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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: IL CONIGLIETTO MAGICO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: gyh galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/12/2004 22:11:36

sto scrivendo troppe cose platoniche... mi rifarò. cmq questa è una ruhana... nn scriverò nulla di non-yaoi! giammai! yaoi rulez!
 
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- Capitolo 1° -

Prima di tutto! Era un casino di tempo che volevo fare i puccini animali ma non sapevo CHE animali fare! Gatti ci sono, volpi ci sono, draghi ci sono, scoiattoli ci sono… e allora vai coi conigli nani! E nessun commento altrimenti uccido chiunque incontri sul mio cammino!
Hana: nervosa?
Moi: sì. è_é
Dedicata alla mia Monkey. Avrei voluto che morisse per vecchiaia come la micia di Hana, ma era ancora piccola. Che l’artefice della sua morte muoia di una morte lenta e dolorosa, con l’intestino divorato dai vermi, sul pavimento freddo e gelido della mia stanza, dopo un’agonia durata nove ore nette. O magari per l’eternità. Anche se non sono certa che si possa soffrire una volta morti.
Hana: O__O ma non era una fanfic comica e pucciosa?
Moi: zitto o cambio in una PWP/X è_é

Hanamichi camminava col volto chino per le strade. Si sentiva depresso.
Non era riuscito a salvarla. La sua gattina Monkey era morta. Era vecchia e malata. L’aveva portata dal veterinario, ma gli era stato detto che non c’era più niente da fare. Monkey era malata, certo, ma la sua malattia era provocata dalla vecchiaia. L’unica cosa che si poteva fare per lei era… farla sopprimere. Ucciderla in fretta, in maniera indolore, perché condannarla a restare in vita era troppo doloroso. E Hanamichi si era quasi convinto. Ma stava per metterla nella cassettina per portarla dal veterinario, quando lei, nonostante gli acciacchi e i dolori, gli era saltata in braccio, raggomitolandoglisi addosso e cominciando a fare le fusa non appena la sua mano si era posata sulla sua schiena pezzata.
Non poteva uccidere Monkey. Meritava di essere lei a scegliere quando e come morire. Non lui.
Ma alla fine, dopo un’agonia di mesi… era morta. Seduta sul suo letto, la testa sopra il cuscino, raggomitolata. Aveva pensato che stesse dormendo, ma…
Hanamichi sospirò, di nuovo. Era tutto il giorno che era depresso. Non era nemmeno riuscito a piangere. Non ce l’aveva fatta. Pensava che si sarebbe disperato alla morte di Monkey, perché era tutto ciò che gli rimaneva. Era solo un gatto, ma era la sua famiglia. E poi è giusto dire solo un gatto? In fondo chi ha deciso che la vita di un umano è più importante di quella di un gatto?

Arrivato a casa si sedette sul proprio letto. Era lì che Monkey era morta. Non aveva nemmeno cambiato le coperte. C’erano ancora attaccati i peli scuri della sua miciotta.
Quando l’aveva trovata era una piccola cucciola di un mese, un po’ nera, un po’ rossiccia, un po’ bianca. Una delle sue zampe sembrava tanto una zampa di gallina e sembrava che avesse le sopracciglia come babbo natale. L’aveva presa da alcuni volontari che stavano distribuendo dei gattini abbandonati. Nella gabbietta erano quattro. Due bianchi e grigi, tigrati e uno nero. E poi lei, Monkey. Bruttina e con i vermi. L’aveva presa senza neanche pensarci. Aveva le braccia lunghe e si arrampicava ovunque, come una scimmia. Chissà che cosa avrebbe commentato Rukawa se l’avesse saputo!
E adesso era morta. Se n’era andata.
L’aveva lasciato anche lei.

