sarebbe stato facile farsi nuovi amici. A questo pensiero si strinse nel suo pullover viola raggomitolandosi sul sedile, ma decise di non abbattersi, ce l’avrebbe fatta anche stavolta e nel migliore dei modi.

Fine capitolo 1!!!!!!!!!!!!!

Per commenti ed altro, bè vi lasciamo pure la mail!!! che volete di più!
asuka_nge_02@hotmail.com
Ciaoooooooo!!!!!!!!!
 
Continua nel capitolo:


 
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