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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: VERSO NORD
Genere: Sentimentale, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Autore: ran7 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/12/2004 19:11:39

...potresti avermi adesso, ma invece no, ti allontani verso nord...da una canzone dei tiromancino una separazione che spezzerà due cuori...(kei-rei)
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

VERSO NORD

I atto - Il tempo -

Un'altra notte, poi ancora giorno
E dopo il giorno la notte ancora
Sospeso nel tempo a immaginare
se fossi qui stasera...

La nottata insonne di un giovane. Un giovane disperato, profondamente ferito, pieno di rancore e rabbia.
Il rancore verso chi lo aveva lasciato lì, a crogiolarsi nelle sue ferite, verso chi lo aveva abbandonato a se stesso, incurante di ogni preghiera o supplica.
E la rabbia...solo verso se stesso, troppo debole per dimenticare e troppo codardo per affrontare il dolore a viso aperto.

Rei giaceva a terra, le membra abbandonate come relitti di una tempesta non del tutto placata...seduto a terra, la testa poggiata sul bianco divano della comoda mansarda, le braccia invece attirate verso il pavimento dalla forza di gravità...
Sembrava una bianca bambola immobile. Un piccolo mucchio di carne ed ossa senza un briciolo di vita, senza un'anima che potesse smuoverlo.
Solo i respiri affannosi e i singhiozzi, singhiozzi così insistenti e tanto violenti da scuotere il vuoto corpo come scariche elettriche, davano una parvenza di vita in quell'involucro.
Rei sembrava guardare il nulla, con i suoi occhi di ambra preziosa persi in chissà quale pensiero lontano e disperato...occhi naufragati in un oceano di lacrime, ormai troppo gonfi e arrossati...occhi di un uomo disperato.

Erano passate solo due ore. Solo due ore da ciò che lo aveva distrutto del tutto.
La sua vita, la sua unica ragione di vita se n'era andata via ed erano solo passate due ore. Lo aveva abbandonato. Senza spiegazioni. Senza nessuna scusa.
Quell'eternità di pensieri, di pianti, di imprecazioni, di preghiere, di urla ed infine di nulla, sembravano aver oltrepassato i confini del tempo, intersecandosi con notte e giorno, sole e luna...e invece erano solo due misere ore.
Rei lo sapeva. Sapeva che non sarebbe durata. Se lo sentiva. Lo sapeva, forse già conscio che una tale fortuna non lo avrebbe mai potuto toccare da vicino.
Ma la sorte, il fato o forse gli dei erano stati ben più crudeli...la fortuna che mai avrebbe potuto toccargli davvero si era avvicinata a lui e lo aveva sfiorato dolcemente, tanto da far balzare il suo cuore oltre ogni confine, bruciando della passione propria del vero amore.
E poi, come si era avvicinata e lo aveva disperatamente illuso, altrettanto era fuggita, era scappata via.
La fortuna che nel suo caso aveva capelli fatti di cenere e carbone e occhi di brace gelida come il ghiaccio eterno della Siberia...chi aveva sempre amato a tal punto da poter offrire la propria vita in cambio della sua...chi aveva così ammirato e adorato che chiunque avrebbe capito...
Chiunque è vero.
I suoi compagni, Takao, Max e il prof K avevano capito, avevano intuito.
Ma lui...Kei era troppo circondato dagli iceberg di un mondo lontano, perso dietro al ricordo di una madre morta da anni e al rimorso di un omicidio già scritto nelle stelle, quando il destino ne aveva fatto il nipote di Hiwatari, di quell'uomo orribile e corrotto...era troppo lontano da lui per accorgersi del suo piccolo cuore palpitante.
Perchè il russo dallo sguardo infuocato non dava attenzioni al mondo reale, tutto preso da quello della sua mente. E proprio come la sua patria, appariva freddo, gelido più di qualsiasi cristallo di ghiaccio, verso lo zero assoluto che tanto bramava ed odiava, assassino e vittima allo stesso tempo.
Ripensando a tutto questo ormai Rei non aveva neppure più la forza per disperarsi. Giaceva lì a terra, in balia dell'aria che lo circondava, anch'essa gelida ed impietosa come era stato il suo amore.
"Ti devo parlare", gli aveva detto solo poco tempo prima. Ovviamente il cuore di Rei aveva palpitato al suono della sua voce, quasi incredulo che il taciturno Kei volesse parlare con lui.
E lui, disponibile aveva assentito con un sorriso. Ma poi...
Poi tutto era crollato lentamente, avvolto dalle parole sempre più intollerabili per lui, sempre più odiate e detestate.
"Devo andare via...torno a casa,Rei." lo aveva guardato dritto negli occhi con quei due tizzoni ardenti, ma gelidi come ghiaccio, piantati nei suoi occhi increduli.
"Perché? Che succede?" era stata la risposta sorpresa del Drigerblader.
"Mi dispiace..." la fenice crudele si era voltata senza fornire ulteriori spiegazioni. Rei l'aveva richiamato, per farlo tornare indietro...ma troppo tardi...l'introverso russo era già uscito dalla stanza e dal suo cuore.
Non avrebbe mai saputo quanto Rei lo amava.
Non avrebbe mai conosciuto il calore dell'abbraccio che Rei aveva sognato tante notti passate dormire nella stessa sua stanza
-Kei...-mormorò appena, impercettibilmente.