Qualcuno suonò alla porta. Hanamichi si chiese chi potesse essere.
Si alzò e andò ad aprire.
Yohei.
- No! – gli urlò subito.
Sapeva che cosa aveva in mente. Yohei era con lui quando aveva trovato il corpo esanime di Monkey.
Infatti gli aveva portato un animaletto.
Dentro una gabbietta c’era un gatto.
- Sai benissimo che non ho intenzione di sostituirla con un altro gatto! Ovunque tu l’abbia preso, riportacelo. – gli ordinò.
- Infatti non è un gatto.
Rispose Yohei, calmo.
Hanamichi guardò meglio nella gabbietta.
Un coniglietto nano tutto nero e con una macchietta bianca sulla fronte. Chissà perché gli venne in mente una lacrima, vedendo quella macchia.
Il suo cuore ricominciò a battere.
- Guarda. – aprì la gabbietta e mise il coniglietto sulla spalla di Hanamichi che, per evitare che cadesse, lo prese in braccio, fissandolo confuso – il mio vicino lo voleva buttare nel fiume. Ne ha fin troppi. Gli altri li ho presi io e sto cercando di darli in giro.
Hanamichi passò una mano sulla testolina morbida del coniglietto. Era soffice. Il coniglietto abbassò le orecchie e Hanamichi, involontariamente, sorrise, osservando il piccolo nasino fremere.
- Se ne tieni uno mi fai un favore. Io ne ho almeno una decina. Anzi, domani li porto anche a scuola… dici che qualcuno del club di basket lo vorrà? – gli chiese Yohei, fingendo di non aver notato il caldo sorriso che si era disegnato sulle labbra dell’amico nell’osservare il batuffolino.
- Nh. – mugugnò il rossino, rendendosi conto di come già non poteva fare a meno di adorare quell’ammasso di morbidezza e peli, poi rispose – non lo so. Forse Haruko o Ayako… per far contenta Ayako forse ne prenderebbe uno anche Ryota. Vuoi qualcosa da bere?
Yohei scosse la testa, con un sorriso di scusa.
- Devo andare. Mi raccomando, trattalo bene! – si raccomandò, alludendo al coniglietto.
Hanamichi gli sorrise e lo salutò, come rinato.
- Come ti chiamo, adesso? – chiese al coniglietto.
Lo osservò per qualche istante. Quella macchiolina sulla fronte gli faceva tornare in mente qualcosa…
Ma certo! Pierrot! L’avrebbe chiamato così!

Il giorno dopo, finiti gli allenamenti, i membri del team dello Shohoku si trovarono negli spogliatoi Yohei con una gabbia piena di conigli.
- Cioè, spiega… sarebbero mascotte o che altro? – tentò di capire Mitsui, massaggiandosi le tempie.
- No, sono conigli nani. – sorrise Yohei.
- …
- … ^__^
- E cosa cavolo ce ne facciamo noi!!! – ringhiò Mitsui.
- È semplice. Il mio vicino ne aveva troppi e li voleva buttare nel fiume. Io li ho raccolti, ma non posso mica tenermeli tutti… quindi… - si interruppe Yohei, aspettando che gli altri capissero.
- Voleva buttarli?! Che pezzo di… - s’indignò Ayako, furente.
- Oh, Ayakuccia arrabbiata… *_* - sospirò Miyagi, con gli occhi luccicanti.
- Ma chi è il mostro che può fare una cosa del genere? – mormorò più triste che arrabbiata Haruko.

Haruko: visto che voglio bene ai coniglietti e sei animalista smetterai di odiarmi e mi farai fare le cosacce con Ru o Hana?
Gyh: certo che no. Io ti odio ancora. è_è
Hana e Ru: e anche noi!
Haruko: ç____ç bwaaah

Subito Ayako e Haruko ne presero uno e Ryota le seguì tremando dall’emozione di fare qualcosa che potesse compiacere la sua Ayakuccia.

