LA PIOGGIA NEL PINETO - Capitolo 1° -
Rieccomi con una nuova Poefic! ^_^
Dopo il grande (?) successo della mia prima composizione...cioè...della mia prima INTERPRETAZIONE di una poesia, ho addocchiato un altro componimento: La Pioggia Nel Pineto di D'Annunzio. Questo è ciò che i miei neuroni (e il mio cuore) hanno prodotto.
Buona lettura. ^_^
LA PIOGGIA NEL PINETO
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove sulle tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, oggi mi illude,
o Ermione.
Ti prego. Non parlare. Non ora. Non rompere l'incanto di questa pace, riempita e consolidata dal suono delle gocce di pioggia che cadono sui rami e sulle foglie della Foresta Proibita. Gia. Siamo qui, ora, tu ed io. Mi chiedo dove ho trovato il coraggio di darti appuntamento qui a quest'ora di notte. Mi chiedo dove tu abbia trovato la determinazione di accettare il mio invito, trasgredendo così almeno una decina di regole della scuola. Proprio tu che mi lanci un'occhiataccia ogniqualvolta proponga di marinare una lezione. Ma forse non dovrei stupirmi più di tanto: in fondo apparteniamo entrambi alla Casa di Grifondoro. Il coraggio e la forza di volontà non ci mancano mai. Ma forse per me non è così. Se io fossi stato veramente coraggioso, non avrei aspettato sei anni per dirti ciò che nascondo nel cuore. Ma intendo farlo ora. Quindi non parlare. Niente più commenti sulle lezioni o stupidi battibecchi. Lascia che parlino solo le foglie del bosco, ora. Lascia che sia il cuore a dire la sua. Questa volta, ascoltami tu. La pioggia continua a cadere mentre tu ti avvicini a me, con passo lento, quasi timoroso. Non sembra che ti importi della pioggia. La pioggia che bagna ogni cosa. Cade sugli arbusti secchi e spinosi. Cade sui pini dagli aghi pungenti. Cade sulle foglie di mirto che usiamo a Pozioni, sulle ginestre ricoperte da fiori stupendi, sui ginepri dall'intenso profumo. Su di me. Su di te. Mi sei vicina, ora. Vedo il tuo volto su cui scorrono alcune gocce d'acqua. Probabilmente sono anche sulla mia faccia, ma non me ne accorgo. Ogni atomo della mia mente è impegnato a guardarti. Quasi automaticamente allungo una mano verso la tua. Non hai nessuna reazione quando la tua candida pelle viene a contatto con la mia. Anche la tua mano è bagnata. Mi chiedo se sia saggio restare qui, con i vestiti zuppi per la pioggia. Scaccio immediatamente quel pensiero: non è di dubbi che ho bisogno, adesso. Devo concentrarmi su ciò che desidero dire, su quella frase che la mia anima ha formulato già tanto tempo fa, ma che le mie labbra finora si sono rifiutate di pronunciare. Come reagirai? Quale sarà la tua reazione verso di me, dopo che la tua storia con Krum (se mai c'è stata) è finita? Si. Lo so che cosa ti ha scritto, qualche giorno fa. Si è messo con un altra. E non sono ancora riuscito a capire come l'hai presa. Ma io sapevo che quella di voi due insieme era solo un illusione. E se lo fosse anche questa? E se anche il mio desiderio di svegliarmi un giorno con te accanto fosse irrealizzabile? No. Questo è l'esatto contrario di quello che dovrei pensare in questo momento. Non voglio perderti, Hermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitìo che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arbòrea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
I momenti passano senza che nessuno di noi riesca ad emettere un singolo suono. Intorno a noi, solo i rumori della foresta. Il rumore delle gocce d'acqua che cadono sulle foglie, sull'erba, sui fiori. Riesco persino a percepire i differenti suoni che la pioggia produce sulle varie piante. Il suono secco del pino, il rumore ovattato del mirto, il tonfo delicato della pioggia sul ginepro, uniti come a formare una meravigliosa orchestra vegetale. A questa si aggiunge il coro delle cicale. Chissà se anche loro stanno provando la stessa sensazione di imbarazzo e disagio che si sta formando a poco a poco nel mio cuore. Probabilmente no. Non credo che degli insetti possano provare qualcosa di simile. E' come se il mio spirito si espandesse, come se entrasse in contatto con la natura che ci circonda, fondendosi con essa. E con te. Provi anche tu quello che sto provando io? Sembra di si. Il tuo volto ormai fradicio ha un'espressione che comunica paura e stupore. No. Non è con quegli occhi che voglio essere guardato. Mi avvicino ancora di più a te. Ti stringo in un abbraccio. Sento il profumo dei tuoi capelli invadermi completamente. Ora anche tu mi stai stringendo a te. A volte mi chiedo se hai sangue Veela nelle vene. Come è possibile che tu sia così semplicemente e meravigliosamente umana, Hermione?
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aèree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Solo una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argèntea pioggia
che monda,
il cròscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Ancora non sono riuscito a pronunciare quelle poche parole che mi ero ripromesso di dirti questa sera. Sto cominciando a temere di non poterci riuscire, di non essere abbastanza determinato o coraggioso. Ma è bello restare qui, in silenzio, abbracciati, sotto la pioggia, a sentire il dolce suono delle cicale. Ma questi non sono gli unici suoni udibili, ora. Uno strano canto si alza dagli alberi, dall'ombra. Ti stringi a me, cercando protezione. Ti accarezzo i lunghi capelli, rassicurandoti. Ho gia capito a chi appartiene quella voce. Quel canto che varia continuamente e irregolarmente di tonalità appartiene di certo al guardiacaccia di Hogwarts, di ritorno da una delle sue serate passate alla Testa Di Porco, come al solito coronate da un gran numero di bevute. Sento la tua stretta allentarsi. Probabilmente anche tu hai compreso di chi si tratta. Sentiamo la voce affievolirsi fino a scomparire, emettere un ultimo verso e poi spegnersi del tutto. Ora il silenzio è tornato. Neanche dal lago arrivano segni della presenza della piovra gigante. Solo il rumore della pioggia è presente, la stessa pioggia che sembra ora lavare via ogni mio dubbio, ogni mia incertezza, con il suo suono variegato, a seconda della vegetazione con cui viene a contatto. Mi volto verso di te, come a richiamare la tua attenzione. Ma ancora non riesco a parlare. Il verso delle cicale non c'è più. Al suo posto è comparso un altro suono: il debole gracidio di una rana, proveniente da un punto indefinibile della riva del lago, lontano. Mi accorgo solo ora che i tuoi occhi sono bagnati. Ma lo sono di pioggia o di lacrime?
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pèsca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove sui nostri volti
silvani;
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Stai piangendo forse? Non riesco a capirlo. Ma se lo stai facendo, sono certo che non stai versando lacrime di dolore, ma di gioia. Il tuo volto, ora attraversato da un sorriso, pare più luminoso, come se nulla più ti turbasse, come se la bellezza che ti ostinavi a a tenere chiusa dietro la montagna di libri in cui ti seppellisci ogni giorno stesse ora liberandosi, inondando tutto della tua maestà e fragilità. Anche io sorrido, entrando così a far parte di quella strana magia che ci lega a questa foresta, alla pioggia, a tutto ciò che ci circonda. E sento il cuore gonfiarsi a dismisura, pieno di gioia e serenità. Ora riesco a vedere la vera bellezza che risiede nei tuoi occhi, profondi e puri come l'acqua che ci bagna, e nei tuoi denti, di cui fino a qualche anno fa ti vergognavi. All'improvviso ti separi da me, prendendomi una mano, invitandomi a correre sotto la pioggia con te. Ogni tanto ti fermi, ti avvicini a me e posi un bacio sulle mie labbra, come una sfuggente ninfa dei boschi. Le erbe e gli arbusti che vanno a intrecciarsi sulle nostre gambe, lentamente, gentilmente, sembrano invitarci a restare per sempre con loro, nell'immensità della foresta, insieme. E corriamo insieme tra gli alberi, ormai un tutt'uno con la pioggia, che bagna i nostri volti, che ogni tanto si intrecciano in una moltitudine di baci, le nostre mani, che si uniscono e si separano in continuazione, come a formare una danza misteriosa, i nostri vestiti, che vengono a contatto ogniqualvolta ci fermiamo per abbracciarci. Anche i miei pensieri, ora, sono puri e limpidi come un corso d'acqua, e la mia anima brilla e vibra di una forza che mai avevo provato prima. La pioggia cade sul nostro futuro, sulla nostra vita insieme. Ormai non m'importa più del passato, dei litigi e dei battibecchi con cui ci siamo tenuti vicendevolmente lontani l'uno dall'altra per anni, e non m'importa se quello che sto provando ora svanirà all'alba come un sogno effimero. Ora per Ronald Weasley comincia una nuova vita insieme a te, Hermione. A quanto pare, le parole non erano poi così importanti.
Spero vi sia piaciuta.
Gradirei commenti.
Ave.
Sailor Sun
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