torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: CHRISTMAS STORY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: minako86 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/12/2004 17:25:08

una dolcissima keixhilary ambientata durante una delle feste più belle dell`anno, per augurare a tutti voi un buon natale! (capitolo unico)
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CHRISTMAS STORY
- Capitolo 1° -

Ormai mancano pochi giorni a Natale, così ho deciso di scrivere questa breve storia per fare gli auguri a tutti voi della comunità di Manga.it!^^ Ci tenevo che la leggeste proprio in questi giorni, visto che è ambientata proprio a Natale...
*************************************************************************
VOCABOLARIETTO DI FRANCESE:
Excuse moi: mi scusi
Bonsoir: buonasera
Très bien: molto bene
Au revoire: arrivederci
*************************************************************************
PARIGI - 24 Dicembre

Guardò per l'ennesima volta la piantina che Rei gli aveva premurosamente disegnato... possibile che orientarsi in quella città fosse così dannatamente difficile? Accartocciò il foglietto spiegazzato e se lo rimise in tasca, sospirando pesantemente. Tutte quelle vie e quelle piazze sembravano totalmente identiche le une alle altre: piene zeppe di luci dorate, enormi alberi decorati con ghirlande di vischio ed agrifoglio e vetrine addobbate di tutto punto. Decise di affidarsi al suo istinto e cominciò a girovagare, cercando di evitare le zone più affollate. Anche in Giappone, in corrispondenza del periodo natalizio, le strade si riempivano di luci e di gente intenta a scegliere frettolosamente qualche regalo per la famiglia o gli amici, ma nelle città europee era tutta un'altra cosa... l'atmosfera di gioia e di festa era moltiplicata per mille. Quando gli telefonava da New York, Max glielo ripeteva spesso. Sollevò leggermente la manica sinistra del pesante cappotto che indossava, per cercare di capire che ore fossero, ma nel farlo, si rese conto di non avere più l'orologio da polso. Sorrise divertito. Era sparito da qualche mese ormai, ma proprio non gli riusciva di ricordare dove potesse averlo messo... I pesanti rintocchi delle campane di Notre Dame gli segnalarono che, come aveva sospettato, si era fatto molto tardi: almeno per quel pomeriggio non avrebbe potuto concludere niente. Fermò un taxi e ci salì in fretta per ripararsi dal freddo pungente che, ancora poco, e gli sarebbe arrivato fin nelle ossa. Non era assolutamente abituato a quel clima così rigido, a Tokio l'inverno era molto più temperato. Nevicava raramente, mentre lì continuava incessantemente da due giorni...
- Excuse moi, dove la devo portare monsieur? - Il tassista gli fece gentilmente notare che stava ancora aspettando un'indicazione sulla destinazione della corsa.
- Rue St. Honorè. - Il veicolo si mise subito in moto. Lanciò uno sguardo distratto al di là del vetro, affondando nuovamente nei suoi pensieri.

...

