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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: MITHLOND
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: idrilalcarin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/11/2004 22:29:25

frodo si sentiva solo e abbandonato..così.insomma!perdono, era x comprarmi la statuetta di aragorn! commenti e bontà, siamo quasi a natale!
 
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- Capitolo 1° -

Mithlond


Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita? Come fai ad andare avanti quando nel tuo cuore incominci a capire che non si torna indietro? Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano un segno.*

* FRODO _ (Il Signore degli Anelli-Il ritorno del Re)

Quanto può essere straziante andare avanti. Essere caparbi è senz'altro una dote, ma anche indice di pazzia. Trascinarsi senza sosta. Lo scorrere veloce e inarrestabile del tempo, fra mille volti e luoghi ignoti, quell'insaziabile fame di pace fisica e mentale e, soprattutto, la devastante sensazione di essere irrimediabilmente soli in questo tracciato fin troppo sconnesso che è l'esistenza terrena, logora dentro.

Erano giorni interminabili, quelli, per la Compagnia. Non era solo la stanchezza delle membra a pesare, l'affanno e l'insana voglia di mettere fine a quella precaria gita fuori porta era davvero un fardello difficile da portare. Ostentare saldezza era inutile: gli stessi sentimenti e le medesime paure ristagnavano nei loro cuori.


Ormai non si faceva che aspettare il peggio.
Sam era decisamente preoccupato per il suo padrone: in presenza degli altri era affabile e cercava di mostrarsi allegro...questo suo atteggiamente eroico, quasi stoico, lo illudeva di poter essere all'altezza di ciò che gli altri si aspettavano da lui. Intanto, i suoi malori erano sempre più frequenti e la ferita inflittagli a Colle Vento dolorosa.

Frodo stesso si sentiva spento...spesso si ritrovava a pensare di sè stesso come ad un sacco, svuotato del contenuto prezioso per il fabbisogno giornaliero. Quindi....inutile?

A volte si sentiva cosi' stanco da non riuscire a sopportare l'ilarità di Merry e Pipino e, irritato, si chiedeva quale mai potesse essere la fonte di tanta spassionata gaiezza...quella maledetta ironia gli ronzava nelle orecchie come un insetto fastidioso.

Ma non se la sentiva di lamentarsi, tutte quelle amabili persone erano li' per aiutarlo nella sua impresa, sarebbe stato quantomeno scortese...e, in secondo luogo, lui stesso aveva deciso di proporsi per portare l'Anello.

In ogni caso il viaggio procedeva senza particolari intoppi, solo la pioggia sembrava voler ostacolare la loro avanzata (chissà, forse efficaci stregonerie del traditore Saruman).

Dopo l'ennesimo giorno sotto l'acqua scrosciante, ecco apparire un timido raggio di sole tra le nubi...era ormai l'imbrunire e l'aria era d'improvviso diventata come più leggera. Il tramonto si era definitivamente spento lasciando alle sue spalle un cielo blu cobalto trapunto di un'infinità di stelle.

Lo stato d'animo generale, come per magia, migliorò notevolmente. Le provviste erano ancora abbondanti e, per festeggiare la fine del lungo temporale, tutti mangirono e bevvero allegramente.

Si accennarono, persino, canti e danze all'insegna della spensieratezza. Si ebbe modo di ascoltare la soave e cristallina voce elfica di Legolas, quella forte e tonante di Boromir, le allegre canzonaccie da osteria degli hobbit (intervallate da fragorose risate) e persino le dolcissime note di un antico poema, sussurrato da Aragorn. Almeno per quella sera si poteva provare a dimenticare il buio per riscaldarsi alla luce accogliente dei falò.

La vallata in cui si erano accampati aveva la forma di una conca, quindi erano pressochè riparati da sguardi indiscreti. In più avevano scelto di farsi strada fra i campi, allontanandosi dai sentieri che potevano rivelarsi troppo pericolosi.

