- Capitolo 1° -
Stava guardando ripetutamente l’orologio, il treno era in ritardo, di nuovo. Il vento era calato e ora il caldo si riversava prepotentemente sopra la città, avvolgeva ogni cosa e annebbiava i sensi, per chi non c’era abituato, come i turisti, era una gran seccatura, ma lei era cresciuta in quel clima rovente e umido, dove non esiste una netta distinzione fra le stagioni, dove ogni giorno è estate e ogni giorno il sole splende e illumina la terra. L’africa era la sua casa, l’amava più di ogni altra cosa, non solo per le immense distese ancora in gran parte disabitate, o per gli splendidi animali che qui vi trovano riparo o per il calore che solo il suo popolo ha, no, è qualcosa di più, un legame fortissimo che da sempre univa la sua famiglia a questa terra magica, che a volte, se la si sfida, può riservare un destino crudele. In lontananza udì lo sferragliare delle rotaie sotto il peso del treno, e poco dopo una massa vociferante si riversò dentro la piccola stazione di John’s Peek.
-Buongiorno miss- tuonò una voce alle sue spalle. Joseph era arrivato, col suo solito, grande sorriso stampato in faccia. Era poco più che ventenne, ma era già uno dei giornalisti più promettenti di tutta città del capo. Non era bello, era troppo alto e magro, così da apparire sempre trasandato, e ad aumentare la sua aria malaticcia ci si mettevano i capelli tagliati troppo lunghi e pieni di ricci, che svolazzavano incessantemente da una parte all’altra. La bocca e il naso erano decisamente troppo grandi e contrastavano coi lineamenti delicati della mascella, ereditati dalla madre, una bella mulatta dalla lingua tagliente e lo sguardo vispo, che anni addietro aveva fatto girar la testa a uno scapestrato ladruncolo di strada, tanto da convincerlo a trovarsi un lavoro stabile e a metter su famiglia! Nonostante ciò, quando sorrideva sembrava l’uomo più attraente del mondo, sarebbe riuscito a mettere di buon umore persino una vecchia bisbetica afrikaner che aveva appena scoperto di aver bruciato la sua crostata di ciliegie..
- Sei in ritardo come al solito!!- sbuffò insofferente - Quando ti deciderai a comprare una macchina?! Almeno mettessi l’orologio che ti ho regalato a Natale, non te l’ho mica comprato perché tu lo riponessi chissà dove e te ne dimenticassi..- a dire il vero non era così esageratamente in ritardo da meritarsi una predica, ma quel giorno Allison era davvero di pessimo umore e quel suo sorrisetto da andrà-tutto-bene-vedrai non l’aiutava di certo.
-Ummh.. sono solo le nove di mattina e sei già arrabbiata, dovresti prenderti una vacanza o rischi di farti venire un ulcera ragazza mia!!- la canzonò Joseph..- stava per ribattere più stizzita che mai quando notò il suo sguardo divertito che non preannunciava niente di buono e decise di cambiar tattica.
- Lascia stare la mia ulcera e dimmi piuttosto perché mi hai trascinato in questo paesino dimenticato da Dio!!-
- Bhè vedi.. ho sentito dire che qui oggi inaugurano un ristorantino dove fanno un polpettone della nonna fantastico e allora ho pensato che visto che sei tu sei vegetariana e io no..-
- Finiscila Joseph!!- l’ammonì con uno sguardo gelido- sii serio per una volta!-
- oh, d’accordo, d’accordo, ma te l’ho mai detto che sei davvero noiosa?-
- si, mi pare di si..- sbuffò Ally mentre si toglieva dagli occhi un ciuffo ribelle di capelli sfuggito alla coda alta.
- Gerry ha detto che qui in città stanno per aprire un nuovo ospedale per i poveri, voleva che andassimo a farci una capatina, sai com’è, un ospedale pieno di bambini malati fa sempre intenerire i cuori e..-
- ..E vendere i giornali..- finì per lui la frase Ally.
Gerry era il loro capo, da giovane era stato un giornalista molto acclamato, ma poi l’alcool e troppe domeniche passate ad abbuffarsi in famiglia l’avevano ridotto a un grassoccio omuncolo di mezza età, frustrato e irritante. Aveva comunque conservato un certo occhio per le buone notizie e gli scoop, così con i soldi che aveva risparmiato aveva messo su un giornale: Lo spingbook. Joseph ormai lavorava lì da un paio d’anni, Ally invece ci lavorava solo durante le vacanze, arrotondava le entrate facendo fotografie.
- Dove è questo posto? Spero non troppo lontano- e mentre lo diceva lanciò uno sguardo rassegnato ai suoi piedi doloranti.. la sera prima era andata a una festa coi tacchi alti, e ora ne pagava lo scotto.. Joseph, come a leggerne nel pensiero: hai fatto le ore piccole è? Guarda qua che occhiaie.. con questa faccia faresti concorrenza a uno spaventa passeri, ma so io cosa fa per te.. un bel polpettone della nonna e tutto va a posto!!!-
- JOSEPH!!!- urlò esasperata
- eh? Che c’è? Guarda che non scherzavo mica quando parlavo del ristornatino.. io non scherzo mai quando si parla di cibo!! Non io Joseph Micheal Junior Trebkj..-
-uff.. ma quando la smetterai con tutte queste baggianate?- Mentre battibecchavano Ally controllava di aver portato con se tutto l’occorrente per le fotografie e Joseph cercava di decifrare qualcosa sulla cartina.
-siamo fortunati!-esclamò a un tratto, facendola trasalire- dovrebbe essere qui dietro, muoviamoci!- e così dicendo si avviò trotterellando per una stradina in salita.
-anf.. pant.. aspettami.. queste cose pesano!!!!- gli gridò dietro, “se lo prendo lo uccido!!! ma guarda che razza di idiota..” stava pensando, quando improvvisamente urtò contro qualcosa e finì lunga e distesa a terra..
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the enddddd!!!!!!!! no skerzo.. questo è solo l’inizio, di che cosa ancora non lo so, ma è pur sempre un inizio!!! Dovrebbe essere una piccola introduzione di una storiella ambientata in Africa che mi piacerebbe davvero tanto scrivere.. emh.. nn che in Africa io ci sia mai stata!magari.. Questo paese mi affascina tantissimo e adoro i libri su di esso (se ne avete letto qualcuno di bello consigliatemi pure!!!) per cui non uccidetemi se trovate che qualcosa non va.. che ne dite? Vado avanti? Fatemi sapere che ne pensate! Grazie!
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