PARIGI - 24 Dicembre

Sistemò l'ultimo pacchetto sotto l'albero e sorrise, soddisfatta del suo operato. Era il suo primo Natale da quando si era trasferita a Parigi e per festeggiarlo aveva deciso di organizzare una grande festa, un po' come quelle che si facevano a casa di Takao, quando stava ancora in Giappone... Si appoggiò al davanzale della finestra, rivolgendo uno sguardo alla Senna che scorreva scura e tranquilla. La superficie dell'acqua era appena increspata dai sottili fiocchi di neve che scendevano fitti ed incessanti dal cielo plumbeo. In momenti come quello era difficile non cedere alla nostalgia. Era inutile mentire a se' stessa: i suoi amici le mancavano da impazzire e avrebbe dato qualunque cosa per poterli riabbracciare prima del tempo... Max, Takao, Rei. Kei. La borsa di studio che le avevano attribuito sarebbe stata valida ancora per nove mesi. Nove lunghi mesi, si doveva rassegnare.
- Mmmh... non ho tempo per farmi prendere dalla malinconia! Ho un party da organizzare! - Si infilò una giacca di velluto nero ed uscì correndo dal piccolo appartamento mansardato. Finita la spesa, decise di concedersi un momento di pausa e si avviò verso il quartiere Latino, per fare un rapido giro fra i negozi. Qualche giorno prima aveva visto un piccolo atèlier di vecchi quadri che le piaceva molto. Camminando lungo le vie illuminate, passò accanto ad un piccolo chiosco di fiori. Una vecchina stava lavorando a maglia, avvolta in un coloratissimo scialle di lana. La salutò con un cenno della mano e si fermò a chiacchierare insieme a lei.
- Bonsoir, Amèlie! I tuoi fiori sono meravigliosi, come al solito. - Sorrise, prendendo una rosa dal vaso più vicino.
- Bonsoir, piccola mia. Sono contenta che tu sia passata, ho qualcosa di speciale per te. - Amèlie lasciò per un attimo i suoi ferri e andò a cercare qualcosa sul retro del chiosco. Tornò poco dopo con un enorme mazzo perfettamente incartato. - Ecco, prendili! Sono arrivati stamattina e sono freschissimi!
- Tulipani bianchi... sono stupendi. - Li osservò in silenzio, con un velo di tristezza negli occhi.
- Tutto bene? C'è qualcosa che non va, cara? - Restituì i tulipani alla vecchia fioraia, riscuotendosi dal torpore che l'aveva avvolta.
- Non è nulla, è solo che quei fiori mi ricordano... una persona. - Il giorno della partenza aveva ricevuto quattro regali: un braccialetto che indossava anche in quello stesso momento, una guida di Parigi con dedica speciale dai suoi amici, una foto scattata insieme ai Bladebreakers e... un mazzo di tulipani bianchi. Lui sapeva benissimo che erano i suoi fiori preferiti. Scosse la testa, cercando di allontanare quei pensieri tristi e riprese i sacchetti che aveva appoggiato a terra. - Très bien! Adesso devo tornare a casa, aspetto molte telefonate! Au revoire!
- Au revoire. - Amèlie ripose i fiori in un vaso, sospirando. - Questi giovani, sempre di fretta! Comunque non voglio rimetterli via. Sono sicura che stasera qualcun altro comprerà questi tulipani...

...