Tutto era calmo a la festicciola continuava. Frodo stava in disparte, non era dell'umore adatto per unirsi al gruppo. Si sentiva inquieto, ma senza conoscerne in motivo. Il peso dell'Anello man mano si faceva meno sopportabile e nonostante avesse al suo fianco otto persone pronte a sacrificarsi per lui in ogni momento, aveva l'impressine di essere solo. Spesso, nella sua mente, ideava piccoli componimenti e il tema della solitudine era ricorrente. Il carattere giulivo che lo sostenava da sempre si stava spegnendo con l'andare delle ore.

<<Ringrazio tutti per il loro fondamentale aiuto, davvero, li rigrazio con tutto il cuore...ma sono io, in fin dei conti, a portare questo diavolo intorno al collo...>>

Una figura gli si accostò <<Mio caro amico, Frodo, debbo parlarti...l'argomento é degno di attenzione, quindi ti prego di seguirmi>> gli mormorò, statico, all'orecchio Aragorn.

Strano.

Il modo in cui gli aveva rivolto la parola era ambiguo. Ma non c'era di che preoccuparsi. Vicino a lui non c'é nulla temere. Lo segui' senza esitare, restandogli lontano appena due passi, per rispetto. La sensazione di inquietudine aumentava.

Lo condusse in una specie di piccola caverna, una rientranza qualche metro più in alto all'accampamento, di cui si poteva scorgere le luci.

<<Di cosa volevi parlarmi? Spero non sia successo nulla di grave!>> disse con fare vago Frodo, guardandosi intorno.

Aragorn gli dava le spalle, rivolto all'interno della minuscola grotta. Non ricevendo nessuna risposta, lo hobbit continuò: <<Per caso ti sei offeso perchè prima non ho cantato? Mi dispiace...ma nella mia mente, in quel momento, non trovavo nessun canto adatto all'atmosfera allegra creatasi dopo l'esibizione di Merry e Pipino! Avrei solo rovinato tutto, e cosi'...>>

Aragorn si volse verso di lui e pronunciando lentamente <<non è cosi'...>> lo spinse con un certo riguardo contro la parete rocciosa, afferrandogli i polsi, fermamente ma con dolcezza, tenendoglieli stretti. Frodo sussultò, facendosi sfuggire un grido leggero.

Va tutto bene. In lui si può riporre una fiducia cieca...perchè preoccuparsene?

Sciocco.

Eppure un'espressione di smarrimento si dipinse nei suoi occhi...forse gli stava sfuggendo qualcosa, proprio adesso che una mano affusolata gli sfiorava le gote?
Instintivamente si ritrasse. Era preparato ad un lungo discorso cupo, non ad un contatto fisico.

Inatteso.

Sprovveduto.

La mano lo raggiunse, dando vita ad una lenta, impalpabile carezza.
E questo...? Un brivido.

La Luna. Brillante e pallida Luna morente, luminosa ma coronata da lunghi raggi, tipici di un cielo coperto.....o forse sono gli occhi ad essere appannati?

<<Aragorn...che...?>>

Nessuna risposta.

Le carezze continuavano, piano, a scendere, fino alle spalle. Qui le mani sostarono un attimo per poi accingersi a spostare il pesante cappuccio del mantello elfico dal collo, lasciandolo scoperto.
Altro non si udiva che i loro respiri, l'uno calmo e l'altro irregolare. Poi, ad un tratto, labbra. Labbra sulla pelle fredda, inviolata, del mezz'uomo.

Il respiro caldo di Granpasso si infrangeva contro il ghiaccio del piccolo corpo.

Non osava muoversi, sperava in un improvviso fulmine a ciel sereno tanto chiassoso da far distogliere l'attenzione su di lui...ma non vi fu. Anzi, il silenzio della sera non era intervallato neanche dal canto dei grilli, nonostante la stagione calda fosse alle porte.
Che fare? Le carezze- troppo audaci per i suoi gusti- a cui era sottoposto non accennavano a smettere...e quelle labbra morbide lo solleticavano, fecendogli correre brividi giù per la schiena.

Non riusci' a trattenere un urlo quando le mani di del ramingo si spinsero oltre la massima soglia di normalità che Frodo potesse concepire...stavano, infatti, scendendo sempre più giù, fermandosi fra le sue piccole cosce, che si chiusero all'istante per impedire un eventuale violazione di quello che lui considerava un punto pressochè intoccabile.

