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- Capitolo 1° -
"Vi fu un era dove le tenebre oscurarono il nostro pianeta, dove tutto si macchiò di cupo, dove il male ebbe il sopravvento e il dolore e la distruzione incomberono.
Gli esseri demoniaci che fino ad allora avevano abitato il regno del male, terrorizzavano gli uomini commettendo atti di pura cattiveria, per soddisfare la loro sete di malvagità.
Ma all'improvviso dopo tante sofferenze il cielo si squarciò e un fascio di luce lo attraversò per illuminare la speranza e sconfiggere le tenebre: sono gli Angeli.........i guerrieri .......del cielo.... ."
Vi è mai capitato di pensare che qualcuno vegli su di voi? Che qualcuno vi protegga e vi guardi dall'alto? A me è capitato.
Stringendo una fascia rossa tra le mani, pensavo a mio padre. Un vero guerriero che, si è sacrificato per il bene della terra.
Allora infatti la terra era in conflitto con altri pianeti, che volevano impadronirsi delle sue colonie e del pianeta stesso. Mentre la battaglia si volgeva al termine, con molte vittime sia dall'una che dall'altra parte, il nemico approfittando del momento dai stanchezza e di distrazione, scagliò un feroce attacco, che avrebbe potuto distruggere il pianeta intero.Ma ecco che un guerriero, servendosi del proprio corpo, della sua forza interiore e del suo coraggio, assorbì l'enorme sfera di energia e morì, lasciando solo la fascia rossa che indossava durante la battaglia ai suoi cari figli.
Poi penso a mia madre che poco dopo per il dolore seguì lo sposo.
A volte penso che qualcuno aldilà del cielo e del sole stesso, mi guardi per controllare che il mio destino si compia.
Il sole era già alto nel cielo, e illuminava tutto il promontorio e s'infiltrava tra le foglie dei verdeggianti alberi. Dall'alto, alle spalle vi era il monte dove si trovava il palazzo reale che sembrava guardare tutto il mondo dall'alto del cielo. Ancora ora, quel monte resta imponente come allora.
Io mi trovavo lì, in quel promontorio, mentre navigavo fra i ricordi e i pensieri, stringendo quella fascia rossa. Un alito di vento mi accarezzava il volto illuminato dai raggi di quel sole splendente di primavera.
Oltre alla fascia, in mano tenevo una lettera, che continuavo a guardare. Il contenuto di questa lettera era molto importante, perché in un modo o nell'altro mi avrebbe cambiato la vita. Così mi recai al palazzo, quello stesso palazzo imponente in cima al monte, dove i miei fratelli, Rey e Tagher, si allenavano nell'arte del combattimento. Infatti loro erano dei cavalieri, come lo era stato un tempo mio padre. Un cavaliere era un guerriero dotato di eccellenti doti fisiche. Venivano istruiti nel maneggiare la spada, nel combattere a mani nude e con tecniche speciali. Il loro compito era quello di proteggere la Terra in caso di pericolo, e di stare al servizio del Re (o Imperatore).
Mentre camminavo, continuavo a pensare: nella mia mente non facevano altro che riaffiorare ricordi. Ricordi della mia infanzia, quando con i miei genitori eravamo una famiglia come tutte le altre. Un ricordo in particolare sorgeva: mio padre che allenava i miei fratelli, sotto l'ombra di un albero, mentre io e la mamma, li guardavamo.
Arrivai così al palazzo: notai subito i grandi archi e le bianche colonne, che sostenevano l'edificio che sembrava un grande tempio greco. Entrata, attraversavo un corridoio, dove a sinistra vi era solo muro con qualche quadro appeso, o qualche piccola scultura, e a destra, colonne che separavano il corridoio da un piccolo cortiletto, dove al centro c'era una maestosa fontana. Conoscevo bene quel posto, perché andavo spesso a trovare i miei fratelli.
Mi recai subito in palestra, dove c'erano proprio Rey e Tagher. Tagher stava allenandosi aiutato dall'anziano maestro Yake. Era agile e sferrava pugni e calci potenti. Il maestro era anche lui agile e schivava ogni colpo. A guardarli c'era Rey. Lui, cioè Rey, era un ragazzo alto, con capelli neri e due occhi profondi. Era forse il più responsabile ed era anche molto forte. Assomigliava molto a mio padre.