Alla fine tutti si convinsero. Kogure e Mitsui ne scelsero uno come se stessero scegliendo un bambino da adottare – non per nulla erano una coppietta felice e consolidata da almeno quattro o cinque mesi – e perfino Yasuda e altre due o tre riserve furono costrette ad adottarne un altro.
Alla fine nella gabbietta ne rimase solo uno. Tutti quelli che potevano prenderne li avevano già presi, gli altri erano convinti che i genitori li avrebbero squartati, piuttosto che tenerli.
- Come faccio, a casa ne ho fin troppi… - sospirò Yohei, sconsolato.
Nella gabbietta era rimasto un coniglietto rossiccio, con una macchiolina bianca sulla fronte, che si guardava intorno e ogni tanto mangiucchiava un po’ di fieno.
Tutti gli occhi si puntarono su Rukawa.
- Kitsune, so che sei freddo e crudele, ma non fino a questo punto! – esplose Hanamichi – Oseresti lasciare orfano un povero coniglietto scampato ad una morte orribile! Vergognati! Dovrebbero espellerti dalla squadra!
- Neanche tu l’hai preso… - gli fece notare indifferente Rukawa.
- Io l’ho preso ieri! – ribatté il rossino.
Continuò ancora per minuti e minuti interi a tartassare Rukawa, rincorrendolo nelle docce, negli spogliatoi… fino a che il povero volpino, esasperato e stremato, non corse da Yohei.
- Dammelo. – sospirò, esausto.
- Finalmente, kitsune! Sapevo che un piccolo coniglietto non ti avrebbe lasciato indiff… - stava già ricominciando Hanamichi.
- Do’aho… - lo interruppe Rukawa, quasi con un ringhio che fece ammutolire il coniglietto tra le sue braccia – ho preso il coniglio… adesso TACI!
- Stupida kitsune, non rivolgerti così al tensai! – replicò piccato Hanamichi.
- Come lo chiamerai, Rukawa? – gli chiese Ayako.
Il volpino guardò il coniglietto fisso. Non gli veniva in mente niente… magari avrebbe potuto chiamarlo…
- Niente nomi di giocatori di basket! – lo ammonì Hanamichi.
“D’oh!” pensò Rukawa. Non sapeva cosa inventarsi…
- Visto che è rosso potresti chiamarlo do’aho… basta guardare quanto mangia! – propose Mitsui.
- Cosa?! Io ti distruggo! – saltò su Hanamichi.
- A-ah! Ho in mano il coniglietto! Non vorrai rischiare di fargli male? – ghignò Mitsui.
In quel momento il coniglietto diede un morso a Rukawa, inaspettatamente. Il moro, sorpreso, gemette di dolore e lasciò la presa. Prontamente si abbassò a prenderlo prima che cadesse a terra e Rukawa, sospirando, commentò:
- Do’aho… - poi si riscosse e commentò, ad alta voce – gli si addice…
- Come osi! – urlò Hanamichi, pronto alla rissa.
Il volpino gli lanciò uno sguardo di sfida, mettendo in bella mostra il coniglietto che teneva in braccio. Il rossino mugugnò un “Baka kistune” e andò a prendere il proprio borsone.
- A proposito, Hana! Come l’hai chiamato, il tuo? – gli chiese Yohei.
- Pierrot. – gli rispose il rossino, con un sorrisone, prima di uscire dagli spogliatoi.
“Do’aho…” pensò Rukawa. Anche se non sapeva bene se si stesse riferendo al coniglietto morbido che gli mordicchiava affettuosamente le dita o quello che era appena uscito dallo spogliatoio e che avrebbe tanto voluto mordicchiare lui.

Hanamichi tornò a casa e subito si precipitò a cercare il coniglietto. Tanto per cambiare era sul suo letto, esattamente dove l’aveva lasciato prima di andare a scuola e dormiva.
- Più che un coniglio sembri una kitsune… - commentò affettuosamente Hanamichi, chinandosi ad accarezzare il coniglietto – Spero che almeno tu ti sia alzato, per mangiare.
Lo prese in braccio e andò a controllare. La ciotola in cui gli aveva lasciato da mangiare era vuota. Meno male! Aveva anche fatto i suoi bisognini nella cassetta, bevuto… era solo un po’ dormiglione, ma almeno non era malato come aveva temuto. Grattandogli il collo arrivò in cucina. Mise sul fuoco dell’acqua, prese dalla dispensa un barattolo di ramen precotti e aspettò pazientemente che l’acqua bollisse, accarezzando il coniglio.

