- Capitolo 1° -
Lettera al mio ragazzo
Mi ricordo come se fosse ieri la prima volta che ti ho visto era un venerdì pomeriggio verso le due e un quarto ci apprestavamo a fare due ore di fisica.
Il prof. Aveva iniziato a fare l’appello all’improvviso la porta si aprì ed entrasti tu indossavi un paio di pantaloncini blue e una maglietta bianca a mezze maniche eri bellissimo avevi due occhi azzurri stupendi e i capelli di un biondo cenere che assomigliano molto hai miei ( come dici sempre tu) ti sei avvicinato al professore vi siete scambiati due parole e poi ti sei andato a sedere vicino hai ragazzi. Il professore si è alzato in piedi e ti ha presentato (ricordi?) “lui è Matteo farà fisica con voi quest’anno” fra le ragazze partì un brusio concitato sentivo indistintamente tutti i commenti delle mie compagne su di te che, però furono interrotti dal professore che voleva iniziare a fare lezione. Iniziammo facendo 10 giri della palestra di corsa (tre di corsa e gli altri sette camminando, accennando a correre solo quando passavamo davanti hai prof. e non ridere perché ti ho visto benissimo che lo facevi anche tu!) e qualche esercizio di riscaldamento, poi i ragazzi decisero di giocare a calcio e le femmine a pallavolo e a tennis da tavolo (come dici tu) ed io ero fra quelle (credimi non è impossibile giocare in 5 a ping-pong). Tu stranamente dagli altri ragazzi decidesti di giocare a pallavolo eri in squadra con delle mie compagne ed una mia ex amica che frequentava l’altra classe, tutte che ci provavano con te, che facendo finta di giocare ti saltavano addosso, ti avevo appena conosciuto e mi ero già innamorata di te, ed ero gelosa delle mie compagne: perché loro in quel momento erano lì a giocare con te erano spigliate simpatiche, le invidiavo proprio per quello, perché io non sarei mai riuscita ad essere come loro, ero e sono tutt’ora troppo timida.
Il lunedì in classe non si parlava altro, si parlava solo di te, di com’eri bello, di com’eri bravo nello sport e io me ne stavo lì in un angolo senza sapere cosa dire.
Grazie alle doti investigative ( ficcanaso come dici tu^^) delle mie compagne, scoprimmo che frequentavi la quarta geometri, che eri di un paese vicino, che giocavi a calcio nelle giovanili del Brescia e per questo motivo facevi fisica con noi. Le mie compagne ti seguivano dappertutto ed io? Volevo tanto venirti a cercare il problema era che avevo paura di trovarti, di vederti, non era una semplice cotta come per le mie amiche, mi ero proprio innamorata di te, passavano i mesi e tutte le volte che ti vedevo per la scuola cambiavo strada era arrivato maggio e il nostro mitico (contento?) milan aveva vinto la champions e tu il giorno dopo, già in aria di vacanza estiva ti presentasti a scuola con i pantaloni alla pescatora bianchi e la maglia del Milan (come mezza scuola d'altronde. non pensavo che ci fossero così tanti milanisti)e cosi scopri che tifavamo anche per la stessa squadra. E’ volato il tempo quell’anno era già arrivata l’ultima lezione d’ed. fisica stavamo giocando a palla prigioniera eravamo in squadra insieme tu eri bravissimo tiravi certe cannonate, ma in ogni modo non servi a molto visto che i nostri compagni si fecero beccare e finirono in prigione, nella nostra quadra rimanemmo solo io (l’unica cosa che so fare è schivare le palle) e te, e io avevo una voglia matta di scappare…
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