Era troppo. Proprio non si sentiva pronto ad una relazione di questo tipo...
<<siamo entrambi maschi...è contro natura...non sta bene...>> pensò.

Divincolandosi più energicamente si liberò dalla sua stretta e mugugnando qualcosa, senza girarsi, tornò in silenzio dai compagni, seguito a breve distanza da Aragorn. Nessuno aveva dato peso alla loro assenza e tutto fu messo a tacere.

Tutto...tranne i pensieri che quella notte si agitarono nella mente di Frodo, impedendogli di chiudere occhio.

Per quanto la situzione sembrasse di per se un paradosso continuava a chiedersi che diavolo fosse preso ad Aragorn...non pareva una comune dimostrazione d'affetto e, semai lo fosse stata, aveva davvero dei metodi fuori dal comune...

Si sentiva imbarazzato solo al pensiero che si potesse ripetere la situazione creatasi quella notte e, decisamente, non sapeva proprio come avrebbe fatto, d'ora in poi, a guardare Aragorn negli occhi o semplicemente rivolgergli la parola.

Col calare del Sole si era alzata una leggera brezza, che ora sembrava non cessare. Tra il fruscio dell'erba, credette di udire un sussurro. Mettendosi a sedere, intravide illuminato dagli ultimi respiri di vita di un falò la sagoma di Aragorn. La figura si avvicinò tendendogli una mano e Frodo riconobbe, effettivamente, il ramingo.

Per quanto si fosse ripromesso di comportarsi in modo naturale, arrossi' vistosamente. Aragorn gli sorrise appena e con un cenno lo invitò a seguirlo. Il mezz'uomo, molto incerto sul da farsi, non sapeva quale potesse essere la soluzione più giusta: rimanere nel proprio giaciglio comunicando la sua stanchezza e quindi l'impossibilità di muoversi o...

Infine, decise di seguirlo solo per scusarsi della scortesia mostratagli poche ore prima: si era eclissato proprio in malomodo.

Nessuno dei compagni, al loro passaggio, si svegliò (la causa era sicuramente da addebitare ai troppi brindisi che si erano concessi) e la notte era illuminata da una Luna, seppur quasi Nuova, assai luminosa, che permetteva facilmente agli occhi di abituarsi alle tenebre.

Con sorpresa, Frodo si rese conto che il sentiero che stavano percorrendo portava proprio alla rientranza della sera prima. Con la vaga voglia di tornare all'accampamento, continuò a seguire Granpasso, che lo condusse proprio dove aveva sospettato.

<<Dopo tante fatiche pretendo una ricompensa, messer Baggins...>> gli sussurrò Aragorn con voce bassa e incredibilmente maliziosa, avvicinandoglisi. Si chinò e strinse Frodo, cingendogli le spalle e i fianchi. Il cuore del mezz'uomo incominciò a battere talmente forte da accrescergli il timore che tutti, a valle, potessero sentirlo e crederlo un tambureggiare di guerra.

Prima di poter dire qualcosa, la bocca gli fu chiusa dalle labbra morbide di Granpasso. Ma non era un contatto violento nè impetuoso, era solo...perfetto. Le braccia, che fino a quel momento avevano cercato di allontanare Aragorn, si distesero lungo i suoi fianchi.

Aveva temuto quasi ossessivamente questo momento fino a qualche istante prima e invece, ora, gli pareva la cosa più normale del mondo.

Quando tentò di staccarsi, però, le loro bocche furono di nuovo avvicinate. Ma il ramingo stavolta non si accontentò del semplice contatto delle labbra, lo invase con la sua lingua calda e dolce come l'ambrosia. Indubbiamente un bacio che due semplici compagni di viaggio non si sognerebbero mai di scambiarsi...ma che importava?

Era disorientato, non si aspettava che potesse accadere qualcosa di simile e soprattutto, non cosi' velocemente. Non si ritrasse, ad ogni modo, perchè non sentiva il bisogno di farlo. Gli aveva fatto piacere sentire il suo cuore accellerare i battiti per qualcosa che non fosse la paura di un attacco nemico. Si era sentito vivo.