Gyh: io i ramen li ho mangiati, precotti! ^__^

Rukawa tornò a casa. Era sempre più confuso. Quel maledetto do’aho riusciva a fargli fare cose che non avrebbe mai immaginato di fare, come prendere con sé un animaletto domestico. Maledizione, lui non sapeva come si trattavano gli animaletti, tanto meno i conigli! Fortunatamente Mito gli aveva dato una confezione di cibo per coniglietti, altrimenti lui sarebbe stato capacissimo di dargli del latte o della carne in scatola.
Posò sul proprio letto il batuffolino morbido e si accucciò davanti a lui, osservandolo mentre esplorava e ogni tanto mordeva le sue coperte.
- Do’aho, così le rovini! – si lamentò, senza però fermarlo.
Allungò una mano ad accarezzare la testolina del coniglietto.
- Non sapevo che esistessero conigli rossi… - sussurrò, stupito.
In quel momento gli occhi del coniglietto cominciarono a brillare.
A splendere.
Come lampadine.
Allarmato, Rukawa ritrasse la mano.
Ma era troppo tardi.


“Che diavolo è successo?! Cioè, il coniglio ha cominciato a brillare, mi ha fissato e io… mi sono addormentato?” pensò Rukawa, appena riemerso dalle maglie di un sonno tutt’altro che naturale.
Si guardò intorno, stupito. Di chi era quella stanza?! E soprattutto perché quel letto era così grande?! Si guardò intorno. Si sentiva il corpo strano. Uno strano presentimento si fece largo in lui.
Guardò verso le proprie mani.
Erano delle piccole zampette nere.
- Di nuovo qui? – gli chiese una voce conosciuta e divertita.
Rukawa si voltò di scatto.
Hanamichi! Il do’aho!
Ed era gigantesco! Enorme!
No… si corresse in fretta. Era lui. Era lui che era diventato un coniglietto.
Si riscosse dai propri pensieri quando sentì un paio di mani calde sollevarlo e condurlo verso un petto caldo, coperto da un maglione morbido.
Kaede era pietrificato. Hanamichi… Hanamichi lo stava abbracciando dolcemente, accarezzandolo…
- Sei peggio della kitsune… - mormorò Hanamichi, affettuosamente, posandogli un bacio tra le orecchie.

Gyh: A proposito dei baci tra le orecchie! I gatti e i cani li odiano, per loro è il peggior rimprovero! Quindi mai baciarli! >_<

A Rukawa mancò un battito – di coniglio. Allora Hanamichi lo pensava anche quando era a casa! Già da tempo le cose erano cambiate tra loro, erano diventati praticamente amici che si divertono a fingersi nemici per poter fare un po’ di casino. Anche se per Kaede, effettivamente, era sempre stato qualcosina di più.
All’inizio un do’aho rumoroso. Rumoroso ma DECISAMENTE affascinante.
Poi un compagno di squadra vivace. E MOLTO allettante.
Poi una specie di amico. Un amico INCREDIBILMENTE bello.
Lo aveva sempre visto in termini poco casti, innegabile. Ma non avrebbe mai voluto rovinare quello strano quanto intenso legame che li univa facendoglielo capire. Prima o poi gli sarebbe passata, no? Come sempre. Funziona sempre, funziona sempre. Non pensare a qualcuno, riuscirai a dimenticarlo e… puff! I tuoi sentimenti per lui si saranno eclissati, disciolti, liquefatti senza che tu te ne renda nemmeno conto. Certo, in questo caso era piuttosto difficile, visto che Hanamichi lo vedeva ogni giorno e gli parlava – che novità, per lui! Aveva delle corde vocali, allora! – ma Rukawa continuava a sperare. Chissà, forse un giorno si sarebbe svegliato e la sua passione per il rossino sarebbe scomparsa. Così. Per incanto.
False speranze.
Lo sapeva benissimo, ma lo ammetteva dinnanzi alla propria cieca coscienza solo in quel momento, quello in cui aveva sentito le labbra di Hanamichi posarsi tra i suoi peli.

