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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SULLE ALI DEI GABBIANI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: naife galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/11/2004 19:47:59 (ultimo inserimento: 14/04/05)

sinceramente non è molto nel mio stile ma..cercherò di scrivere il pìu bene possibile...vorrei scrivere....una storia.
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

Ciao…..
Bè dopo aver scritto qualche FF tra il serio e il demenziale vorrei scrivere una cosa veramente piacevole.
Una cosa che commuova e che faccia ridere.
Una storia.
Ispirata dalle cose che amo e dall’inimitabile Musica.





Appoggiato alla finestra,Romeo guardava le macchine avanzare.
Una bianca,una blu…
Le seguiva con il limpido sguardo,distrattamente…
Ogni tanto qualche motorino lo distraeva dalla monotonia delle quattro ruote.
Una bianca,una blu…
<<Romeo,cucciolo,sei in casa?>>
La mamma.
<<si mamy>>
Ed eccolo di nuovo distratto dalla sua distrazione.
<<scusa se sono arrivata tardi ma c’era traffico>>
“bugia”
<<eh,sai cucciolo,alle otto è terrificante il flusso di macchine>>
“bugia”
Romeo si alzò di malavoglia dalla sedia per andare in contro alla madre.
<<ciao mamy>>
disse lui avvicinandosi alla alta figura materna.
<<ciao-disse lei stampandoli un bacio sulla fronte-hai mangiato?>>
<<no,aspettavo te>>
la madre sorrise.
Si tolse la giacca dall’esile figura,l’appese all’appendino del corridoio e ritornò in
cucina.
<<ti vanno i 4 salti??>>
<<i ravioli???>>
<<si!>>
la donna si tirò su le maniche, estrasse dal freezer la busta dei 4 salti in padella e
si mise all’opera.
<<come è andata oggi a scuola?>>
<<bene>>
<<devo andare a parlare con i professori…>>
<<lo so mamma.ma non ti devi preoccupare…con la mole di lavoro che hai…ci andrà papà>>
“la coda di paglia”
la donna si voltò con crescente imbarazzo
<oh..no….ci andrò io…non preoccupare papà>>
<<ok>>
ci fu silenzio per circa un minuto,accompagnato dallo sfrigolio della padella.
<<ehm…è pronto.>>
Romeo prese due piatti e forchette e li mise sul tavolo.
La madre servì il cibo caldo.




Ginevra assaporava quel barattolo di nutella con estrema nausea.
Era sempre così.
Ogni volta che il padre la deludeva si chiudeva in camera a vedere cartoni e a
ingozzarsi di nutella.
Ginevra abitava a Lucca,prima di traslocare.
Genova le metteva la nausea.
Quel quartiere le metteva la nausea.
Suo padre le metteva la nausea.
Sua madre le metteva la nausea.
Abbandonò il barattolo sul comodino e ascoltò la TV con maggiore attenzione
<<I can show you the world shining shivering splendid tell me princess now when
did you last let your hart decide>>
aladin:la Disney le piaceva.
Si addormentò nelle note del cartone con la sensazione che il giorno dopo sarebbe
stato il giorno piu brutto della sua vita.



<<ciao Meo>>
<<ciao Ely>>
<<come va?>>
<<non c’è che dire>>
<<sembri abbattuto>>
un sorriso malinconico si dipinse sulle le labbra di Romeo.
I capelli biondo cenere disordinati lo rendevano affascinate,
gli occhi erono castani,con ciglia molto lunghe.aveva la faccia pulita,senza baffi ne pizzetto.la carnagione chiara era interrotta ogni tanto da qualche neo.
Era un ragazzo alto,semplice e sorridente.
Cercava di passare inosservato ma i suoi disegni erono spettacolari
rendendolo così quasi un genio per i compagni.
<<non c’è niente che non và>>
così dicendo proseguì,ed entrò nella classe.
3 D,Liceo artistico.
Apparentemente vuota,la classe lo ospitava dieci minuti prima delle
lezioni,da solo,mentre tutti i compagni erono fuori dall’edificio a chiacchierare e a fumare.
Una figura si alzò dal suo banco.
<<ah!>>si lasciò sfuggire lui.
<<ah!>>si lasciò sfuggire lei.
<<wow mi hai spaventata>>
<<oh!>>
Romeo rimase impietrito alla bellezza di lei .
I capelli ebano le ricadevano sulle spalle legati in una treccia.
Gli occhi erono grandi e color cobalto.
E non era truccata.
<<tutto ok?>> chiese lei piegando la testa.
<<oh si…>>
<<piacere..sono Vrai>>disse lei porgendogli la mano
<<oh..Meo>>stringendola
<<sei…nuova>>
<<bhè si…>>
<<oh..e tu vieni dalle barbino?>>
<<no vengo dal Nobel di Lucca>>
<<Lucca…è una città bellissima…>>sorrise Meo
<<oh..bè si….>>sorrise sorpresa Vrai