PARIGI - 24 Dicembre -

Il taxi correva veloce, ormai era quasi arrivato a casa. I ragazzi lo satavano aspettando e molto probabilmente Rei aveva preparato un cenone perfetto. Eppure lo avevano avvertito che non sarebbe stato facile, perchè diavolo si era illuso a quel modo? Una volta avrebbe liquidato tutta quella faccenda con un'alzata di spalle, ma poi era cambiato. Lei l'aveva cambiato. E questo era uno dei due motivi per cui aveva attraversato mezzo mondo per andare a cercarla. L'altro era che l'amava, l'amava tantissimo, ma forse non abbastanza per riuscire a trovarla in una città enorme e affollata come Parigi... Pagò il tassista e poi si affrettò verso il portone. Meno restava fuori al freddo e meglio era. Stava per citofonare, quando la sua attenzione fu irresistibilmente attratta da qualcosa che stava sull'altro lato della strada. Quella mattina non l'aveva notato, ma proprio all'angolo della via c'era un piccolo chiosco di fiori... Tulipani bianchi. Erano piuttosto insoliti per quella stagione, eppure ce n'era un mazzo enorme esposto in bella vista. Attraversò rapidamente la strada e si avvicinò al vaso di fiori.
- Ti piacciono quelli, non è vero? - La voce della proprietaria lo costrinse a spostare lo sguardo verso di lei. Era una signora piuttosto anziana ed aveva uno scialle davvero molto strano... Però, in un qualche modo, le stava bene. Gli indicò i tulipani che aveva notato poco prima, sorridendogli amichevolmente.
- Io... sì, mi ricordano... una persona. - Arrossì lievemente, ripensando al meraviglioso sorriso che le aveva illuminato il volto, quando aveva ricevuto il suo mazzo di tulipani il giorno della partenza. - Senta, quanto costano?
- Mmmh... niente, giovanotto! E' Natale, consideralo un regalo. Portali alla tua ragazza, ne sarà contenta. Parola di Amèlie! - Gli porse i fiori e sparì all'interno del chiosco. - Bonsoir, mio caro!
- Bonsoir. - Rimase a fissare il chiosco vuoto ancora per qualche secondo, poi tornò sui suoi passi, dirigendosi verso casa. Passò dal portone, stando attento a non rovinare il mazzo e salì le scale di corsa. L'unica cosa di cui aveva voglia in quel momento era di ritornare a casa e dimenticarsi di quella giornata tremenda... il più presto possibile. Si richiuse la porta alle spalle, sbuffando rumorosamente. - Sono tornato.
- Kei! - Takao e Max gli si fecero incontro, attraversando di corsa il corridoio. - Allora, l'hai trovata? Ehi,ma... cos'hai in mano? - Il giapponese indicò i tulipani che lui si affrettò a nascondere dietro la schiena. - Avanti! Che cosa nascondi lì dietro? Facci vedere, daaaaai... - I due ragazzi lo bloccarono per le spalle, immobilizzandolo, almeno temporaneamente. Con una rapida mossa, Takao gli sfilò il mazzo dalle mani e lo sollevò in segno di vittoria. - TA - DAAAN!!! - Quando finalmente riuscì ad identificare l'oggetto che teneva in mano, rimase visibilmente sorpreso. - Ma... ma... sono dei fiori!
- Tsk! - Sbuffò scocciato, prima di riprendersi ciò che gli era stato sottratto. - Non credere che io li abbia comprati! Li ho accettati soltanto perchè me li hanno offerti... tutto qui. - Appese il cappotto e si diresse verso la sua stanza, lasciandosi alle spalle anche gli sciocchi commenti dei suoi amici.
- Ihihih! Kei è diventato un romanticooone!
- Ma non capisci, Takao? That's amore! - Senza volerlo, Max aveva centrato esattamente il nocciolo della questione. Passò davanti all'entrata della cucina, sbuffando rumorosamente.
- Che palle! - Si appoggiò alla porta della camera, osservando distrattamente i suoi tulipani. Perchè li aveva accettati? Forse si era illuso che potesse succedere qualcosa. Illuso, appunto! Quei fiori sarebbero appassiti entro pochi giorni, così come le sue speranze di riuscire ad incontrarla, prima del rientro a Tokio.
- Perchè li hai comprati? - La voce di Rei lo fece trasalire. Il cinese era appena uscito dalla cucina, attirato dalle urla di Takao. Finì di asciugarsi le mani con uno strofinaccio, prima di avvicinarsi all'amico. - Sono proprio belli...
- Me li hanno regalati. Volevo soltanto essere gentile.
- Ah... Quindi è un caso che quelli siano i suoi fiori preferiti, giusto? - Gli sorrise beffardo, mentre un lampo di malizia guizzava nei suoi occhi ambrati.
- Rei... - Lui era l'unico a conoscenza dei sentimenti che provava per lei. Non c'era da stupirsi che si fosse ricordato anche della predilezione che lei aveva per quel tipo di fiori. Un sorriso amaro gli si dipinse sul volto. Lasciò cadere il mazzo a terra e diede le spalle all'amico. - In ogni caso, a me non interessano. Facci quello che vuoi... - Abbassò la maniglia della porta, mentre Rei si chinava a raccogliere i fiori.
- Vorrà dire che li porterò io ad una certa ragazza giapponese che va pazza per i tulipani e che abita a due isolati di distanza da qui... - A quelle parole, il suo cuore mancò di un battito e si voltò di scatto verso il cinese che gli sorrise divertito.
- Cosa...? - Afferrò il mazzo che l'amico gli stava porgendo, continuando a fissarlo.
- Ma sì! Non è stato difficile. Stamattina, per scrupolo, ho provato a fare qualche domanda nel quartiere: ho scoperto che la conoscono tutti e sanno benissimo dove abita; beh, adesso lo so anch'io! Infilati la giacca, che ti accompagno! Saremo lì in meno di un quarto d'ora. - Il russo lo guardò senza dire nulla. Cominciò a camminare verso di lui con gli occhi fissi sul pavimento.
- Grazie... - Un sussurro appena udibile giunse alle orecchie di Rei, mentre Kei gli passava accanto. Non rispose, soltanto si concesse un sorriso di felicità pura e soddisfazione, prima di voltarsi e seguirlo.

