UNA STRANA MESSAGGERA
- Capitolo 1° -
HARRY POTTER
LA TERZA PROFEZIA
... Salveee! sn tornata! cm dite? nn vi mancavo affatto?? ke cattivi... va beh, io nn mi arrabbio, xkè qst fic è il mio GAUDIO!!! m sento veramente REALIZZATA!sn molto d corsa, xciò scusate se nn offro 1 presentazione + bella... m rifarò nel prox cap! Baci e commentate!!
CAPITOLO UNO Una strana messaggera
28 Luglio. Notte.
THUMP!
Harry Potter si svegliò di soprassaltò. Si stofinò gli occhi con due dita, cercò a tentoni gli occhiali e quando li trovò se li mise sul naso. Lanciò uno sguardo veloce alla sveglia: segnava le 3,15 precise. Si guardò in giro, come per cercare qualcosa, poi si ricordò improvvisamente del tonfo che lo aveva svegliato. Che diavolo era stato? C’era una luce strana nella stanza. Era più buia del solito. Ok, erano le 3 di notte, ma era come se il lampione fuori, proprio davanti a camera sua, fosse oscurato da qualcosa che sembrava una persona… impossibile! Harry si alzò barcollando e si diresse verso la finestra. Al principio la prese per un’allucinazione, ma dopo essersi strofinato nuovamente gli occhi si accorse che la ragazza che vedeva seduta sul suo davanzale c’era sul serio!
-Ehi, ma cosa…- il ragazzo aprì la finestra. Lei stava fissando qualcosa oltre la strada, dondolando appena le gambe oltre il bordo del cornicione.
-Chi diavolo sei? Cosa ci fai qui? E come ci sei arrivata, soprattutto?- Possibili spiegazioni: o si era arrampicata o ci era volata! E nella seconda ipotesi, quella tipa era una strega, e se zio Vernon l’avesse scoperto a parlare con lei, specialmente in quella posizione, si sarebbe di nuovo ritrovato nel sottoscala, garantito. Alla faccia di quello che aveva promesso davanti ai membri dell’Ordine della Fenice!
La ragazza non lo guardava nemmeno, e lui ripetè le domande.
-Lui verrà… Il giorno è vicino… Lui verrà per te…- Aveva un tono di voce piatto, sembrava provenire dal fondo di un pozzo. Finalmente lo guardò. Aveva gli occhi grigio chiaro, quasi color argento. Ci si poteva perdere in quegli occhi. –Non puoi sfuggirgli. Tra poco la terza Profezia si avvererà…-
-La… che?-
La ragazza gli prese la mano di scatto, tanto che lui sussultò.
-Ti fidi di me?- gli chiese.
-Fidarmi? Come… come faccio? Non so chi sei, non so come sei arrivata qui né perché…-
-Ti fidi di me?-
Harry si guardò intorno, come se la stanza potesse suggerirgli la risposta.
-…Sì, mi fido. Cosa c’è?-
-Dobbiamo andarcene. La terza Profezia… Devono sapere… Tu devi sapere… Seguimi…- la ragazza prese anche l’altra mano di Harry, chiuse gli occhi e i due si Smaterializzarono.
-Cosa…?- Harry si ritrovò in una stanza familiare. Era un atrio illuminato soltanto da lampade a gas tremolanti. Un grosso lampadario antico pendeva inerte e freddo dal soffitto, pieno di ragnatele. Ogni singolo centimetro quadrato di muro era occupato da ritratti.
-Ma qui siamo al…-
-…Al numeno 12 di Grimmauld Place, esatto. Ciao Harry. Questa volta siamo arrivati prima.- Il professor Remus Lupin era apparso sulla porta, pallido e malaticcio come sempre. Forse di più, questa volta. Attraversò il lungo corridoio per arrivare davanti al ragazzo e stringergli la mano.
-Professore… Ma questa casa non era protetta da un incantesimo simile a quello che c’è ad Hogwarts, quello che impedisce di Materializzarsi qui?- chiese il ragazzo.
-Già. Ti stai chiedendo come abbia fatto Cassidy ad eluderlo, vero?-
-Ah, questa ragazza si chiama Cassidy, allora…-
-Certo, non si è presentata?-
-Ehm…- Harry indicò con un cenno la ragazza, che da quando erano entrati non aveva mosso un muscolo. Era rimasta ferma e zitta a fissare la moquet. Lupin si passò una mano sulla fronte.
-Perdinci… Che sfortuna, Harry, l’hai beccata proprio in uno dei suoi momenti di trance…-
-???-
-Cassandra Whitley, o Cassidy, imparentata con la professoressa Cooman da parte di madre e di Michel de Nostredame, più conosciuto come Nostradamus, da parte di nonna paterna. E’ molto brava come Veggente. Spesso cade in trance e formula profezie, sempre vere, beninteso. Ha solo un paio di anni in meno di te, sai?-
Cassidy chiuse gli occhi e scosse la testa. Quando li riaprì, erano diventati di un grigio più scuro.
-Ciao Harry! Scusami se prima non sono stata di compagnia! Professore, posso rubarglielo un momento? Ci metto proprio pochissimo!-
-D’accordo. Ma sai che…-
-Sì, sì. Stia tranquillo.- La ragazza prese Harry per mano e lo condusse su per le scale. Arrivarono all’ultima stanza in fondo e lei lo spinse dentro, richiudendo la porta.
-Harry, ora dobbiamo essere seri. Ti devo dire una cosa molto importante.-
-Prima vorrei sapere una cosa: perché mi hai portato qui alla sede dell’Ordine?-
-Il professor Lupin mi ha chiesto di prelevarti, perché ti deve mostrare una cosa… Non so bene cosa… Comunque, è secondario rispetto a ciò che ti devo dire…-
-Dimmi.-
Cassidy si sedette sul letto, tormentandosi una corta ciocca di capelli nero-blu.