Gyh: facilmente fraintendibile… -_-|||
Ru: sei tu che scrivi!
Hana: Kaede non è così peloso! >_<
Gyh: altrimenti sai che schifo… brrr… che impressione!!! >_< basta, adesso per reazione allergica vado a farmi i peli delle gambe!
Ru: MA CHI SE NE FREGA!!!
Gyh: scherzavo, d’inverno mi servono. Fanno caldo ^__^

Decise di non pensare a niente. Se quello era un sogno non era niente male. Se era impazzito c’era poco da fare. Almeno poteva godersi appieno quel momento. Tra le braccia di Hana. Ad assaporare il calore della sua vicinanza.
- Beh? Hai ancora sonno? Mi sa che dovevo chiamarti Kitsune… o Kaede… - commentò Hanamichi, mal interpretando il modo in cui il coniglietto Rukawa gli si era abbandonato contro.
Kaede alzò il musetto immediatamente, drizzando le lunghe orecchie nel sentir pronunciare il proprio nome.
- Che entusiasmo! – si stupì Hanamichi. Quel coniglio era rimasto totalmente apatico dalla sera prima! – allora ti chiamerò davvero così, come soprannome…
Rukawa drizzò le orecchie, arricciando il naso ansioso, desideroso di sentire ancora quella voce calda pronunciare il suo nome. Kaede… Kaede…
- Kitsune! – concluse il rossino, sorridendo.
Il povero coniglietto per poco non gli cadde dalle mani dalla delusione, ma si impose di non tentare il suicidio per una ragione tanto futile. Doveva vincere i campionati nazionali, lui!
- Bene, io vado a farmi da mangiare… immagino che dormirai ancora, eh? Sogni d’oro… kitsune. – mormorò infine, affettuosamente, posando il piccolo batuffolo di peli tra le proprie coperte.
Rukawa si stupì nel sentire quanto affetto e quanta dolcezza Hanamichi aveva riversato nella propria voce, pronunciando il suo nome… beh, il suo soprannome.
Lo osservò mentre usciva dalla stanza, sospirando quasi tristemente.
Scese dal letto e lo seguì. Nel farlo si guadagnò un bel bernoccolo, ma per il rossino questo ed altro!
Lo trovò in cucina che metteva a bollire l’acqua per farsi dei ramen precotti.
“Stupida scimmia, dovresti variare la tua alimentazione, prima di ammalarti!” lo rimproverò mentalmente, riuscendo miracolosamente a salire su una sedia per osservarlo meglio mentre accendeva il gas, canticchiando tra sé e sé la sua stupida canzoncina del tensai. Era da un bel po’ che Kaede non la sentiva. Da almeno un mese. Effettivamente da un po’ di tempo Hanamichi aveva smesso di comportarsi da idiota. Beh, meno del solito, comunque.
- Ma non stavi a letto, tu?! – si stupì il rossino nel vederlo sulla sedia che lo fissava.
Hanamichi ridacchiò, accarezzandogli il pelo morbido sulla testolina.
Lo prese in braccio e lo portò sul divano a guardare un po’ di televisione.
“Ma non poteva scegliere un altro canale?!” pensò un po’ scocciato Kaede, mentre Astroboy combatteva i cattivi dentro lo schermo, riempiendo la stanza di grida di sfida e musichette idiote.
Nonostante questa piccola imperfezione, però, non poteva certo lamentarsi. Hanamichi lo aveva posato sulle proprie gambe e non smetteva un solo momento di accarezzarlo e vezzeggiarlo, ogni tanto, con piccoli bacetti, chinandosi su di lui.
Se fosse stato un cane, Kaede avrebbe scodinzolato.
Se fosse stato un gatto, avrebbe fatto le fusa.
