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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA STRADA NOTTURNA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: vaniamajor galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/12/2004 18:40:20

a volte, nè forza nè magia possono contrastare l`oscurità...la strada è lunga, la luce un miraggio lontano...
 
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LA STRADA NOTTURNA
- Capitolo 1° -

Author's note: Tutti i brani riportati nel testo fanno parte della colonna sonora di Moulin Rouge di Baz Luhrmann e appartengono a chi di dovere, non alla sottoscritta. Buona lettura!

LA STRADA NOTTURNA



« Why does my heart cry?….» (Perché il mio cuore piange?……………..)

………

La giovane si tolse i capelli dal viso con un gesto leggero. Sedeva su una pietra, sola, in mezzo al nulla. Sopra il suo capo, brillavano le stelle, fredde ed irraggiungibili. Sospirò, e quello fu l'unico, breve suono a gareggiare con l'ululato del vento. La notte era fredda...lo era sempre stata. Le sue fragili membra non si sarebbero mai abituate a quel gelo, e a darle ragione un lieve tremito le scuoteva il corpo.

Sospirò ancora, guardando la strada avvolta nella tenebra e nella nebbia con occhi che avevano visto troppe cose. Il suo era stato un lungo cammino, ma ancora non vedeva differenza tra la direzione da cui era partita, chissà quando e chissà dove nella memoria, e quella verso cui si stava dirigendo...una meta che ormai aveva perso di significato.

Quando aveva iniziato a camminare? Non lo sapeva. Quel ricordo era più antico di lei, avvolto in una tenebra più fitta della notte in cui viveva. E qual'era la meta?

Quella...era una lunga storia. Una lunga, lunga storia, a cui forse era il caso di ritornare con la mente, per tentare di capire il perché del dolore che aveva al petto...il perché di quella assurda sosta imprevista nel suo eterno cammino.



Era una Maga.

Questo le era stato detto fin dalla nascita, ed a questo aveva creduto sempre con fermezza. Possedeva il Potere, in quanto viveva tanto nel Reale quanto nel Sogno, ed in entrambi i mondi aveva forma fisica e cuore saldo. Aveva molti nomi, ma nessuno le era caro.

Camminava sola in una notte ammantata di nebbia, sfiorata a volte dagli spettri di coloro che non possedevano il Potere, ma non provava timore né per la solitudine in cui versava, né per l'inquietante notte che pareva eterna. Il suo cuore era intagliato in un diamante nero, e ben poco poteva scalfirlo.

Camminava con fiducia nei propri mezzi, cadenzando il proprio passo con eterne canzoni, prefigurando nella propria mente lo spettacolo che sarebbe stata l'alba, una volta che fosse giunta, e quale meraviglia sarebbe stato il sole; e si sentiva fiera di essere la sola sul sentiero, la sola ad essere in grado di sopportare tali prove per ottenere l'ambito premio.



« I follow the night (Io seguo la notte

Can’t stand the light Non sopporto la luce

When will I begin Quando inizierò

To live again?… A vivere di nuovo?….

One day I’ll fly away Un giorno volerò via

Leave all this to yesterday Lascerò tutto questo nel passato

What use is live from dream to dream A che serve vivere di sogno in sogno

And dread the day when dreamin’ ends? » E temere il giorno in cui i sogni finiscono?)

…………………..

Passarono anni, anni di notti senza luna, anni senza che un raggio di luce aprisse il sipario dell'orizzonte. La sicurezza del suo passo, la fermezza del suo cuore, vacillarono.

La Maga iniziò a chiedersi perché nessuno incrociasse la sua strada. Iniziò a chiedersi se non avesse commesso un errore...se non avesse peccato di superbia. Vedeva molti spettri, ora...nessuno di essi le somigliava. Era giusto così? Gli spettri erano forse ciechi? O era lei...era lei ad avere qualcosa di sbagliato?

Il tarlo del dubbio le rose la mente, portandola quasi sull'orlo della pazzia. Si mise a camminare più svelta, sempre più svelta, correndo su quella via sempre identica a se stessa, portando il corpo allo stremo per evitare di pensare, per raggiungere quel miraggio che pareva ormai il parto di una mente folle dal principio.

Fu allora che accadde qualcosa che fermò la sua corsa. Davanti a lei, sul sentiero, avvolto da un'aura così malinconica da eguagliare la sua, qualcun'altro camminava. Basita, la Maga diede una voce allo sconosciuto, ed egli si voltò. E la Maga vide il Sole negli occhi di lui, un Cavaliere che incerto le disse di essersi perso in quella landa desolata.

Un sorriso le distese il volto, cosa mai vista, quando lo riconobbe quale suo simile, quando si accorse del suo cuore di puro, trasparente diamante. Capì che egli avrebbe potuto sanarla, e si offrì di camminare al suo fianco. Egli sorrise, ed il cuore oscuro della Maga desiderò di divenire puro e trasparente a sua volta. I due viandanti iniziarono così a camminare fianco a fianco.