Mi avvicinai a lui:
-Hey Rey! Come va?
-Oh Yumeni, non ti avevo visto venire. Com'è andata oggi a scuola?
-Bene...! E' migliorato molto Tagher, non è vero?
-Già, fa passi da giganti.
-Per oggi può bastare! -disse Yake vedendo che ero appena arrivata.
-Finalmente, non ce la facevo più... -rispose mio fratello Tagher e sussurrando mi disse "Quel vecchio pelato...".
-TAGHER...........-disse Rey, come per dire "sei irrecuperabile".
-No, lascialo stare...so io come tappargli la bocca.
-Ma maestro, lei lo sa che io le voglio bene, non faccia così...... .
-Metti da parte le tue smancerie...Tieni, asciugati -disse il maestro porgendo a Tagher un asciugamani.
Tagher prese l'asciugamano, per asciugare il sudore che era sulla sua pelle. Le poche gocce di sudore che aveva, gli attraversavano il petto scolpito, fino ad arrivare sul bacino dove spiccava uno strano tatuaggio.
-Come ti va la vita Yumeni?
-Ragazzi vi devo parlare...
-Che hai? Sei diventata improvvisamente seria...
Il maestro nel frattempo, era andato via e io stringevo tra le mani quella lettera.
-Che cos'è quella lettera? -mi chiese Rey.
- E' arrivata oggi, ed è indirizzata a me. Mi è stata mandata dal palazzo e.........
-E.......? -disse Tagher impaziente di sentire il resto.
-.........ho superato le selezioni di quest'anno. Sono prescelta per essere anch'io un cavaliere.
Ogni anno, venivano fatte delle selezioni dove venivano appunto selezionati i giovani del pianeta in base alla loro forza. Alla fine, in base alle prove superate, a chi aveva il punteggio più alto, veniva fatta la proposta di essere cavaliere.
-Coosaaa? Stai scherzando!?
-No.
-Tu, un cavaliere......? E' rischioso e poi cambierai totalmente vita.
-Sai benissimo che non devi per forza accettare -disse Rey.
-Lo so..., ma vi dirò la verità, sto valutando la proposta . Non mi dispiacerebbe cambiare vita, infondo è da quando è morto nostro padre , che non vivo come una ragazza qualunque.
-Yumeni!! Sei qui?! -era appena entrata Reyaka, una mia amica e anche lei un cavaliere.
-Ciao Reyaka!!
-Senti il maestro mi ha chiesto di dirti che lo devi raggiungere. E' forse successo qualcosa, avete quelle facce...!!
-Cosaa???Anche lui sapeva tutto questo? E non ci ha detto mai niente?!- ribadì Tagher
-Calmati! Io vado.......a dopo!
Mi incamminavo per andare a parlare con Yake, e pensieri tormentavano la mia mente. I miei fratelli avevano reagito con molta preoccupazione nei miei confronti.
-Yumeni che ci fai qui? -era Argo il figlio dell'Imperatore, anche lui cavaliere.
-Argo ciao!! Mi hanno proposto di diventare una di voi.
-Anche tu...
-Beh non avrete mica la peste spero!!
-No!! Ancora non l'abbiamo presa! Ho reagito così, perché non mi aspettavo una notizia del genere.
-A quando pare neanche i miei fratelli.... comunque ora devo andare..il maestro mi aspetta.
-Vai, vai!! A dopo!
Ero rimasta colpita per la tenuta di Argo: un grande mantello bianco, che veniva sorretto da due bretelle d'oro, lo avvolgeva. Aveva poi un'armatura strana, che ricordava una di quelle medioevali. Infatti, il busto era protetto da un metallo che sembrava bronzo, molto sottile. Poi, attorno alla vita, una cintura sosteneva una spada molto vistosa. Aveva appena partecipato ad una riunione molto importante col padre, in cui era necessaria anche la sua presenza come futuro Re, e governatore della Terra.
Giunsi così davanti a una grande porta, ornata di sculture. Guardatala attentamente, accennai a bussare.
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