Ma era un coniglio. Come cavolo faceva un coniglio, a mostrare la propria approvazione per le carezze che riceveva?! Come poteva mostrarsi soddisfatto e anche un po’ grato?! Non poteva… o sì? ma in che modo?
Dopo una breve riflessione decise. Si premette e si strusciò contro la mano che gli stava passando sulla testolina e si sforzò di alzarsi un poco sulle proprie zampe. Era un po’ strano pensare ai suoi arti come zampe, ma non poteva farci niente… perché farsi impressionare per così poco? Tanto più che lo stupore e l’incredulità lo avrebbero distratto dalla vicinanza del rossino.
- Che kitsune affettuosa… - commentò il rossino, con voce morbida e lieve, grattandogli dietro le orecchie come piaceva tanto a Monkey – Vorrei che anche un’altra volpe la fosse altrettanto… secondo te le volpi artiche si lasciano accarezzare un poco tra i capelli? Magari mentre dormono…
Rukawa alzò immediatamente la testa.
Parlava di lui?! Parlava di lui?!
Cioè… Hanamichi avrebbe voluto che lui fosse affettuoso e che si lasciasse accarezzare i capelli??? Doveva solo chiederglielo, mica si faceva scrupoli… anzi…
Annuì vigorosamente. Certo! Ne era più che sicuro!
Hanamichi lo fissò basito per qualche secondo, prima di sorridere divertito.
- Tu credi, eh? Però, secondo me, se solo tento di sfiorare la volpe artica, quello con un morso mi stacca la mano… e anche un bel pezzo di orgoglio… e di anima, diciamocelo. – sospirò, tristemente, ma senza smettere di sorridere.
Rukawa scosse la testa, senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni. Lui era Rukawa, lui conosceva le risposte, lui rispondeva!
- Kitsune… ma… tu capisci quello che sto dicendo? – soffiò il rossino, sospettoso.
Kaede annuì nuovamente, fissandolo negli occhi.
- E secondo te… la volpaccia accetterebbe di farsi accarezzare i capelli da me?
Aveva le lacrime agli occhi, mentre lo chiedeva e la voce tremante.
Poteva sperare? Poteva sperare che Rukawa non lo deridesse, non lo snobbasse, non lo respingesse seccamente?
Il coniglietto annuì di nuovo, con convinzione.
- Che cavolata… - sospirò Hanamichi.
Si alzò dal divano, lasciandovi da solo il coniglietto.
“Quel cretino… quel do’aho… non mi crede?!” si inalberò Rukawa.
Poi analizzò la questione razionalmente. Era OVVIO che Hanamichi non gli credesse… era un coniglio nano!
Piuttosto… Hanamichi… voleva accarezzarlo… lo voleva affettuoso… ergo…
LO AMAVA!!!
Hanamichi lo ricambiava! Lo voleva!
E lui… lui non se n’era mai accorto! Era lui il do’aho, altro che! Anzi no, lo era anche il rossino, perché nemmeno lui si era mai accorto di niente…
Erano due cretini… ma erano ad un passo dall’essere una COPPIA di cretini!

- Non dormi più? – gli chiese Hanamichi, quando lo vide rientrare in cucina.
Il coniglietto scosse la testa e il rossino lo fissò sbalordito per qualche secondo. Rukawa era deciso! Doveva far capire al rossino che non gli era affatto indifferente, anzi! Che non aveva nessun motivo di essere triste per non essere ricambiato…
- Ma tu… capisci davvero quello che dico…? – chiese in un flebile sussurro il rossino, andando ad accucciarsi accanto al coniglietto.
Kaede annuì di nuovo.
- Kami sama… - ansimò il rossino, massaggiandosi le tempie, incredulo.