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN

<<iniziano le lezioni…>>
<<come prima ora che cosa c’è?>>
<<pittoriche>>
<<ah>>
la classe cominciò a riempirsi di persone rumorose.
Vrai e Meo si sedettero allo stesso banco.
Quando entrò l’insegnante calò il silenzio.
L’insegnante era pelato ma aveva una folta barba ramata.
Aveva le mani callose che continuava a sfregare.
Si sedette e aprì il registro,
<<come avrete notato-disse il prof alludendo alla confusione-abbiamo una nuova compagna…
<<adesso sedetevi …così la vostra compagna si presenta>>concluse con un sorriso l’insegnante.
Vrai si alzò di malavoglia;la treccia ebano oscillava sulla schiena dritta di lei.
Metteva i piedi l’uno davanti all’altro e aveva lo sguardo dritto verso la cattedra.
Camminava indifferente ai commenti dei compagni,che Meo avrebbe volentieri soppresso.
Meo era un attento osservatore,e aveva notato queste particolarità…
Vrai si girò.
Osservò i compagni,prese fiato e parlò:
<<mi chiamo Vrai De la Chanse, mio padre è francese mentre mia madre è inglese.
Vi chiederete che cosa ci faccio qua…-sorrise- bè, non lo so neppure io perché sono qua.
Mio padre lavora come ingeniere e quindi spesso ci trasferiamo…prima vivevo a Lucca>>
Si girò verso il professore,che non si aspettava tutte queste rivelazioni,sorridendo
<<sai disegnare?>>chiese gentilmente
<<no>>rispose Vrai in tutta onestà.
Ci fu un silenzio imbarazzante.
Meo scoppiò a ridere.
Non aveva mai incontrato una ragazza così…sfacciata..
Si,sfacciate ne aveva conosciute,ma…
Lei nella sua sfacciataggine era così naturale…
Così inverosimile…
Sorrideva mentre diceva una cosa così negativa..
I compagni guardarono Meo con sorpresa.
Lui cercava di passare inosservato..
Vrai rise..
Si diresse verso il banco e si sedette..
Vrai e Meo si scambiarono uno sguardo di intesa.





Ginevra entrò in casa.
<<how was school Vrai?>>
<<good mam>>
Teresa,la madre di Ginevra o Vrai,aproffittava del fatto che il marito non fosse a casa.
i cognugi avevano promesso che non avrebbero parlato alla figlia nella loro lingua madre.
ma,ovviamente,nessuno dei due rispettava il patto;e Ginevra era cresciuta parlando tre lingue e
con una passione per le lingue,portandola a iscriversi a un liceo linguistico.
con il trasferimento del padre Vrai avrebbe dovuto frequentare un liceo artistico,rinunciando
alle sue capacità per le materie umanistiche.
avrebbe voluto iscriversi a un liceo linguistico ma,l'unico non pieno non accettava iscritti dopo ottombre:
ed in effetti era novembre.
<<i'm glad for you dear.oh...by the way to night we have to go to a congress>>
<<We?>>
<<oh,no dear...your father and me>>
<<ok>>
<<yOu have to eat by your self>>
<<all right>>
vrai entrò in camera sua.
bè....in effetti si era divertita!
la scuola faceva schifo,nonostaante il padre aveva promesso tante cose..
<<è bella! non ti preoccupare!>>
...era contenta di aver conosciuto un ragazzo strano quanto bello come Meo.
....Meo.
qualcosa le diceva che noon era il suo nome per intero.
come il suo:si presenteva con il nome di Vrai,ma il suo vero nome era Ginevra.
Ginevra:un nome di merda.
Le aveva sempre fatto schifo,così si faceva chiamare vrai,che in francese voleva dire "vero".
Vrai si sedette sulla scrivania mentre si slegava i capelli e pensava a i tempi passati.
che bello quando erano ancora a Lucca...
..suo padre non prometteva cose che non avrebbe potuto mantenere.
Vrai sorrisse al vuoto.
dopo circa mazz'ora la madre uscì.
rimaneva sola fino a mezzanotte..
<<be...non resta che andare in giro a esplorare il quartiere>>
saltò giù dalla scrivania e si cambiò.




 
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