...

PARIGI - 24 Dicembre

Le luci in casa erano tutte spente. Le catene intermittenti dell'albero di Natale illuminavano una figura esile, seduta per terra accanto al muro. La testa appoggiata alle ginocchia, il petto scosso da leggeri singhiozzi. Le buste della spesa, ancora piene, erano state abbandonate sul tavolo della cucina: nessuno sarebbe andato alla sua festa. Una volta rientrata a casa aveva trovato la segreteria telefonica piena zeppa di messaggi, esattamente come si aspettava. Quello però che non aveva immaginato era che fossero tutti per disdire l'invito al suo "mega-party natalizio". Il Natale era una festa importantissima per un paese cristiano come la Francia e... beh, era usanza passarlo con la propria famiglia o, al minimo, festeggiare fra vecchi amici, escludendo una stupida ragazzina giapponese conosciuta poco tempo prima a scuola e che probabilmente non poteva capire che cosa fosse veramente il Natale. Scoprirlo così non era stato affatto piacevole.
- Accidenti!!! - In un impeto di rabbia, afferrò la spina dell'albero e la staccò violentemente. Le luci colorate si spensero con un leggero crepitio. Pianse silenziosamente, mentre calde lacrime le rigavano le guance. In quel momento avrebbe desiderato soltanto di ritornare a casa, dai suoi amici, da Kei. Per quanto sapesse che non era possibile incontrarsi, per quanto grande fosse la lontananza fra di loro, non aveva rinunciato a mettere un regalo anche per lui sotto il suo albero. Riconobbe il pacchetto rosso nella penombra e lo prese in mano, stringendolo appena. I ricordi legati a quel dono erano molti e preziosi, era un oggetto importante per lei e per lui. Sorrise appena, pensando alla faccia che avrebbe fatto Kei, se avesse mai ricevuto il suo regalo. Il suono insistente del campanello la riportò alla realtà. Si alzò velocemente in piedi, accese la luce e corse ad aprire la porta, chiedendosi chi potesse essere in giro la sera della vigilia di Natale. Si ritrovò davanti un enorme mazzo di tulipani bianchi. QUELL'enorme mazzo di tulipani bianchi. Il suo cuore prese a battere veloce...
- Allora, non mi fai entrare? - ... ancora più veloce. No, non poteva essere lui... Kei spostò leggermente i fiori per poterla vedere ed i loro sguardi si incontrarono immediatamente. La voce le si spezzò in gola, ci volle un attimo, prima che riuscisse a rivolgergli la parola.
- Amore! - Gli gettò le braccia al collo, ricominciando a piangere... questa volta di gioia, però! - Amore mio... - Il russo appoggiò delicatamente i fiori su un mobile all'ingresso e rispose al suo gesto, abbracciandola dolcemente.
- Hilary... - Le accarezzò la schiena, cercando di tranquillizzarla. Quando si fu calmata un attimo, la allontanò leggermente e le porse i tulipani. - Questi sono per te. Mi pare che fossero i tuoi preferiti, o no? - Le chiese, sorridendo dolcemente. In realtà lo sapeva benissimo e lo sapeva anche lei.
- Sì, sono i miei preferiti e sono bellissimi. - Si avvicinò e gli posò un leggero bacio a fior di labbra.
In quel momento gli tornarono in mente le parole della vecchia fioraia: <<Portali alla tua ragazza, ne sarà contenta. Parola di Amèlie!>>.