Molte parole vennero spese, e le due anime si trovarono affini. La Maga non chiese mai al suo Cavaliere cosa stesse cercando lungo la strada, ed egli non lo rivelò mai, ma anch'essa non riuscì ad esimersi dal nascondergli tanti suoi pensieri. Si vergognava del suo cuore nero, e cercava di essere per lui una pregevole compagna.

Il legame tra loro si fece forte, e la Maga ne gioiva. Col tempo, però, si accorse che spesso il Cavaliere si volgeva agli spettri lungo la via, e che allora il suo corpo diventava effimero e si distraeva nell'ascoltare le sue parole. La Maga ne provava tristezza, poiché per lei il Cavaliere era quanto di più importante, ma capiva che il mondo di lui non ruotava attorno alla sua persona, ed era bene ricordarsi che era capitato su quella via notturna quasi senza rendersene conto.

Eppure, nel suo cuore oscuro era nato un sentimento che ella non poteva più soffocare.

In un momento imprecisato nel loro cammino, il Cavaliere era diventato il Sole della Maga. Ella non scrutava più l’orizzonte. Le bastava perdere se stessa negli occhi del suo compagno di viaggio.

Il Cavaliere non si accorse mai del suo turbamento, ed ella lo celò, timorosa del rifiuto, timorosa di dare voce a parole che mai erano uscite dalle sue labbra. Le tenne per sé, ed esse la riscaldarono dall’interno, e perfino la notte eterna divenne meravigliosa e densa di promesse. Le bastava donargli il suo cuore, in qualunque forma egli lo desiderasse. Sarebbe stata compagna di viaggio, amica, sorella. E se mai un giorno egli l’avrebbe amata come donna, l’avrebbe accolto col cuore colmo di gioia.

E nel suo animo ella cantava….



« Never knew I could feel like this (Non avrei mai creduto di potermi sentire così

Like I’ve never seen the sky before Come se non avessi mai visto prima il cielo

I want to vanish inside your kiss Voglio svanire in un tuo bacio

Every day I’m loving you more and more Ogni giorno ti amo di più e più ancora

Listen to my heart, can you hear it sing? Ascolta il mio cuore, puoi sentirlo cantare?

Come back to me and forgive everything Torna da me e perdona tutto

Seasons may change Le stagioni potranno cambiare

Winter to spring Dall’inverno alla primavera

But I’ll love you Ma io ti amerò

Until the end of time Fino alla fine del tempo

Come what may Comunque vada

Come what may Comunque vada

I will love you Io ti amerò

Until my dying day Fino al giorno della mia morte

Suddenly the world seems such a perfect place Di colpo il mondo sembra un luogo così perfetto

Suddenly it moves with such a perfect grace Di colpo si muove con grazia perfetta

Suddenly my life doesn’t seems such a waste Di colpo la mia vita non sembra uno spreco

It all evolves around you Tutto gira attorno a te

And there’s no mountain too high E non c’è montagna troppo alta

No river too wide Né fiume troppo ampio

Sing out this song and I’ll be there by your side Canta questa canzone ed io sarò al tuo fianco

Storm clouds may gather Nubi tempestose potranno addensarsi

And the stars may collide E le stelle potranno scontrarsi

But I’ll love you Ma io ti amerò

Until the end of time Fino alla fine del tempo

Come what may Comunque vada

Come what may Comunque vada

I will love you Io ti amerò

Until my dying day» Fino al giorno della mia morte)

…………………………….

Poi, accadde che il Cavaliere decise di vivere a metà fra i due mondi, poiché altri sentimenti e necessità lo portavano distante dal fianco della Maga. Ella ne soffrì, e le prime schegge del suo cuore caddero nella polvere, ma si impose di soffocare il proprio egoismo e continuò a sorridere allo spettro dalla luce opaca che le camminava a fianco.

Parlarono ancora, a lungo, ma la Maga avvertì nel suo cuore un inusitato panico, la sensazione che il vento portasse via le loro voci troppo in fretta. Qualcosa...qualcosa stava per succedere, e l'intero corpo della Maga tremava per un terrore che mai aveva provato.

E poi, accadde.

Un giorno, la Maga si voltò e non trovò più il suo Cavaliere. Le sfuggì un grido...ed egli riapparve, sorridente, chiedendole perdono per poi continuare a camminare come se nulla fosse successo. La Maga si impose di seguire il suo passo, ma il terrore non volle più lasciarla, e presto fu chiaro che ne aveva ben donde.

Inaspettatamente, il Cavaliere aveva trovato di che vivere distante da quella notte eterna, e pur scusandosi più e più volte con la Maga per le prolungate assenze, prese a scomparire sempre più spesso, lasciando la giovane al freddo e al buio, preda del suo terrore e di una solitudine che aveva dimenticato.