All'improvvviso la porta in legno pregiato della mansarda si aprì con violenza ed entrarono Takao e Max. I due avevano cercato in tutta la villa Kinomiya i loro due compagni, ma non solo non avevano trovato nessuno dei due, ma neppure gli abiti e gli oggetti personali di Kei in camera sua.
Quindi, preoccupati, si erano fiondati nell'ultimo posto dove cercare di due dispersi, nella mansarda...e lì trovarono Rei, sdraiato a terra, completamente disfatto dal pianto.
-REI!- urlarono contemporaneamente i due ragazzi.
Ma questo parve non udire le voci dei suoi amici, perché neppure si mosse.
-Rei, che succede?- continuò Takao, mentre Max scrutava con aria preoccupata l'amico così fragile.
Mentre Takao cercava di avere una risposta dal ragazzo, Max lo fece alzare e lo adagiò dolcemente sul divano...era spaventoso a vedersi, con i capellli arruffati, gli occhi ridotti a fessure infuocate e la pelle sbiancata tanto da confondersi con il divano stesso.
-Rei avanti rispondi...-intanto continuava il dragoonblader.


II atto - Lo spazio -
Svanisci piano piano dietro la scia
di un aereoplano che ti porta via
forse due giorni o un anno non lo so
ti allontani verso nord

Le voci arrivavano ovattate alla mente troppo sconvolta e troppo stanca di Rei. Non gli importava nulla di ciò che avessero da dirgli. Non gli importava nulla di loro, anche se erano i suoi migliori amici. Non gli importava nulla neppure di se stesso.
Ma perché Kei lo aveva abbandonato senza una ragione?
Perché era fuggito lontano da lui, non aspettando nemmeno che lui potesse rivelargli il suo amore?
Solo la risposta a queste domande era importante. Ma nesssuno poteva dargliela. Perché la sola persona che avrebbe potuto farlo era in viaggio verso una terra desolata e gelida.

-Rei...avanti...cosa è successo? Sai dov'è finito Kei?- alla domanda di Takao seguirono due azioni.
Max, che aveva intuito che il motivo dello stato pietoso di Rei potesse essere proprio dovuta a qualcosa accaduto con Kei, fulminò il moro con lo sguardo e lo allontanò con una spinta, quasi per cancellare ciò che aveva detto.
Rei, d'altro canto, appena udito il nome di Kei, iniziò a piangere nuovamente continuando a ripetere frasi sconnesse.