Non aveva mai cercato di immaginare il suo primo bacio, ne tantomeno l'aveva mai desiderato ardentemente. Credeva, però, che sarebbe successo con la persona a lui più cara...quasi ridacchiò fra se e se...al destino non manca certo l'ironia. Aveva conservato la sua immacolotezza ed ora era un uomo a strappargliela?! In fondo, é anche giusto dire che Aragorn, figlio di Arathorn, non era un uomo qualsiasi.

Anche se il bisogno di ossigeno incominciava a farsi impellente, Aragorn guidava ancora con invadenza il ritmo del bacio. Faceva tanti giochi strani e Frodo, pur vergognandosi tantissimo, non riusciva proprio a resistergli. Non era restio alla cosa, questo aveva avuto modo di capirlo all'istante, ma restava immobile con la paura di fare un movimento sbagliato.

Spostandosi sul collo dell'hobbit, baciandolo col le labbra e accarezzandolo piano con le dita, Aragorn sfiorò accidentalmente la catenella alla quale era stato attaccato il flagello di Isildur, l'Anello. Gli occhi di Frodo si spalancarono e, gridando con il volto sfigurato da una rabbia cieca mista a terrore, spinse via il ramingo.

<<Allontanati...via!! Stammi lontano, non osare più avvicinarti a me!!!>> urlò. Fece una breve pausa stringendo l'Anello nel palmo e sfiorandone con possesso la superficie brillante. <<Dunque è cosi'! Ma certo, che ingenuo sono stato! Ecco il motivo di tante cure improvvise...>> continuò in un sibilo, in preda ai brividi.

Aragorn fu stupito dalla reazione dell'hobbit. Sapeva dell'influsso maligno che dava l'Anello, ma non pensava avesse già intaccato il suo animo fino a quel punto, rendendolo cosi' irragionevole e invulnerabile.

<<Frodo...non desidero il potere, l'unica cosa che mi sta a cuore è la tua vita. Voglio il tuo bene e se sarò io a farti soffrire, se sarà la mia persona a crearti problemi...allora, non temere, mi allontanarò da te >> cercò di rassicurarlo riavvicinandosi a lui e accarezzandolo.

Gli occhi di Frodo si riempirono di lacrime. Ebbe l'amara conferma d'essere schiavo di quell'oggetto malvagio. Era sicuro che lui sarebbe stato in grado di opporsi...e invece stava sprofondando nella sua rete, come era capitato a chi, prima di lui, l'aveva posseduto. Non potè fare a meno che gettarsi fra le braccia di Granpasso, che lo abbracciò a sua volta, e scoppiare a piangere.

<<No...no....non abbandonarmi...ti prego, non abbandonarmi adesso...come farei...>> farfugliò fra le lacrime <<è tutto cosi' difficile...io non ce la faccio...non ce la faccio...quanti ostacoli ci sono ancora davanti a me? Quando avrà fine tutto questo? E' cosi' difficile...non abbandonarmi! Scusami, ti prego...perdonami...>>

Aragorn lo strinse forte a sè e stette cosi' finchè i singhiozzi non incominciarono a placarsi. Allora gli prese il volto tra le mani e con le labbra asciugò le lacrime che ancora rigavano le guance di Frodo....per poi sfiorargli la fronte, il mento ed infine baciarlo ancora. Lo hobbit alzò le braccia per circondargli il collo e chiuse gli occhi senza ombra di timore, baciandolo a sua volta.

Stretto tra le braccia del ramingo si sentiva sicuro e un dolce tepore si diffondeva lentamente in tutto il suo corpicino infreddolito.

Nel frattempo, il resto della Compagnia si era accorta della loro mancanza e, preoccupati, avevano incominciato a cercarli. Non passò molto che le loro voci furono udibili anche nella minuscola caverna.

Frodo, che aveva pregato intensamente che quei momenti fossero eterni, per poco non si mise a piangere ancora. Ora che finalmente...maledetto tempo traditore! Gli si ragala tutte le ore della propria vita, e questo è il ringraziamento!