Solo un diamante può tagliare un altro diamante, e presto il cuore della Maga si frammentò, spargendosi sul sentiero, a volte calpestato dall'ignaro spettro che di quando in quando ancora le faceva visita.

Ella cercò di fargli capire il suo dolore. Non voleva condannarlo alla notte eterna, non desiderava imporgli la propria maledizione, né i propri sentimenti, ma si chiedeva con angoscioso dolore come colui che era stato a lungo il suo Sole potesse ora guardare i suoi occhi velati di pianto senza mutare espressione, senza cercare di esserne partecipe.

Questo pensiero si radicò in lei e affondò le sue affamate appendici in ogni angolo della sua mente.

Intanto, il Cavaliere era scomparso di nuovo e per un tempo che parve interminabile non diede segno di voler tornare. Ciò che restava del cuore della Maga, una pietra dalla forma ormai brutta e irregolare, gridò di vergogna e rabbia. Gridò tanto che infine la Maga diede voce a questo bruciante fuoco e riempì la notte della propria voce rabbiosa.



« Why does my heart cry? (Perché il mio cuore piange?

Feelings I can’t fight……. Sentimenti che non posso combattere….

You’re free to leave me Sei libero di lasciarmi

But just don’t deceive me Ma almeno non tradirmi

And please, E ti prego,

Believe me when I say Credimi quando ti dico

I love you » Che ti amo)

………………

Il Cavaliere riapparve con l'ennesima scusa sulle labbra, e la Maga non riuscì ad esimersi dall'assicurargli il suo perdono, ma ormai qualcosa era stato spezzato. Sempre più spesso il Cavaliere rimase lontano, sempre più spesso la Maga si trovò sola e congelata fin nelle ossa, su una strada che d'un tratto si era fatta più impervia, gridando aiuto a qualcuno che ormai aveva ben poco a che spartire con lei e che tanto spesso non ascoltava le sue parole.

E poi, arrivò il tempo in cui del cuore della maga non rimase che un minuscolo nocciolo più duro di qualsiasi diamante. Quando l'ultima scheggia cadde, quando l'ultima lacrima fu versata, la Maga si fermò.

Per la prima volta nella sua vita, si fermò e si guardò attorno, stranita.

"Dove sto andando?" si chiese, e non seppe darsi risposta.

"Cosa sto cercando?" si chiese, e non seppe darsi risposta.

"Chi sono io?" si chiese, e, attonita, si rese conto di conservare con fatica nozione di se stessa.

Il Cavaliere si era portato via tutto ciò che aveva, e non le aveva lasciato null'altro che gelo, e la sensazione di aver perso la propria anima.

Per questo, si era seduta su una pietra e, per la prima volta dopo tanti anni, si era fermata a riflettere, a contemplare quella notte che forse non avrebbe avuto mai fine.



«Today’s the day (Oggi è il giorno

When dreamin’ ends…» In cui i sogni finiscono………..)

…………………………

Non avrebbe saputo dire come, ma si sentiva morta e rinata. Una parte di lei era persa per sempre, e con essa la speranza di avere un giorno un cuore puro e bianco. D'altro canto, per la prima volta dopo tanto tempo, la Maga scoprì di avere di nuovo fiducia nella forza del proprio cuore oscuro, e di sapere di essere in grado di continuare a camminare sola.

L'aveva fatto per lungo tempo, accecata dalle lacrime, ma ora che i suoi occhi erano di nuovo asciutti l'impresa si sarebbe rivelata ben più facile.

Si sarebbe di nuovo messa in marcia, senza timore di inevitabili dolori o tentennamenti. L'avrebbe fatto da sola. Non avrebbe più permesso ad alcuno di camminare sulla sua strada.

Se il Cavaliere fosse comparso ancora, e prima o poi l'avrebbe fatto, l'avrebbe scacciato con fermezza.

Era l'unico modo...l'unico modo che aveva per continuare a camminare. L’aveva amato come mai nessuno. L’aveva odiato come mai nessuno. Ora, odio e amore si erano sublimati in qualcosa di eccelso, puro…eterno.

L’immagine del Cavaliere non sarebbe mai svanita dal suo cuore. Dimenticarlo sarebbe equivalso a dimenticare se stessa. Così, l’avrebbe tenuto stretto al suo cuore, ma lontano…lontano dai suoi occhi.

Un sospirò uscì di nuovo dal portale delle sue labbra, mentre la Maga si alzava in piedi, spolverandosi la veste.

Lanciò un'ultima occhiata alla strada percorsa. Riservò un doloroso pensiero ai giorni pieni di luce che aveva passato col Cavaliere, alle risate ed alle lacrime che avevano sparso lungo la via…ed in quella direzione spedì un bacio leggero.

Indi, si voltò e con ferrea risolutezza riprese il suo cammino.

Dopo pochi passi, iniziò a cantare.



« Come what may (Comunque vada

Come what may Comunque vada

I will love you Io ti amerò

Until my dying day » Fino al giorno della mia morte)



fine

 
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