Vicino a lui c'erano loro. Ma non li riusciva a distinguere bene. Non si trovava più sul pavimento freddo...sentiva sotto di lui un cuscino soffice e morbido...ma che importava, poi?
Poi sentì distintamente il nome di Kei. Era stato Takao a pronunciarlo. Che lui sapesse qualcosa? Che fosse successo qualcosa? Magari era tornato, aveva cambiato idea...
O forse era successo qualcosa di brutto al suo aereo...
Non voleva nemmeno pensarci.
Con sforzo sovrumano, Rei iniziò a biascicare mozziconi di frase, un po' per sfogo, un po' per spiegare ai suoi amici la situazione e chiedere notizie.

-Bravo, complimenti! ora come lo calmiamo?- la voce di Max risuonava di rimprovero per l'amico.
-Scusa...non ci ho pensato...avanti Rei, avanti è tutto ok...- Takao cercava disperatamente di rimediare all'errore, con poco esito.
-Non è tutto ok...- finalmente le parole biascicate del cinese presero un significato comprensibile...
-Ehi...stai calmo ora...ci siamo noi...- Max fu il più dolce possibile, capendo la grande sofferenza patita da Rei. Sospettava che fosse accaduto qualcosa di grave tra lui e Kei.
-Si...siamo noi qui...- aggiunse Takao
-Siete qui? Siete qui? Io non vedo nessuno qui...è partito...non mi ha neppure lasciato parlare ed è partito...- non li stava ascoltando, perso nel dolore che lo stava affogando.
-Lasciatemi solo per favore...- chiese poi, guardo i due amici negli occhi...
-Ma...-obiettò Takao, interrotto però da una mano di Max che lo invitava ad uscire dalla stanza.
-va bene...ma se hai bisogno di qualsiasi cosa, diccelo, miraccomando...- fece poi rivolto al cinese.
Già...qualsiasi cosa...avrebbero potuto fermare un aereo, prendere Kei e riportarlo indietro?
Oppure avrebbero letto nella sua mente per vedere che diavolo gli prendeva, ogni volta, per andarsene così?
Kei se ne andava, rapito dal passato al quale non riusciva a sfuggire...e lui non poteva far altro che guardare la scia del suo aereo allontarsi da lui, portandolo in quel deserto di ghiaccio che era il suo passato.
Kei lo abbandonava...troppo orgoglioso, troppo sciocco per condividere il suo dolore con i suoi amici e con lui che lo amava così tanto.
Quell'egoista...pensava solo a se stesso...
Certo aveva un passato non invidiabile...la perdita della madre, da piccolo...l'abbandono da parte del padre...e quel nonno despota e senza scrupoli...
Ma non giustificava quell'ennesima fuga...
Non giustificava il suo sguardo duro, nei suoi confronti...non giustificava quella freddezza che gli aveva strapppato il cuore, ora in viaggio su un aereo per la Russia, insieme a Kei.


III atto - Il pensiero -
Parlami sempre dei tuoi pensieri
ora che sai che niente ormai è uguale a ieri
ma nella tua voce ancora incertezza
dove sarai domani

-Tokyo Airline vi ringrazia di aver scelto di viaggiare con la nostra compagnia. Il comandante Shizuka vi augura un volo piacevole. L'arrivo a Mosca è previsto alle 10.00 di domani mattina.- la voce metallica proveniente dagli altoparlanti dell'aereo era infastidente per la maggior parte dei passeggeri, ormai stanchi e desiderosi di dormire un po'.
Solo uno non aveva affatto sonno. Anzi...
Kei guardava dal finestrino la grigia pista di partenza dell'aeroporto di Narita. A breve quel maledetto mostro volante sarebbe partito, strappandolo nuovamente dal Giappone, dai suoi amici...
Già...non aveva lasciato detto nulla a nessuno, né aveva dato spiegazioni...come suo solito, d'altronde...
Ma come...come ammettere davanti agli altri di aver ucciso...di aver ucciso il proprio nonno?
Lo avrebbero giudicato, lo avrebbero guardato come un mostro assetato di sangue. E forse non avrebbero avuto ragione a farlo?
No...non voleva farlo...non poteva però non farlo, era stato costretto...
Legittima difesa, avevano proclamato i legali che lo avevano difeso al processo...e se l'era cavata, come sempre.
Era potuto tornare in Giappone, dove gli altri non avevano preteso spiegazioni, dove nessuno lo aveva additato come un assassino, ma...
Ma...i suoi occhi di ambra preziosa erano troppo puri per continuare a guardarlo, anche dopo quello che aveva fatto...Rei era troppo innocente per poter sopportare la vicinanza con un essere corrotto e velenoso come lui.
Niente sarebbe più stato uguale, niente...
Lui aveva capito ciò che il dolce cuore di Rei voleva trasmettergli, ma non poteva accettarlo. Non avrebbe mai potuto.
Non poteva più avere una persona vicina, non poteva più essere amato da qualcuno, da quando aveva perso sua madre...tanto, troppo tempo prima.
Forse solo per questo era fuggito, senza neppure stare ad ascoltare la voce melodica di chi lo amava.
Forse solo per questo gli aveva voltato le spalle, mentre l'altro iniziava a piangere per il suo comportamento meschino ed egoista.
Forse solo per questo che non gli aveva detto che lo amava anche lui...
" Devo andare via...torno a casa, Rei."
E aveva cercato di guardarlo fisso negli occhi, senza far trapelare nulla di ciò che sentiva dentro di sé, nel dire quelle parole, nell'abbandonare così proprio lui.
"Perché? Che succede?"
Lui era sorpreso, allarmato, preoccupato...semplicemenete già conscio dell'addio imminente.
"Mi dispiace..."
E si era voltato. Si era voltato per non vedere le lacrime del cinese. Si era voltato per non versare lacrime lui stesso. E si era voltato per farsi odiare da lui, sicchè non avesse più rimpianti in quella terra che lo aveva accolto, a differenza dell'ostile patria.
Ma soprattutto aveva finto.
Aveva finto di non sentire la voce rotta dal pianto di Rei...una voce che lo chiamava, che pretendeva delle parole che non avrebbe mai potuto pronunciare..."mi dispiace davvero, amore mio"...

Le luci sull'aereo si fecero soffuse, per permettere ai passeggeri di riposare, qualora lo desiderassero...
Kei si raccolse tra sé e sé, appoggiando il viso al freddo finestrino...
L'oscurità nascose le sue lacrime silenziose e solitarie.



IV atto - L'addio -
Svanisci piano piano dietro la scia
di un aereoplano che ti porta via
potresti avermi adesso e invece no
ti allontani verso nord...

Nell'oscurità della stanza Rei parve riaversi un po', gli occhi ricevevano un po' di sollievo dopo tante lacrime.
I suoi unici pensieri andavano a quell'aereo maledetto che stava portando via da lui Kei.
A quel paese maledetto che ogni volta lo risucchiava come un buco nero, succhiandogli la sua vera essenza, rendendolo così cinico e duramente egoista.
Prese il cellulare, deciso di non fare cessare tutto così, non abbandonando la speranza.
Ma l'altro numero era spento. Già. Probabilmente già in viaggio, non poteva che essere così.
Rei si addormentò, sognando solamente Kei che svaniva come un fantasma, voltato di spalle...
Vide mille volte il ghiaccio della Russia che lo stava strappando da lui...
Immaginò quell'aereo di gelido acciaio che, solcando i cieli, li stava separando.
E capì. Capì che sarebbe stato per sempre...
Si svegliò di soprassalto, come se lo avessero scosso o chiamato ad alta voce.
Ma non c'era nessuno.
Si trovava ancora nella mansarda, nel buio della notte e nessuna voce lo stava chiamando.
Eppure...eppure qualcuno lontano chiamava il suo nome, invocava il suo amore...
"Ti chiedo mille volte perdono, Rei." una fenice infuocata brillava davanti a lui...la sua voce, però, è quella di Kei.
-Kei? Kei sei tu?- chiese guardando quello spirito incandescente...non era una fenice, era un vero e proprio angelo infuocato (Michelino!!! ^_^ ndRan)(da quando ha incominciato Angel Sanctuary, è impazzita del tutto ndKei)...era Kei, in forma di spirito.
"Scusami Rei, scusami...addio...ti ho amato..."

Rei sbarrò gli occhi. Era addormentato, stava solo sognando...
Non c'erano stati angeli, non c'era Kei che gli aveva detto addio...era solo un sogno.
Rei, nonostante ciò volesse dire che Kei era ormai lontano, tirò un sospiro di sollievo...Kei non era un angelo, non era uno spirito, non era un fantasma.
Kei era semplicemente su un aereo, verso il lontano nord.
E se...se invece non fosse stato un sogno? Se non se lo fosse immaginato?
-Impossibile...-sussurrò fra sé e sé, sentendo una strana fitta al cuore, un dolore nuovo e più intenso.
Si rimise a dormire, affidando a Morfeo ogni suo timore e paura...
La verità avrebbe potuto attendere la mattina seguente, qualsiasi essa fosse stata.

FINE

Kei -Che razza di finale sarebbe????-
Uhm...non lo so neppure io...uno dei miei soliti finali in cui, boh?
Rei - stavo sognando vero?-
Kei -sei preoccupato per me?-
Rei - no per la mia salute mentale....quando ti vedrò sotto forma di spirito infuocato, avrò seriamente bisogno di un buon psichiatra...-
Kei -indubbiamente...-
Ehm...non so come dirvelo ragazzi ma...
Rei e Kei in coro - MA????-
Ma...ecco...io...
Rei -Pronto? E' lo studio del dott Freud? Bene, potrei prenotare una visita...-
Dai Rei, non fare così, non sei pazzo...non tanto quanto me, almeno...
Rei -la cosa non mi consola...sono pazzo...-
Kei -...-
Che c'è sei senza parole? (cosa strana, vero???)
Kei -Non ci posso credere! Mi hai fatto morire...ANCORA!!!!!!!!! Ti rendi conto che non sei normale vero? Tutto questo accanimento contro di me non è normale!!!!! Passi per "A story"...era la tua prima fic e poi non ero del tutto morto! Ma Kukues?-
Beh...anche in Kukues non è detto...in teoria ho pronto il seguito...
Kei-Non voglio nemmeno saperlo, tanto so già come finirà...e allora Bijou? Morto dopo appena 16righe! 16righe, capisci?-
Uhm...un po' ragione in effetti l'hai anche tu...beh in Good Riddance sei vivo e felice...
Kei-...con Takao...-
Si in effetti se ti facevo morire era decisamente meglio...ma perché ti ho messo con Takao poi...a volte il mio sadismo rasenta livelli inconcepibili...Ecco! Per i tuoi larghi occhi...lì non muori e non stai con Taky!
Kei-Infatti sono stato piantato da Yuriy,che mi prende pure per il culo...-
Tentatio serpentis? Li non ho ancora aggiornato a sufficienza per farti accadere qcosa!!!
Kei- Non oso immaginare cosa tu abbia in mente!-
Niente di particolare, stai tranquillo...
Vabbè facciamo così...diciamo che Rei ha mangiato pesante e fatto un brutto sogno e tu sei atterrato a Mosca sano e salvo, ok?
Kei -Sicura?-
Si si...non ti preoccupare...

Ah ah c'è cascato! Poveraccio a volte mi fa pure pena...ma almeno è felice di non essere morto!!!! Gli ho lasciato questa piccola soddisfazione, povera gioia!
Pensate un po'...la prox fic che scrivo sarà la numero 30! 30 sono tante davvero!!!! EVVIVA!!!!!!
Oggi Kei mi è piaciuto nella puntata di bey...la sfida a Brook(che ormai è il mio secondo amante dopo Kei e subito prima di Yuriy) mi garba molto, con B che si beve un caffè e Keiuzzo che si impegna mettendoci in ballo la vita stessa!
Si...ma la migliore è stata Hilary..."beh uno non può cambiare idea?"...ormai Kei è una banderuola (per non dire putt...) cambia squadra come fossero noccioline...quante volte ha tradito una sua squadra qualunque essa fosse? E' troppo il migliore. E' inutile, per quanto possa fingere, io amo alla follia (mai parola fu più azzeccata...) Kei Hiwatari!
Un bacione a tutti!!!!!!!

 
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