<<Torniamo a valle, i nostri amici saranno preoccupati>> lo esortò Aragorn, poggiandogli una mano sulla spalla. Lo hobbit annui', abbassando il capo, anche se con le lacrime agli occhi.

Ristabilito l'ordine, nessuno sembrò essere particolarmente interessato a come avessero passato il tempo in quei minuti, preferendo non compromettere ancora di più lo stato d'animo dell'hobbit. Stando con Aragorn non gli poteva accadere nulla di negativo, pensavano, quindi inutile preoccuparsi più del dovuto. Era un bene che qualcuno gli stesse accanto e un po' tutti si vergognarono d'aver bevuto allegramente senza pensare alla gravità della situazione e, soprattutto, all'incolumità del Portatore.

La mattina dopo, la partenza fu rimandata a tempo indeterminato: il cattivo tempo sembrava aver fatto un patto col diavolo. I sentieri erano totalmente inagibili e passare per i campi si sarebbe rivelato troppo faticoso: l'erba primaverile, alta e bagnata, rendeva il cammino lento e l'avanzata degli Hobbit una tortura.

Fu deciso di rimanere dove avevano pernottato. Si trattava, all'interno della vallata, di una "piattaforma" asciutta. L'acqua grondante dalla cima dei colli veniva scolata ai lati di quella particolare spinata rialzata, permettendo alla Compagnia di non patire troppo l'umidità.

La sera, poi, cessò di nuovo di piovere, come la precedente. Purtroppo, risultava impossibile continuare il viaggio di notte, essendo quasi periodo di Luna Nuova.

La giornata era stata lunga ed sfibrante. Nonostante tutto, Boromir, Legolas e Aragorn erano riusciti a cacciare due conigli e un cinghiale, per cui anche per quella cena, il pasto sarebbe stato più che assicurato.

<<Sta facendo esattamente gli stessi movimenti e le stesse azioni di sempre, eppure...ora tutto quello che fa mi pare tenero e le attenzioni che mi rivolge, quelle che mi ha sempre rivolto, mi fanno sentire talmente felice...>> pensava Frodo, assumendo un'aria davvero poco acuta.

Agli hobbit e a Gimli (non troppo soddisfatto dell'incarico secondario affibbiatogli) toccò raccogliere qualche ramo dalla lussureggiante foresta accanto, e accendere i falò. Si rivelò un'impresa. La legna era fradicia e la poca rimasta asciutta bruciava troppo velocemente. Si riusci', dopo molti tentativi andati a vuoto, a dar vita ad un timido fuocherello che crebbe poco a poco, permettendo di scaldare la selvaggina e mangiare un pasto caldo, qualche minuto dopo.

Sceso il buio, nessuno sentiva la forza di restare sveglio fino a notte inoltrata e il sonno sembrò avvolgerli, cullati dal gorgoglio lontano di un ruscello.

Frodo stava per sgattaiolare fuori "dall'accampamento" come la notte prima, quando fu afferrato per una caviglia.

Era Sam. <<Padron Frodo, ditemi, che succede? Che ci fate sveglio a quest'ora? Vi stavate alzando, vero? Forse non vi sentite bene? Non sarà per quell'Aragorn? Vi sta sempre attaccato negli ultii giorni! In più non avete proprio una bella cera! Che succede?" disse tutto d'un fiato guardandolo con un'espressione terribilmente apprensiva.

<<Sam...mio caro Sam...no, Aragorn non ha nessuna colpa. E' tutto a posto. Il nemico non ci troverà qui, perciò non temere. Soffro un poco d'insonnia, negi ultimi giorni, tutto qui. Dormi ora, non preoccuparti...farò due passi e tornerò subito. Dormi...>> disse dolcemente in risposta, cercando le parole più adatte per non insospettire l'amico, già abbastanza preoccupato. Non poteva rivelargli la verità, non ancora.

La Luna, ormai alta nel cielo, gettava lunghe ombre sull'erba umida. Per fortuna gli venne dato ascolto, non fu seguito da nessuno durante il breve tragitto fino alla caverna. Là, ad aspettarlo, c'era già Granpasso, che al suo arrivo si piegò in un leggero inchino, subito restituitogli dall'hobbit. Risero piano e, senza proferire parola, continuarono il loro dolce dialogo. La bocca di Granpasso sapeva vagamente di tabacco.