- Amèlie aveva ragione, allora! - Lei non lo stava ascoltando, tutta presa com'era a cercare un vaso per sistemare i fiori.
- Eh?! Hai detto qualcosa? - Chiuse l'ennesimo armadietto dopo averne estratto una brocca di vetro trasparente. - Mmmh... ho solo questa...
- Niente di importante! Ma mi ascolti?
- Sì-sì... Ah! Che sciocca! Anch'io ho un regalo per te... - Corse in salotto e raccolse il pacchetto che aveva lasciato cadere poco prima per andare ad aprirgli. - Tieni! Non indovinerai mai che cos'è!
- Sarà sufficente scartarlo... - Cominciò a strappare la carta, mentre lei lo osservava divertita. Era una strana scatoletta grigia.
- Aprila, avanti!
- D'accordo, d'accordo... quanta impazienza! - Sollevò lentamente il coperchio. Dentro c'era il suo orologio da polso. Sorrise, ecco perchè non lo trovava! Solo allora si ricordò di quello che era successo il giorno prima che Hilary partisse: lei aveva voluto a tutti costi che le prestasse il suo orologio e aveva insistito per non restituirglielo. <<Te lo ridarò, soltanto quando ti sarai dimenticato che ce l'ho io!>> gli aveva risposto sorridendo e lui si era rassegnato, concedendole di giocare ancora una volta. Erano passati tre mesi...
- Hai visto che te ne eri scordato? - Gli si avvicinò, ridendo. Lui non disse nulla. Semplicemente la afferrò per un polso, attirandola a sè, prima di baciarla con tutta la dolcezza di cui era capace.
- Ti amo, Hilary. - Un tempo quelle parole gli sarebbero costate tantissimo, ma in quel momento le sentiva come fossero le più naturali del mondo.
- Anch'io ti amo... - Stavano per baciarsi di nuovo, quando Takao fece irruzione nell'appartamento, seguito da Max e Rei.
- Insomma, Kei! Hai deciso di farci morire di freddo? Tu te ne stai quassù al calduccio a sbaciucchiarti con lei e noi ad assiderare sotto la neve, ti sembra giusto???
- Oh yes! It's a very very cold night!!! - Max mise un braccio intorno alle spalle del giapponese, unendosi alla sua protesta.
- Lasciateli perdere! Per fortuna che mi sono portato dietro qualcosa, così possiamo festeggiare come si deve, chi mi aiuta con pandoro e champagne? - Rei sventolò due sacchetti pieni sotto al naso di Takao.
- REIIIII! - Disse il ragazzo con le lacrime agli occhi. - Te l'ho mai detto che ti amo???
- Per fortuna no! - Il cinesino scoppiò a ridere, seguito a ruota dagli altri ragazzi che lo accompagnarono in cucina. Hilary fece per seguirli, ma Kei la trattenne, afferrandole una mano.
- Che c'è? - Lui non disse nulla. Si avvicinò, senza smettere di fissarla finchè non fu a pochi centimetri dal suo viso. - Kei....?
- Buon Natale, amore mio... - Le sussurrò a fior di labbra, prima di baciarla dolcemente.
- Buon Natale...
*************************************************************************
Ecco, è finita! Sono davvero molto orgogliosa di questa fic. Anche se è breve mi sono impegnata un sacco per farla venire come la volevo! Fatemi sapere se vi è piaciuta, aspetto commenti!^^
BUON NATALE A TUTTI!!!!!^^
Baci Minako86



 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
liv00 31/10/10 14:59
*-* è troppo dolcee bellissima
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: