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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: L`ULTIMO INCONTRO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: byakko galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/12/2004 12:03:03 (ultimo inserimento: 07/12/04)

continuazione di ``almeno tu``...è tutta da leggere ç___ç sigh
 
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AMATO E TRADITO
- Capitolo 1° -

Finalmente la continuo e la finisco. Se non scrivo niente la mia testa scoppia per la pressione data della vena creativa e mi troverei a girare per casa come una pazza *_____*


-- AMATO E TRADITO --

Il giorno successivo a quella prima notte d’amore lo impiegarono ad allenarsi. Erano felici, ma Kei iniziava ad avere dei dubbi, ripensamenti. Anche lui come gli altri due ex compagni aveva voglia di scontrarsi contro Takao in una sfida ufficiale, dipendendo solo da se stessi, per dimostrare di essere il migliore. Quella notte d’amore non doveva diventare un freno alla sua ambizione, Max e Rei lo avevano già fatto e ora lui li avrebbe seguiti. Forse Takao lo avrebbe capito ma aveva comunque un brutto presentimento a cui non diede ascolto.
Quel giorno, dopo gli allenamenti, Takao non riuscì più ad incontrare Kei. Credeva che si fosse andato ad allenare da qualche parte, come suo solito ma…neanche il giorno seguente lo vide. Iniziò ad avere paura e si mise a cercarlo freneticamente. Niente. Tornato a casa notò suo fratello alla porta che lo aspettava, con uno strano sguado, triste, sentimento che presto avrebbe trasmesso anche a lui. Aveva paura di sentire quelle parole che aveva percepito nell’aria e quasi si mise a piangere. Riuscì solo a sussurrare quel nome…
Takao: …Kei?
Hiroshi: E’ andato via, ha lasciato la squadra per tornare in Russia.
Poi solo il silenzio. Hiroshi si stupì dell’atteggiamento del fratello sempre pieno di parole. Alzò lo sguardo, che fin’ora era restato basso, per vedere la reazione di Takao e quasi sbiancò quando vide i suoi occhi inespressivi, senza lacrime ne sentimenti. Non risplendeva più, sembrava un’anima morta, senza sentimenti, emozioni, pensieri. Si era fermato. A nulla valsero i suoi richiami, non li sentiva. Stringeva saldamente nella sua mano Dragoon, fino a farla sanguinare. Poi improvvisamente si girò e parlò con una voce vuota.
Takao: Me ne vado per un po’ ma tornerò per l’inizio del torneo, non c’è da preoccuparsi. Ho alcune cose da fare.
E corse via, lontano, in luogo sconosciuto dove forse avrebbe trovato la pace o la pena eterna.
Circa una settimana più tardi lo videro tornare. Era in uno stato pietoso e il suo corpo coperto di ferite ancora sporche di sangue, i suoi vestiti strappati ed ancora uno sguardo vuoto che sembrava una landa desolata.
Hiroshi: Oddio Takao, cosa hai fatto? Presto vieni, bisogna curare le tue ferite.
Takao: Non ha importanza, non più. Ho rinunciato a tutto, anche alla mia vita. Forse è per questo che Dragoon ha deciso di aiutarmi. Ma questa sarà l’ultima volta.
Crollò a terra esausto e non vide più nulla, solo delle luci azzurre che lo guidavano. Quando si risvegliò riusciva a distinguere un solo colore: il nero. Il mondo intorno a lui si presentava solo con quel colore. Sapeva di avere gli occhi aperti ma non riusciva a vedere. Però non aveva paura, forse perché si aspettava qualcosa del genere.
Takao: C’è qualcuno nella stanza?
Prof.K: Sì Takao, sono io, non mi vedi?
Takao: No.
Prof.K: Non puoi vedere?
Takao: No, i miei occhi sono stati presi come sacrificio da Dragoon.
Aprì lentamente gli occhi e al professore prese un colpo quando li vide completamente bianchi, il suo amico era diventato cieco.
Takao: Chiamami Hiroshi, devo parlare con lui.
Diciamo che più che chiamarlo il professor Kappa gli gridò dietro con tanta forza da farsi sentire fino dall’altra parte del tempio, attirando anche Hilary e Daichi. Hiroshi arrivo di corsa, preoccupato per il tono dell’amico. Kappa riuscì a dirgli soltanto che Takao voleva parlargli. Uscì dopo una ventina di minuti, molto abbattuto. Gli altri, dopo essersi fatti spiegare cosa fosse successo, lo attendevano con impazienza.
Hiroshi: Takao parteciperà ugualmente al campionato, forse ora meglio di prima. Non c’è da preoccuparsi.
Ma ovviamente non lo pensava, infatti era molto preoccupato per il fratello ma non poteva darlo a vedere non volendo impensierire anche gli amici. Come poteva gareggiare in quelle condizioni? Oltre agli occhi anche le braccia erano mal messe. Però non sembrava intenzionato a cambiare idea e loro non potevano impedirgli nulla.
Il giorno seguente iniziarono le varie gare secondarie. I nemici non erano molto forti e Takao non si fece vedere, i suoi amici erano comunque all’altezza. Poi arrivarono gli incontri che interessavano a lui: Max, Rei e Kei. Erano loro i suoi obbiettivi. Il primo incontro fu contro gli All Stars, gli americani. Daichi combattè il primo incontro ma fu sconfitto dal compagno di Max che era troppo forte per lui. Poi fu il turno di Max che aspettava il suo avversario con trepidazione di fronte al beystadium. Era tutto eccitato, forse sarebbe riuscito ad incontrare Takao, finalmente una vera sfida. Me la sua euforia si fermò vedendo la figura che doveva essere il suo avversario e che lo speaker presentò con il nome di Takao. Quello non poteva essere Takao. Il ragazzo si presentò con una canottiera bianca che lasciava vedere perfettamente le fasciature delle braccia ed una benda dello stesso colore che gli copriva gli occhi. Era accompagnato da Hilary che lo assisteva nei movimenti ma non lo accompagnò fino al ring, si limitò a dirgli ostacoli e distanze dato che lui non poteva vederli. Dalle tribune si alzarono Kei e Rei, increduli delle condizioni del blader. Con loro sorpresa Takao si girò solo per un attimo verso di loro, alchè i due sussultarono non riuscendo a comprendere la situazione. Max poi, che ce l’aveva davanti, era incredulo, scioccato, cosa era successo al suo amico.
Max: T-Takao, sei proprio tu?
Takao: Certo che sono io, chi credevi di trovarti d’avanti in incontri di questa portata?
Max: Ma…tu sei…
Takao: Cieco? Forse non ci arrivi da solo?
Max: E’ bello potersi scontrare finalmente con te sai?
Takao: La cosa non è del tutto reciproca. Forza, iniziamo, non ho tempo da perdere.
Diedero il via, anche se Max non era molto sicuro, come poteva scontrarsi contro un avversario che non vedeva, forse il senso più importante in questo gioco. Si stupì notevolmente quando notò che Takao riusciva a schivare alla perfezione i suoi attacchi e non era ancora riuscito a colpirlo. Poi Dragoon passò al contrattacco con una forza tale da far vacillare le difese di Draciel, anche se resisteva bene. Richiamarono i loro bit power ma Max notò che la sua tartaruga rimase stupita nel vedere le condizioni di Takao e guardò interrogativa anche il drago azzurro che invece prese ad attaccare non lasciandogli tregua. Con un ultimo colpo decisivo Dragoon fece volare il bey di Max che fu scaraventato contro un muro proprio a cinque centimetri dal volto del compagno di squadra di Max che rimase fermo con sguardo terrorizzato, forse era una piccola punizione per la sconfitta che aveva prima subito l’amico. Richiamò il proprio drago e se ne andò in silenzio mentre Max era ancora fermo, con gli occhi sbarrati che osservava Takao allontanarsi per poi crollare a terra con un piccolo taglietto che prese a sanguinargli su una guancia. Takao fu subito soccorso da suo fratello, preoccupato nel vedere il riaprirsi di una ferita. Anche se aveva vinto l’incontro era stato comunque duro per lui ma non si lamentò, forse perché neanche sentiva il dolore dato che la sua mentre era concentrata sulla prossima sfida che avrebbe dovuto sostenere tra non molto e il suo bey fu affidato alle cure del professore.
Nello stadio invece Kei, Max e Rei si lanciavano silenziose occhiate, non sapendo come poteva accadere tutto quello. Il russo ovviamente era il più preoccupato non essendosi dimenticato dei sentimenti verso il ragazzo. Provava pena nel vederlo ridotto in quello stato e non poteva fare a meno di pensare che la colpa fosse sua, per averlo lasciato solo. Max era ancora sconvolto e parlava con Rei mentre Kei si dirigeva verso il camerino di Takao nella speranza di parlargli. Fu però prontamente fermato da Hiroshi nei corridoi.
Hiroshi: Forse è meglio se non ti veda.
Kei: Come può vedermi, è cieco no? Com’è successo?
Hiroshi: Non mi ha raccontato i dettagli e comunque ve ne parlerà quando sarà il momento giusto, per adesso pensate solo a combattere. Tanto non avete speranze, ora come ora non potete sconfiggerlo. Ve lo dimostrerà presto.
A Kei non piaceva quella situazione, non gli bastavano quelle parole. Era preoccupato, anche per se stesso. Sapeva che Max non era al suo livello già da prima e forse Rei avrebbe potuto tenergli testa con la sua velocità ma…non sarebbe bastato. Probabilmente sarebbe toccato a lui l’ultimo incontro.

--- CONTINUA --->

Questa parte l'avevao già scritta ma la rimetto quì e vado avanti, così sono tranquilla

 
Continua nel capitolo:


 
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