Non aveva voglia, Frodo, di chiedersi il perchè di tutto questo. Non per paura o vigliaccheria, semplicemente perchè non sentiva il bisogno di una spiegazione. Le risposte sono per chi solo le desidera.

eeeeeeeeeeeeeeeeeeffffffffffffffffff


Tutto questo affiorò ancora una volta nella sua mente: ricordi pressati e intrisi di una lieve sfumatura color seppia, ora che la barca si lasciava dolcemente allontanare dal porto. Non si udi' un ultimo saluto gridato da lontano, fra i vecchi amici. Si limitarono a guardarsi finchè le loro sagome furono riconoscibili.

Dunque, questo è un addio? Non è triste, ne malinconico...è soltanto la fine di un'esperienza passata e l'inizio di un'altra. Tuttavia, avrebbe preferito essere in preda alla febbre, in delirio, per evitare a sè stesso di pensare...quanto avrebbe voluto vederlo un'ultima volta!

Ed eccolo, il rimpianto. Ma a che serve? Non si può tornare indietro, cambiare il passato è impossibile...ed è bene cosi': anche gli errori sono il segno che lasciano le nostre scelte.

Ma ora, vi prego, ora issate le vele e virate di bordo verso la brezza che si alza...quanto dovrò navigare? Sono certo che se solcassi tutti i mari e ogni fiume, non riuscirei comunque a dimenticare ciò che più desidero...sto fuggendo...

Ebbene, amici, buona fortuna. Che la vostra vita sia lunga e prosperosa, costellata d'allegria e abbondanza. Ciò che è stato ci lega e ognuno di noi sarà per sempre unito all'altro, indissolubilmente.

addio! Addio, amici miei.

e...

...addio...mio Re.



Commenti dell'autrice (ecchissenefrega!! NdLETTORI)

Finito!! Ringrazio tutti per l'attenzione concessami! Eh, si', stavolta ho toccato il fondo. Avevo quasi voglia di inserire, ogni tanto, un commento...ma ho preferito sorvolare per evitare di distruggere il patos...Adoro Aragorn, e mi dispiace di avergli affibbiato un tritapalle come Frodo...ma mi sembrava la coppia più adatta e, forse, la meno scontata.
Credo si sia intuito il mio odio per Frodo, ma devo dire che, scrivendo scrivendo, mi sono sentita molto vicina a lui e, seppur con un pizzico di nausea, mi sono intenerita.
Bando alle ciance, questa è la mia prima fan fiction sul Lord (che io amo alla follia). Per chi non lo avesse ancora capito, i diritti d'autore vanno al mio eccelso guru J.R.R. Tolkien, che ha creato tutti i personaggi e gli stupendi mondi della terra di Mezzo (dove è anche ambientata la mia parodia, per la cronaca). Eh, si', gente, i personaggi non sono stati inventati da me (per bontà divina, intendiamoci: se Frodo fosse opera mia avrei tentato il suicidio da tempo).
Per tutti quelli che amano i racconti fantastici e in particolar modo Il Signore degli Anelli, non abbiatene a male: capisco che potrei aver offeso la sensibiltà di qualcuno inventando una relazione omosessuale fra i personaggi. In questo caso, vi chiedo scusa e spero nel vostro perdono! Inoltre chiedo scusa per tutti gli errori che, sicuramente, ci saranno ancora, ma ripeto che questa è la mia prima fanfict (ammetto che sto tentando di colpire la vostra pietà).
A dir la verità, non sono poi tanto pentita d'aver scritto 'sta sbobba...mi sono divertita e credo che...beh, si', insomma...può darsi che...in un futuro remoto...quando mi sarò ripresa dalla marea di commenti che mi sommergeranno...forse...ne scriverò un'altra! Paura, eh?
Beh, spero vi siate divertiti almeno un pochino anche voi! Vi saluto.....a presto!!!!


















 
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