-Prima… hai sentito le mie parole? Parlavo della terza Profezia…-
-Sì… Aspetta: ti ricordi delle profezie che fai?-
-Già. Ma ora non importa. Vuoi sapere cos’è questa terza Profezia? In teoria non dovrei dirtelo, ma credo sia importante che tu lo sappia, visto quello che è successo per la negligenza di quelli che mi hanno preceduta…-
-Ma tu fai parte dell’Ordine? Parli degli altri membri?-
-Sì a tutte e due le domande. Abbiamo visto a cosa ci ha portato il non sapere… A cosa ha portato il tuo padrino… Mi dispiace tantissimo…-
-Non ne voglio parlare…- troncò Harry.
-Scusami…-
-Allora, cos’è sta terza Profezia? Mi riguarda?-
-Mmmh… Direi di sì. Conoscerai la prima Profezia, quella che è andata distrutta all’Ufficio Misteri… Bene, era solo la prima di una serie di profezie che sono state formulate su di te.-
-Su di me?-
-Certo. Come Bambino-Che-E’-Sopravvissuto… Molto giornalistico… Su di te perché sei stato colui che ha sconfitto Voldemort, anche se per poco…-
Harry si accorse che Cassidy aveva pronunciato il nome del Signore Oscuro senza timore. Quella ragazza era forte. Gli piaceva.
-Ok, ho capito. E cosa dicevano le altre profezie?-
-Mah, tutte cose di scarsa importanza… Una diceva che a rivelarti la tua storia sarebbe stato un criminale… Hagrid, no?…Un’altra che non saresti stato capace di seguire le stelle… non sei tanto bravo in Divinazione, in altre parole… Capisci, cose così. Ma quella che viene chiamata la seconda Profezia è stata ritenuta più importante. Per intero diceva:
“Lui tornerà quando saranno tre le prove d’amicizia
Il Sopravvissuto avrà colpa come il fedele servitore
La rinascita dell’Oscuro sarà anche grazie a lui.
Incontrerà di nuovo il dolore della perdita
Gli amici calpesteranno la sua voce, lo insulteranno,
Ma lui non cederà, si rialzerà dalla polvere.
Non è ancora giunto il giorno della sfida finale.
Quel giorno sarà più vicino con l’avvento della terza Profezia.”
E’ stata fatta una decina di giorni prima della terza prova del Torneo Tremaghi…-
-E nessuno ha detto nulla?! Era chiara come il giorno! Avrebbero capito, avrebbero sospeso la prova… Chi l’ha fatta? Perché non ha parlato?- scattò Harry. Quella profezia avrebbe salvato Cedric e impedito a Voldemort di tornare! L’aveva capita anche lui, che in campo di enigmi lasciava fare ad Hermione. Chi diavolo era l’incompetente che non aveva parlato?!
-L’ho formulata io la profezia. E credimi, ho cercato in tutti i modi di farmi ascoltare, ma l’unica che mi ha dato retta è stata zia Sibilla… la professoressa Cooman, intendo…-
-L’avevo capito…-
-Il fatto è che ero ancora piccola… Quest’anno devo andare in quarta, ma all’epoca ero in seconda, e nessuno mi ha creduta… forse è la maledizione del mio nome… Come la Cassandra greca che non era creduta da nessuno…-
-Non penso che esistano maledizioni di questo tipo…- Harry sospirò. -Beh, ormai è passato, no? Ma questa terza Profezia, allora, cosa dice?-
-Ecco… non lo so. So solo che sarò io a farla, tra meno di una settimana.-
-Come fai a dirlo?-
-Perché è sempre così: pochi giorni prima di fare una previsione, sogno spesso frammenti di profezia, a volte cado in trance anche da sveglia, come hai visto, e poi –puf!- ecco che mi viene una bella predizione! Per quello che ne so adesso, dovrebbe profetizzare un ritorno all’attacco di Voldemort…-
Harry si passò una mano tra i capelli. Se prima aveva ancora almeno un po’ di sonno, adesso lo aveva perso del tutto. Annuì come per convincersi da solo.
-Che bello…- sospirò –Quante altre belle cose dovrò sopportare?-
Cassidy stava per rispondere quando si sentirono dei colpi alla porta.
-Harry, Cas, posso?-
-Sì… certo, professore.- Lupin aprì la porta.
-Harry, ha ricominciato. Forse tu ci capisci qualcosa… Vieni, presto!-
Harry scese di volata le scale. Alla fine della rampa sentì che dalla cucina proveniva una voce.
-Professore, chi è arrivato?-
-Nessuno… Harry, non spaventarti… Io ho fatto un salto così quando l’ho sentito…-
-Harry? Harry! C’è qualcuno? Chiamatemi Harry, è importante! Ho pochissimo tempo! Deve venire qui prima della terza Profezia! Remus, se ci sei, fallo venire… Harry!-
“Ma questa voce…”
-Ha cominciato l’altro ieri notte. Poi anche ieri. Sempre lo stesso messaggio…-
-Remus, chiama Harry! In fretta!-
-All’inizio credevo ad un’allucinazione o ad un trucco di Voldemort… Invece credo sia autentico…-
-Harry!!-
Il ragazzo entrò in cucina. Da quello che sembrava un quadro normale, si agitava una figura. Sembrava volesse uscire.
“Non è… possibile!”
-Harry! Se ci sei, dai un colpo di bacchetta alla cornice! Risponde solo alla tua. Fai in fretta! Remus! Chiamalo! Non è un trucco, chiamalo! Sono io!-
-Sirius…?-
Nella cornice si agitava la figuretta del padrino di Harry.
Continua...
|
|