Gyh: citazione per mamma Najka… ^_^
Ru: ma non è la fic di compleanno per Enlil?
Hana: da quando ti interessi a Enlil?! Quella sadica, hentai e megalomane psicopatica?!
Ru: … e pure tappa!
Gyh: finitela!!! >.<

- E… e secondo te Rukawa mi… - non terminò la frase.
Il suo viso aveva raggiunto la stessa tonalità dei suoi capelli. Non riusciva a credere a quello che stava facendo! Stava chiedendo un consiglio a… a un coniglio nano! E quel che era peggio è che quello sembrava capirlo!
Il coniglio, infatti, annuì deciso.
- Ma… ne sei sicuro? – chiese ancora il rossino, incerto.
Di nuovo il coniglietto annuì.
- Sicuro… totalmente?
Di nuovo Rukawa fece di sì con la testolina.
Hanamichi lo scrutò, sospettoso.
- Non è che è solo una tua supposizione?
Rukawa scosse la testa con vigore.
Ma un minimo di fiducia, quel do’aho!
Il rossino lo guardò negli occhi, con gli occhi ancora lucidi e speranzosi.
Poi abbassò lo sguardo, sospirando tristemente.
- Non posso crederti… Rukawa mi odia!
Il coniglietto scosse di nuovo la testa, vigorosamente.
O almeno avrebbe voluto farlo. Lo avrebbe fatto di certo, sicuramente… se solo fosse rimasto lì.

Kaede Rukawa aprì gli occhi, lentamente.
Aveva un po’ di mal di testa e si sentiva un po’ scombussolato.
Per poco non cacciò un urlo, quando si ritrovò davanti al viso gli occhi del suo coniglio nano rosso… il do’aho2.

Gyh: la vendetta *_*
Hana: è_è deficiente.
Ru: continua a guardare “Matilda sei mitica”, che ti fa bene… -.-

Si guardò intorno, incredulo. Si guardò le zampe… no… erano di nuovo mani!
Era nella sua stanza… umano… di nuovo! E Hana?? Lo aveva lasciato lì, in mezzo ai dubbi?!
“Giammai!” pensò.
Indossò velocemente un giubbotto pesante e stava per uscire, per raggiungere Hanamichi, ma all’improvviso si fermò e si voltò verso il letto, dove il coniglietto lo scrutava attentamente.
- Grazie. – mormorò al suo indirizzo, prima di correre fuori.

Sapeva dove abitava Hanamichi. Ci era stato una volta, insieme alla squadra, per il compleanno del rossino. E se lo ricordava benissimo, visto che spesso allungava il percorso dei suoi “casuali” allenamenti di corsa mattutini solo per passarci davanti e leggere sulla targhetta “Sakuragi”. Ci era passato spesso, lì davanti… per cui si ricordava benissimo dove stava!
Corse, corse ancora, sulla bicicletta – mezza morta… - più che poteva, perché Hanamichi non era felice, perché forse stava continuando a parlare col coniglio senza ricevere risposta!

- Beh? – chiese Hanamichi, contrariato.
Prima il coniglietto rispondeva e capiva tutto! Perché adesso si limitava ad arricciare il naso ad ogni sua domanda?
- Ripeto… secondo te dovrei dichiararmi a Rukawa? – chiese nuovamente, scandendo attentamente ogni lettera.
Il coniglietto nero lo fissò senza un movimento. Quell’umano era davvero singolare… e se decideva da un momento all’altro di mangiarlo? Forse era meglio essere buttato nel fiume…

Hana: ma noo!!! >.<
Ru: …
Gyh: ^_^

Qualcuno bussò alla porta. Hanamichi andò ad aprire, scocciato.
- Rukawa?! – si stupì – che ci fai qui?
Il moro non rispose.
Si limitò a chinare la testa e a posarvi sopra, tra i propri capelli, la mano di Hanamichi.

FINE^____^

Hana: è orribile.
Ru: manca la lemon!
Gyh: silenzio!!! >___<

AUGURI, ENLIL-CHAN PUCCIAAA!!!


 
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